AGI – Un derby atteso 18 anni come una rivincita contro lo strapotere dei soldi nel calcio: è quello andato in scena questa sera tra l’Austria Salisburgo e la Red Bull. La partita è stata vinta per 4-0 dalla nuova corazzata del calcio austriaco, che si è cosi’ qualificata per gli ottavi di finale della Coppa d’Austria a danno dei nostalgici che hanno preservato il nome e i colori della squadra più antica della città di Mozart.
La partita è stata giocata nella Untersberg-Arena di Grodig, stadio di 4 mila posti della cittadina a sud di Salisburgo, che ha una capienza maggiore rispetto a quello dell’Austria Salzburg, e per i tifosi viola è stata una sfida storica. Lo strappo si consumò nel 2005, quando il colosso della bevanda energetica rilevò il club di Salisburgo. Nonostante la promessa di massicci investimenti, un gruppo di sostenitori irriducibili non accettò il cambiamento di nome e dei colori (dal bianco-viola al biancorosso) e scelse di rifondare il club nato nel 1933 partendo dalla serie più bassa. Un club che peraltro aveva una sua dignitosa storia, con tre campionati vinti negli anni ’90 e una finale di Coppa Uefa persa nel 1994 contro l’Inter.
Dal 2007, poi il Fussballclub Red Bull Salzburg ha dominato il calcio austriaco vincendo 14 volte su 17 il campionato e nove volte la coppa nazionale. Il gruppo nel frattempo è diventato una potenza nel calcio (tra l’altro controlla il Lipsia) ma anche nella Formula 1 dove ha appena conquistato il suo sesto mondiale costruttori.
Il rinato Austria Salisburgo, da parte sua, ha iniziato una lenta e faticosa risalita: con quattro promozioni consecutive era arrivato in Erste Liga, la seconda divisione austriaca, ma poi ha avuto problemi economici ed è retrocesso in terza divisione, dove milita ancora.
Per il mondo dell’Austria Salzburg la ferita del 2005 è ancora sanguinante: “La nuova proprietà ha distrutto la nostra storia, l’ha ignorata e poi cancellata”, aveva dichiarato alla vigilia Stefan Stefan Schubert, membro del consiglio di amministrazione, alla Bbc, “avevamo negoziato con loro per un po’ e tutto quello che ci hanno offerto alla fine è stato di mantenere i calzini viola del portiere. Con quella società non era possibile dialogare, quindi abbiamo deciso di fondare un nostro club”. Non a caso la dirigenza dell’Austria aveva scelto di non citare mai la Red Bull nella presentazione di questo derby facendo riferimento ai rivali cittadini soltanto con l’acronimo Rbs.
Nel 2005 era stato l’ex patron della Red Bull, Dietrich Mateschitz, morto un anno fa, a imporre un cambiamento di nome, simbolo e colori sociali come condizione per salvare l’Austria Salisburgo da una grave crisi economica. Il nome era già stato ‘appaltato’ in passato (nella finale di Uefa con l’Inter il club si chiamava Casino Salisburgo) ma i colori erano rimasti sempre uguali. Di qui la scelta di gran parte dei tifosi di sposare il club ‘fenice’ nato l’anno successivo. E al 78mo minuto di ogni partita in casa, Franz Xaver Ager detto ‘Schutzei’ si posiziona davanti al tunnel dei giocatori nel piccolo Austria Stadion e urla “Ratatatatatata”, con i tifosi che rispondono all’unisono: “Austria!”. Un rituale, quello che va in scena al 33mo minuto della ripresa, che richiama l’anno della fondazione del più antico club di Salisburgo, il 1933.