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Da YOOX a Re Carlo, storia del pioniere (italiano) che scrive con l’inchiostro verde

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AGI – “The man who put fashion in the net”, come scrisse il NY Times, si racconta. La storia del giovane ravennate che inventò la vendita di abbigliamento online e da un magazzino di Casalecchio arrivò in Borsa ed infine alla cessione miliardaria della sua creatura YOOX è diventata un memoir dal titolo  ‘Le avventure di un innovatore‘ (Longanesi), firmato dal pioniere dell’e-commerce della moda Federico Marchetti, con Daniela Hamaui.

Dotato dello stile spigliato ma preciso che si addice a un esploratore del millennio, il libro è intriso di un retrogusto motivazionale. Il giusto timing è alla base del successo, ci dice Marchetti, che prese in contropiede la crisi della New Economy per fondare YOOX nel marzo del 2000 ed è poi passato da un’intuizione all’altra globalizzando sempre più la sua idea, fino ad approdare oggi alla corte di Re Carlo III d’Inghilterra e nel CdA di Giorgio Armani (non a caso autore della prefazione).

Questa storia americana made in Italy ha il suo background in un corso alla Bocconi, un MBA alla Columbia di NY e nelle prime esperienze lavorative alla Lehman Brothers ed in Bain del protagonista, per esplodere quando il suo interesse da profano per la tecnologia si coniuga alla personale tensione verso un nuovo umanesimo basato sulla convinzione che dati, macchine ed esseri umani possano insieme cambiare il mondo.  

Tra i momenti topici, il fallimento di Lehman Brothers che nel 2008 travolge l’economia mondiale: i venture capitalist di YOOX sono sul punto di disinvestire e non restano che la Borsa o la vendita, ma la prima è un rischio altissimo. L’offerta di acquisto più importante arriva da Amazon, ma Marchetti la rifiuta (anche se regala al Senior Vice President di Bezos, Diego Piacentini, una maglia di Ibrahimovic, allora all’Inter, di cui era tifosissimo) e ai primi di dicembre del 2009 YOOX arriva a Piazza Affari.

In pochi anni diventerà il primo unicorno tecnologico – società con quotazione superiore al miliardo –  in Italia e con la fusione con la londinese Net-a-Porter  in soli 3 lustri  il garage di Casalecchio si sarà trasformato in un colosso dell’e-commerce dal giro d’affari di 1,3 miliardi l’anno. La creazione di YOOX Net-a-Porter chiude il primo capitolo del romanzo della vita di Marchetti, che condottala al top in capo a qualche anno lascia la sua creatura, ma quelli seguenti non smettono di appassionare.

Dopo aver incontrato i grandi della Terra – da Zuckerberg a Gates, da Bezos a Richard Gere (che lo riprende per il colletto alla cinese) ed essere diventato amico di Franca Sozzani e Anna Wintour nonchè produttore di Guadagnino, Marchetti conosce Re Carlo III in occasione di una visita dell’allora Principe al Tech Hub inglese di YNAP e viene invitato nella sua residenza in Scozia. Lo conquista regalandogli uno spremi dentifricio e diventa suo collaboratore nel regale impegno di salvare l’ambiente, al punto che il sovrano gli chiede di  presiedere una Fashion Task Force dove il nostro convoglia 15 Ceo dei principali top brand del lusso, tra cui Armani e Cucinelli.

Ne nascono l’idea del passaporto digitale, che dà tracciabilità ai prodotti dalla progettazione alla distribuzione, ed un programma di moda rigenerativa basato sulla produzione di materiali organici e la garanzia di lavoro alle popolazioni locali. Oggi Marchetti scrive rigorosamente a mano al Sovrano con inchiostro verde ed è stato tra i pochissimi italiani, insieme a Mattarella e figlia, a presenziare alla sua incoronazione a Westminster.

Sembra un film, ma è la cronaca dei primi 54 anni della vita di un uomo che ammette il sogno di ricorrente  di essere ancora al quarto anno d’università e non avere dato un solo esame. La sensazione di non meritare mai spinge sempre avanti, ed il ragazzo di Ravenna diventato collezionista d’arte che oggi fa stretching in casa ogni mattina davanti a un Tiziano non ha ancora smesso di provarla.

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Musei presi d’assalto, ‘boom’ di visite al Colosseo e al Pantheon tra Natale e S.Stefano

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AGI – “Successo per le aperture di Natale e Santo Stefano”: il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha espresso soddisfazione per il numero dei visitatori nei Musei durante i due giorni festivi. Ecco i primi dati provvisori, diffusi dal ministero della Cultura, sulle aperture di Musei e parchi archeologici statali il 25 e il 26 dicembre: il Parco archeologico del Colosseo – Anfiteatro Flavio guida la classifica dei siti più visitati con 26.267 ingressi, seguito dal Pantheon (11.325) e dal Parco archeologico del Colosseo – Foro Romano e Palatino (9.286).

Al quarto (provvisorio) posto le Gallerie degli Uffizi – Gli Uffizi (8.101). Seguono: Parco archeologico di Pompei 7.357; Galleria dell’Accademia di Firenze 5.332; Reggia di Caserta 4.954; Museo Nazionale di Castel Sant’Angelo 4.610; Gallerie degli Uffizi – Palazzo Pitti 2.192; Cenacolo Vinciano 1.505; Museo archeologico nazionale di Napoli 1.277; Parco archeologico di Ercolano 1.378. A questi dati si aggiungono i 2.270 visitatori del Giardino di Boboli e i 19.120 del Vittoriano e Palazzo Venezia. 

“I primi numeri che stanno arrivando relativi alle aperture di Natale e Santo Stefano stanno dando ragione alla volontà di rendere disponibile il patrimonio culturale nazionale a chi, durante le festività, ha desiderato dedicare del tempo alla contemplazione della bellezza”, ha commentato Sangiuliano spiegando che “decine di migliaia di persone in questi due giorni hanno varcato l’ingresso di una pinacoteca, una galleria o un sito archeologico in un viaggio che le ha portate, alla fine della visita, ad essere più consapevoli delle proprie radici e della propria identità”. 

Il ministro ha visitato le Gallerie Nazionali d’Arte Antica di Palazzo Barberini a Roma, aperte nel giorno di Santo Stefano. Accompagnato dal direttore Luigi Gallo, si spiega in una nota, Sangiuliano ha ammirato le collezioni del museo, affollato di turisti, e ha salutato e ringraziato il personale in servizio che, oggi come ieri, “anche in un giorno di festa ha permesso a molti visitatori di godere dei tesori custoditi nei Musei e nei parchi archeologici statali. La passione, l’impegno e lo spirito di servizio con cui hanno onorato la propria missione è encomiabile”, ha rimarcato il ministro. 

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Wanda Nara vince Ballando con le Stelle

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AGI – Con il 70 per cento dei voti, Wanda Nara e Pasquale La Rocca sono i vincitori della 18esima edizione di Ballando con le Stelle condotta da Milly Carlucci. Al secondo posto si piazza la coppia formata da Simona Ventura e Samuel Peron.

Le stelle di questa fortunata edizione in termini di ascolti, sono stati premiati dall’Ad Rai, Roberto Sergio e dal Direttore Intrattenimento Marcello Ciannamea. Nara e Ventura favorite fin dall’inizio di questa stagione sono arrivate in finale con il plauso della giuria e l’aiuto del televoto che ha consegnato il risultato finale di 70 a 30 dopo una gara che si è svolta a passo di salsa, valzer, paso doble e casquet.

Nel corso dell’ultima puntata, la coppia Nara – La Rocca si è aggiudicata anche il Premio per la migliore esibizione tecnica. Terzi classificati Lorenzo Tano e Lucrezia Lando. Questa edizione di “Ballando” verrà ricordata anche per gli amori nati sul palco come quelli tra il figlio di Rocco Siffredi, Lorenzo Tano e la sua insegnante Lucrezia e la proposta di matrimonio che Giovanni Terzi ha fatto a Simona Ventura, in una delle serate. 

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Vi racconto la storia di mio padre, un banchiere che sognava

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AGI – Vicepresidente  del Consiglio di amministrazione della Banca e Presidente di quello della Fondazione Mediolanum, Sara Doris ha scritto un libro come semplice figlia: ‘Ennio, mio padre’ (Piemme). Un  ritratto che passa dalla sfera intima a quella pubblica del celebre fondatore del Gruppo Mediolanum Ennio Doris ed inizia il giorno della prima convention aziendale seguita alla sua scomparsa nel 2021, per ripercorrere a ritroso l’avventura di tutta la sua vita.

Cresciuto nel piccolo paese di Tombolo, in provincia di Padova, in una grande casa priva di acqua corrente, il futuro innovatore della finanza mise a fuoco presto il proprio talento naturale per la matematica, ma alla base della sua creatività e delle sue caratteristiche caratteriali uniche è sempre rimasta  quell’infanzia semplice e spensierata fatta di estati senza scarpe, ma con molti sogni, in cui prese forma uno spirito visionario da adulto bambino.

Dopo aver trascorso un anno a letto per la nefrite, Doris viene mandato a studiare ragioneria a Treviso grazie un prestito dello zio, ma il suo impegno in lavori saltuari dopo lo scuola  viene notato dal direttore della Banca Antoniana di un paese del circondario che lo assume non appena preso il diploma.

Abituato  a portare i documenti loro necessari a casa dei clienti anche oltre l’orario di lavoro, Doris conosce  nel 1962 la figlia di uno di essi, di cui si innamora, ricambiato, e che diventerà la sua compagna di tutta una vita.

Nel frattempo la  carriera non smette di evolversi, nel 1968 lascia la Antoniana per diventare Direttore Generale delle Officine Talin, in seguito passa in Fideuram e infine in Dival, maturando dall’ininterrotto contatto con la gente nelle vesti di intermediatore finanziario  la sua idea  della necessità di costruire la finanza intorno alla persona. La svolta definitiva è un casuale incontro con Berlusconi a Portofino.

Ne germina un’intesa umana  e professionale che porterà Doris a dar vita concreta a un nuovo modo di fare consulenza mettendo insieme i servizi di una finanziaria, di un’assicurazione e immobiliari. I due fanno società al 50% e nel 1982 vede la luce Programma Italia, che poi diventerà Banca Mediolanum e infine il Gruppo Bancario Mediolanum con sedi in vari paesi del vecchio continente.

Quotato in Borsa dal 1996, oggi il Gruppo occupa quasi 10.000 persone a livello europeo. Insieme alla sua fulminante carriera di self made man, con l’andare delle pagine conosciamo sempre più a fondo l’uomo Ennio Doris, legato alle radici al punto di tornare a Tombolo ogni weekend anche dopo il trasferimento a Milano e inscindibile dalla famiglia e dagli amici di una vita.

Dotato di una capacità di previsione fuori dall’ordinario, ma anche di non comune empatia, tra tanti successi Doris compie il suo capolavoro in occasione della crisi finanziaria del 2008, quando al fallimento della Lehman Brothers  decide che nessuna perdita dovrà toccare gli azionisti e risarcisce chi ha perso i propri i risparmi con il denaro dei conti personali, senza nemmeno  coinvolgere la banca.

Con la prefazione del fratello dell’autrice Massimo e la postfazione della madre Lina, ‘Ennio, mio padre’ è l’atto di amore di una figlia, ma anche la dichiarazione d’intenti di una professionista della finanza decisa a continuare il lavoro del padre senza tradirne lo spirito fondante, ispirata dai suoi insegnamenti: mai lamentarsi né perdere la convinzione, restare vicini alle radici, praticare la solidarietà. 

I proventi del libro andranno alla Fondazione Ennio Doris, presieduta dall’autrice e istituita nel 2022 insieme alla madre Lina e dal fratello Massimo, oggi AD di Banca Mediolanum, al fine di sostenere e agevolare il percorso formativo di studenti meritevoli provenienti da contesti cultuali non favorevoli.

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Sapori d’eccellenza: il gusto napoletano arriva nel cuore di Roma con una serata indimenticabile

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Il 1° dicembre scorso, “Sapori d’eccellenza” ha aperto le sue porte a Roma (Via Giorgio Iannicelli, 128) con una magnifica manifestazione inaugurale, celebrando le prelibatezze enogastronomiche napoletane che hanno deliziato tutti gli ospiti presenti. A guidare questa esperienza unica c’erano la Silvia Cepollaro e Salvatore Cinque, i quali hanno impresso nella loro attività un impegno costante verso la qualità e l’alta professionalità.

Il nuovo punto vendita è diventato il palcoscenico di una sfilata di moda straordinaria, animata da diverse personalità del mondo dello spettacolo. Tra i protagonisti, spiccavano nomi come Maria Monsè, Francesca Rettondini, Giucas Casella, Conny Caracciolo e Raffaella Papi. L’intero evento è stato orchestrato con maestria dal rinomato direttore artistico Michele Spanò, hairstylist internazionale di grandissimo talento. La coreografia del suggestivo flash mob emozionale è stata curata da Luca Barile, dedicato al ricordo di Giulia Cecchettin e a tutte le vittime di femminicidio, un chiaro messaggio contro la violenza. La serata è stata arricchita dalla voce e dalla straordinaria performance della talentuosa artista canora napoletana Laura Sorel.

Questo evento ha rappresentato il connubio perfetto tra cibo, arte e moda, suggellando un’esperienza indimenticabile con un brindisi alla bellezza. In questo contesto unico, Michele Spanò ha lasciato il segno con la sua visione artistica, contribuendo a rendere l’inaugurazione di “Sapori d’eccellenza” un momento straordinario che rimarrà impresso nella memoria di tutti i presenti.

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La finale del Premio Campiello il prossimo 21 settembre. Walter Veltroni confermato presidente della Giuria

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AGI – La finale della 62esima edizione del Premio Campiello si terrà a Venezia sabato 21 settembre al Teatro La Fenice. Riconfermato Walter Veltroni come presidente della Giuria dei Letterati, tra le novità di quest’anno,c’è l’ingresso di un nuovo componente nella Giuria dei Letterati: Alessandro Beretta.

Beretta è nato a Milano nel 1978. Critico letterario, giornalista, programmer cinematografico e promotore culturale, si è laureato in Lettere Moderne con una tesi su Jean-Luc Godard. Dal 2001, si occupa di narrativa per il Corriere della Sera e, dal primo numero, per l’inserto La Lettura.

Nel 2015, è tra i soci fondatori della libreria indipendente Verso a Milano. è stato direttore artistico del Milano Film Festival dal 2011 al 2021, premiato con l’Ambrogino d’Oro nel 2015. Ha curato con Alberto Saibene il volume “Storie sparse. Racconti, fumetti, illustrazioni, incontri e topi” (Il Saggiatore, 2011) di Giovanni Gandini, fondatore di Linus.Gli altri componenti della Giuria dei Letterati della 62^ edizione del Premio Campiello sono: Pierluigi Battista, giornalista, scrittore, opinionista e conduttore televisivo italiano, Federico Bertoni, docente di Critica letteraria e letterature comparate all’Università di Bologna, Daniela Brogi, docente di Letteratura Italiana contemporanea all’Università per Stranieri di Siena, Silvia Calandrelli, direttore di Rai Cultura, Edoardo Camurri, scrittore e autore televisivo e radiofonico, Chiara Fenoglio, docente di Letteratura Italiana all’Università di Torino, Daria Galateria, docente di Letteratura francese all’Università La Sapienza di Roma, Lorenzo Tomasin, Docente di Filologia Romanza all’Università di Losanna, Roberto Vecchioni, cantautore, scrittore, docente universitario ed Emanuele Zinato, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Padova.

Il Comitato di Gestione, a cui sono affidate l’ideazione, la gestione e la programmazione delle attività del Premio Campiello, sarà presieduto anche quest’anno da Mariacristina Gribaudi (amministratrice delegata Keyline spa e Presidente della Fondazione Musei Civici di Venezia), e composto dagli imprenditori Eugenio Calearo Ciman (Consigliere di Amministrazione di Calearo Antenne Spa), Davide Piol (Agente Generale di Generali Italia Spa e titolare dell’agenzia di Belluno) e Stefania Zuccolotto (Consigliere di amministrazione Bi.Car srl).

Sono stati inoltre confermati i componenti del Comitato Tecnico del Premio Campiello, l’organo che ha il compito di stabilire la piena corrispondenza delle opere ai requisiti del regolamento del Premio: ne fanno parte i professori Giorgio Pullini (Presidente), Gilberto Pizzamiglio e Ricciarda Ricorda. Con la definizione della Giuria dei Letterati parte ufficialmente la 62^ edizione del Premio Campiello. Possono partecipare i romanzi pubblicati per la prima volta in volume tra il 1 maggio 2023 e il 30 aprile 2024 e regolarmente in commercio.

Al concorso non sono ammessi nè saggistica, nè poesia, nè opere tradotte in italiano da altre lingue.Il 31 maggio 2024 la Giuria dei Letterati si riunirà a Padova per selezionare la cinquina finalista e annunciare il Premio Opera Prima. Il vincitore della 62^ edizione del Premio Campiello, indicato dalla Giuria dei Trecento lettori anonimi, verrà proclamato sabato 21 settembre a Venezia.

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Sparite 361 opere dalla Biblioteca Girolamini

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AGI – Si sono perse le tracce di 361 libri antichi che erano custoditi nella prestigiosa Biblioteca Girolamini di Napoli. I carabinieri hanno la delega a eseguire un decreto di sequestro preventivo emesso dal gip di Napoli per le opere librarie illecitamente sottratte al patrimonio indisponibile dello Stato italiano. Si tratta di preziosi volumi, molti dei quali risalenti al 500 e al 600, che sono stati illegalmente asportati dall’antica Biblioteca dei Girolamini a Napoli, una delle più prestigiose istituzioni culturali della città, tra le biblioteche più ricche del Mezzogiorno, con un patrimonio librario di circa 159.700 unità tra volumi antichi e moderni e opuscoli, frequenta anche dal filosofo Giambattista Vico nel 1700.

Dei libri oggetto del decreto attualmente si sono perse le tracce. Al provvedimento di sequestro si è giunti dopo una lunga e paziente attività di inventario avviata all’indomani del sequestro disposto nel 2012 del complesso monumentale depredato e saccheggiato nel corso degli anni; migliaia di libri sottratti, parte dei quali venduti all’estero anche in aste. L’opera di inventario dei beni trafugati, disposta dalla Procura di Napoli, è risultata estremamente difficoltosa condizione di “caos organizzato” posto in essere da precedenti gestioni dei Girolamini.

Nel 2011, infatti, venne nominato direttore della biblioteca Marino Massimo De Caro, già consulente del ministro per i beni culturali dell’epoca, Giancarlo Galan, scelta che suscitò polemiche così come una serie di articoli di denuncia circa lo stato di abbandono e di degrado della biblioteca.

Ci fu anche una petizione per sollecitare la rimozione di De Caro da parte del nuovo ministro per i beni culturali Lorenzo Ornaghi, succeduto a Galan. Nell’aprile del 2012 il complesso fu messo sotto sequestro dai carabinieri e venne avviata un’inchiesta nei confronti di De Caro, che si autosospese dall’incarico. Le indagini portarono al ritrovamento, in provincia di Verona, di un deposito, riconducibile a lui, contenente 240 libri trafugati dalla biblioteca napoletana, appurando inoltre che molti altri volumi erano stati già illegalmente venduti all’estero. Sia De Caro che il conservatore don Salvatore Marsano, che lo aveva indicato al ministro Galan, furono arrestati.

De Caro, reo confesso, nel 2015 è stato condannato in via definitiva a sette anni di reclusione per peculato e all’interdizione perpetua dai pubblici uffici; la Corte dei Conti lo ha anche condannato al risarcimento di quasi venti milioni di euro per grave depauperamento del patrimonio librario della biblioteca – causato dalla sua condotta delittuosa. 

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Pompei: gli scavi in una domus restituiscono 13 statuine

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Napoli – Tredici statuette in terracotta, tracce di un antico rito, emergono a Pompei da un ambiente di una domus confinante con la Casa di Leda e il cigno, dove è in corso un cantiere di scavo, restauro e valorizzazione.

Le piccole sculture, circa 15 cm ognuna, come riportato nell’E-journal degli scavi di Pompei http://pompeiisites.org/e-journal-degli-scavi-di-pompei/, sono in prevalenza figure umane, ma ci sono anche una noce, una mandorla, la testa di un gallo in argilla e una pigna in vetro.

Erano in posizione eretta su un piano orizzontale all’interno di un vano dove probabilmente si trovava uno scaffale. Le statuette sono emerse dal lapillo a un’altezza superiore ai 2 metri rispetto al piano pavimentale.

L’ambiente che le conservava, probabilmente l’atrio della casa, presentava anche delle decorazioni affiorate per ora nella parte superiore delle pareti.

Dai primi studi, alcuni soggetti sembrano rimandare al mito di Cibele e Attis, connesso al ciclo vitale delle stagioni e della fertilità della terra e dunque all’equinozio di primavera.

Il cantiere in corso sta interessando ambienti già noti della Casa di Leda (messi in luce tra il 2018 e il 2019 nell’ambito dei lavori previsti dal Grande Progetto Pompei) e quelli di due domus, non meglio identificate, che si sviluppano a Nord e a Sud della Casa di Leda.

Durante la fase di rimozione delle terre ancora presenti in alcuni ambienti di questa, per raggiungere il livello del piano pavimentale, è inoltre emersa una stanza finemente affrescata dove spiccano 4 tondi con volti femminili di raffinata eleganza.

Lo scavo è finalizzato alla messa insicurezza dei fronti di scavo (perimetro tra strutture già in luce e aree non scavate) e alla salvaguardia e alla conservazione degli apparati decorativi, in vista anche della pubblica fruizione del complesso.

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Al Museo Egizio apre la ‘Galleria della Scrittura’

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AGI – Il Museo Egizio di Torino si arricchisce di nuovi spazi. Riapre il terzo piano con il nuovo allestimento della Galleria della Scrittura. Si tratta di mille metri quadrati che ospitano 248 reperti, un viaggio in 10 sezioni all’origine delle scritture dell’antico Egitto, a ritroso nel tempo di 4mila anni. Sotto i riflettori non solo i geroglifici e l’avventura che nei secoli portò alla loro decifrazione e alla nascita dell’Egittologia, ma anche lo ieratico, il demotico e poi il copto.

Il progetto espositivo è stato firmato da tre curatori del Museo: Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Toepfer, quest’ultima responsabile della Papiroteca del Museo, che ospita una delle più significative collezioni di papiri al mondo. La Papiroteca dell’Egizio, infatti, è uno scrigno di più di 800 manoscritti, interi o riassemblati, e oltre 23mila frammenti di papiro, che documentano più di 3mila anni di cultura materiale scritta in sette scritture e otto lingue ed è crocevia di progetti internazionali di restauro e digitalizzazione.

Fin dagli esordi la scrittura egizia ebbe una forte componente figurativa e il geroglifico, a cavallo tra tecnica e arte, è giunto a noi prima che sui papiri, su etichette di vasi, o scolpito sulle pareti di templi o su tombe o su statue, assumendo così connotati monumentali e celebrativi. È il caso del Cartiglio in calcare, datato tra il 1353 e il 1336 a.C., che apre la Galleria della Scrittura.

Domani apre la “Galleria della Scrittura”, un intero piano del museo dedicato alla scrittura nell’antico Egitto.

Un allestimento permanente di 1000 metri quadrati con 248 reperti pronti a raccontarvi la scrittura come lente per leggere l’intera società.https://t.co/d99K80a4Vh

— Museo Egizio Torino (@MuseoEgizio)
December 21, 2023

Scolpiti su un gigantesco blocco, i geroglifici assumono una valenza quasi sacra e il nome della divinita’ Aten, riportato nel cartiglio, attraversa i millenni per arrivare intatto fino ai giorni nostri. In esposizione anche una delle prime frasi di senso compiuto conosciuta, contenuta sul frammento di un Monumento del faraone Djoser, datata tra il 2592 e il 2566 a.C. e venuta alla luce a Eliopoli nel secolo scorso.

“Proiettati verso il bicentenario nel 2024 – spiega la presidente del Museo Egizio, Evelina Christillin – tagliamo il traguardo a fine anno del milione di visitatori e riapriamo al pubblico il terzo piano del Museo. Un nuovo tassello arricchisce il percorso espositivo dell’Egizio, che cambierà ancora volto. Grazie al mecenatismo attento di Consulta, con la Galleria della Scrittura proponiamo una sorta di museo nel museo”.

Per il direttore del Museo Egizio, Christian Greco “Testo e immagine sono reciprocamente complementari e ci permettono di avvicinarci alla comprensione di 4mila anni di storia dell’Antico Egitto”.

“Come e perché si è sviluppata la scrittura afferma – che ruolo ha avuto nella formazione dello Stato in tutte le sue articolazioni e nello sviluppo del discorso religioso e della complessa cosmografia funeraria? Sono alcuni degli interrogativi a cui cerchiamo di dare risposta, con rigore scientifico e allo stesso tempo cercando di interessare e appassionare visitatori di tutte le eta’, anche attraverso supporti multimediali e interattivi”.  
 

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La candidatura delle ‘Domus de Janas’ sarde a patrimonio Unesco

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AGI –  La Regione sosterrà la candidatura del sito ‘Arte e architettura della Sardegna preistorica, le domus de janas’ per l’inserimento nella lista propositiva italiana depositata nel Centro del patrimonio mondiale Unesco. Alghero, capofila della Rete dei Comuni delle Domus de Janas, e il CeSim/Aps – Centro Studio identità e memoria, l’hanno presentata al ministero della Cultura, segretariato generale-Servizio II Ufficio Unesco.

Un protocollo d’intesa è stato firmato stamane a Cagliari dall’asessore regionale alla Cultura, Andrea Biancareddu, le Province di Sassari, Nuoro, Oristano e la Città metropolitana di Cagliari e i tanti comuni interessati: oltre ad Alghero, Anela, Ardauli, Arzachena, Bonorva, Castelsardo, Cheremule, Goni, Mamoiada, Mores, Oliena, Olmedo, Oniferi, Ossi, Ozieri, Porto Torres, Putifigari, Sassari, Sedilo, Sennori, Villanova Monteleone, Villaperuccio, Villa Sant’Antonio.

Il documento è stato siglato anche da Soprintendenza regionale della Sardegna, la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la Città metropolitana di Cagliari e le province di Oristano e sud Sardegna e Direzione regionale musei Sardegna.

La Regione nel triennio investirà 300 mila euro a favore del Cesimo/Aps e della Rete dei Comuni delle Domus del Janas per favorire la candidatura e predisporre un dossier tecnico-scientifico sui 35 siti, da mettere in sicurezza e poi gestire. Nel triennio 2022-2025, inoltre, sono stati stanziati 500 mila euro l’anno per gli enti locali interessati per la messa in sicurezza dei siti. 

La Sardegna vanta al momento il riconoscimento del valore universale di alcuni beni materiali (‘Su Nuraxi’ di Barumini 1997) ed elementi immateriali: Canto a tenore 2008, Li Candareri di Sassari – Macchine a spalla 2013, Muretti a secco 2018) del proprio patrimonio culturale. Dal 2017 fa parte del Patrimonio mondiale Unesco, inoltre, anche la ‘Riserva della Biosfera Tepilora, Rio Posada e Montalbo’.

Altri siti, beni ed elementi sono stati proposti per l’inserimento nelle liste del Patrimonio materiale e immateriale mondiale. Sono presenti in Tentative List il Sulcis Iglesiente, l’Arcipelago de La Maddalena e isole delle Bocche di Bonifacio, l’Isola dell’Asinara e gli Stagni del Golfo di Oristano e della Penisola del Sinis-Isola di Mal di Ventre.

L’iter di candidatura mira ad accertare, oltre al valore intrinseco del sito/bene/elemento, la percezione da parte delle comunità di riferimento e il conseguente impegno a conservarlo per le generazioni future. L’Italia detiene il maggior numero di siti (59) inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità

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