AGI – Nessuna ‘censura’ per il libro “Lando Buzzanca, amore mio“, scritto da Francesca della Valle, la donna che è stata sua compagna e confidente negli ultimi anni di vita, dove si ripercorre l’infanzia a Palermo del grande attore, gli inizi a teatro, la gavetta a Roma, i sacrifi ma anche il grande successo di film indimenticati come “Il Merlo Maschio”, per poi arrivare agli ultimi anni di vita segnati dalle aspre polemiche che hanno accompagnato la sua malattia e il ricovero in Rsa, fino alla morte il 18 dicembre 2022 in un hospice romano all’età di 87 anni.
La XVII sezione civile del tribunale di Roma, con ordinanza, ha dichiarato inammissibile il ricorso cautelare condannando i ricorrenti – la casa editrice e i figli eredi di Buzzanca, che avevano presentato diffida contro la pubblicazione – alle spese processuali. “Volevano ripetere ‘Fahrenheit 451’ per il mio libro: Lando Buzzanca, amore mio. Hanno tentato un abuso anche sul diritto d’autore. Un magistrato ha giudicato ‘inammissibile’ la richiesta di sequestro del mio libro, con aggravio delle spese ai richiedenti – dichiara all’AGI Francesca della Valle – Il tentativo da parte dei figli di Lando di arrogarsi la proprietà della mia vita con il mio compagno, è naufragato miseramente grazie alla buona giustizia”.
La diffida arriva due giorni prima l’uscita del libro, e all’ultimo momento al casa editrice si associa. “Per il nostro pubblico, desideroso di leggere la verità, anche sul calvario subito da Lando negli ultimi due anni della sua vita per mano della legge 6/04, ho deciso di autogestire una nuova e diversa edizione – racconta della Valle – Sono iniziate le persecuzioni degli avvocati, sia dei figli che della casa editrice, sino alla richiesta comune del sequestro del libro. Ho dovuto bloccare tutti gli appuntamenti per la presentazione dello stesso, in varie città italiane. Oggi, grazie all’avvocato Maria Cristina Petrolo del Foro di Roma, la giustizia sta incominciando a fare il suo corso”.
“E’ dal 2019, dall’annuncio del nostro matrimonio che subiamo, con la nomina dell’amministratore di sostegno (legge 6/04) violazioni continue dei nostri Diritti, conclusisi con la segregazione in RSA e la morte “annunciata”, in Hospice, di Lando; la morte peggiore possibile”, sottolinea ancora Della Valle, la cui battaglia non si ferma qui.
Lo scorso 18 aprile, con lo studio legale Saccucci, della Valle ha fatto ricorso alla Corte europea “partendo dalla storia di Lando, ma aprendo un varco per le centinaia di migliaia di persone amministrate, molte delle quali recluse, contro la loro volonta’ dalla legge 6/04 in linea con qualche ‘gancio’ familiare. Attendiamo una risposta che potrebbe cambiare il corso della storia”.
“Il libro fu Lando a volerlo, io ho eseguito – conclude della Valle – Scioglierà molti dubbi; è diventato, soprattutto, una denuncia sociale. Lando Buzzanca, è solo una vittima illustre: simbolo di centinaia di migliaia di altri casi. L’Onu dal 2016 chiede l’abrogazione dell’amministrazione di sostegno, l’Europa non sarà sorda”.