AGI – C’è la Callas ‘privata’, più ‘intima’, quella fuori dal palcoscenico, in giro per le strade di Milano o Portofino, mentre passeggia con il suo amato barboncino, al ristorante, in aeroporto, in costume da bagno davanti al mare di Ischia, ma anche sullo yacht di Onassis o in Tribunale nei giorni in cui si discuteva la causa di separazione dal marito.
Immagini di ‘dietro le quinte’ della vita della grande cantante lirica, che in occasione del centenario della sua nascita sono esposte alle Gallerie d’Italia di Milano, dal 9 novembre al 18 febbraio, nella mostra “Maria Callas, ritratti dall’archivio di Publifoto Intesa Sanpaolo”. L’esposizione ricca di 91 immagini che il curatore Aldo Grasso ha selezionato dall’archivio dell’agenzia fotografica, coprono gli anni dal 1954 al 1970.
Scegliere non è stato facile, ha ammesso, “perchè le fotografie erano tutte significative, abbiamo usato il criterio di scegliere quelle che fossero ‘vive, soggette a continue riletture. In mostra ci sono foto che ‘parlano, al di là del dato dell’epoca ancora oggi hanno significato incredibile. Soprattutto per la vita della Callas. Sono foto di vita quotidiana, con amori e tormenti, c’è la sua vita fuori dalla scena”. Solo due immagini ritraggono il soprano al teatro, e aprono e chiudono la mostra.
La prima è del 1 dicembre 1954, e ritrae la Callas insieme ai tre grandi direttori d’orchestra Arturo Toscanini, Victor De Sabata e Antonino Votto dopo una delle prove del La Vestale; l’ultima è del 7 dicembre 1970 e rappresenta il suo ritorno alla Scala, come spettatrice, accanto a Wally Toscanini. Tutte le altre, 89 immagini, sono di vita quotidiana, certo sempre di una star, quindi al veglione a Monte Carlo, sul megayacht o a Capri.
Il formato è quello originale, come ha osservato Giovanni Bazoli, Presidente emerito di Intesa Sanpaolo. “Ho trovato giusto lasciare le foto nel loro formato. Oggi una rarità perchè ci sono tali possibilità di valorizzarle. Ma queste foto così piccole obbligano il visitatore ad avvicinarsi e a leggere le didascalie. Mi ha dato una grande emozione, mi è parso di conoscerla.
Fu proprio questa agenzia d’altra parte a fare lo ‘scoop’ dell’affaire tra la Divina e Onassis, il 3 settembre del ’59 a Milano. In mostra c’è l’evoluzione di Maria Callas, la sua ‘trasformazione da ‘ciabattona’, come l’aveva definita poco gentilmente la cognata, a cigno che riesce a entrare in un aderente tubino confezionato dalla stilista più famosa del tempo, Biki. E che si emancipa dal marito, rimasto un pò provinciale e che male si integrava nel jet set internazionale del quale lei ormai faceva parte, frequentando anche la principessa Grace.
E il suo grande amore, l’armatore Onassis “che per lei era la rivincita sulla brutalità della vita”. La scintilla scoccò sul panfilo Christina, di cui ci sono diverse foto. Ma la relazione come è noto non ebbe un epilogo felice. A consolarla ebbe accanto gli amici di una vita, Antonio Ghiringhelli, Luchino Visconti, Vittorio De Sica, Franco Zeffirelli e naturalmente Pier Paolo Pasolini, con cui girò il film Medea.
Ogni foto è una tessera di un mosaico che non finirà mai, ma “una mi ha folgorato – dice Aldo Grasso – è del ’55. Ritrae una cena al Savini, al suo fianco c’è Visconti, si intravede Ghiringhelli, Meneghini in un angolo. E c’è un signore che porte alla Callas un mazzo di rose, mi colpisce il gesto, l’omaggio, era Valentino Bompiani. Callas resiste nel tempo perchè diventa un mito, che si tramanda alimentato dai racconti”.
L’Archivio Publifoto Intesa Sanpaolo è “l’isola del tesoro”, ricca di testimonianze. Negli anni presi in riferimento tra l’altro la tv era agli esordi, nata nel ’54. Quello era il periodo dei grandi rotocalchi, per i quali Publifoto lavorava.
“Abbiamo sia foto posate, tra cui l’unica a colori, insieme al marito, Giambattista Meneghini, che la guarda adorante, nel salotto della casa milanese in via Buonarroti, o in atelier mentre prova gli abiti, sia foto rubate, catturate – spiega il curatore Aldo Grasso -. Sono foto che ci raccontano la sua vita, con i personaggi che ne fanno parte”.