AGI – “Vorrei che, dopo la mia morte, venisse eseguita la musica assoluta che ho composto. Mi dispiacerebbe che il cinema oscurasse quella parte di me cosi’ importante”.
A tre anni dalla scomparsa avvenuta a Roma il 6 luglio 2020 a 91 anni si avvera il desiderio/profezia di Ennio Morricone perché le sue composizioni sono eseguite regolarmente in concerti, i dischi continuano a essere venduti e tutti hanno in mente motivi immortali legati a film diventati immortali anche grazie a lui. Merito di un artista che amava la musica al di sopra di tutto e che era capace di rendere arte qualsiasi cosa toccasse, malgrado lo facesse spesso quasi controvoglia. In questi tre anni si è parlato ancora molto di Morricone, anche grazie al bellissimo documentario di Giuseppe Tornatore, ‘Ennio’, e gli sono state dedicate numerose serate musicali perché le sue composizioni vivono ben oltre il contesto per cui sono state create. Come desiderava.
“Non credo di avere portato uno ‘stile italiano’ nella musica del cinema. Credo di averci portato me stesso. Al contempo pero’ mi sento profondamente italiano, legato a questa terra e alla nostra cultura. È qui che sono vissuto, è qui che ho studiato, scoprendo compositori del nostro Paese che hanno sicuramente lasciato tracce indelebili in me e nel mio modo di scrivere”. In una delle sue ultime interviste concesse all’AGI il maestro Ennio Morricone sintetizzava cosi’ la sua arte, la sua capacita’ unica di realizzare musiche, sinfonie, componimenti di livello altissimo che spesso si sposavano con grandi pellicole contribuendo a farne dei capolavori del cinema. Oggi, a tre anni dalla sua scomparsa, avvenuta al Campus Biomedico di Roma per le conseguenze dovute alla rottura di un femore, la Fondazione Policlinico e l’Universita’ Campus Biomedico di Roma celebrano il grande compositore con il ‘Tributo al maestro Ennio Morricone’, un concerto della Banda della Polizia di Stato con la partecipazione dell’Ensemble vocale ‘Le Div4s’ composto da quattro donne soprano. La serata sarà condotta da Paola Saluzzi, alla presenza delle massime autorità nazionali e locali, i famigliari, gli amici e i collaboratori del maestro. Vincitore nel 2007, a 79 anni, del premio Oscar alla carriera, seguito nel 2016 dall’Oscar per ‘The Hateful Eight’ di Quentin Tarantino, durante la sua carriera Morricone ha vinto anche tre Grammy Award, quattro Golden Globe, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Award, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize. Ha composto piu’ di 500 melodie per il cinema e la televisione e ha venduto più di 70 milioni di dischi. Carattere burbero, grandissimo lavoratore, geniale compositore, integralista della musica, di se’ aveva una considerazione altissima al punto che, quando ricevette l’Oscar per le musiche di un film, quello di Tarantino, commento’ dicendo: “Era ora!”.
In quell’occasione, durante la cerimonia di assegnazione della sua stella nella Hollywood Walk of Fame, disse: “Devo cercare di realizzare una colonna sonora che piaccia sia al regista, sia al pubblico, ma soprattutto deve piacere anche a me, perché’ altrimenti non sono contento. Io devo essere contento prima del regista. Non posso tradire la mia musica”. È risaputo, infatti, che diverse volte composizioni poi diventate celebri nacquero dopo un duro confronto tra Morricone e il regista. Perché spesso le idee di chi fa film sono semplici, influenzate da latri film, mentre Ennio era un artista originale, coltissimo, che pretendeva di contribuire da protagonista alle pellicole a cui lavorava.
A cominciare da quelle dell’ex compagno di scuola Sergio Leone che, si racconta, quando lo incontro’ e gli propose di collaborare gli disse qualcosa che avrebbe scoraggiato chiunque: “A me la musica non piace. Io vivo nel silenzio, ma il pubblico si annoierebbe a guardare un film di due ore fatto di grandi silenzi; c’e’ bisogno di un sottofondo musicale. Mi raccomando: sii cauto, poca roba che non disturbi”. E Morricone non solo non si scoraggio’, ma diede a Leone una serie di colonne sonore che hanno contribuito a fare dei film del regista romano dei capolavori. In effetti di storie come questa ce ne sono tante, come quella raccontata da Oliver Stone che nel 1997 gli affido’ la colonna sonora di ‘U Turn – Inversione di marcia’. “Ricordo di avergli mostrato dei fumetti di Tom & Jerry con musica be-bop, jazzy, bee bee boom, bam, boom… – racconto’ il regista – mi guardo’ e disse ‘Cioè, vuoi che io scriva musica per cartoni animati?’. Gli risposi: ‘Esatto. Dopotutto, è proprio quello che hai fatto per i film di Sergio Leone’. Non la prese bene. Diciamolo: Ennio non aveva un grande senso dell’umorismo, e io lo stavo provocando. Ma alla fine per ‘U Turn’ scrisse la musica perfetta, quella che volevo. Ed è una delle preferite tra quelle dei miei film. Sapeva mettersi al servizio dei registi, anche quando gli facevano girare le balle. Era il massimo del professionismo”. Un carattere difficile, un genio vero la cui assenza, dopo tre anni, è riempita ancora dalle sue musiche, eseguite nei concerti o ascoltate nei tanti film di cui ha curato la colonna sonora.