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Athletica Vaticana in Portogallo per gli Europei Master

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ROMA (ITALPRESS) – Per dare una chance di pace a un’Europa ferita dalla guerra lo sport prova a costruire relazioni partendo dalla periferia. E Athletica Vaticana, con il suo stile solidale e inclusivo, c’è. Da giovedì, con la cerimonia inaugurale, a domenica quattro atleti dell’Associazione polisportiva ufficiale vaticana saranno in gara agli Europei master (over 35) “non stadia” nell’isola di Porto Santo, nello splendido scenario dell’arcipelago di Madeira, in Portogallo. E’ la terza partecipazione di Vatican Athletics, la Federazione di atletica leggera nell’ambito di Athletica Vaticana, a un campionato europeo per atlete e atleti che hanno superato i 35 anni di età. Nello stile della “squadra del Papa” ci saranno incontri solidali con la comunità civile di Poerto Santo. In particolare, gli atleti saranno ospitati della Fondazione Nostra Signora della Pietà, una casa per persone anziane e sole aperta dalla diocesi di Funchal. Ai campionati – organizzati da European Athletics con European Master Athletics – partecipano 424 atlete e atleti di 23 Paesi in 6 competizioni “no stadia” e cioè la mezza maratona, la marcia (10km e 20km), la corsa su strada (10km), la staffetta-cross country e il nordic walking.
Sabato 22 giugno Athletica Vaticana scenderà in pista a Gibilterra – sempre nella periferia del profilo geografico europeo – per i Campionati dei diciotto Piccoli Stati d’Europa, un evento di alto livello sportivo e sociale. La squadra vaticana sarà accolta dalla diocesi e incontrerà la comunità “Fede e luce” – composta da giovani con disabilità intellettiva e le loro famiglie – preparando una cena nello stile della cucina italiano. Nella precedente edizione dei Campionati dei Piccoli Stati, a Malta, il team vaticano ottenne uno “storico” terzo posto nei 5000 metri femminili. Athletica Vaticana rilancia dunque la sua presenza – anche nel padel, nel cricket, nel ciclismo e in altri sport – sul palcoscenico sportivo internazionale partendo proprio dal “piccolo”, insieme a popoli che – non solo sportivamente – non hanno la grande ribalta, per testimoniare concretamente la “cultura della fraternità” e la “cultura dell’incontro”. Perchè, in un contesto internazionale di tensione e di guerra, lo sport, attraverso il dialogo tra culture e religioni diverse, può “creare amicizia tra persone e popoli”.
– foto ufficio stampa Athletica Vaticana –
(ITALPRESS).

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