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Carbonara di pollo sintetico, l’ultimo sfregio alla cucina italiana

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AGI – La carbonara di pollo sintetico servita in un ristorante a Singapore è l’ultimo sfregio fatto nel mondo alla vera cucina italiana candidata all’iscrizione nella Lista rappresentativa dei patrimoni culturali immateriali dell’umanità dell’Unesco, ma la storpiatura delle ricette italiane diventa un fantasy horror a tavola nel quale tutto pare permesso dalla carbonara con panna o besciamella al tiramisù senza mascarpone, dall’olio di semi per la cotoletta alla milanese alla caprese servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte fino alla pizza nelle versioni più inimmaginabili e immangiabili, da quella con l’ananas a quella di pollo.

E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti in occasione dell’assemblea nazionale a Roma a Palazzo Rospigliosi dove è stato aperto il primo salone della falsa cucina italiana con i menù acchiappaturisti diffusi in tutti i continenti che sfregiano i piatti della tradizione nazionale, messi in tavola e smascherati per l’occasione con l’aiuto di esperti cuochi contadini per il focus sulla candidatura a patrimonio immateriale dell’Unesco della cucina italiana ed il suo impatto su economia, lavoro, salute e turismo. 

Una situazione sulla quale davanti a rappresentanti degli agricoltori arrivati da tutte le regioni per l’assemblea nazionale, fa il punto il presidente della Coldiretti Ettore Prandini con, tra gli altri, il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, il Ministro della Salute Orazio Schillaci, il ministro per gli affari europei, le politiche di coesione e il Pnrr Raffaele Fitto mentre in collegamento il ministro dell’agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida.

La vera cucina italiana è minacciata nel mondo da una selva oscura di ricette tarocche o quantomeno improbabili con il 60% dei turisti italiani all’estero che secondo l’analisi Coldiretti/Notosondaggi si è trovato nel piatto:

  • maccheroni con il cheddar
  • spaghetti con le polpette di carne
  • rigatoni con pollo e pesto
  • pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli 
  • spaghetti allo bolognese con ragu e prezzemolo.

“La mancanza di chiarezza sulle ricette Made in Italy offre terreno fertile alla proliferazione di falsi prodotti alimentari italiani all’estero dove le esportazioni potrebbero triplicare se venisse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale che è causa di danni economici, ma anche di immagine” ha affermato il Prandini nel sottolineare che “l’agropirateria” internazionale nei confronti dell’Italia ha raggiunto i 120 miliardi”.

I più taroccati

In testa alla classifica dei prodotti più taroccati, anche con nomi e grafiche che ricordano l’Italia, ci sono i formaggi – spiega Coldiretti – a partire dal Parmigiano Reggiano e dal Grana Padano con la produzione delle copie che ha superato quella degli originali, dal parmesao brasiliano al reggianito argentino fino al parmesan diffuso in tutti i continenti. Ma ci sono anche le imitazioni di Provolone, Gorgonzola, Pecorino Romano, Asiago o Fontina. Tra i salumi sono clonati i più prestigiosi, dal Parma al San Daniele, ma anche la mortadella Bologna o il salame cacciatore e gli extravergine di oliva o le conserve come il pomodoro San Marzano. Ma tra gli “orrori a tavola” non mancano i vini, dal Chianti al Prosecco – spiega Coldiretti – che non è solo la Dop al primo posto per valore alla produzione, ma anche la più imitata. “Per sostenere il trend di crescita del vero Made in Italy serve ora agire sui ritardi strutturali dell’Italia e sbloccare tutte le infrastrutture che migliorerebbero i collegamenti tra Sud e Nord del Paese, ma anche con il resto del mondo per via marittima e ferroviaria in alta velocità, con una rete di snodi composta da aeroporti, treni e cargo” sottolinea il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate L’obiettivo è far crescere l’export agroalimentare dai 61 miliardi attuali ai 100 miliardi nel 2030”. 

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Autore Redazione