AGI – Da lunedì 17 luglio nel ciclismo alle atlete transgender che hanno effettuato la transizione dopo la pubertà (maschile) sarà vietato partecipare agli eventi femminili inserite nei calendari internazionale dell’Unione ciclistica internazionale (Uci) in tutte le categorie e in tutte le discipline.
Per le manifestazioni internazionali master, la categoria maschile sarà rinominata ‘Men/Open’ e qualsiasi atleta che non soddisfi le condizioni per la partecipazione alle gare femminili sarà ammesso senza restrizioni. Sono queste le nuove direttive emanate dal comitato direttivo dell’Uci.
Il comitato ha precisato di aver preso atto dello stato delle conoscenze scientifiche, come la non conferma che almeno due anni di terapia ormonale di affermazione del genere con una concentrazione target di testosterone plasmatico di 2,5 nmol/litro siano sufficienti per eliminare i benefici del testosterone durante pubertà maschile.
Inoltre, sempre secondo l’Uci, “allo stato attuale delle conoscenze scientifiche, è anche impossibile escludere la possibilità che fattori biomeccanici come la forma e la disposizione delle ossa degli arti possano costituire un vantaggio duraturo per le atlete transgender”.
La federazione ciclistica mondiale ha aggiunto: “Le nuove regole potrebbero cambiare in futuro con l’evolversi delle conoscenze scientifiche”. “Prima di tutto l’Uci desidera ribadire che il ciclismo come sport agonistico, attività per il tempo libero o mezzo di trasporto, è aperto a tutti, comprese le persone transgender che incoraggiamo come tutti gli altri a prendere parte al nostro sport – ha detto il presidente dell’Uci e neoeletto presidente del Comitato olimpico francese, David Lappartient – ribadisco che l’Uci rispetta e sostiene pienamente il diritto degli individui di scegliere il sesso che corrisponde alla loro identità di genere, qualunque sia il sesso loro assegnato alla nascita”.