ROMA (ITALPRESS) – “Due statisti che hanno interpretato l’amor di patria in una dimensione europea alta, così contribuendo a trasformare la frontiera adriatica, da territorio di aspro conflitto etnico e culturale, ad area di dialogo, di cooperazione e di amicizia, nella comune coscienza dei diritti umani e nella luce delle libertà democratiche”. Questa la motivazione con la quale l’Università di Trieste ha conferito la laurea magistrale honoris causa in Giurisprudenza al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e a Borut Pahor, già presidente della Repubblica di Slovenia, due personalità che stanno contribuendo a scrivere la storia della frontiera adriatica.
A motivare il doppio conferimento è la politica di riconciliazione perseguita dai due presidenti che ha reso l’area del confine orientale, segnata dalle ferite della storia del Novecento, un esempio di collaborazione tra popoli legati dalla comune appartenenza all’Unione Europea. “In questi anni, Slovenia e Italia, hanno sviluppato un dialogo costante e fruttuoso, alimentato dalla consapevolezza che la comune adesione e appartenenza alla casa europea e ai valori euro-atlantici rappresentino quell’elemento identitario che rafforza nei nostri Paesi lo sguardo verso il futuro”, ha detto Mattarella.
“La riconciliazione con la storia non ci libera dal dovere di conoscerla e di ricordare, come Borut Pahor ha più volte sottolineato non conduce a letture di comodo del passato nè relativizza le responsabilità ma ci consente di coltivare sentimenti di rispetto per le sofferenze di ciascuno, in luogo di nutrire rancore e contrapposizione”. Il presidente Mattarella ha sottolineato che “si iscrive in questo processo il Giorno del Ricordo, istituito dal Parlamento italiano nel 2004 e che richiama, in particolare, le sofferenze delle popolazioni istriane-giulianedalmate”.
Negli anni sono state numerose le iniziative che hanno visto protagonisti Mattarella e Pahor, quali la cerimonia “L’Europa luogo di superamento dei conflitti” nel centenario dell’unione di Gorizia all’Italia il 26 ottobre 2016 e l’incontro del 21 ottobre 2021 volto a celebrare la designazione congiunta di Gorizia e Nova Gorica “Capitale europea della Cultura 2025”, un riconoscimento destinato ad accrescere il senso di unione delle due città, fino a trent’anni fa divise da un filo spinato.
“Ricordare gli avvenimenti, che hanno così profondamente inciso con dolore sulla vita delle popolazioni al confine orientale, significa anche rispettare i patimenti altrui. Le ferite causate dalle tragedie del Novecento non si possono cancellare”, ha aggiunto il capo dello Stato. “Le guerre combattute senza alcun rispetto per le popolazioni civili, le violenze e gli esodi, hanno colpito e sconvolto l’Europa, in balia di una lotta combattuta da nazionalismi esasperati. La Seconda Guerra Mondiale – che quei nazionalismi hanno scatenato – ha distrutto la vita di milioni di persone nel nostro continente, ha disperso famiglie, ha forzato a migrazioni. Le vicende dell’intero continente e del mondo hanno incontrato grandi sofferenze. Occorre non dimenticarlo. Volgendo lo sguardo al cammino compiuto, in Europa, appare fuori da ogni dubbio che la Repubblica di Slovenia e la Repubblica Italiana debbano essere orgogliose delle mete raggiunte in questi anni”, ha osservato. Nel suo discorso il capo dello Stato fa un richiamo anche alla situazione attuale che l’Europa sta vivendo: “Lungo il percorso compiuto in questi trent’anni, Slovenia e Italia hanno saputo abbattere barriere e ostacoli, riuscendo a superare la nozione stessa di confine. Al suo posto c’è l’Europa, spazio comune di integrazione, di dialogo, di promozione dei diritti, di una cultura condivisa che si nutre delle diversità e ne fa punto di forza. L’integrazione slovena nelle istituzioni europee è stato un evento di straordinario successo. Nell’arco di una generazione Lubiana ha compiuto un percorso che oggi la fa sedere con autorevolezza nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Il suo esempio costituisce riferimento per i Paesi oggi candidati all’ingresso nella UE”. Mattarella ha ricordato che “le dinamiche geo-politiche in Europa hanno conferito rinnovato slancio al processo di completamento dell’Unione.Il progetto europeo è più che mai imprescindibile e urgente, alla luce anche della brutale e ingiustificabile aggressione della Federazione Russa ai danni dell’Ucraina. Ciò vale non solo nei confronti di Ucraina, Moldova e Georgia, ma soprattutto dei Paesi dei Balcani Occidentali che oltre venti anni addietro hanno iniziato questo impegnativo percorso di integrazione. Il mondo ha bisogno di pace, stabilità, progresso e l’Unione Europea è chiamata a dare risposte concrete alle aspirazioni di quei popoli che guardano al più imponente progetto di cooperazione concepito sulle macerie del secondo conflitto mondiale”, ha concluso.
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– Foto: Quirinale –