AGI – “Tra i ricercatori c’è un forte malcontento: il Paese continua a chiudere le porte in faccia ai giovani, senza affrontare veramente la fuga dei cervelli“. Il Segretario Generale Uil Rua Attilio Bombardieri spiegherà oggi alle assemblee nazionali di Università e Ricerca i motivi per cui la Uil non ha sottoscritto il rinnovo del contratto del Comparto Istruzione e Ricerca e chiederà il sostegno per una grande mobilitazione da tenersi nei prossimi mesi.
Il contratto definitivo deve passare il vaglio della Corte dei Conti e “arriverà non prima di 3-4 mesi“, ma la posizione della Uil Rua non cambierà: “Non abbiamo firmato e non firmeremo – assicura Attilio Bombardieri all’AGI – rivendicheremo nelle piazze la nostra scelta e protesteremo pubblicamente”.
Ma intanto la Uil punta – riferisce – ad avere un’interlocuzione con la Presidenza del Consiglio: “Stiamo chiedendo con forza incontri ai vari Ministeri e al Governo affinché ci ascoltino, diano seguito alle nostre richieste e risolvano veramente i problemi. Bisogna aiutare i giovani e non illuderli più”.
Attilio Bombardieri fa notare che è la prima volta che la Uil non sottoscrive un contratto nazionale del pubblico impiego; un contratto che riguarda 1 milione e 200 mila lavoratori, comprendendo anche quelli della scuola. La Uil Confederale ha dato pieno appoggio e condivide la linea. “È un dato storico e ha delle motivazioni precise. Il nuovo contratto – sottolinea – ha rinviato a una sequenza successiva la disciplina sul Contratto di Ricerca, che avrebbe finalmente dato risposte a Dottorandi e Assegnisti di ricerca. Noi eravamo pronti a proseguire il confronto con l’Aran anche ad agosto e a spostare la firma a settembre. Invece si è proceduto senza affrontare i nodi che aspettano da anni di essere sciolti. Eppure, la norma di legge prevedeva che la materia venisse disciplinata all’interno del contratto nazionale”.
“La conseguenza – prosegue Attilio Bombardieri – è che vi saranno ulteriori proroghe agli assegni di ricerca che possiamo considerare una sorta di schiavitù legalizzata. I Ricercatori sono fermi al palo da troppi anni e anche questa volta vedono sfumare un’occasione. Pensare che chi ha scelto di lavorare all’estero torni in Italia a queste condizioni e’ semplicemente un’utopia”.
L’ordinamento è fondamentale secondo la Uil Rua per valorizzare il profilo professionale dei Ricercatori, aprire nuove aspettative di carriera, dare un riconoscimento professionale, creare un sistema più organico. “Si sente dire che ricerca e università rappresentano il volano del Paese ma poi al momento di investire (vedi le risorse per gli Enti non vigilati dal MUR) impediamo che si sviluppino”.
Altra questione – continua il sindacalista – riguarda i Policlinici Universitari: “Se ne parla da 20 anni e il contratto avrebbe dovuto dare un segnale chiaro, ma non è avvenuto. Il rischio è che i primariati da universitari finiscano alla sanità, con una perdita di qualità nella didattica e nella ricerca. Cosi’ si indebolisce un sistema di alta formazione a favore di un sistema privatistico e per pochi eletti”.
“Il contratto – conclude – doveva fornire risposte nel merito e non rinviare: Ricerca e Università devono essere considerati il motore di sviluppo di un Paese e non un’inutile spesa economica. Siamo pronti a una battaglia per rivendicare i diritti dei Lavoratori dei nostri Settori, – Ricercatori, Docenti, Personale T/A e Medico – con il preciso obiettivo di riconoscere la dignità al lavoro e a tutti coloro che con il loro impegno quotidianamente garantiscono la formazione, la ricerca e l’assistenza a favore della collettività”