AGI – Chiamatela pace, tregua, ricompattazione, chiamatela come vi pare. Ma il ‘faccia a faccia’ di ieri, allo stadio Filadelfia, tra mister Juric e una rappresentanza della curva Maratona, quella degli ultrà granata, potrebbe segnare una svolta nella stagione del Torino che, partito con timide velleità europee (cioè auspicate ma mai manifestamente dichiarate), ha finora abbastanza deluso i suoi sostenitori, almeno a giudicare dai match più rilevanti di questo primo scorcio di campionato.
Quel doppio dito medio, esibito con rabbia dal tecnico croato lunedì sera chiuso nel suo box in tribuna, al termine di Torino-Sassuolo, non era affatto piaciuto alla tifoseria più calda che, dopo aver scioperato entrando allo stadio 15 minuti dopo l’inizio, aveva pure subito l’onta di essere ignorata dalla squadra a fine partita. I giocatori, dopo aver fatto gruppo in mezzo al campo per darsi la carica, avevano preferito guadagnare subito gli spogliatoi come risposta ai fischi subiti per buona parte della gara ad ogni minimo errore.
Si è sfiorata, insomma, la definitiva spaccatura di un ambiente, esplosivo da anni per la nota contestazione al presidente Cairo, e di mandare all’aria l’ennesima stagione. In conferenza stampa, trasmessa da Torino Channel, Juric ha provato a ricostruire oggi quanto accaduto allo stadio lunedì sera e ieri, al termine dell’allenamento, quando è avvenuto il confronto con gli ultrà.
“Ieri è stato un incontro top, molto bello – ha esordito il tecnico – ho trovato persone pure, sincere, che erano rimaste male per il mio gesto, pensavano fosse rivolto a loro. Ma il mio gesto era uno sfogo per non aver chiuso prima la partita e anche come reazione a tutto l’ambiente: sentire insultare i propri giocatori per tutta la partita non è stato bello. Secondo loro è stato un modo per dare una scossa alla squadra. Mi dispiace quanto è accaduto, un allenatore deve controllarsi, ma è anche giusto esprimere le emozioni di quel momento. Però meglio così, piuttosto che l’indifferenza”.
Juric adesso sembra un allenatore rinato: “Da un mese posso dire di essere felice, sottopongo la squadra ad allenamenti intensi, giusti, forti, con idee. Quella con il Sassuolo è stata una prestazione di altissimo livello, poche volte in serie A ho visto una differenza così netta guardando alle occasioni create, al dominio di gioco”.
“I ragazzi – ha osservato – sono stati fantastici. Se il clima di questi giorni ha aiutato i ragazzi non lo so, perchè, ripeto, peggio di tutto è l’indifferenza. Ma garantisco che da un mese la squadra è sul pezzo, la prestazione dell’altro giorno non è nata per caso. Qui al Torino penso che la prospettiva sia diversa, se fai 53 punti è considerato un traguardo appena sufficiente, giustamente i tifosi vogliono di più perchè è la storia che lo impone”.
“Ma credo che la squadra in questi due anni sia andata ben oltre le sue possibilità – ha detto Juric – facendo il massimo di quello che poteva fare. Ricordate che siamo partiti da 37 punti: quest’anno, anche io come tutti voi, mi aspettavo un inizio migliore, la mia sofferenza l’avete percepita, ma adesso alleno bene, e noi proveremo a dare ai tifosi di più anche se sarà molto difficile. Non mi sento di escludere nulla, ci saranno ovviamente alti e bassi, perchè il calcio è così, ma da come ci stiamo comportando ultimamente ho questa percezione. Peccato per gli infortuni”.
“Finalmente vedo quel fanatismo che mancava prima – ha proseguito l’allenatore – tutto quello che vedevo in settimana l’ho rivisto nella partita con il Sassuolo, e garantisco che le prossime prestazioni saranno più a livello dell’ultima partita che a quello di prima. Ora siamo giusti – ha ripetuto Ivan -, lo siamo anche nei comportamenti dei singoli, negli allenamenti. Mi è piaciuto vedere che nel finale si sono abbracciati tutti, i giocatori con fisioterapisti e magazzinieri”.
Per il mister croato, “la partecipazione è importante: da un mese vedo queste cose qua che prima non vedevo, non c’è un leader ma c’è più gente che si sente coinvolta. Sono soddisfatto, sta nascendo qualcosa, magari ci voleva un ‘tonfo umano’ per ritrovare quello che si è visto l’altra sera”.
Juric ha spiegato a modo suo dove si è sbagliato finora, facendo intendere che alcuni giocatori, forse distratti dalle voci estive di radio mercato, potessero essersi montati la testa o aver perso l’umiltà: “La squadra l’anno scorso ha raggiunto livelli importanti, con margini di miglioramento, eravamo convinti che l’ossatura fosse a posto dando per scontato quell’aspetto umano, l’educazione, il buongiorno e il buonasera, la presenza in campo, l’essere amici, l’essere una famiglia, cose basilari”.
“Aspetto che è venuto meno e che abbiamo trascurato: io per primo ho permesso o, forse, non ho annusato prima certe situazioni – ha ammesso con onestà Juric -. Ecco, da un mese sto vedendo le cose come piacciono a me, vedo una squadra come l’ho vista negli ultimi due anni. Quello che è certo è che i giocatori faranno di tutto per il successo del Torino, così come lo faranno anche i tifosi”.
“Io sono molto fiducioso – la rassicurazione del tecnico -, del resto abbiamo più punti dello scorso anno se non addirittura degli ultimi cinque anni”. Nessuna domanda (e quindi nessuna risposta) è stata fatta al mister in relazione al fatto che questa sarà la sua ultima stagione in granata, come in queste ultime settimane si è scritto da più parti. Ma questa forse è un’altra storia. Il silenzio, sia del tecnico che del club, vale più di mille parole. Meglio pensare alla prossima partita, quella di sabato contro il Monza allenato da Palladino, un altro della scuola Gasperini.