CATANZARO (ITALPRESS) – Migliorato il risultato di amministrazione – al 31 dicembre 2022 pari a 67 milioni rispetto ai 79 milioni dello scorso anno – ma permangono le criticità del bilancio regionale già riscontrate in passato con un gestione a tratti “confusa e non chiara”. Questa la sintesi tracciata dalla presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti della Calabria, Rossella Scerbo, a margine del giudizio di parifica del rendiconto 2022 della Regione. “La parifica è importante in momenti come quelli attuali in cui la crisi economica ha ripercussioni sulla gestione degli enti locali e della Regione”, ha detto. “La crisi energetica per molti Comuni, tantissimi dei quali in piano di riequilibrio o in condizioni prossime al dissesto, ha causato problemi nel pagamento dell’energia elettrica. Controllando i risultati di amministrazione e cercando di indirizzare verso una sana gestione finanziaria, la Sezione di controllo garantisce anche l’effettivo godimento dei livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni. Un tema attualissimo in questo contesto in cui è in corso una iniziativa legislativa che dovrebbe portare all’autonomia differenziata e potrebbe compromettere, nelle Regioni meridionali e in Calabria in particolare, il livello essenziale delle prestazioni”.
“I pignoramenti irrigidiscono e limitano le risorse del bilancio”, ha evidenziato ancora Scerbo in ordine alle procedure esecutive subite dalla Regione, pari a 2035 per una spesa pari a 24 milioni di euro. “Dobbiamo dare atto alla Regione che c’è stato un tentativo di ricostruire, ma è un lavoro lungo, che si deve svolgere negli anni. Il problema dei bilanci regionali, poi, è soprattutto in materia sanitaria: già l’anno scorso si era iniziata un’attività di ricostruzione ai fini di un controllo del sistema. Quest’anno abbiamo fatto indagini approfondite nell’ambito di un controllo indirizzato a processi di autocorrezione da parte dell’amministrazione”.
In particolare nel settore della sanità, le criticità sottolineate nella relazione fanno riferimento “all’assenza di bilanci della Gsa (gestione sanitaria accentrata), alla riapertura dei bilanci aziendali adottati previa revoca del bilancio stesso, all’assenza del bilancio consolidato che ad oggi non risulta formalizzato e i cui valori risultano non definitivi”. E ancora “il mancato rispetto di termini di pagamento evidenziato dall’indicatore Tempestività pagamenti (Itp) – al quale conseguono per l’esercizio finanziario 2022 pagamenti effettuati oltre i termini fissati per 667,9 milioni – e l’elevato onere relativo agli interessi sulle anticipazioni di cassa e agli oneri finanziari che per il 2022 hanno determinato l’ingente importo di 19 milioni”.
La Corte dei Conti ha rilevato anche il raggiungimento parziale degli obiettivi correlati alle ingenti assegnazioni straordinarie relative all’emergenza sanitaria da Covid 19, dal momento che risulta attivato un numero complessivo dei posti letto individuati come necessari. Importanti inversioni di tendenza si segnalano, invece, sul fronte delle azioni avviate dal commissario della sanità che “ha promosso percorsi di rifunzionalizzazione della gestione per la normalizzazione della erogazione dei Lea e ulteriori iniziative funzionali a dotare il sistema sanitario di risorse umane e strumentali idonee a ad assicurare il rispetto del diritto costituzionale alla salute”.
Ombre, infine, anche sulla spesa dei fondi europei. “Al 31 dicembre 2023 sussiste l’elevato rischio del mancato raggiungimento del target di spesa cui la Regione Calabria aveva assunto l’impegno”: così è emerso ancora dal giudizio di parifica, nell’evidenziare che la percentuale di spesa che sarà raggiunta è frutto non della qualità dell’azione di governo, ma degli interventi della Commissione europea che hanno modificato in senso meno restrittivo le prescrizioni relative ai parametri di spesa.
– Foto: xd2/Italpress –
(ITALPRESS).