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Riparte la Serie A: stadi vecchi, iter lunghi per i nuovi

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AGI – La prossima settimana riparte la Serie A, sono cambiati gli organici delle squadre dopo gli intrecci del calciomercato ma non gli stadi in cui si giocheranno le partite, con rare eccezioni. Se la ricca Premier League è famosa per gli impianti ‘all’inglese’ con gli spettatori molto vicini al campo e la Liga spagnola primeggia per le arene monumentali con capienza elevata (è in corso il rifacimento sia del Santiago Bernabeu di Madrid sia del Camp Nou di Barcellona), la Seria A si distingue per i rendering.

Perché i progetti per realizzare i nuovi stadi, spesso, restano su carta tra carenza di fondi, vincoli urbanistici o architettonici e un quadro normativo, aggiornato nel 2017, che non sembra aver favorito le nuove costruzioni. Non solo. I campionati esteri hanno beneficiato delle competizioni internazionali degli ultimi decenni: Inghilterra, Francia, Germania Portogallo, Austria, Svizzera, Paesi Bassi, Belgio e Polonia hanno approfittato dei grandi eventi degli per rimettere a nuovo gli impianti.

In Italia l’ultimo grande ciclo di nuove costruzioni e restyling è avvenuto per i Mondiali del 1990, che non sempre hanno lasciato opere durature. Uno studio del 2020 realizzato da Deloitte ipotizzava che entro i prossimi dieci anni il business della costruzione di nuovi stadi avrebbe potuto attirare 4,5 miliardi di euro di investimenti, di cui 4,1 solo tramite la Serie A, con 25 mila nuovi posti di lavoro e 3,1 miliardi di gettito extra.

Lo stadio di proprietà, nuovo o ristrutturato, consentirebbe ai club italiani di raddoppiare i propri introiti in termini di pubblico e attività collaterali, come avviene nei principali campionati europei. In Serie A sono appena 5 su 20 le società proprietarie dei loro impianti di gioco: Juventus (inaugurato nel 2011), Udinese (ristrutturazione terminata nel 2016), Atalanta (sta rifacendo a tappe l’ex stadio comunale, quest’anno è stata abbattuta la curva Sud), Sassuolo (l’impianto è a Reggio ed è stato realizzato nel 1995) e la neopromossa Frosinone (ristrutturato nel 2017).

Gli altri club giocano in impianti comunali con un’età media delle strutture che supera i 50 anni. Per comprendere meglio la situazione ecco un riepilogo dello stato dei progetti in corso per costruire delle nuove arene dedicate al calcio ma anche per ospitare musica e eventi.

– ROMA

Dopo 8 anni di lavoro, due masterplan e altrettante conferenze dei servizi, nel 2021 l’As Roma ha rinunciato al progetto dello stadio a Tor di Valle, da costruire al posto dell’ippodromo del trotto realizzato per le Olimpiadi del 1960, complice anche un’inchiesta giudiziaria per presunta corruzione e il passaggio di proprietà del club. Il progetto aveva sollevato numerosi dubbi per le difficoltà legate ai trasporti e alle cubature commerciali previste attorno all’impianto.

A ottobre 2022 la società giallorossa ha presentato in Campidoglio un nuovo studio di fattibilità per uno stadio, questa volta nella zona di Pietralata: a maggio 2023 il progetto ha ottenuto il voto favorevole dell’Assemblea Capitolina sul pubblico interesse, a settembre partirà la fase di consultazione con il territorio. L’investimento previsto supera il mezzo miliardo di euro, l’opera sembra avere minori complessità in termini di impatto sulla mobilità e si colloca in un contesto urbanistico dove insistono altri progetti di sviluppo.

A Roma da 12 anni è abbandonato all’incuria lo stadio Flaminio, gioiellino di architettura ideato da Pierluigi Nervi per le Olimpiadi del 1960. L’impianto ha ospitato competizioni sportive, concerti di grandi artisti internazionali – dagli U2 a David Bowie fino a Michael Jackson – è stata la prima casa della nazionale azzurra di rugby nel Sei Nazioni. Poi l’oblio e la ricerca di una nuova vocazione. Nel 2021 Getty Foundation ha pubblicato un corposo piano di conservazione della struttura. Adesso per ristrutturarlo servirebbero, stima il Campidoglio, almeno 70 milioni di euro. 

– MILAN E INTER

Da diversi anni Milan e Inter si interrogano sul futuro di San Siro, la Scala del calcio, lo stadio più famoso e capiente d’Italia, l’ipotesi di una demolizione e ricostruzione sembra ormai archiviata. La scorsa settimana infatti la Soprintendenza alle Belle Arti ha vincolato lo stadio Giuseppe Meazza, facendo presente che il secondo anello, costruito negli anni cinquanta, ha caratteristiche uniche e quindi possono sussistere i “requisiti di interesse culturale”.

Negli anni alcuni progetti avevano ipotizzato di abbattere parzialmente lo stadio per trasformarlo in area verde e costruirne uno nuovo accanto. Tra le possibili alternative un impianto a San Donato Milanese a un’area in viale Puglie. La palla ora e’ nuovamente nelle mani dei club e delle istituzioni locali.

– CAGLIARI

Dal 2017 il Cagliari gioca nella Unipol Domus Arena, stadio provvisorio realizzato per il deterioramento dell’adiacente Sant’Elia. A luglio scorso è stato presentato in Conferenza dei servizi il progetto per il nuovo stadio intitolato a Gigi Riva. A inizio agosto il Consiglio regionale della Sardegna ha stabilito che il nuovo ospedale cittadino e il Centro universitario sportivo di Cagliari resteranno fuori dall’accordo di programma fra Regione e Comune sullo stadio.

Una circostanza che ha acceso la contesa politica regionale. L’arena, anche se per ora esiste solo su carta, è tra le 10 inserite nel dossier di candidatura presentato dall’Italia assieme alla Turchia per ospitare gli Europei di calcio del 2032. 

– BOLOGNA

A Luglio il club felsineo ha presentato al Comune di Bologna il progetto definitivo per realizzare uno stadio temporaneo da utilizzare per le stagioni durante il quale il Dall’Ara verrà ristrutturato. L’ipotesi prevede di avviare i lavori per la costruzione dello stadio temporaneo nell’estate 2024 per terminarli un anno dopo. Parallelamente dall’estate 2025 partirebbe la ristrutturazione del Dall’Ara con l’obiettivo di inaugurarlo nel corso del 2027.

FIRENZE

Da anni lo stadio Artemio Franchi di Firenze è al centro di una disputa tra i fautori di una sua radicale trasformazione o addirittura l’abbattimento e coloro che invece si battono per preservarlo quale monumento vincolato. A marzo scorso è stato svelato il progetto vincitore del concorso internazionale di progettazione per la riqualificazione. Ad aprile però il governo ha espunto il progetto da quelli finanziati con i fondi del Pnrr, che nella prima stesura prevedeva 55 milioni di euro per la ristrutturazione.

VENEZIA

Un destino analogo riguarda il nuovo impianto di Venezia. Venuti meno i fondi Pnrr, il Bosco dello Sport – nel quale sussiste anche lo stadio – è rientrato nell’ambito un finanziamento statale da 93 milioni tramite il piano nazionale degli strumenti complementari. Stadio e arena dovrebbero sorgere nella zona vicino all’aeroporto Marco Polo. 

 

 

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