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Dopo l’addio a sorpresa di Mancini agli Azzurri impazza il totonomi

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AGI – “Mi è sembrato strano perché solo sette giorni fa si era parlato di responsabilità generale su tutto il movimento delle nazionali”, ragiona con l’AGI Dino Zoff, capitano del Mundial vittorioso di Spagna 1982. Si dice “sorpreso, dispiaciuto e perplesso” il ministro dello Sport Andrea Abodi, che sottolinea come “il tempo aiuterà a comprendere le ragioni di questa scelta e della tempistica”.

Le dimissioni del commissario tecnico della nazionale di calcio Roberto Mancini squarciano la domenica che precede il Ferragosto e lasciano l’Italia dello sport e la politica a domandarsi le motivazioni del gesto.

La Figc comunica di comunica “aver preso atto delle dimissioni” di Mancini, il Ct che ha riportato l’Italia a vincere gli Europei nel 2021, ricevute ieri nella tarda serata. La federazione specifica che “tenuto conto degli importanti e ravvicinati impegni per le qualificazioni a Euro 2024 comunicherà nei prossimi giorni il nome del nuovo ct della nazionale”.

Nell’assenza di altre comunicazioni ufficiali si susseguono le voci più disparate: alcuni ipotizzano di una maxi offerta per andare a guidare la nazionale dell’Arabia Saudita, ora che l’emirato sta puntando forte con investimenti miliardari sul suo campionato all’interno della “Arabia Vision 2030” che prevede di diversificare le fonti di introito del Paese. Altri parlano di malessere crescente di Mancini per le ultime mosse della Figc.

I cambiamenti nello staff tecnico della nazionale avvenuti nelle ultime settimane, con l’avvicendamento di alcuni dei fedelissimi, potrebbero essere tra i motivi. A fine luglio Alberico ‘Chicco’ Evani, già compagno di Mancini nella Sampdoria, ha terminato la sua esperienza in azzurro, negli ultimi 5 anni era stato il vice commissario tecnico.

“Mi ha telefonato Roberto mi ha spiegato che la Federazione voleva cambiare e intendevano propormi la Nazionale femminile. Ho chiamato il segretario della Figc per chiudere il rapporto, lì è venuta fuori la proposta dell’Under 20. Mi sono preso un giorno per riflettere, poi ho detto no grazie. Non potevo tornare indietro. Mi sono convinto che era l’ora di cambiare”, ha spiegato Evani nei giorni scorsi alla Gazzetta dello Sport.

Alla guida della nazionale Under 20 è stato dirottato Attilio Lombardo, altro collaboratore storico ed ex compagno di squadra di Mancini. Nelle ore successive alle dimissioni di Mancini i nomi più caldi che si fanno strada sono quello di Luciano Spalletti, fresco vincitore dello scudetto con il Napoli, che ha lasciato la guida del club partenopeo subito dopo aver riportato il titolo sotto il Vesuvio a 33 anni di distanza dall’ultimo tricolore.

È attualmente libero anche Antonio Conte, già ct degli azzurri tra il 2014 e il 2016 con un piazzamento ai quarti di finale a Euro 2016. Potrebbero essere in lizza anche il capitano dei Mondiali 2006 Fabio Cannavaro, già ct della Cina, ultimo incarico in Serie B a Benevento, così come l’ex compagno di nazionale Daniele De Rossi, già nello staff di Mancini a Euro 2020.

Anche la politica si interroga sulle dimissioni del commissario tecnico degli azzurri. “Non so il perché, mi sto interrogando anche io. Posso tirare a indovinare, sicuramente mi dispiace. Sono un appassionato di Mancini, per me è tra i migliori allenatori al mondo. Immagino che gli abbiano imposto qualcosa”, commenta con l’AGI il presidente del Senato Ignazio La Russa, tifosissimo dell’Inter, una delle squadre di Serie A che ha allenato proprio Mancini.

Il presidente della Lazio Claudio Lotito, senatore di Forza Italia, dice che le dimissioni di Mancini “erano nell’aria”. Sulle motivazioni della scelta, il patron dei biancocelesti si limita a dire di non conoscerle e aggiunge “sono domande da fare al presidente federale” chiosa puntando l’indice su Gravina.

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Autore Redazione