I panegirici sulla sesta vittoria consecutiva e la fuga dell’Inter sono rimasti fra i tasti dei computer, negli inchiostri di tutti i colori delle pagine e soprattutto nelle filastrocche dell’etere: la capolista si è fermata e il Milan l’ha raggiunta in vetta. La Juve è a due punti. Ma sono sette le squadre nel giro di quattro punti. Dopo la poco trionfale Champions e il pareggio rimediato in extremis in Spagna, la squadra di Inzaghi aveva vinto con un missile di Dimarco sul campo dell’Empoli che era reduce da una serie di sconfitte e ora ha segnato il primo gol (Baldanzi) alla Salernitana: la panchina di Sousa traballa. Il Sassuolo “ammazzagrandi”, dopo la Juve, ha fatto fuori l’Inter a San Siro ripetendo prodezze del passato. Berardi (8 gol all’Inter) di fatto ha riaperto i giochi, facendone due a quella che era la difesa meno battuta del campionato che tale è rimasta, ma con l’onta di questa sconfitta. Così, nonostante il derby perso malamente, il Milan è tornato in testa. La squadra di Pioli, in formazione rivoluzionata, in Sardegna ha rimontato il gol iniziale di Luvumbo lasciando il Cagliari fanalino di coda.
Così ci siamo dovuti rimangiare le lodi ai nerazzurri, alla completezza della “rosa” di Inzaghi, ai numeri che parlavano di un attacco fantastico e di Lautaro rimasto fermo a 5 gol. Ora l’Inter può ancora vincere ancora lo scudetto ma dovrà fare i conti con il Milan, sì, ma anche con la Juve e con tutta la compagnia di antagonisti, come il Napoli. La squadra campione ha avuto (e ha) qualche problema, con Osimhen al centro delle discussioni (non solo per il rigore sbagliato a Bologna), polemiche sorte dopo certi suoi atteggiamenti e certi tik-tok…per cui il Napoli ha chiesto scusa con un comunicato. Qualcuno aveva pensato che i campioni stessero facendo la fine di Erisittone, re di Tessaglia, personaggio della mitologia greca, che mangiò se stesso. Pericolo scongiurato. Osimhen è tornato a segnare, si è rivisto l’estro di Kvara e l’Udinese non ha resistito molto. Vedremo contro avversari più solidi. La Juve ha battuto l’emergente Lecce (in dieci: espulso Kaba) senza far vedere cose eccezionali; salentini ben organizzati, ma muti in attacco. Vedremo sul campo dell’Atalanta che ha vinto a Verona grazie a Koopmeiners. All’Inter, come alle sue avversarie, potrebbero capiteranno improvvise crisi. Del doman non v’è certezza.
Una grande occasione per fare un gran balzo in avanti l’ha avuta la Fiorentina che, sbagliando troppo, si è fatta raggiungere dal Frosinone, mancando l’aggancio alla Juve sul terzo gradino.Il grande equilibrio fra Monza e Bologna non ha fatto progredire le due squadre in classifica. Le romane sono sempre lontane dall’alta classifica. La Lazio ha vinto contro il Torino, palesando dei progressi. La Roma invece si è fatta travolgere, prendendo quattro gol da un bel Genoa. Il 7-0 all’Empoli aveva illuso tutti: giallorossi a -10 dalle milanesi. Rossoblu alle stelle. Mourinho in difficoltà. Insomma, come nella canzone di Nada, chi vince ride, chi perde piange. O polemizza. Con gli arbitri o, addirittura, con sè stesso per quella voglia di autolesionismo che fa parte della cultura di alcuni. Ora un week-end con Atalanta-Juventus partita clou. Poi le Coppe: Ritmi infernali per inseguire un pallone, ma principalmente i debiti.
(ITALPRESS).