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Crollo “ghiacciaio imprevedibile”. Inchiesta Marmolada archiviata

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AGI – La strage sulla Marmolada di domenica 3 luglio dello scorso anno è stata provocata da un “crollo imprevedibile“. Non c’è la mano dell’uomo a causare le undici vittime – sette vicentini, una trentina, un trevigiano, e due cechi – ed il ferimento di otto persone. L’inchiesta sulla tragedia è stata archiviata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trento, Enrico Borrelli che ha avallato la documentazione presentata nell’inverno scorso dai periti nominati dalla Procura del capoluogo trentino.

Nessuna responsabilità dell’uomo, quindi, a provocare lo slittamento del seracco della calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada poco sotto Punta Rocca. Le cause sono riconducibili ad eventi della natura. Il distacco di 6.480 metri cubi di materiale tra massi, fango, neve e blocchi di ghiaccio, è stato provocato da diversi fattori: scioglimento della neve di superficie, formazione di torrenti sotto il ghiaccio e crepe che hanno contribuito alla disgregazione del ghiacciaio.

Sono queste le cause riportate dai periti Carlo Baroni dell’Università di Siena e Alberto Bellin dell’Università di Trento unitamente ad altri tre docenti universitari e ad un ricercatore del Cnr. “La temperatura non avrebbe causato il crollo e neppure avrebbe di per sé dovuto allarmare, attesa l’assenza di segnali premonitori osservabili macroscopicamente – hanno riportato i periti -. Il peggioramento delle condizioni del ghiaccio è un fattore rilevabile a posteriori e ciò contribuisce a confermare l’ipotesi di una imprevedibilità dell’evento”.

A seguito della documentazione peritale redatta, il 13 gennaio scorso i pubblici ministeri trentini Sandro Raimondi e Antonella Nazzaro avevano chiesto l’archiviazione evidenziando l’imprevedibilità dell’evento scrivendo, “vanno pienamente condivise nessuna responsabilità umana” precisando che “neanche gli esperti della zona – guide alpine e frequentatori della Marmolada – hanno ‘avvertito’ condizioni anomale idonee a far presagire l’accaduto e il cambiamento climatico non può costituire di per se’ ragione o criterio”.

La strage sulla Marmolada era avvenuta pochi minuti dopo le ore 13,40 di domenica 3 luglio del 2022. Era una giornata molto calda, soprattutto a fondovalle dove la colonnina di mercurio aveva raggiunto i 38 gradi. Da diversi giorni anche sul ghiacciaio della ‘Regina delle Dolomiti’ la colonnina di mercurio non scendeva sotto lo zero.

Il crollo ha interessato il sentiero su ghiaccio frequentato dagli escursionisti diretti o di rientro dalla vetta della Marmolada. La valanga ha travolto una ventina di persone uccidendone ben undici. I loro corpi e oggetti sono stati ritrovati anche diverse centinaia di metri verso valle.

L’indomani della tragedia ad Alba di Canazei il premier Mario Draghi aveva incontrato i familiari delle vittime e due giorni dopo il massiccio della Marmolada è stato interdetto alle escursioni di qualsiasi tipo comprese le semplici gite sulle sue pendici. 

Redazione

Autore Redazione