AGI – Il Meazza, vincolato, resta. Inter e Milan chissà. Sono in tanti a domandarselo dopo che la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano, ha ufficialmente comunicato al Comune di Milano le ragioni che giustificano il vincolo culturale semplice sul secondo anello di San Siro. Vincolo che scatterà nel 2025, anno del 70esimo compleanno del secondo anello.
E motivo per cui lo stadio non potrà essere abbattuto, scontentando così Inter e Milan. Era la demolizione, infatti, la condizione posta dalle squadre per restare a San Siro e investire 1,2 miliardi circa tra impianto nuovo e interventi di riqualificazione del quartiere. Protestano le opposizioni, silenzio per ora dal Comune.
A salvare la “cattedrale del calcio”, che nel 2026 ospiterà la cerimonia inaugurale dei Giochi Olimpici e nel 2026 o nel 2027 anche la finale di Champions League, “elefanti” e “giraffe”, ossia due elementi dell’impianto. Ma non solo. Come si legge nella relazione che la Soprintendenza ha inviato a Palazzo Marino in risposta alla richiesta di valutazione anticipata, “il secondo anello presenta una soluzione strutturale costituita da 132 portali che, coi relativi costoloni a sbalzo, costituisce l’ossatura che sostiene le gradinate, le scale, le rampe di accesso, i ripiani e le passerelle di servizio.
Di particolare interesse è il disegno dei portali, che hanno la forma di due braccia tese in diagonale (l’una al di sopra delle gradinate del primo anello, l’altra al di fuori del vecchio muro perimetrale dello stesso), denominate nel gergo di cantiere, rispettivamente, “elefante” e “giraffa”.
Nella struttura le scale hanno uno sbocco a “vomitorio”, una componente dello stadio classico – prosegue il documento – La rilevanza architettonica del secondo anello risiede nella capacità degli autori (Ing. Ferruccio Calzolari, Arch. Armando Ronca) di tradurre i vincoli tecnici in espressività, e (lo stadio) aveva acquisito quell’aspetto fortemente caratterizzato dalle rampe avvolgenti la costruzione in fasce plastiche di aggetti e rientranze e in alternanze di chiari e di scuri.
Le stesse (rampe) assumono un suggestivo significato simbolico, portando la folla, vera protagonista delle architetture degli stadi, fin sulle pareti e trasformano le ordinarie murature in luoghi vissuti di percorsi dinamici”.
Inoltre, “con la costruzione del secondo anello, per San Siro, finalmente, si completa l’immagine di vero e proprio stadio, che non aveva mai posseduto dalle origini (in rapporto a quelli contemporanei di Torino, Genova, Bologna e Firenze), forma che si era appena profilata soltanto con il primo ampliamento del 1937-39. È evidente quindi dalle immagini storiche come lo stadio fosse organicamente compiuto con la costruzione del secondo anello ancora quasi totalmente visibile e fruibile sotto le sovrastrutture del terzo anello e della copertura”.
La soprintendente Emanuela Carpani incassa il sì della Commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia, che, si legge “ha espresso all’unanimità parere positivo di sussistenza dell’interesse culturale per il secondo anello dello Stadio di San Siro, avallando quindi la proposta della competente Soprintendenza”. Si tratta della stessa Commissione che nel 2019 e nel 2021 aveva dato parere negativo alla richiesta del Comune di Milano di vincolare il primo anello e poi il terzo anello insieme alla copertura.
Alla notizia hanno reagito le opposizioni e i Verdi di Palazzo Marino. Silenzio, per ora, dal Comune. La Lega, col suo segretario federale Matteo Salvini, ha parlato di “enorme occasione persa”, mentre il segretario cittadino Samuele Piscina chiede al sindaco di spiegare “che fine farà il Meazza” a questo punto.
Il capogruppo dei Verdi Carlo Monguzzi, da sempre sostenitore di una rifunzionalizzazione dello stadio, lancia un appello a Giuseppe Sala e ai tifosi: “Niente panico, le squadre incassavano tra concerti e altro circa 9 milioni all’anno, la stessa cifra che pagavano tra affitto e manutenzione al Comune. Basterebbe gestire i soli concerti per non avere alcun problema di bilancio. Ma ora il comune diventi protagonista e faccia subito un bando internazionale per calcio, altri sport, musica, eventi. Sono convinto che almeno l’Inter vi prenderà parte.
Ai tifosi – aggiunge – se davvero ci tenete al Meazza, fate pressione sulle squadre perchè ristrutturino lo stadio. Non ho sentito tifosi lamentarsi per le condizioni in cui vedono le partite”. Intanto però il Milan ha avviato l’iter per costruire il suo impianto a San Donato, nell’area di San Francesco, a poca distanza dall’ingresso nell’autostrada A1. I cugini dell’Inter invece stanno puntando a Rozzano, un terreno di proprietà di Infrafin società controllata dai gruppi immobiliari Bastogi e Brioschi, da cui ha acquisito un diritto di esclusiva fino al 30 aprile 2024 per verificare la fattibilità del suo progetto.