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I giudici annullano la trascrizione del figlio di due papà

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AGI – Nuovo step nel caso delicato delle trascrizioni dei figli delle coppie omogenitoriali. Il tribunale di Milano ha detto ‘no’ alla trascrizione dell’atto di nascita relativo a un bambino nato all’estero attraverso la maternità surrogata. Valide invece le trascrizioni che riguardano tre coppie di donne che si erano affidate alla procreazione medicalmente assistita.

È di qualche giorno fa la decisione del Tribunale di Padova che ha dichiarato illeggittimi gli atti di nascita di bimbi nati da due mamme

Tornando a Milano, il Tribunale era stato chiamato a decidere su 4 impugnazioni proposte dalla Procura della Repubblica. In un procedimento è stato chiesto l’annullamento della trascrizione dell’atto di nascita relativo a un minore nato all’estero da due uomini con la maternità surrogata. Negli altri tre procedimenti è stato invece chiesto l’annullamento della trascrizione del riconoscimento del figlio effettuato davanti all’ufficiale dalle due mamme, con la fecondazione. In tutti i procedimenti è intervenuto anche il ministero dell’interno rappresentato dall’avvocatura distrettuale dello Stato di Milano, che ha aderito al ricorso del pm. Nel primo caso, il Tribunale di Milano ha annullato la trascrizione dell’atto di nascita del bambino perché  “avvenuta in violazione della normativa vigente, che vietando il ricorso alla maternità surrogata, vieta altresì la trascrizione dell’atto di nascita – si legge in una nota del Tribunale – nella parte in cui riporta quale genitore anche quello d’intenzione”, “affermando che il diritto del minore al pieno riconoscimento del ruolo svolto dal genitore d’intenzione” nel “progetto volto alla sua crescita, educazione e istruzione potrà essere riconosciuto con il procedimento dell’adozione in casi particolari”.

I giudici dunque hanno accolto il ricorso della Procura del capoluogo lombardo che chiedeva di invalidare l’atto in cui è riportata l’indicazione sia del genitore biologico sia del genitore intenzionale. “Modificando il proprio precedente orientamento, il collegio giudicante – spiega una nota del Tribunale milanese – ha ritenuto di aderire e fare propri i principi dettati dalla recente sentenza della Suprema Corte di Cassazione n. 38162 del 30.12.2022 e quindi ha annullato la trascrizione dell’atto di nascita nella parte in cui indica anche il genitore intenzionale, ritenendo che la tutela del minore nato da maternità surrogata possa oggi essere riconosciuta nella sua pienezza attraverso lo strumento dell’adozione in casi particolari nell’attuale configurazione derivata a seguito dell’intervento della Corte Costituzionale di cui alla sentenza 79/2022”.

Diverso l’esito per gli altri 3 ricorsi della Procura, che riguardano delle coppie di mamme, che avevano optato per la procreazione medicalmente assistita. Il Tribunale di Milano li ha ritenuti inammissibili. Non per una questione di merito, ma per una questione procedurale che allo stato lascia la situazione in sospeso. “ll collegio, fatta una puntuale disamina della natura dell’atto di riconoscimento e dei suoi effetti, ha ritenuto – continua la nota del Tribunale – che l’annullamento della trascrizione del riconoscimento non possa essere realizzato attraverso il procedimento di rettificazione”, come chiesto dalla pm Rossana Guareschi, specializzata negli affari civili del pool “Tutela della famiglia, dei minori e di altri soggetti deboli”, “ma che sia invece necessaria l’instaurazione di una vera e propria azione volta alla rimozione dello stato di figlio”. Per i giudici civili, “il riconoscimento effettuato non potrà essere contestato e quindi rimosso attraverso una rettificazione, ma sarà necessario ricorrere () a un procedimento svolto secondo le forme con la pienezza di garanzie del procedimento contenzioso di cognizione e con la specifica garanzia della nomina di un curatore speciale del minore onde tutelare il relativo interesse nell’ambito della procedura”.

Una decisione questa accolta con favore da uno dei legali delle coppie, l’avvocato Michele Giarratano. In quanto “Il Tribunale di Milano conferma quello che come giuristi esperti in queste tematiche sostenevamo già da tempo: la genitorialità di un minore, in base ai principi del nostro ordinamento, non si puo’ cancellare con un colpo di spugna come pretende il governo e come pretendono di fare alcune procure, ma serve un’azione di stato che ha modalità e termini molto stringenti”. “Sono sicuro – ha aggiunto – che anche il Tribunale di Padova confermerà questa strada e saranno respinti tutti e 33 i ricorsi illegittimamente presentati dalla Procura della città veneta”.

 

La decisione del tribunale è di quelle destinate a far discutere e a dividere. Al momento il sindaco della città, Giuseppe Sala, da sempre aperto al dialogo sull’argomento, ha manifestato la sua volontà di parlarne al più presto con il prefetto. “Abbiamo le famiglie che ci chiedono risposte. Milano in se non può fare nulla ma può essere propositiva” ha commentato. Aggiungendo che “le famiglie omogenitoriali e i loro avvocati continuano a reiterare la proposta e la necessità di un riconoscimento. Ora la materia è in divenire, la ministra Roccella ha fatto delle aperture sul fatto che coloro che hanno già avuto la registrazione possano avere una sanatoria. Questo non accontenta le famiglie”.

Per il deputato milanese di Fratelli d’Italia ed ex vicesindaco di Milano Riccardo De Corato invece il sindaco Sala “dovrebbe farsene una ragione e smetterla di agire contro la legge dello Stato. Ormai, è diventato il portavoce delle coppie Lgbt e continua a perorare una causa che non è difendibile perché contra legem. Su questo delicato tema, che continua a creare polemiche inutili in quanto la legge è chiarissima, l’unica apertura possibile è l’ipotesi avanzata dal ministro Roccella. E non di più”. 

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