AGI – Per un restauro che durerà ben 14 anni, ha chiuso le porte il Museo di Pergamo, il più visitato a Berlino, la cui riapertura è prevista non prima del 2037. Si tratta di lavori vitali per il polo museale che ospita tesori archeologici spettacolari, come la Porta babilonese di Ishtar che ha 2600 anni.
L’intervento dovrà rafforzare le fondamenta pesantemente danneggiate dal peso fisico delle collezioni e dal tempo, in quanto il museo è costruito sul letto di un fiume dell’era glaciale. L’usura dell’edificio e i danni permanenti risalenti alla Seconda Guerra Mondiale hanno causato perdite d’acqua durante le ultime piogge.
“E’ un intervento urgente. L’edificio è in pessime condizioni e sta crollando“, ha spiegato Barbara Helwing, direttrice del Museo del Vicino Oriente antico dei Musei statali di Berlino. Si tratta quindi di un’impresa titanica dal costo stimato in quasi 1,5 miliardi di euro per proteggere le preziose collezioni e garantire la sicurezza dei visitatori.
L’ala nord del museo era già stata chiusa per lavori di ristrutturazione nel 2012 e l’altare di Pergamo è già nascosto dietro le impalcature dal 2014. Se tutto andrà secondo i piani, questa sarà la prima parte del museo che potrà essere nuovamente visitata nel 2027.
Migliaia di oggetti – sculture, urne, tappeti – saranno immagazzinati nei depositi, mentre una piccola parte verrà prestata ad altri enti. Grandi monumenti, come la Porta babilonese di Ishtar, protetti da una copertura, rimarranno invece al loro posto durante i lavori.
Le critiche ai lavori programmati non mancano, in particolare sui costi esorbitanti della ristrutturazione e sul fatto che non sarà un museo ecologico, ad eccezione di qualche pannello solare.
“Quando sarà completamente ristrutturato nel 2037, il Pergamon Museum sarà, in termini di tecnologia climatica ed energia, un edificio del passato alimentato da combustibili fossili”, ha sottolineato sul settimanale tedesco Die Zeit il critico di architettura, Nikolaus Bernau.
Altro problema in prospettiva: la possibile richiesta di restituzione di alcune opere, mentre sempre più istituzioni occidentali riconsegnano beni culturali ai Paesi di provenienza, in Africa e Asia. Sul quotidiano tedesco Tagesspiegel, l’archeologa del Ministero della Cultura turco, Zeynep Boz, si è chiesta se la Germania avesse davvero il diritto di possedere l’altare di Pergamo, pertanto durante i lavori di ristrutturazione proseguiranno le ricerche sulla provenienza delle collezioni del museo.
Inaugurato nel 1930, il Pergamon Museum attira più di un milione di visitatori all’anno quando tutte le mostre sono accessibili. Negli ultimi mesi l’annuncio di questa profonda ristrutturazione ha attirato berlinesi e turisti desiderosi di dare un’ultima occhiata ai capolavori ospitati.
Dopo aver scoperto le rovine dell’altare romano di Pergamo nell’attuale Turchia, tra il 1878 e il 1886, gli archeologi tedeschi le trasferirono a Berlino, in base a un accordo tra la Germania e l’Impero Ottomano. La ricostruzione di questo altare durò fino al 1902. Il Museo di Pergamo, la cui architettura ricorda un antico tempio, fu a suo tempo appositamente progettato per esporre e mettere in risalto in particolare questo altare e la Porta babilonese di Ishtar.