AGI – Eli, 2,8 kg, è nato poco prima della mezzanotte di ieri al Poliambulatorio di Contrada Grecale, a Lampedusa, solo poco ore dopo lo sbarco – il ventiseiesimo di una giornata intensa – che aveva visto la sua mamma Annie (nome di fantasia), 32 anni della Costa D’Avorio, al nono mese di gravidanza, viaggiare con altre 40 persone in un barchino.
La mamma e il bambino godono di ottima salute, comunicano i medici dell’Asp di Palermo, che al molo Favaloro si occupano del triage di tutti i migranti che sbarcano sull’isola, e che hanno subito disposto il trasferimento della partoriente al Poliambulatorio di Contrada Grecale.
“Diamo il benvenuto al piccolo e un forte abbraccio alla signora – dichiara il Commissario straordinario dell’Asp di Palermo, Daniela Faraoni – a tutto il personale del Poliambulatorio, che quotidianamente e con grande professionalità assiste, la popolazione residente, i tanti turisti e i migranti che sbarcano a Lampedusa, va il sentito ringraziamento per il lavoro che svolgono con dedizione”.
È stata l’equipe guidata dal ginecologo dell’Asp di Palermo, Ugo Polizzotti, ad assistere la donna al parto nella saletta chirurgica al primo piano del Poliambulatorio. A coadiuvare lo specialista, il pediatra, Giacomo Marchese; il chirurgo Domenico Capizzi; il cardiologo Nicola La Manna, le rianimatrici Angela Sferruzza e Daniela Palma; i medici di Guardia Medica Maria Ylenia Di Paola e Alberto Spataro; il medico della Guardia Turistica Roberta Xafis e l’infermiere Franco Galletto.
“Abbiamo utilizzato la saletta chirurgica che avevamo attrezzato con kit sterili e kit da parto per un eventuale parto precipitoso e non trasferibile – ha spiegato il Direttore del Dipartimento Salute della Famiglia dell’Asp di Palermo, Giuseppe Canzone, che ha coordinato l’attività – la donna, alla sua terza gravidanza, era alla quarantesima settimana di gestazione e, ormai, in pieno travaglio. Si è reso necessario farla partorire al poliambulatorio dove l’equipe è intervenuta con grande professionalità. È un evento straordinario – conclude – e proprio per questi eventi ci eravamo preparati attrezzando la struttura, già dotata del materiale necessario, di un lettino chirurgico con divaricatore e, tra l’altro, di un ecografo di ultima generazione dedicato all’attività ostetrico-ginecologica”.