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Arriva il francobollo del presepe di Greccio con la cometa di Hale-Bopp

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AGI – Si è tenuta presso la sala G. Velita di Greccio la presentazione del francobollo celebrativo appartenente alla serie tematica “il Patrimonio artistico e culturale italiano” dedicato alla prima rappresentazione del Presepe di Greccio, nell’800esimo Anniversario. La cerimonia è stata aperta dall’intervento introduttivo del sindaco di Greccio Emiliano Fabi; successivamente sono intervenuti il consigliere regionale Eleonora Berni, il sindaco di Rieti Daniele Sinibaldi, il ministro provinciale dei Frati minori francescani padre Luciano De Giusti, il responsabile commerciale filatelia di Poste Italiane Marco Di Nicola e il direttore provinciale di Poste Italiane Andrea Petrone. Presenti, inoltre, i delegati del comando provinciale dei carabinieri e della Guardia di finanza.

L’emissione filatelica è a cura del ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT): il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato e diffuso da Poste Italiane in tutto il Paese con una tiratura di duecentomilaquattro esemplari. La vignetta riproduce una veduta notturna del Santuario francescano del Presepe di Greccio; nel cielo stellato è visibile a sinistra il passaggio della cometa Hale-Bopp. In alto a sinistra è presente il logo del Comitato nazionale per l’ottavo centenario della prima rappresentazione del presepe. Completano il francobollo la legenda “800 anni dalla prima rappresentazione del presepio di Greccio”, la scritta “Italia” e l’indicazione tariffaria “B”.

La fotografia che ritrae la cometa Hale-Bopp che solca il cielo del reatino quasi a sfiorare il Santuario francescano è stata realizzata dal fotografo e appassionato di astronomia, Stefano Tocchio, presente alla cerimonia. Uno scatto iconico, impresso nella pellicola l’8 aprile del 1997, con una Yashica FX 2000 manuale su cavalletto e con pellicola 1600 ISO a colori.

“La presentazione del francobollo celebrativo dedicato alla prima rappresentazione del Presepe di Greccio – ha sottolineato il Sindaco di Greccio Emiliano Fabi a margine della cerimonia – è un ulteriore straordinario tassello nel grande mosaico del suo 800esimo anniversario. La vignetta, con il suo cielo stellato e la Cometa, rimanda ad alcuni esemplari passaggi della lettera Apostolica “Admirabile signum” che Papa Francesco firmò proprio a Greccio 4 anni fa. Una lettera sul significato e sul valore del presepe che rappresenta il messaggio di Francesco da custodire e tramandare nella vita di ogni giorno”.

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A lezione di Taylor Swift. Anche Harvard celebra la popstar

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AGI  – L’Università di Harvard si unirà ad altre prestigiose università statunitensi che hanno integrato nel loro piano di studi un nuovo corso sulla popstar Taylor Swift. Il corso “Taylor Swift e il suo mondo” ha già attirato l’attenzione di 300 studenti e fa parte di un’ondata di interesse per la cantante da parte di College rinomati come la New York University, l’Università del Texas e l’Università dell’Arizona, a cui si aggiungerà l’anno prossimo Stanford.

Il corso di Harvard sarà tenuto dalla professoressa Stephanie Burt, 52 anni, ammiratrice della musica dell’artista country e pop. “Dieci o dodici anni fa, mi sono resa conto che tra tutte le canzoni che si ascoltavano nelle farmacie, negli aeroporti, nelle stazioni degli autobus e nei luoghi pubblici, ce n’era una che era migliore di tutte le altre”, ha detto Burt al Times, riferendosi alla hit “You Belong to Me“.

“Volevo sapere chi l’aveva scritta. Era una canzone molto attraente dal punto di vista lirico e musicale, un pezzo perfettamente costruito”, ha aggiunto. La professoressa ha detto al New York Times di essersi interessata ancora di più alla Swift quando ha visto il documentario “Miss Americana”, uscito nel 2020 e che segue la vita della cantante per diversi anni della sua carriera. 

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A Terni “Scritture d’inverno”. Parte UmbriaLibri 2023

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AGI – A un anno dal successo dell’edizione 2022, UmbriaLibri torna a Terni dal 1° al 3 dicembre con “Scritture d’inverno”. Anticipata dalla presentazione di Aldo Cazzullo del suo ‘Quando eravamo i padroni del mondo. Roma: l’impero infinito’, tenutasi il 30 novembre alla Biblioteca Comunale, la kermesse culturale della Regione Umbria, organizzata a cura di Sviluppumbria con la direzione artistica di Angelo Mellone, invaderà pacificamente Terni per tre giorni con un cartellone di eventi di richiamo impreziosito da ospiti come Maurizio De Giovanni, Veronica Pivetti, Marco Damilano, Costantino D’Orazio, Gigliola Cinquetti, Matthew Lee, Andrea Perroni, Massimiliano Ossini, Pierluigi Diaco, Fausto Brizzi, Daniela e Luca Sardella, Federico Palmaroli Osho e Monica Setta.

Agli appuntamenti letterari seguiranno serate di musica e parole, per una festa lunga l’intera giornata e costruita per creare un flusso di incontri costante e capace di accompagnare il pubblico  lungo tutto il fine settimana.

La giornata d’esordio della manifestazione vedrà salire sul palco, tra gli altri, Massimiliano Ossini alle 17.30 alla Biblioteca Comunale per la presentazione del libro Amico e Veronica Pivetti, alle 18.30, con il suo Rosa. Alla sala blu di Palazzo Gazzoli, alle 21.30, chiuderà la prima giornata di UmbriaLibri il concerto di Matthew Lee, ad ingresso gratuito e prenotazione obbligatoria. 

Sabato  2 dicembre alle 12.00 alla sala Candelori di Palazzo Montani Leoni è in programma la presentazione della mostra ‘Alla scoperta di Amarsi’. In anteprima la mostra sull’amore nell’arte a cura di Costantino D’Orazio. Alle 17.00 alla Biblioteca Comunale Angelo Mellone intervisterà Pierluigi Diaco, mentre alle 18.00 Daisy Goodwin, per il centenario della nascita di Maria Callas, presenterà il libro Diva. A seguire, sempre alla Biblioteca Comunale, Fausto Brizzi racconterà ‘Siamo scritti a matita’. Chiusura al Teatro Secci, alle 21.30, con ‘In fin dei conti… la fine del mondo’, due spettacoli in uno con Andrea Perroni e Angelo Mellone.

Domenica 3  dicembre alle 11.00 alla Biblioteca Comunale Daniela e Luca Sardella presenteranno il libro ‘Una pianta per amica’, mentre alle 12.00 sarà la volta di Federico Palmaroli Osho con ‘Er pugno se fa co la destra o co la sinistra? Splendori e (miserie) di un anno italiano’.Alle 15.45, ancora alla Biblioteca Comunale, Marco Damilano racconterà il suo ‘La mia piccola patria’, seguito alle 16.30 da Fabrizio Roncone  con ‘Il potere di uccidere’ e alle 17.15  da Maurizio  De Giovanni con ‘Soledad. Un  dicembre  del commissario Ricciardi’. Alle 18.00 sarà la volta di Monica Satta e Figli imperfetti. La forza e la fragilità della Generazione Z, cui seguirà alle 18.45 la presentazione di Gigliola Cinquetti del suo ‘A volte si sogna’, con cui si abbasserà il sipario su UmbriaLibri 2023.

Fitto calendario di eventi anche per la sezione laboratori della manifestazione, in collaborazione con il Centro per il libro e la lettura e la Biblioteca Comunale Terni. Tra questi, venerdì 1 dicembre, al “Caffè Letterario”, dalle 9.30  alle  11.30, l’incontro con Pierdomenico Baccalario, autore di romanzi e racconti per ragazzi tradotti in tutto il mondo e vincitore del premio “Il Battello a Vapore”.  Sempre venerdì, dalle 9.00 alle 13.00 alla sala Videoconferenze, Scrittura creativa: il viaggio dell’eroe, laboratorio a cura di Manlio Castagna basato sugli studi di Joseph Campbell e di Christopher Vogler, in cui il modello narrativo, conosciuto come il viaggio dell’eroe, viene spiegato in modo strutturale per scrivere un romanzo di qualità.

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Cultura

Torna “Più libri più liberi”, Roma è di nuovoi capitale della parola

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Dal 6 al 10 dicembre Roma torna capitale della parola con la 22ma edizione di Più libri più liberi, fiera nazionale della Piccola e Media Editoria. Organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE), la manifestazione troverà ancora una volta spazio tra le scenografiche vetrate de La Nuvola dell’Eur dove 594 espositori, provenienti da tutto il Paese, presenteranno al pubblico le novità ed il proprio catalogo.

In cinque giorni più di 600 gli appuntamenti da seguire tra presentazioni, letture, lectio magistralis, confronti e dibattiti, oltre alle occasioni di incontro per operatori professionali, per un evento che vede accanto all’AIE  il sostegno del Centro per il libro e la lettura del Ministero della Cultura, Regione Lazio, Roma Capitale, Camera di  Commercio di Roma e ICE-Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane, con il contributo di SIAE. Realizzata in collaborazione con Istituzione Biblioteche di Roma, ATAC, EUR Spa e Dior, Più libri più liberi 2023 si avvale della Main Media Partnership di Rai con il Giornale della Libreria e partecipa ad Aldus Up, la rete europea delle fiere del libro cofinanziata dall’Unione Europea. 

Il tema del 2023 è NOMI COSE CITTA’ ANIMALI, titolo di un gioco per bambini che invita alla massima creatività, ma lo scenario concreto è quello della piccola e media editoria italiana che nel 2022 ha pubblicato 47.850 novità, in lieve calo rispetto all’anno precedente (-0,6%), pari al 59,3% dell’offerta editoriale complessiva. Le case editrici attive, micro, piccole e medie sono oggi 5.022, -0,9% rispetto al 2021. La quota di mercato nel 2022 è stata del 49,2%.

Le novità

La curatrice Chiara Valerio ha raccontato i temi della manifestazione in “Una lettera tira l’altra”, il podcast prodotto da Zampediverse in 6 puntate, ciascuna dedicata a una lettera, da cui si è partiti per giocare a Nomi Cose Città Animali e parlare di libri, editoria e  autori. Nuovo anche il format “Una cosa non sempre divertente che faccio ogni anno”, reportage di Emmanuela Carbé che girerà per La Nuvola restituendo giorno dopo giorno le sue impressioni sulla fiera. Una cronaca che diventerà racconto su Il Post.

Inoltre arriva da Testo, la fiera organizzata da Pitti nel mese di febbraio alla Stazione Leopolda di Firenze, Radio Gridolini (Cloud version) ideata da Todo Modo. Un’emittente per raccontare quello che succede in fiera attraverso interviste e approfondimenti.

Omaggi e partecipanti

Anche nel 2023 Più libri più liberi omaggerà  Andrea Camilleri con un reading inedito di Neri Marcorè, mentre un ciclo di incontri sarà dedicato a Italo Calvino in occasione del centenario della sua nascita. Anche la memoria di Gigi Proietti troverà spazio attraverso la presentazione di un docu-libro di Claudio Pallottini. A chiudere la fiera un incontro ricorderà la figura di Michela Murgia con le testimonianze video dei Purple Squares e quelle personali di tanti scrittori e scrittrici che parleranno dei suoi libri e dei temi che più le erano cari. 

Tra i più attesi ospiti stranieri alla fiera la documentarista ed autrice brasiliana Eliane Brum, le messicane Brenda Navarro ed Anabel Hernandez, l’olandese Ian Brokken, gli statunitensi Christopher Paolini e Margo Jefferson, il croato Robert Perisić,  il ghanese Nana Kwame Adjei-Brenyah, , le inglesi Sally Bayley e  Maggie Nelson. Una chicca sarà offerta da Merlin Holland, unico discendente in linea diretta di Oscar Wilde, che presenterà il libro Essere figlio di Oscar Wilde scritto dal padre Vyvyan Holland.

Dato il loro altissimo numero, è impossibile citare i nomi di tutti i partecipanti/ospiti italiani, ma nelle vesti di presentatori di propri testi o relatori di opere altrui nelle sale de La Nuvola prenderanno la parola, tra gli altri, scrittori come Alessandro Barbero, Luciano Canfora, Paolo Giordano, Erri de Luca, Edoardo Nesi, Nicola Lagioia, Marco Malvaldi, Antonio Manzini, Paolo Di Paolo, Giulia Caminito, Alessandro Mari e Melania Mazzucco; giornalisti/autori come Corrado Augias, Adriano Sofri, Marco Damilano, Gian Antonio Stella, Luca Telese e Marino Sinibaldi; fumettisti come Zero Calcare, Gipi, Fumettibrutti e Disegni; rapper come  Rancore e personalità trasversali come Patrick Zaki, Elly Schlein, Vittorio Sgarbi, Maurizio Landini, Roberto Gualtieri,  Giovanni Maria Flick,  Massimiliano Fuksas, Claudio Gregori (Greg), Valerio Lundini e Serena Dandini  Eventi | Più libri più liberi (plpl.it). 

Approfondimenti

Tra le sezioni del programma, “Scrittori che parlano di scrittori” è una nuova formula per raccontare  gli autori che amiamo attraverso le parole di loro “colleghi” (Mario Desiati  parlerà di Fleur Jaeggy, Djarah Kan di Franzt Fanon e Joseph Conrad, Nadia Terranova di Jane Austen,  Gaja Cenciarelli di Margaret Atwood, Marina Pierri di Elena Ferrante,  Carola Susani di Alberto Moravia,  Viola Ardone di Julio Cortázar, Teresa Ciabatti di Joan Didion, Vanni Santoni di Roberto Bolaño, Donatella Di Pietrantonio di Emmanuel Carrère, Serena Dandini  di Eve Babitz ed Elena Stancanelli di Jean Rhys).

Con Università Più libri più liberi si arricchirà di un ciclo di incontri dedicati ai giovani sull’approfondimento di argomenti accademici, mentre per la striscia Scienza esperti italiani e stranieri condurranno il pubblico lungo quei sentieri di consapevolezza delle regole del mondo che permettono l’elevazione della coscienza umana. Infine, i grandi incontri della sezione Parole (si va da Maria Grazia Chiuri di Dior a Teresa Cremisi, da Marco Bellocchio al rapper Piotta), e ancora gli eventi di Utopia, Giornali, Roma, Fumetti e Graphic Novel, Ragazzi, Premi, fino a quelli delle Istituzioni e del Polo Professionale.

La manifestazione è presieduta da Annamaria Malato e diretta da Fabio Del Giudice. Il programma è a cura di Chiara Valerio.

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Cultura

“La memoria? Ha la forma di un libro”. Intervista a Chiara Valerio

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AGI – Di Chiara Valerio si sente parlare spesso, di questi tempi, in contesti diversi, ma l’editoria resta la sua casa. Scrittrice ed editor con un background da matematica, ma anche giornalista, conduttrice radiofonica e direttrice artistica, ha curato quest’anno il programma di Più Libri più liberi.  L’abbiamo incontrata per conoscere le sue sensazioni alla vigilia dell’evento.

Ha definito questa edizione di Più libri più liberi (PLPL) il primo volume di una trilogia: di quali capitoli si sente più orgogliosa?

Mi piace l’idea della collaborazione tra PLPL e Testo, la fiera organizzata da Pitti e da Todomodo, libreria indipendente di Firenze, attraverso Radio Gridolini. Mi piace l’idea di Emmanuela Carbé che scriverà una cronaca che sarà poi pubblicata nella sezione Storie de Il Post, perché in effetti le fiere e i festival sono viaggi. Mi piace l’idea di Dior partner di progetto della fiera perché come dice Maria Grazia Chiuri, direttrice delle collezioni donna di Dior, la moda ha a che fare con la rappresentazione di sé stessi. Mi piace l’idea di una solida, vasta e larga striscia di scienza. Mi piace l’idea di chiudere ogni capitolo della trilogia con una riflessione sull’opera, squadernata in vari media, di Michela Murgia. Insomma, mi piace tutto.

Se fosse una semplice visitatrice, quali appuntamenti di questa edizione della manifestazione non vorrebbe mai perdersi?

Visto che amo moltissimo chi legge, e amo gli scrittori e le scrittrici che si presentano come lettori, seguirei la striscia Scrittori che raccontano scrittori. Che apre col premio Strega Mario Desiati che racconta Fleur Jaeggy e con Djarah Kan, scrittrice e attivista che parla di Conrad e Fanon.

Dalla piccola e media editoria arriva il 60% dell’offerta complessiva nelle librerie, in cosa si sostanzia in termini di valore la differenza della loro proposta da quelle dei grandi gruppi editoriali?

Ho lavorato in una casa editrice indipendente per quasi dieci anni e ora lavoro in una storica casa editrice che fa parte di un grande gruppo. Non credo ci sia differenza nel punto di vista, nel voler cercare e portare a chi legge libri che volta per volta si reputano nuovi. L’editoria ha a che fare col nuovo, con la cosa prossima, con l’immaginazione. Quella piccola e quella grande. Tuttavia, ogni volta che si cambia scala sorgono nuovi problemi e nuove avventure. I problemi da risolvere sono diversi per la piccola e per la grande editoria.

In una società dominata dalla tecnologia, cosa rappresentano – o dovrebbero rappresentare – i libri per noi? In altri termini, possono ancora cambiare il mondo o almeno, in una qualche percentuale, le nostre coscienze?

Sa, gli Dei fanno qualsiasi cosa nell’Olimpo, ma non leggono. Potrebbe eccepire che la scrittura era da lì da venire, ma la realtà è che leggere e pubblicare sono azioni umane. Mentre la tecnologia ha a che fare con la mitologia e con la religione (Prometeo agli Dei ruba il fuoco, una tecnologia), l’editoria è una cosa tutta umana. Dunque leggere in sé è il gesto che ci tiene a riparo da paure o timori tecnologici che, dalla metà degli anni Cinquanta in poi, da quando cioè Norbert Wiener ha inventato la cibernetica – il prodromo di ciò che oggi chiamiamo AI – ci perseguitano riguardo la possibilità di una società governata dalle macchine. Ma il punto, mi pare, non è l’automazione: è la memoria. E mi pare pure che la memoria abbia la forma del libro.

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Shane MacGowan, frontman dei Pogues, è morto a 65 anni

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AGI – Shane MacGowan, frontman della band folk-punk ‘Pogues’, è morto all’eta’ di 65 anni. MacGowan, costretto su una sedie a rotelle da una caduta del 2015 da cui non si era ripreso, aveva lasciato definitivamente la band nel novembre del 1991, a causa dei problemi di alcol e dei continui ritardi alle prove e ai concerti.

Ha scritto brani memorabili tra cui Fairytale of New York definita una delle più belle canzoni di Natale di sempre. La sua collega e amica Sinead O’Connor lo fece arrestare per cercare di tenerlo lontano dall’eroina. “È un angelo vicino alla fine che ha bisogno di aiuto. È andato troppo lontano, ha raggiunto lo stadio in cui fisicamente non riesce a fermarsi per smettere di bere, si è provocato troppi danni” disse di lui. 

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Cultura

‘Parole passeggere. La pratica artistica come semantica dell’esistenza’ il libro di Elena Bellantoni

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AGI – Una lunga carriera artistica che è arrivata fino alle passerelle di Dior. La creazione artistica scaturisce dall’esigenza ineluttabile di affrontare le proprie urgenze politiche, intellettuali, estetiche, narrative e identitarie, di indagare il mondo con uno sguardo autentico, sperimentando ogni relazione in maniera partecipata e personale. I video, la fotografia, il disegno, la scultura, le installazioni sono tecniche “linguistiche” che l’artista romana, Elena Bellantoni ha utilizzato per rappresentare la visione di sé e del reale, concentrandosi sul corpo come mezzo di interazione. La scrittura, poi, è servita a fare ordine, a dare voce al rapporto tra vita e arte, che dialogano e si riconoscono, nel flusso continuo della poetica del vagabondare, del perdersi e ritrovarsi, in una dimensione che del tempo cerca la sua diacronia.

“Non è un catalogo, ma un’auto-etnografia attraverso la quale cerco di fare il punto sugli incroci e le interferenze tra la mia vita personale e lo sviluppo del mio lavoro. L’arte è totalizzante, io mi sento sempre artista” spiega all’AGI, l’artista che il prossimo 30 novembre presenterà al Maxxi il volume edito da Castelvecchi.

Bellantoni oggi si divide tra il suo studio d’arte e la docenza all’Accademia di Belle Arti L’Aquila e alla NABA di Roma. Dopo la laurea in Storia dell’arte contemporanea, studia a Parigi e Londra, dove nel 2007 ottiene un Master of Arts in Visual Art al WCA – University of Arts London. Nel 2018 è tra gli artisti vincitori della IV edizione dell’Italian Council del MiC (Ministero della Cultura) e nel 2019 presenta il libro dell’intero progetto On the Bredline al MAXXI di Roma con un focus su tutta la sua produzione video. Questo libro è l’occasione per raccontarsi, partendo dalla propria infanzia fino ad arrivare alla fuga berlinese, che ha portato Bellantoni a confrontarsi con un nuovo contesto artistico, culturale e personale, finalmente lontana dalla periferia romana dove è cresciuta e dalla quale è in qualche modo scappata.

Scrive Bellantoni “Ho deciso di dividere il libro in sei capitoli che quasi in ordine cronologico – ci sono degli sbalzi spazio-temporali – seguono l’evolversi della mia ricerca. Tra un capitolo e l’altro ho inserito degli “intermezzi poetici”, dei testi che negli anni ho scritto e che sono strettamente legati alla mia produzione più performativa. La loro ragione d’essere è quella di parole in libertà, costituiscono l’ossatura dei mei pensieri che diventano, poi, agiti. Inoltre, quest’elenco di parole è stato per diverso tempo – all’interno della mia pratica relazionale – il canale di comunicazione con l’altro. Ovvero le regole fisse su cui ho impostato lo spazio del dialogo: prima di chiedere le parole ero io che consegnavo le mie.

Nel 2018 il lavoro “Ho annegato il mare” è selezionato nei Collateral di Manifesta 12 a Palermo. Lo stesso anno viene selezionata per il Gran Tour d’Italie del MiC. Nel 2014 vince il premio speciale Repubblica.it per il Talent Prize; con il progetto In Other Words. The Black Market of Translation – Negotiating Contemporary Cultures nel 2011 vince il bando della NGBK a Berlino. Il suo lavoro è presente in importanti collezioni pubbliche e private.

“Il mio processo artistico si nutre inoltre del dialogo tra discipline umanistiche: la storia come dispositivo di memorie e narrazioni, l’antropologia come luogo dell’incontro, la psicoanalisi come giardino in cui germoglia la parola. L’elemento sociale e politico è il collante che contraddistingue la mia ricerca, la quale, tuttavia, conserva sempre uno sguardo poetico”.

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In arrivo su Netflix le puntate finali di “The Crown”

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AGI – Netflix svela le prime foto della seconda parte della sesta e ultima stagione di ‘The Crown‘, che sarà disponibile su Netflix il 14 dicembre 2023. Nella seconda parte, composta da sei episodi, ad assumere i ruoli del principe William e del principe Harry saranno Ed McVey e Luther Ford. Insieme a loro ci sarà Meg Bellamy nei panni di Kate Middleton. Si tratta dei ruoli di debutto per i tre attori.

Il principe William cerca di reintegrarsi nella vita all’Eton College dopo la morte di sua madre mentre la monarchia deve cavalcare l’onda dell’opinione pubblica. Con l’avvicinarsi del suo giubileo d’oro, la regina riflette sul futuro della monarchia, che vedrà il matrimonio di Carlo e Camilla e l’inizio di una nuova favola reale tra William e Kate.

Da quando è arrivata su Netflix nel 2016, la serie ‘The Crown’ ha vinto e ha ricevuto nomination per numerosi premi, tra cui 15 nomination ai Bafta, 10 nomination ai Golden Globe (di cui 4 vittorie), 69 nomination agli Emmy in 5 stagioni (con 21 vittorie in 4 stagioni) e altri ancora. 

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Libri: esce ‘Altrove’ di Nicolò Govoni, è ‘giallo’ a Cremona 

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AGI –  “Altrove” è l’ultimo romanzo di Nicolò Govoni, attivista e presidente di Still I Rise, organizzazione che si occupa di minori e vulnerabili nel mondo attraverso due approcci educativi volti a fornire istruzione di alta qualità e garantire la protezione degli studenti. Un progetto educativo e scolastico per il loro inserimento in società togliendoli da situazioni di povertà e disagio.

“Altrove”, edito da Still I Rise – Edizioni, è un romanzo ambientato a Cremona, una tranquilla cittadina dove non accade mai niente di particolarmente esaltante, dove tutto scorre secondo ritmi cadenzati e consuetudinari. Finchè non accade qualcosa: i corpi di tre bambine vengono ritrovati in un fiume. Il romanzo si tinge di giallo, perchè scatta subito la ricerca del colpevole.

E si punta dritto sugli immigrati che sono in città e hanno invaso le piazze, la stazione dei treni, sono in citta’. Ma una delle bimbe uccise, o meglio qualcuna che le somiglia, bussa alla porta di casa. La verità è un’altra. Ed ecco riaffiorare il tema dell'”altro” e dell’ “Altrove”, quello del posto giusto dove nascere, vivere, morire, della differenza fra “noi” e gli “altri”. Noi e loro. Un motivo valido per chiederci se non sia il caso riflettere un secondo di più prima di saltare alle conclusioni che poi possono davvero fare del male. 

“La città è scossa per queste morti – racconta lo scrittore all’Agi – i suoi abitanti sono chiamati a guardarsi in faccia. Si salta a conclusioni affrettate, la colpa è subito dei migranti che hanno invaso la città, parte la caccia alle streghe. Il giallo in realtà è l’espediente per costringerci a entrare nella psiche dei personaggi, nella scoperta di una realtà ben diversa e frammentata. E’ una storia di persone che devono guardarsi dentro e ritrovarsi”.

Nicolò Govoni, scrittore, è un cooperante e presidente dell’associazione Still I Rise attraverso cui sono state aperte scuole di emergenza e scuole internazionali. Le prime si trovano in Repubblica Democratica del Congo, Yemen, Nord Ovest della Siria. Le seconde sono in Kenya e presto in Colombia, dove sono iniziati i lavori in una struttura specifica.

L’approccio delle scuole internazionali prevede il prestigioso percorso educativo del Baccalaureato Internazionale, normalmente riservato solo alle èlite e proposto in questo caso anche ai bambini vulnerabili e profughi, in modo totalmente gratuito. E lo scopo è quello di permettere loro un tipo di istruzione che consenta di potersi integrare nel tessuto sociale e diventare la classe dirigente di domani, anche nello stesso Paese di origine.

Perchè Still I Rise educa in emergenza ed educa anche per ricostruire. “Apriamo scuole di emergenza e riabilitazione, ma anche in scuole internazionali. E siamo certificati e premiati per questo. Diamo l’occasione ai bambini vulnerabili di diventare i prossimi politici, i nuovi leader”.

La prima scuola in emergenza e riabilitazione, da cui poi è partita Still I Rise, è stata “Mazi”, sull’isola di Samos che ora è chiusa: “E’ un progetto concluso – ha spiegato – perchè siamo riusciti a far iscrivere gli studenti rimasti alla scuola pubblica greca i profughi sono scolarizzati, alcuni sono andati in altri Paesi e l’hotspot disumano in cui si trovavano è stato chiuso. Non c’era motivo di restare. Il nostro sarebbe stato un servizio obsoleto”.

“Il campo profughi a Samos non c’era più. Missione compiuta: un progetto non può rimanere aperto in eterno. Al contrario chiuderlo, vuol dire che la crisi è risolta. L’obiettivo della cooperazione internazionale deve esser quello di rendere sè stessa obsoleta. E risolvere è motivo di festeggiamento. Da Mazi è nata Still I Rise, non dimentichiamolo”. 

A cosa serve il marchio editoriale Still I Rise – Edizioni? “E’ una vera e propria scommessa, in tanti mi hanno sconsigliato di farlo. Io invece ci credo e con me tutta Still I Rise. Non solo i miei romanzi o libri, ma anche quelli di altri possono andare sotto questo marchio. Lo scopo, tolti i costi, è sempre lo stesso: raccogliere fondi per la nostra associazione. Noi rifiutiamo i fondi governativi, istituzionali e quelli di multinazionali che non rispettano principi etici in cui crediamo”.

Nella cooperazione, infatti, può capitare che sia il denaro a dettare la direzione. “Noi – aggiunge – siamo indipendenti, abbiamo donatori privati, persone normali o aziende che riscontrano aderenza fra il nostro lavoro e quello in cui credono. E ora ci sono anche le nostre edizioni. Il ricavato di questo libro va a Still I Rise”

Perchè non siete andati in Ucraina o non siete ora a Gaza? “Semplicemente – spiega – non ci sono le condizioni attinenti ai nostri principi. E nel caso di Gaza in particolare, che per ora non rientra nella nostra pianificazione, non vorremmo si ripetesse la stessa esperienza della Turchia da cui siamo andati via a causa della corruzione dilagante. Il livello di corruzione, a certi livelli di partito, è molto alto. Lo diceva anche Gino Strada che ci sono dei territori dove era impossibile lavorare. E per esempio questi sono Somalia e Palestina”.

L’insegnante “tipo” delle scuole di Still I Rise: “E’ una persona appassionata, flessibile, tenera”, risponde Govoni che sottolinea come in questi anni abbia assistito “a grandi cambiamenti nei suoi studenti. Arrivano vulnerabili, spaventati, poi prendono fiducia e possono essere strabilianti. Su tutti sicuramente sono letteralmente esplosi Doris e Mohamed che hanno vinto un concorso, hanno fatto una performance davanti a 5000 persone, hanno scritto una poesia recitata da loro, danzato: sono diventati piccole star venute con noi anche in Italia. Arrivano dal Kenya e sono il risultato di un lungo lavoro di autostima”.

E’ stata aperta di recente una scuola in Yemen: “Ci lavoravamo da un anno – aggiunge Govoni – ci abbiamo tenuto molto. E’ un Paese complesso lo Yemen, dove c’è una guerra dimenticata e una crisi umanitaria gravissima. Addirittura, tante persone non sanno nemmeno dove sia lo Yemen. Aver aperto una scuola in un contesto così difficile è un sogno. E’ scuola di emergenza, ma sempre scuola, sempre progetto educativo di reinserimento come quelle del R.D. Congo e del Nord Ovest della Siria. Forse, un giorno, quella Congo potrebbe anche diventare una scuola internazionale. Per ora è importante riscattare i minori dalle condizioni difficili e reinserirli in un progetto scolastico”.

“Altrove” è uscito sotto il marchio di Still I Rise: “ma la promozione del libro – spiega ancora l’autore – serve a condividere il nostro progetto educativo. Serve al suo sostegno. Abbiamo un progetto ambizioso per il futuro: l’apertura della scuola in Colombia, vorremmo aprirne una in India e alla fine del 2025 aprire in Italia i battenti di una scuola per migranti e italiani vulnerabili. Ma per fare questo dobbiamo ampliare la base dei nostri donatori. E’ un bisogno reale. Dico sempre: meglio una donazione mensile che permette di pianificare, che una donazione una tantum”. Meglio sostenere quindi e comprendere l’Altrove.

 

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