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Gli azzurri della ginnastica artistica pronti alla finale

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ANVERSA (BELGIO) (ITALPRESS) – Il risveglio è dolce sulle rive dello Schelda per la nazionale italiana maschile di ginnastica artistica dopo la conquista del pass per Parigi. Il sesto posto davanti a corazzate planetarie, ad esempio la Cina, non solo apre a Bartolini e soci la porta della Final Eight di domani sera, ma conferma un trend impressionante che ha visto, in poco più di un anno, il gruppo del coach Cocciaro arrivare secondo in Europa a Monaco di Baviera, ad agosto 2022; quarto al mondo a Liverpool, a novembre; primo, sempre nel campionato continentale, ad Antalya lo scorso aprile. E tutto ciò con un gruppo ampio, disponibile e talentuoso, che non si limita ai sei presenti in Belgio – in tribuna tra il pubblico c’erano Marco Lodadio, Salvatore Maresca e Nicolò Mozzato venuti ad incitare la squadra – anzi si estende a tanti altri profili interessanti e utili per quella sana rivalità interna che vedremo in pedana, gara dopo gara, sulla road to Paris 2024. Ma ora c’è una finale da disputare. La classifica è cortissima: in un punto e mezzo sono raggruppate sette federazioni, dal Canada quarto con 249.260 alla Turchia decima a quota 247.692. Martedì, dalle 19.30, si torna sugli attrezzi. Gli italiani cominciano agli anelli, dove ieri c’era stato l’inconveniente del paracallo rotto di Yumin Abbadini. Il bergamasco era sceso dal castello, dichiarando subito il problema alla giuria che gli ha consentito di risalire per ultimo, dopo Lorenzo Casali, con i paracalli di Levantesi. Quest’ultimo chiuderà i Mondiali domenica: settimo alle parallele, ripartirà con il sesto pettorale, e si troverà di fronte gente del calibro del tedesco Lukas Dauser, leader provvisorio di specialità, Illia Kovtun, secondo, lo specialista nipponico Kaito Sugimoto, l’americano Yul Moldauer, il cinese Shi Cong, l’altro statunitense Asher Qhong e il secondo giapponese Kazuma Kaya. Gli unici italiani a vincere medaglie iridate sugli staggi pari furono Giorgio Zampori, Guido Boni e Paolo Salvi. Ma parliamo delle edizioni di Torino 1911 e Parigi 1913. Anche le semplici partecipazioni alla finale a otto si contano sulle dita di una mano. Prima però toccherà, giovedì 5, a Yumin Abbadini, 11esimo nel concorso generale di ammissione con 82.532, e a Lorenzo Casali, 15esimo con 82.065. Il ventiduenne della Pro Carate partirà al cavallo con maniglie, la specialità simbolo del suo allenatore, Alberto Busnari. Dagli anelli prenderà il via, invece, la rincorsa di Casali: neppure un leggero stato influenzale gli ha impedito di prendersi la sua seconda finale mondiale a 24, a scapito del neo campione italiano assoluto – a Padova, un mese fa – Mario Macchiati, finito 22esimo con il personale di 81.799 e fuori per la regola dei due atleti per paese.
Ma prima è ancora giusto godersi il traguardo di Parigi2024 perchè “tornare ai Giochi Olimpici dopo dodici anni di assenza è un’emozione fantastica – commenta il dtn della Sezione di artistica maschile Giuseppe Cocciaro – Merito di questi ragazzi. Sono forti, coesi, ed hanno messo da parte i propri individualismi per gareggiare da squadra. La loro caratteristica è la pulizia esecutiva. Sono riusciti a fare una gara quasi dritta e in quei rari casi dove qualcuno è andato in difficoltà hanno funzionato bene le coperture. L’esecuzione è stata e rimarrà il nostro punto di forza. A casa poi ho lasciato altri talenti che fanno parte di una rosa lunga e intercambiabile. E’ anche merito loro se siamo qui a festeggiare, perchè in collegiale ce l’hanno messa tutta, alzando l’asticella dell’intero gruppo – prosegue il tecnico marchigiano che poi si sbilancia in una previsione da brividi – A Liverpool in finale chiudemmo ai piedi del podio, qui vorremmo migliorare. E se mi chiedete cosa andremo a fare a Parigi, rispondo a prendere tre medaglie”.
“E’ stato qualcosa di inaspettato, ma non casuale, perchè dietro c’è un lavoro meticoloso – aggiunge Levantesi – Queste gare si giocano sul millesimo di punto, per questo ho presentato una difficoltà abbastanza importante, tenendomi qualcosa per l’eventuale final eight. Per ora mi sono tolto la soddisfazione di battere l’olimpionico alle parallele di Rio de Janeiro, Oleg Verniaiev, che non era proprio l’ultimo arrivato. E adesso mi godrò tutto il resto, non ho nessuna intenzione di riporre i miei sogni nel cassetto”. “Nulla si sarebbe potuto mettere tra me e quei cinque cerchi – dice invece Lorenzo Casali – Le Olimpiadi le vedevo in tv quando ero piccolo. Seguivo Chechi, Cassina, potrebbe toccare anche a me, tra un anno. A Parigi andranno quelli più in forma al momento della convocazione, ne siamo consapevoli e lavoreremo tutti al massimo per rendere la scelta del DTN più difficile. Nell’all around di Anversa invece non ho nulla da perdere. Certamente non posso ambire al podio ma voglio esprimere una buona ginnastica”.
– foto LivePhotoSport –
(ITALPRESS).

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