“Due anni fa Putin ha iniziato una guerra totale contro l’Ucraina, una guerra brutale e subdola. Il mondo intero è accorso in aiuto dell’Ucraina, ma sono passati due anni e c’è molta stanchezza, molto sangue, molta delusione. Poi Putin ha ucciso mio marito, Alexey Navalny. Dietro suo ordine, Alexey è stato torturato per tre anni, affamato in una piccola, tagliato fuori dal mondo esterno. Poi lo hanno ucciso, abusando del suo corpo e di sua madre. Putin è capace di qualsiasi cosa e non si può negoziare con lui”. Così Yulia Navalnaya, vedova di Alexey Navalny, parlando alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo. “Se volete sconfiggere Putin davvero – afferma – dovete essere innovativi, non noiosi: non potete fargli del male con un’altra risoluzione o con un’altra serie di sanzioni, che non è diversa dalle precedenti. Non potete sconfiggerlo pensando che sia un uomo di principi, che segue una morale e delle regole. Lui – sottolinea – non è così e Alexey lo aveva capito da tempo: non avete a che fare con un politico, avete a che fare con un mostro sanguinario. Putin è il capo di una banda del crimine organizzato, che include avvelenatori e assassini, ma loro sono solo dei burattini. State combattendo contro una gang di criminali – continua – e bisogna usare i metodi che si usano contro il crimine organizzato. In questa lotta avete degli alleati affidabili, le decine di milioni di russi che sono contro la guerra e contro Putin e il male che lui porta. Non dovete agire contro loro ma al contrario – conclude – dovete lavorare con loro, dovete lavorare con noi, Putin deve rispondere a quello che ha fatto al mio Paese e ad Alexey”.
(ITALPRESS).
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