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Colosseo, scoperta una nuova domus tra Foro Romano e Palatino 

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AGI –  Il Parco archeologico del Colosseo, nell’ambito di un progetto di studio e ricerca,  ha riportato alla luce alcuni ambienti di una lussuosa domus di età tardo-repubblicana, di cui erano state scavate alcune strutture murarie nel 2018, e un tempo esistente esattamente nell’area in cui, in età augustea, vennero costruiti gli Horrea Agrippiana, i celebri magazzini lungo il vicus Tuscus (strada commerciale che collegava il porto fluviale sul Tevere e il Foro Romano) costruiti dal genero di Augusto, Marco Vipsanio Agrippa.

Dietro gli Horrea, tra i magazzini e le pendici del colle Palatino la domus si sviluppa su più piani, probabilmente articolata a terrazze e caratterizzata da almeno tre fasi edilizie, databili tra la seconda metà del II secolo a.C. e la fine del I secolo a.C.. Distribuita intorno a un atrio/giardino, la domus presenta, quale ambiente principale, lo specus aestivus, una sala per banchetti che imita una grotta, utilizzata durante la stagione estiva e originariamente animata da spettacolari giochi d’acqua grazie al passaggio di alcune fistule (tubi) in piombo fra le pareti decorate.

 

 

A rendere eccezionale la scoperta è il rinvenimento, in questo ambiente, di uno straordinario rivestimento parietale in mosaico cosiddetto “rustico”, che, per complessità delle scene raffigurate e per cronologia, è privo di confronti.  Costituito da conchiglie di diverso tipo, tessere di blu egizio, preziosi vetri, scaglie minute di marmo bianco o di altri tipi di pietre, tartari (ovvero frammenti di travertino spugnoso) e cretoni di pozzolana legati da malta e orditi, il mosaico, che si data agli ultimi decenni del II secolo a.C., presenta una sequenza complessa di scene figurate. Nelle quattro edicole, definite da lesene e decorate con vasi da cui fuoriescono tralci di foglie di loto e di vite, sono raffigurate cataste di armi con trombe di tipo celtico (carnyx), prue di navi con tridente, timoni con triremi che alludono, forse, a un duplice trionfo, terrestre e navale, del proprietario della domus.

La grande lunetta soprastante presenta, inoltre, un’affascinante raffigurazione di paesaggio con, al centro, una città, con scogliera simulata con i tartari di travertino, affacciata sul mare solcato da tre grandi navi di cui una con vele sollevate; una cinta muraria con piccole torri circonda la città dotata di portici, porte e di un grande edificio pubblico; su uno dei lati una scena pastorale. La rappresentazione di una città costiera potrebbe alludere a una conquista bellica da parte del proprietario della domus, appartenente a un personaggio aristocratico, presumibilmente di rango senatorio. 

In una stanza di rappresentanza attigua, peraltro, l’accurato lavoro di restauro ha riportato alla luce un rivestimento in stucco bianco con paesaggi entro finte architetture e figure di altissima qualità.

“La scoperta di una nuova domus con un ambiente decorato da un mosaico davvero straordinario rappresenta un risultato importante che dimostra, ancora una volta, quanto il Parco archeologico del Colosseo e il Ministero della Cultura siano costantemente impegnati nel promuovere la ricerca, la conoscenza, la tutela e la valorizzazione del nostro straordinario patrimonio culturale. Il rinvenimento ha poi un importante valore scientifico che rende la domus ancor più rilevante. Dopo la riapertura della Domus Tiberiana e il miglioramento dell’accessibilità dell’Anfiteatro Flavio, con l’inaugurazione dell’ascensore che ora arriva al terzo ordine, il cuore della romanità ha disvelato quindi un autentico tesoro, che sarà nostra cura salvaguardare e rendere fruibile al pubblico”, dichiara il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.

“Si tratta di un importante risultato – aggiunge il Direttore del Parco archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo – che ripaga un lungo lavoro di studio e di ricerca e che rientra in uno degli obiettivi prioritari del Parco, quello della conoscenza e della sua diffusione. Lo scavo archeologico si concluderà nei primi mesi del 2024 e successivamente lavoreremo intensamente per rendere al più presto accessibile al pubblico questo luogo, tra i più suggestivi di Roma antica”.

Nel suo insieme, la domus si qualifica, dunque, come residenza in cui si ritrova precocemente espressa quella luxuria asiatica che per tutto la tarda età repubblicana fu motivo di polemica e feroce lotta politica tra le fazioni aristocratiche e che conferma quanto dicono le fonti sulla presenza, con estese residenze, di esponenti di grandi famiglie senatorie romane nell’area nord-occidentale del Palatino.

Una scoperta straordinaria che riporta alla luce un autentico gioiello che a conclusione degli scavi e dei restauri si va ad aggiungere ai nuovi e diversificati percorsi di visita aperti negli ultimi anni e che compongono la variegata proposta culturale del Parco archeologico del Colosseo.

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Dal 15 dicembre la mostra “Cibernetica e Fantasmi. Lo stato dell’arte su poesia e IA”

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AGI –  Dal 15 al 30 dicembre l’organizzazione culturale Sineglossa presenta a Recanati presso Villa Colloredo Mels la mostra di poesia e intelligenza artificiale “Cibernetica E Fantasmi”, in collaborazione con La Punta della Lingua, festival di poesia totale, con il sostegno da Regione Marche – Assessorato alla Cultura e il patrocinio del Comune di Recanati – Assessorato alla Cultura.

Una mostra che sceglie la città natale di Giacomo Leopardi e un titolo ispirato a una conferenza di Italo Calvino per illuminare nuovi punti di contatto tra l’eterno bisogno umano di poesia e le capacità linguistiche e combinatorie delle intelligenze artificiali.

L’idea che una macchina possa rimuovere l’essere umano dai “negozi della vita” e sostituirlo tanto nelle «cose materiali», quanto e soprattutto in quelle «spirituali», è anticipata da Leopardi nel 1824, in una delle Operette morali meno note ma più visionarie e futuribili, in cui il poeta recanatese immagina un’Accademia dei Sillografi – i sillografi erano, nell’antica Grecia, poeti di versi ironici e burleschi – che istituisce un bando di concorso per premiare le tre migliori invenzioni capaci di sostituire l’essere umano. Si lega invece all’ipotesi di una macchina letteraria il titolo scelto per la mostra, Cibernetica e Fantasmi: “dato che gli sviluppi della cibernetica vertono sulle macchine capaci di apprendere, di cambiare il proprio programma, di sviluppare la propria sensibilità e i propri bisogni, nulla ci vieta di pensare che a un certo punto la macchina letteraria senta l’insoddisfazione del proprio tradizionalismo e si metta a proporre nuovi modi d’intendere la scrittura, e a sconvolgere completamente i propri codici” (Cibernetica e fantasmi – Appunti sulla narrativa come processo combinatorio).

“Cibernetica e fantasmi” la mostra

È una retrospettiva sullo stato dell’arte della poesia fatta dall’intelligenza artificiale, con l’intelligenza artificiale e sull’intelligenza artificiale, attraverso un percorso espositivo pensato per offrire ai visitatori una panoramica sulle possibili forme di interazione tra gli esseri umani e le macchine nei processi di creazione. Da opere prodotte autonomamente da IA in grado di leggere, grazie a sensori, il contesto fisico nel quale si trovano e riprodurlo in poesia, fino a versi scritti da esseri umani sul nostro rapporto con le macchine intelligenti, attraversando vari livelli intermedi di co-creazione tra le due autorialità. L’esposizione è ospitata nel museo di Villa Colloredo Mels, a Recanati, uno spazio in cui poesia, arte e intelligenza artificiale possono dialogare con i capolavori del Maestro rinascimentale Lorenzo Lotto e la sezione dedicata a Giacomo Leopardi.

Se già Calvino apriva alle possibilità creative della cibernetica, in un’epoca in cui l’essere umano iniziava a capire “come si smonta e come si rimonta la più complicata e la più imprevedibile di tutte le sue macchine: il linguaggio”, cosa succede quando il linguaggio smontato e rimontato dall’intelligenza artificiale incontra la scrittura poetica attraverso i suoi autori?

La mostra tenterà di rispondere a questa domanda, conducendo il pubblico in un percorso dai primi esperimenti elettronici fino all’utilizzo delle intelligenze artificiali generative come ChatGpt o MidJourney, attraverso le opere di alcuni degli artisti italiani e statunitensi più attivi nel panorama contemporaneo della ai-generated poetry. Da Tape Mark 1, la pionieristica opera computazionale di Nanni Balestrini del 1962, ad I am code: An Artificial Intelligence Speaks, testo in versi scritto da Code-davinci-002, un antenato di ChatGpt, e letto da Werner Herzog, Il regista ed esploratore dell’ignoto che, sorpreso dal loro potere evocativo e disturbante, ha affermato: “Sono io l’unico che dovrebbe recitarle”.

Dai fotoromanzi poetici di Fabrizio Venerandi, il googlism di Marco Giovenale, le audiopoesie Persona distopica / persona utopica di Francesca Gironi, fino a quelle totalmente analogiche sul rapporto uomo-macchina di Paolo Agrati. Infine, due opere internazionali che sono già pietre miliari della poesia realizzata con l’IA: 1 the Road di Ross Goodwin, che, sulle orme di Jack Kerouac, ha percorso migliaia di chilometri insieme ad una IA che scriveva di quello che vedeva e sentiva, e COMPLETION: Are you ready for the future? della pluripremiata poetessa Sasha Stiles, scritte con Technelegy, il suo alter-ego digitale.

In occasione del talk di apertura sarà ospitato un reading interattivo di co-creazione live con ChatGPT di Andrea Capodimonte.

All’interno del percorso espositivo sarà possibile, inoltre, assistere alla proiezione del mediometraggio fantascientifico Il Versificatore del 1971, tratto da un racconto di Primo Levi, conservato nelle Teche Rai, sulla commercializzazione di una macchina generatrice di poesie. In una prossima società futura, la domanda di poesia è elevata; un poeta professionista, gravato da un carico di lavoro intenso, sta considerando l’acquisto di un ‘versificatore’, un sofisticato dispositivo capace di generare versi su richiesta. Il rappresentante di questi apparecchi elettronici spiega al poeta e alla sua segretaria il funzionamento della macchina, che inizia presto a manifestare comportamenti inusuali e sorprendenti.

“Cibernetica e fantasmi, la prima mostra su poesia e intelligenza artificiale in Italia, prosegue il percorso pluriennale di ricerca e produzione che Sineglossa porta avanti con l’obiettivo di esplorare il rapporto tra creatività umana e artificiale, per comprendere come queste interazioni cambieranno il nostro modo di produrre conoscenza e pensare la nostra coesistenza con le macchine, per costruire dei futuri desiderabili.  Lo stesso obiettivo perseguito nella produzione e curatela di And we thought, progetto di Roberto Fassone, che ha appena ricevuto il premio MAXXI Bulgari 2024 come miglior progetto di arte digitale. Siamo felici di aver scelto Recanati, città natale di Giacomo Leopardi, per lanciare questa mostra. Da intellettuale visionario era già ben consapevole che questi temi sarebbero stati sempre più al centro del dibattito pubblico. Noi con questa mostra confermiamo i suoi sospetti e ci auguriamo di poter allargare il dibattito” sostiene Federico Bomba, presidente di Sineglossa.

La collaborazione con il festival di poesia La Punta della Lingua è legata alle sperimentazioni condotte in 18 edizioni da questa manifestazione internazionale che ha coinvolto poete e poeti tra i più importanti d’Italia e del mondo (da Vivian Lamarque a Milo De Angelis, da Tony Harrison ad Ana Blandiana, John Giorno, Billy Collins), ha creato il primo laboratorio telematico di poesia sui social network (Facebook Poetry) e il concorso internazionale di videopoesia La poesia che si vede. Nie Wiem, impresa creativa senza scopo di lucro che organizza il festival, è anche una casa di produzione cinematografica che ha prodotto la videopoesia In quanto a noi di Simone Massi, vincitrice del Nastro d’argento 2023.

“Cibernetica e fantasmi” call for poets

La mostra è stata anticipata dal concorso di poesia Cibernetica e Fantasmi: un concorso aperto a tutti, poeti e non, senza limiti di età e lingua, in cui si poteva candidare una poesia scritta dall‘IA, sull’IA o con l’IA. Tutte le opere presentate entreranno a far parte di un archivio digitale che restituirà il variegato panorama della ricerca poetica in questo ambito e al vincitore verrà riconosciuto un premio del valore di 500 euro. La poesia vincitrice verrà annunciata il 15 dicembre 2023, in occasione dell’inaugurazione della mostra.

La giuria che valuta le opere è composta da Luigi Socci e Valerio Cuccaroni, direttori artistici del festival di poesia La Punta della Lingua, Federico Bomba, direttore artistico di Sineglossa, dal poeta computazionale Fabrizio Venerandi e dalla storica della letteratura computazionale Roberta Iadevaia, coinvolta anche come consulente scientifica della mostra.

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Boom di prenotazioni per il concerto di Sfera Ebbasta 

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AGI – Boom di prenotazioni nel Cilento, a Sud di Salerno, per l’arrivo di Sfera Ebbasta che si esibirà in concerto il 21 dicembre prossimo. Il rapper, l’artista più ascoltato negli ultimi dieci anni in Italia su Spotify, è ancora ai vertici della classifica Fimi degli album e i vinili più venduti nel nostro Paese.

Il cantante si esibirà al Velia Beach Club di Casal Velino Marina, a poche settimane dall’uscita del suo quarto album ‘X2VR’, già sold out con la prima data di giugno 2024 a San Siro. In Cilento, meta scelta dai turisti soprattutto d’estate, si avverte l’effetto Sfera Ebbasta con gli operatori turistici che stanno ricevendo richieste di soggiorno per il periodo dell’evento da persone provenienti da altre zone della Campania e dalle regioni del Sud Italia. Il Comune di Casal Velino è già al lavoro per la viabilità e la sicurezza dell’intera area. 

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I Bronzi di San Casciano al Museo Archeologico di Napoli

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AGI – La mostra ‘Gli dei ritornano’, prorogata fino al 22 dicembre prossimo al Quirinale con uno straordinario successo di pubblico, verrà allestita a fine gennaio negli spazi espositivi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

Le oltre 20 statue e statuette bronzee, insieme a diverse monete ed ex voto rinvenuti nel 2022 nel santuario termale etrusco romano del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni (Si), potranno così continuare a essere ammirate in attesa della realizzazione del museo loro preposto nel Palazzo dell’Arcipretura di San Casciano, acquisito dallo Stato per ospitare queste antiche testimonianze del passato.

L’esposizione, curata da Jacopo Tabolli, direttore scientifico degli scavi al ‘Santuario Ritrovato del Bagno Grande di San Casciano dei Bagni e professore di Etruscologia dell’Università per Stranieri di Siena, e da Massimo Osanna, direttore generale dei Musei del Mic, sarà allestita al Mann per tre mesi.

“Questi reperti eccezionali, che ci parlano di un passato in cui i mondi romano ed etrusco si riconoscevano nelle medesime tradizioni, hanno la capacità di riconnetterci alle nostre più antiche radici – sottolinea il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano – in attesa del loro ritorno nel luogo da cui sono emersi, dove verranno ospitati in un museo per il quale abbiamo già acquistato l’edificio in cui ogni tipo di pubblico potrà comprendere il significato di questa scoperta straordinaria, ora sarà Napoli ad accogliere ‘Gli dei ritornano’. I visitatori del Mann avranno così l’opportunità di ammirare questi tesori, restituiti a noi dalla terra e dall’acqua in cui erano celati”. 

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È uscito “Gli anni Rca di Raffaella, singoli 1971-72”

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AGI – È uscito “Gli anni rca di Raffaella I Singoli 1971-1972” (Sony Music), esclusivo cofanetto che conclude il ciclo dei singoli Rca di Raffaella Carrà e che fa seguito al precedente “Raffaella Carrà. Gli anni RCA – i singoli 1970-1971”.

Il nuovo cofanetto racchiude quattro 45 giri originali e il 7” 45 giri inedito “Tuca Tuca (English vrs) / Regue (Reggae Rrrr Spanish vrs)”. In questa versione, “Tuca Tuca (I Like It)” viene stampato per la prima volta in assoluto sul supporto vinile e il brano “Regue” è disponibile per la prima volta in Italia in quanto originariamente stampato unicamente per il mercato cileno nel 1971.

“Gli Anni RCA di Raffaella i singoli 1971-1972” è disponibile nelle versioni nero negli store fisici e digitali e colorato in tiratura limitata e numerata a 500 copie unicamente sullo Store Sony.Questi i cinque dischi presenti all’interno di “Gli anni Rca di raffaella i singoli 1971-1972″: Maga Maghella / Papà, El Borriquito / Raindrops Keep Fallin’ On My Head, Tuca Tuca Si / Accidenti a quella sera, T’ammazzerei / Era Solo Un Mese Fa, Like It (Tuca Tuca) / Regue (Reggae) – Vinile 7” Bonus,La copertina di questo cofanetto è impreziosita da uno scatto inedito, catturato dall’occhio acuto di Gianni Boncompagni.

È proprio all’inizio degli anni ’70 che Raffaella arriva al successo televisivo e conosce Gianni, con cui ha poi condiviso tantissimi anni di carriera. Sono inoltre disponibili per l’ascolto in digitale gli album “Fiesta (Italian Edition)”, “Mi spendo tutto”, “Raffaella (1988)”, “Raffaella (1971)”, “Raffaella Senzarespiro”, “Scatola a sorpresa”, “Milleluci”, “Felicità tà tà” e “Raffaella (1978)” per un totale di 9 album disponibili da quest’anno sulle piattaforme streaming e in digital download.

Nel 2024 i fan di Raffaella Carrà potranno aspettarsi ulteriori sorprese poichè si celebrano gli anniversari di alcuni dei momenti più significativi nella sua grandiosa carriera. 

Con il suo stile inconfondibile e con la sua straordinaria abilità di coinvolgere il pubblico, Raffaella Carrà ha trasceso la dimensione musicale, ha sfidato senza paura gli stereotipi di genere, ha superato censure e polemiche e si è affermata come una comunicatrice senza paragoni grazie alla sua irresistibile forza e il suo rapporto con il pubblico. La sua vita e la sua carriera costituiscono un inno all’emancipazione femminile e un esempio di come l’arte possa diventare una potente forza di cambiamento culturale. Ancora oggi, la sua eredità intellettuale e artistica è una grande fonte di insegnamento e ispirazione, e continua a comunicare audacia, forza, intraprendenza e libertà.

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Maria Grazia Chiuri: ‘la moda, come il libro, è libertà’ [VIDEO]

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AGI – Il libro come sogno, fonte creativa ed espressione di libertà. Libri che nutrono anche le collezioni di moda e diventano moda. La Fiera ‘Più Libri Più Liberi’ di Roma non poteva portare sul palco una voce più autorevole per dirlo: quella di Maria Grazia Chiuri, la prima direttrice creativa donna della storica Maison fondata nel 1946 da Christian Dior, dal 2016 la ‘nostra’ italiana sul trono di Francia.

“Sono cresciuta negli anni ’70 e per me la moda è sempre stato un modo per ribellarsi a mia madre che mi voleva vestita da tirolese. Io la moda l’ho sempre vissuta come una forma di libertà: decido per me, chi voglio essere e come voglio essere”. Chiuri è disinvolta e sicura di sé mentre ricorda (strappando un sorriso al parterre) la mamma che cercava d’imporle vestiti improbabili mentre lei voleva i jeans strappati.

I libri hanno aiutato Chiuri a combattere gli stereotipi per reinterpretare l’abbigliamento mettendo al centro la donna e il suo sentire: un nuovo approccio alla femminilità diventato nel giro di breve una nuova declinazione di femminismo che va oltre il fashion  system e parla alle donne e alla società d’oggi. Non a caso la griffe Dior figura tra i partner della 22ma edizione di questa fortunata manifestazione: 670 eventi in quattro giorni, tutti regolarmente sold-out, oltre 115mila presenze e, dulcis in fundo, vendite in forte crescita per gli editori.

Sono numeri da record assoluto, ha tenuto a sottolineare Innocenzo Cipolletta, presidente dell’Associazione Italiana Editori. Era tra i vip, in prima fila, anche durante l’applauditissimo incontro-confronto “Italiane a Parigi”, che ha accesso i riflettori su due prime donne italiane Oltralpe: con Maria Grazia Chiuri e la curatrice della fiera Chiara Valerio, Teresa Cremisi, presidente di Adelphi, già direttrice di due colossi editoriali francesi come Gallimard e Flammarion. 

Avvicinata da AGI, a margine dell’evento, Maria Grazia Chiuri ha spiegato il senso di una non scontata collaborazione tra la Maison francese e la piccola e media editoria italiana: “Io amo molto i libri e c’è anche un rapporto personale con Chiara Valerio e quindi per me è stato un piacere poter coniugare questa passione e quest’amicizia in un progetto realizzato a Roma di cui sono molto orgogliosa perché coniuga un aspetto creativo e culturale”. “I libri per me sono uno strumento fondamentale per il mio lavoro creativo – ha aggiunto – mi permettono d’immaginare e di sognare…la mia presenza qui è per dire a tutti ‘leggete’!

E’ possibile rintracciare i segni delle letture che l’hanno più marcata in tutti i moda board firmati Chiuri, è lei stessa a raccontarlo mentre invita le persone ad abbandonarsi alla lettura per trovare creatività e libertà attraverso i libri. Poi, facendo sorridere un’altra volta i presenti ammette anche che la moda può – a ben vedere – essere assimilata al libro: c’è chi indossa un indumento griffato solo per apparire e chi acquista libri (mai letti) da esporre nella biblioteca di casa, perchè fa ‘status’.

‘We Should All Be Feminists’ is the motto of Maria Grazia Chiuri’s Spring-Summer 2017 collection. Discover more https://t.co/h8KQQERaCz pic.twitter.com/VKAirdVI0F

— Dior (@Dior)
February 10, 2017

C’è una narrativa nel mondo della moda? Secondo Maria Grazia Chiuri ce ne è più di una, a partire da quella che dipinge lo stilista-artista come un genio solitario, chiuso in una stanza a creare, mentre nelle grandi aziende del lusso è il team work che premia e fa vincere un progetto, insieme al confronto continuo nella squadra che lo deve portare avanti. “Purtroppo la moda, aggiunge, è stata raccontata male e anche oggi lo è, perché troppo spesso viene legata all’idea (commerciale) di un brand”. Un aspetto che i nuovi media hanno contribuito ad accentuare mettendo in secondo piano, a suo avviso, “quanto invece la moda sia parte del sistema culturale”.

I pensieri vanno immediatamente alla sua iconica t-shirt “We Should All Be Feminists”. Un messaggio forte, di rottura, che nel 2017 inaugurò l’era Chiuri della Maison francese. Una Maison, ammette, che l’ha accolta e fatta sua da subito, di fatto incoronandola all’interno della sua grandiosa storia e all’interno di un sistema culturale di cui la moda, in Francia, fa parte a pieno titolo. Anche per questo, dice, “mi sento di ringraziare Parigi”.

 

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The Japanese Standoff, l’arte che si incontra a dispetto del tempo

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AGI – Ragionare sull’esistenza di connessioni lungo la storia dell’arte che svelino una vicinanza spirituale tra artisti, al di là del dato cronologico. È l’intento di una mostra che sarà inaugurata sabato 16 dicembre 2023, alle ore 18:00, nello spazio espositivo ETworks Studio a Roma. “The Japanese Standoff” è il titolo della mostra, curata da Luca Arnaudo e Roberto Lacarbonara, con opere degli artisti Utagawa Hiroshige, Ennio Tamburi e Mathew McWilliams

Se nell’immaginario cinematografico è ricorrente uno scontro a tre – “alla messicana” – solitamente senza possibilità di soluzioni positive, l’occasione presente mira invece agli esiti cooperativi di un confronto, pur idealmente competitivo, facendo incontrare tre artisti di cui valorizza una comune sensibilità “giapponese” per equilibri compositivi essenziali di segno e colore, in particolare sulla carta.

 

La celeberrima xilografia del pittore e incisore giapponese Utagawa Hiroshige, la Festa di Tanabata (ca. 1856, parte della serie Cento famose vedute di Edo) è l’opera che, insieme a un’altra importante incisione dell’artista (Sakanoshita, ca. 1837, dalla serie Cinquantratre stazioni della Tōkaidō), innesca il dialogo ideale tra lo stesso Hiroshige, Tamburi e McWilliams. Aeree trasparenze, piani di profondità che s’intersecano dirigendo lo sguardo dagli spioventi di un paesaggio urbano fino all’orizzonte, o ancora assorte geometrie rupestri, moti d’acqua dalla straniante fissità: le composizioni di Hiroshige, tanto ammirate dagli impressionisti, innervano il modernismo di una straordinaria sintesi grafica.

Ai lievi movimenti di bandiere, ai volteggi animati dalla brezza dell’oceano e alle sfumate atmosfere montane ha guardato anche Ennio Tamburi nel corso della sua lunga avventura artistica, animata da meditate peregrinazioni tra Giappone, India, Tibet e Nepal, da cui ha riportato un ampio ricorso alle carte e alla segnicità propria dell’immaginario orientale, ma declinato con uno sguardo meridiano, particolarmente attento ai rapporti di luce e colore.

In questo incontro ideale subentra, con la sua produzione più recente di carte e tele, Mathew McWilliams, artista canadese di base a Parigi, che da un lato, anni fa, ebbe anche modo di conoscere personalmente Tamburi visitandone lo studio romano insieme al curatore di questa mostra, dall’altro ha sempre professato una profonda ammirazione per Hiroshige. Nel suo affermare il valore di un minimalismo compositivo a “levare”, fatta di studiate sovrapposizioni di piani-colore, l’opera di McWilliams s’insinua tra quella dei due maestri in maniera vitale e lieve, aprendo così questo “confronto giapponese a tre” a nuove prospettive di considerazione all’insegna di una comune, raffinata misura estetica.

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Golden Globes, Barbie e Oppenheimer pronti a sbancare

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AGI – “Barbie” e “Oppenheimer” – l’improbabile coppia di film che ha dominato il botteghino e generato innumerevoli meme su Internet quest’estate – dovrebbero guidare i Golden Globe appena rinnovati quando le nomination verranno svelati lunedì.

Soprannominati collettivamente “Barbenheimer” perché la loro uscita nelle sale è avvenuta nello stesso giorno, entrambi i film probabilmente otterranno un punteggio elevato tra gli elettori dei Globes, che danno il via alla stagione dei premi cinematografici di Hollywood. “Barbie” – una vivida satira femminista sulla linea vincente delle bambole di plastica – è stato il film di maggior incasso del 2023, guadagnando più di 1,4 miliardi di dollari a livello globale.

Si prevede che otterrà riconoscimenti per le sue star Margot Robbie e Ryan Gosling, così come per la sceneggiatrice e regista Greta Gerwig. “Oppenheimer”, il film drammatico di Christopher Nolan sull’inventore della bomba nucleare, adorato dalla critica, ha incassato l’incredibile cifra di 950 milioni di dollari al botteghino mondiale.

Dovrebbe raccogliere nomination per i membri del cast, tra cui Cillian Murphy e Robert Downey Jr, così come per il suo regista. Gli organizzatori dei Globes sperano che il clamore duraturo e l’attenzione che circonda “Barbenheimer”, così come altri film popolari e acclamati come “Killers of the Flower Moon” e “Poor Things”, possano spostare l’attenzione lontano dalla recente notorietà del gala. I Golden Globe hanno resistito per alcuni anni difficili, dopo che una denuncia del Los Angeles Times nel 2021 ha mostrato che l’organo votante dei premi – la Hollywood Foreign Press Association – non aveva membri neri.

Quella rivelazione ha innescato la messa in onda di un’ampia gamma di altre critiche a lungo latenti nei confronti dell’HFPA, comprese le accuse di dilettantismo e corruzione. All’inizio di quest’anno, i beni e i marchi dei premi sono stati acquistati e revisionati da un gruppo di investitori privati, tra cui il miliardario statunitense Todd Boehly, e l’HFPA è stato sciolto. Agli ex membri dell’HFPA con sede a Hollywood è stato vietato di accettare regali e ora riceveranno uno stipendio per votare per i loro film e programmi preferiti, mentre più di 200 elettori non membri (e non retribuiti) da tutto il mondo sono stati aggiunti.

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Archeologi italiani fanno riemergere l’antica città di Tell Muhammad in Iraq 

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AGI – “Sono straordinarie scoperte ingegneristiche, che non ci saremmo mai aspettati di fare a Tell Muhammad in Iraq. A febbraio torneremo per restaurare quanto recentemente portato alla luce perchè il lavoro di un archeologo non è solo quello di scavare ma anche di restaurare e studiare”.

Lo dice all’AGI l’archeologo Nicola Laneri, docente di Archeologia e Storia dell’arte del Vicino Oriente al Disum, che ha fatto il punto sui risultati della seconda campagna di scavi della missione archeologica “Baghdad Urban Archaeological Project” dell’Università di Catania, promossa con lo State Board of Antiquities and Heritage iracheno e grazie al ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale.

“Durante questa seconda missione iniziata il 4 settembre e conclusa il 22 ottobre – spiega Laneri – abbiamo scavato tanto, circa 800 mq in estensione e fino a un metro e mezzo in profondità, ma il lavoro ci ha premiati con meravigliose scoperte. Oltre alla porta monumentale nella cinta muraria di Hammurabi, ai magnifici vasi e a due edifici risalenti al II millennio a.C. già scoperti durante la prima campagna del 2022, adesso siamo arrivati a potere studiare il complesso sistema di fortificazioni e di gestione delle acque che segnava il versante nord-orientale della città di Tell Muhammad, fondata all’inizio dell’epoca Paleobabilonese (l’età di Hammurabi) vicino all’odierna Baghdad. Qui è stato scavato per circa 40 metri il muro di cinta che delimitava un canale o un porto fluviale rivolto verso il fiume Tigri”.

“L’antica città – prosegue lo studioso – fu poi abbandonata in corrispondenza della cosiddetta ‘Caduta di Babilonia (1595 a.C.) da parte del sovrano Ittita Mursili. Tale porta, si è scoperto, era associata a un sistema di canalizzazione di acque reflue che portava i liquami dal centro della città a uno spazio esterno molto simile a un porto fluviale rivolto verso il fiume Tigri. Ed è stata proprio la supposizione, sostenuta anche dal ritrovamento di una panchina, della presenza di un porto ad avere incoraggiato la voglia di tornare a febbraio e studiare meglio ciò che abbiamo lasciato”.

La porta si apriva su un sistema di ingresso che prevedeva una scala diretta a una ampia terrazza soprelevata con annesso torrione, nonchè un canale che faceva parte dell’intricata rete fognaria della città. In particolare, il canale era caratterizzato da un intrico di contrafforti interni e di tubazioni in terracotta che favorivano e velocizzavano il deflusso dei reflui.

Alla sommità della scala si trovava un torrione e, all’interno dello spiazzale esterno, era posizionata una cisterna per la raccolta dell’acqua che in una fase successiva venne trasformata in fossa di scarico.

Negli spazi interni alla cinta muraria sono anche stati scoperti edifici legati alla lavorazione dei cereali e alla panificazione, oltre che dei forni che avevano anche la funzione di liquefare il bitume, fondamentale per l’impermeabilizzazione dei vasi e dei luoghi legati alla gestione dell’acqua.

“Straordinaria, inoltre, è stata la scoperta di un bagno con foro e latrina sottostante e di uno spazio sacro con altare e tombe dedicato al culto degli antenati attestato nei contemporanei testi in cuneiforme – ha sottolineato Laneri – e anche gli oggetti scoperti durante questa seconda campagna di scavo sono di fondamentale importanza perchè, insieme con le forme ceramiche tipiche dell’epoca Paleobabilonese, sono stati trovati tre preziosi sigilli cilindrici con funzione amministrativa che presentano iconografie e iscrizioni tipiche di questa epoca”.

È stata la direttrice del Dipartimento di Scienze umanistiche dell’Università di Catania, Marina Paino, a ricordare come il Disum nutra particolare attenzione intorno a questo settore di ricerca di cui il dipartimento vanta da sempre studiosi di caratura internazionale.

Chiara Franchini, vice ambasciatore italiano a Bagdad, ha a sua volta ribadito l’importanza della presenza in Mesopotamia dei ricercatori italiani perchè questi hanno permesso di effettuare scoperte significative sulla storia di questa terra, utili al traguardo della istituzione di un Parco archeologico.

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Cultura

Torna a grande richiesta la “Mostra d’Arte Presepiale” nella chiesa del Corpus Domini di Gragnano

Locandina Mostra

Torna a grande richiesta la “Mostra d’Arte Presepiale” allestita nella chiesa del Corpus Domini di Gragnano, finanziata dall’amministrazione comunale, con la direzione artistica dal maestro Luca Manzi e dall’archeologo Mario Notomista.

Dopo il grande successo della scorsa edizione, la mostra ritorna con tante novità. Ad esporre saranno circa trenta artisti esperti nella creazione di monumentali scenografie, oggettistica in miniatura e splendidi pastori.

Molte le firme conosciute in ambito nazionale che si caratterizzano per una produzione pienamente aderente alla tradizione del presepe napoletano. L’inaugurazione è prevista per il giorno 10 dicembre 2023, alle ore 11:00 e l’esposizione sarà visitabile tutti i giorni dalle 17:00 alle 20:00 (la domenica e i giorni festivi anche dalle 9:00 alle 12:30). Apertura straordinaria nella notte di Natale.

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