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Maraini: “Murgia ci lascia una sfida coraggiosa su un nuovo concetto famiglia”

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AGI – “Michela era una donna straordinaria per coraggio, determinazione e intelligenza. Mai fanatica, mai dottrinaria. Era sempre sorridente e questo dimostra un buon atteggiamento verso la vita anche quando ci si trova al passaggio con la morte”. Lo dice all’AGI Dacia Maraini, ricordando la scrittrice scomparsa ieri all’età di 51 anni.

“La nostra coraggiosa Michela – sottolinea – ha inventato un nuovo tipo di famiglia non basato sul sangue ma sulle affinità e la scelta. Ci ha lanciato una grande sfida. Dovremo discutere di questa sua gioiosa proposta”.

Michela Murgia era tante cose, scrittrice, attivista, drammaturga, femminista… “Certo che era femminista – aggiunge ancora Maraini – e di femminismo ci sarebbe bisogno ancora.

Ma soprattutto, mi preme tornare a sottolineare l’importanza di questa sua ultima sfida, quella sulla famiglia. Abbiamo assistito in queste ultime ore, al caso di un matrimonio fatto saltare per un presunto tradimento, davanti agli invitati, con tanto di filmato poi distribuito attraverso i canali social in modo che la vicenda fosse resa pubblica. Assistiamo a continui omicidi di donne in famiglia, e non solo di donne.

Ecco, allora è evidente che qualcosa va rivisto. E Michela Murgia ha lanciato la sua proposta. E condivisibile o meno, è comunque un segnale che invita alla riflettere. Quale sia la soluzione contro la violenza che circonda la famiglia non lo so, ma è vero che il tema ci riguarda tutti”.

La famiglia, spiega ancora Maraini, “va rinnovata. E Michela ci ha fatto vedere che non esistono solo i legami di sangue, ma le affinità. Sull’amore poi, non si comanda. E non e’ detto che due che si amano debbano per forza sposarsi”. Cosa avrebbe detto Michela Murgia di quel video sul matrimonio fatto saltare per un presunto tradimento? “Credo che come me, sarebbe inorridita. Organizzare un matrimonio per accusare una persona, uomo o donna che sia, e teatralizzare l’odio: una cosa orribile. Mettere alla gogna chi presumibilmente ha tradito. Orrendo. Li, si e’ davvero teatralizzato l’odio”. Non crede che l’esposizione pubblica dei fatti privati sia una moda figlia dell’era dei social? “Si, ma c’e’ modo e modo. Anche Michela ha parlato pubblicamente di un fatto privato – spiega la scrittrice – e cioe’ della sua malattia. Ma qui sta la differenza fondamentale: lo ha fatto in modo alto, parlando soprattutto della dignità della morte. Cosa molto importante. Gli altri lo fanno scadendo in basso, fra borse, orologi e in ultimo, parlando di un presunto tradimento davanti agli invitati. La trasparenza e’ bella – conclude la scrittrice – ma va fatta nel rispetto verso se stessi e gli altri”. 

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