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Cultura

‘Insieme con la vostra famiglia’, il sabato nero raccontato da Lia Levi

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AGI – Il 16 ottobre del 1943 è noto come “il sabato nero” il giorno in cui più di mille uomini, donne, bambini, vecchi, sani, invalidi, poveri, ricchi, venditori ambulanti, insegnanti, professionisti, con il minimo comun denominatore dell’appartenenza alla “razza ebraica” furono prelevati dai soldati nazisti dalle loro case romane, destinazione Auschwitz. Alla fine della guerra dal campo di sterminio tornarono soltanto in sedici, quindici uomini e una sola donna, Settimia Spizzichino.

Una contabilità del male che alimenta il tragico totale dei sei milioni di ebrei vittime della Shoah ma non arriva a raccontare le sofferenze singole di tante esistenze cancellate, percepite come un unico grande dolore collettivo.

A ottant’anni da quel tragico sabato a far riemergere quei dolori privati, con una nuova pregevole operazione letteraria, ci ha pensato Lia Levi con ‘Insieme con la vostra famiglia (16 ottobre 1943, la grande retata di Roma)’, edizioni E/O. Raccoglie le pagine che la scrittrice della memoria ebraica ha dedicato al 16 ottobre dei protagonisti dei suoi tanti romanzi, con un titolo che riporta l’incipit del mistificante bigliettino ciclostilato consegnato dalla SS ai capifamiglia di ogni nucleo destinato alla deportazione.

Levi lo ha scelto anche per la copertina: quel bigliettino, venti minuti dopo la cui ricezione le famiglie dovevano essere pronte per la partenza verso l’orrore di Auschwitz, dettava sei istruzioni per portare con sé tessere annonarie, valigie, biancheria, bicchieri, soldi e ordinava anche di non lasciare a casa neanche gli “ammalati gravissimi” perché nel campo avrebbero trovato non la fine immediata com’è stato, ma “l’infermeria”.

“Perché questa sadica farsa, questa parvenza di normalità? – si chiede Levi – le SS volevano tranquillizzare le vittime in modo che non si verificassero disordini o tentativi di fuga. Ma una così forte carica di malvagità risponde davvero soltanto a motivi di ordine pubblico?”.

Una malvagità che la scrittrice oggi collega a quella messa in atto dai terroristi di Hamas nel raid del 7 ottobre nel sud di Israele: “Fino ad oggi anche davanti a grandi stragi mi ero sempre rifiutata di fare paragoni con la Shoah – chiarisce all’Agi – ma quella del 7 ottobre, con i terroristi che sono entrati nelle case degli ebrei uccidendo, umiliando e prelevando spietatamente anche vecchi e bambini, è stata un’azione che ricorda molto da vicino la furia e le modalità naziste”.

Nel libro di Levi si muovono sommersi e salvati di fantasia. “Daniel Mendelsohn scriveva che per manifestarsi la verità ha bisogno dell’immaginazione” chiarisce la scrittrice che le vittime reali del 16 ottobre le ha conosciute, a partire da Settimia Spizzichino: “Straordinarie figure di sopravvissuti che hanno fatto uscire la Shoah dall’incredibile per collocarla nel visibile”.

‘Insieme con la vostra famiglia’ percorre una strada complementare a quella delle pietre d’inciampo, un’operazione letteraria che racconta personaggi inventati (Lucilla la malata, gli innamorati Ferruccio e Colomba, Elisa la cameriera, gli adolescenti ribelli Corrado e Graziano) ma verosimili perché le loro storie sono tutte possibili.

E poi c’è la storia vera, la sua, con il suo 16 ottobre raccontato nel romanzo d’esordio ‘Una bambina e basta’. In quell’indelebile giornata sua madre, riuscita a sfuggire alla retata nazista si presentò sconvolta nel convento romano nel quale aveva messo al riparo le sue tre figlie e la piccola Lia oltre a realizzare la ferocia nazista contro gli ebrei, capì anche che da quel momento in poi non avrebbe più potuto confidare nella protezione degli adulti: quei genitori di cui si era fidata quando le avevano detto che andare in convento era solo “una precauzione in più” si erano sbagliati. La loro era stata solo una “speranzosa, misera bugia”. 

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