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L’endorsement di Usa e Brasile per Roma riapre la sfida a Riad per Expo 2030

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AGI – Centoventi voti al primo scrutinio, ovvero la maggioranza dei due terzi. A quattro mesi dalla riunione del Bureau des Expositions del 28 novembre in cui verrà scelta la sede di Expo 2030 la partita tra le tre città rimaste in gara – Riad per l’Arabia Saudita, Roma per l’Italia e Busan per la Corea del Sud – si gioca attorno a questa cifra.

Dopo i sopralluoghi del Bie nelle città candidate a maggio e la presentazione dei masterplan a giugno nella sede parigina ora è il turno della diplomazia. Si profila una sfida tra Riad e Roma. L’unica candidatura che sembra poter piazzare il colpo vincente dalla prima votazione è quella della capitale saudita, ma gli endorsement degli ultimi giorni da parte di Usa e Brasile in favore dell’Italia sono potenzialmente in grado di riaprire la contesa.

Anche perché, dal secondo turno di votazioni, a cui non accede l’ultima classificata, è richiesta una maggioranza semplice, con scelte e alleanze che nel segreto dell’urna possono cambiare. Con la Corea che potrebbe recitare un ruolo importante.

“Gli Stati Uniti accolgono con favore la candidatura dell’Italia a ospitare l’Esposizione Universale nel 2030, riconoscendo l’opportunità di utilizzare l’Expo come piattaforma inclusiva per trovare soluzioni condivise a sfide comuni”, ha scritto ieri la Casa Bianca nella nota al termine dell’incontro a Washington tra il presidente Joe Biden e la premier Giorgia Meloni. Mentre un mese fa il presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva aveva detto “appoggeremo la candidatura di Roma” dopo un incontro in Campidoglio con il sindaco Roberto Gualtieri. 

A giugno l’Arabia Saudita ha strappato invece il sostegno della Francia alla prima votazione, nei giorni in cui si è svolto un faccia a faccia a Parigi tra il presidente Emmanuel Macron e il principe Mohammed bin Salman. Un posizionamento che potrebbe trainare anche le scelte dei Paesi del Maghreb. Mentre altri Stati centro africani si sono già schierati.

L’attività diplomatica del principe è intensa, accompagnata dallo stanziamento di 7,8 miliardi di dollari per finanziare la candidatura. Per la monarchia saudita ospitare l’Expo 2030 rafforzerebbe il lavoro per diversificare l’economia del regno rispetto al settore degli idrocarburi per attrarre nuovi investimenti esteri. L’offerta di Riad include anche un pacchetto da 343 milioni di dollari per aiutare 100 Paesi nella costruzione e manutenzione dei loro padiglioni, sostenere il costo dei viaggi e degli eventi. 

Non mancano, però, le critiche sul piano dei diritti umani. Negli scorsi mesi una decina di associazioni hanno scritto al segretario generale del Bie Dimitri Kerkentzes per chiedere di “escludere la candidatura dell’Arabia Saudita” perché un evento di intrattenimento non “costituisca una copertura della repressione del governo e del suo abissale record di diritti umani”. 

La corsa di Busan sembra avere minori chance. Tra gli endorsement arrivati negli scorsi mesi si segnala quello della Mongolia. La Corea del Sud promette un’esposizione high-tech, impreziosita dall’uso dell’intelligenza artificiale, del 6G e di aeroporti e porti ‘intelligenti’. 

Nelle scorse settimane, a quanto filtra, ci sarebbero stati dei contatti tra sudcoreani e italiani, con i primi che avrebbero chiesto di stringere un accordo in funzione anti saudita a partire dal secondo turno. 

Il masterplan romano è ambizioso, punta a curare alcune ferite urbanistiche cittadine. L’idea è quella di rigenerare l’area di Tor Vergata, dove si dovevano svolgere i Mondiali di nuoto del 2009, a partire dello scheletro della Vela di Calatrava, rimasta incompiuta dal 2011, con un boulevard urbano che passando attraverso una serie di parchi giunga fino in centro storico.

Una rassegna, dunque, all’insegna della riconversione urbana che guarda alla smart city per rinnovare un quadrante difficile della periferia cittadina. Tra i punti di forza del progetto il più grande parco solare urbano del mondo. 

Nei prossimi quattro mesi proseguirà l’attività diplomatica. L’obiettivo di Italia e Corea del Sud potrebbe essere quello di provare a sbarrare la strada ai sauditi al primo turno, poi si potrebbe aprire una partita diversa. 

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Autore Redazione