AGI – Liliana Segre e l’Arcivescovo di Milano, Mario Delpini, riflettono sulle difficoltà del mondo di oggi, usando gli strumenti della propria esperienza di vita e del proprio percorso di fede. In un libricino edito dalle Edizioni San Paolo dal titolo “La memoria che educa al bene”, vengono riportati i testi integrali di un incontro che si è tenuto il 2 dicembre 2022 alla parrocchia di San Pietro in Sala a Milano. La serata ha fatto parte del ciclo di incontri “Fare cultura genera il benessere della persona” rivolti alle famiglie e ai giovani. In particolare, gli ospiti di questa serata hanno concentrato le proprie riflessioni sul tema dell’educazione portando alla platea riflessioni sul proprio vissuto.
Più volte nel corso della serata è stato ricordata la figura di Don Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana. Della missione di rendere uomini chi non era neppure in grado di scrivere il proprio nome, restituendo dignità alla persona attraverso la cultura.
Da qui la senatrice a vita Liliana Segre, una delle ultime testimoni dirette della tragedia dei campi di sterminio ha ricordato cosa volesse dire rinascere dopo la detenzione nei campi, dove l’identità era stata cancellata e sostituita da un numero. Come spesso ricorda nei suoi racconti, ha raccontato la marcia della morte, iniziata il 27 gennaio 1945. L’ultima atroce prova prima della libertà, prima della rinascita come persona, come donna, come moglie, madre e nonna. Segre definisce la sua vita prima della testimonianza, iniziata solo alla nascita del primo nipote, “una vita in silenzio”, fatta di discorrere e poco parlare. “Non è l’odio che ti fa partorire, non è l’odio che ti fa diventare nonna, non è l’odio che ti dà amore: è l’amore!” ha detto ai presenti invitandoli a riflettere sul proprio ruolo di educatori.
Da ultimo il libro propone, il discorso che Segre ha pronunciato al Parlamento Europeo nel 75esimo anniversario della liberazione di Auschwitz nel 2020 e con il discorso alla città di Milano dell’arcivescono Delpini “Con gentilezza, virtù e stile per il bene comune”.
In poco più di un centinaio di pagine, il lettore viene condotto in una riflessione sulle difficoltà anche educative dei ragazzi, sul ruolo delle famiglie, ma anche sul senso profondo dell’amore come forza motrice in un tempo sempre più contrassegnato dai conflitti e dagli egoismi.