Chiudi
Notizie

Al Bioparco arrivano i ‘ghiaccioli’ per gli animali [VIDEO]

al-bioparco-arrivano-i-‘ghiaccioli’-per-gli-animali-[video]

AGI – Come soffriamo noi, soffrono anche loro. È un’equazione semplice quella che ha portato il Bioparco di Roma a ingegnarsi per fare in modo che gli animali presenti nello storico spazio all’interno di Villa Borghese potessero patire meno il caldo. Ed ecco nascere nuove soluzioni per rinfrescare mangiando, come i ghiaccioli speciali destinati agli animali e ripieni di carne o pesce, così come di frutta o verdura, in base alla specie e alla sua alimentazione.

“Durante l’estate, per diverse specie, usiamo dei secchi o dei bicchieri di acqua nei quali congeliamo frutta, verdura, pesce o carne. Li mettiamo in freezer per 24 ore e poi li diamo all’animale. Che in questo modo, prima di mangiare, deve impiegare del tempo a leccare la parte esterna e cosi’ si rinfresca – spiega all’AGI Yitzhak Yadid, responsabile zoologico del Bioparco. La coppia di tigri di Sumatra, Tila e Kasih, ha quindi ricevuto ghiaccioloni ripieni di carne. Per i tamarini Edipo, tra le scimmie più piccole del mondo, sono state distribuite micro porzioni di frullati di frutta di stagione congelati. I capibara, i più grandi roditori del mondo, hanno invece mangiato mele a volontà dovendole andare a recuperare in acqua, dove erano state sparse. Ma l’attenzione a un’alimentazione attiva non è solamente una questione di mesi caldi.

“Durante tutto l’anno – spiega ancora Yadid – portiamo avanti un programma di arricchimento ambientale, ossia facciamo in maniera tale che gli animali mangino ma, al tempo stesso, siano stimolati a farlo muovendosi, naturalmente in base alla specie. Per alcuni, ad esempio alcune scimmie, facciamo in maniera tale che debbano arrampicarsi. Per gli elefanti, mettiamo il cibo su un retino che debbono raggiungere con la proboscide. In questo modo sono stimolati”.

Muoversi con Caronte che sferza Roma, però, non è semplice. “Questo caldo fa soffrire tutti, figuriamoci loro, anche se ogni specie reagisce in maniera diversa – sottolinea il responsabile zoologico del Bioparco – Una zebra che viene dal Kenya è più abituata e resistente, ad esempio. Altri invece sono più sensibili e hanno bisogno di una serie di accorgimenti. L’elefante non suda e ha necessita’ di acqua per ridurre la temperatura corporea, quindi di solito o entra nella vasca o si spruzza da solo l’acqua con la proboscide. La piscina è quindi fondamentale per gli elefanti. Ai felini l’acqua non piace, tranne le tigri che invece si rinfrescano volentieri, lo stesso vale per licaoni e uccelli”.

“I nostri interventi sono vari e specifici. Un anno fa abbiamo investito in un grande impianto di refrigerazione che mantiene sotto i 25 gradi la vasca del leone marino della California, che altrimenti si riscalderebbe troppo. Per altre specie abbiamo previsto ventilatori e condizionatori. Nel caso degli anfibi, ad esempio, arriviamo in alcuni casi a mantenere una temperatura entro i 17 gradi grazie ai condizionatori per l’ambiente e ai refrigeratori per l’acqua”. Del resto, ormai i picchi di calore non sono più una novità e il Bioparco si organizza. Anni fa, invece, il caldo scoppiò proprio all’arrivo dei pinguini.

“Sei anni fa, proprio in coincidenza con una grande ondata di calore, arrivarono dei pinguini appartenenti a una specie che vive in Namibia, Sud Africa. Sono animali che entrano nell’Oceano Atlantico, quindi molto resistenti. La loro area è stata munita con grandi ventilatori e una vasca dove possono refrigerarsi. Non è quindi la prima estate che patiamo temperatura elevate, è già capitato altre volte e abbiamo superato sempre tutto senza conseguenze per gli animali”.

C’è però un aspetto fondamentale. “Ciò che conta veramente è effettuare un monitoraggio costante e ravvicinato, fondamentale per scoprire qualsiasi eventuale malessere e intervenire in tempo”. Ci sono poi le semplici e buone regole di sempre. “È importante assicurare la vicinanza di ombra e acqua in abbondanza”. “Come noi, anche gli animali nelle ore centrali della giornata sono meno attivi e cercano un punto più fresco dove passare il tempo a dormire e cercare di superare questo calore. Nelle ore calde non si espongono al sole e non si muovono” conclude Yadid. Mangiano ghiaccioli, patiscono l’afa e, nelle ore calde, diventano apatici. In fondo gli animali non sono poi così diversi da noi.

Redazione

Autore Redazione