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ALL’IMPROVVISO L’ADDIO DI MANCINI, BOLLINI COME VICINI?

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Mancini se ne va, lascia l’Italia azzurra all’improvviso e – vista l’aria di corna che tira – c’è chi parla di tradimento. Ma chi ha tradito? C’è chi dice la Federcalcio, che l’ha cinto d’assedio juventinizzando il suo staff… sampdoriano con Barzagli, Buffon – e addirittura si dice Bonucci – insieme al recente vincitore dell’Europeo Under 19 Alberto Bollini; aggiungendo la proposta beffarda di fare il supervisore di tutte le Nazionali, tutte in spolvero tranne la sua (e la Femminile). C’è chi dice che il traditore sia Mancini che – improvvisamente afflitto dalla sindrome di accerchiamento – avrebbe accettato di sbarcare in Arabia per un consistente malloppo (dai 20 milioni in su) e una rispettosa libertà di manovra che gli venivano offerti da tempo. “E’ stata una mia scelta personale, ringrazio il presidente Gravina, la Figc, giocatori e tifosi. E’ stato un onore”, i ‘saluti e bacì sui social di Mancini.
La Federcalcio non fa una piega: “Si conclude, quindi, una significativa pagina di storia degli Azzurri, iniziata nel maggio 2018 e conclusa con le Finali di Nations League 2023; in mezzo, la vittoria a Euro 2020, un trionfo conquistato da un gruppo nel quale tutti i singoli hanno saputo diventare squadra. Tenuto conto degli importanti e ravvicinati impegni per le qualificazioni a Euro 2024 (9 e 12 settembre con Nord Macedonia e Ucraina), la Figc comunicherà nei prossimi giorni il nome del nuovo CT della Nazionale”. M’è piaciuto quel “quindi”, parola magica che restringe il campo al gossip e mi permette di ridurre a “fregatura” quella che molti – da me ascoltati ai massimi livelli tecnici e istituzionali – chiamano “scorrettezza”. O peggio. Conoscendo Roberto da una vita – lo accolsi ragazzo a Bologna e lo presentai a Marino Perani nel 1977, 46 anni fa, che carriera! – mi aspettai le sue dimissioni dopo la sconfitta subita il 15 giugno dalla Spagna (2-1) nelle semifinali del torneo Nations League, con un dettaglio significativo: un misero gol su rigore firmato Immobile, l’ultimo dei Mohicani attaccanti azzurri, e Bonucci capitano, ruolo che gli è costato – per i risultati ottenuti – il posto in Juve.
Da più di un anno, la corazzata azzurra era diventata un manipolo di speranzosi e il bilancio di Mancini disastroso: solo sei vittorie (di cui una in amichevole con l’Albania), due pareggi e 4 sconfitte su un totale di 12 partite. Sì, mi aspettavo le dimissioni perchè ce le aveva scritte in faccia. Ma non le diede – immagino – per non perdere un bel gruzzolo e un buon lavoro. E per non abbandonare gli uomini del suo staff, Oriali, Evani, Lombardo, Nuciari, Battara, Salsano, tanta Sampdoria – Lele escluso – che era completata – nei giorni del successo europeo – da Gianluca Vialli.
L’annuncio di una crisi, se non di un crollo, era arrivato ai primi d’agosto con l’addio alla Nazionale del “secondo” di Mancio, Evani, dopo uno scontro con il Ct amico di sempre.
E adesso? En attendant Mancio d’Arabia si parla ovviamente di due supermister a riposo, Conte e Spalletti. Conte perchè ha già fatto bene in Nazionale ed è atteso da uno staff juventino, Spalletti perchè è il più fresco vincente.
Con tutto il rispetto per loro dico Bollini. Mi ricorda Azeglio Vicini che veniva dai successi con l’Under 21 e nell’86 aveva sostituito Bearzot dopo il lungo sonno messicano, esibendo nel 1990 una Nazionale bellissima sconfitta solo da…Maradona, a Napoli. Mi sta bene Bollini perchè si ritrova una Nazionale da ricostruire con i giovani prima dell’Europeo ’24 ma soprattutto per un ritorno dell’Italia al Mondiale ’26 dopo due tristi uscite. Peccato per Mancini che qualcuno, come me, ricorderà per la vittoria europea, mentre moltissimi – vista la…fregatura agostana – sottolineeranno la sua assenza dal Qatar. Se lo spiffero è buono, nei Paesi arabi ci arriva adesso…
Italo Cucci (italo.cucci@italpress.com)
(ITALPRESS).

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