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Debutta a Madrid “Bailo Bailo”  lo spettacolo dedicato a Raffaella Carrà

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AGI – È arrivato il momento del debutto del grande musical “Bailo Bailo”, dedicato al mito di Raffaella Carrà, artista che nel corso degli anni, è divenuta un modello di libertà per le generazioni femminili di ieri e di oggi.

La prima mondiale si terrà il 3 novembre, nello storico Capitol di Madrid. È un grande spettacolo fortemente voluto dalla produttrice italiana Valeria Arzenton, una collaborazione panaeuropea che schiera case di produzione quali la Dreamcatcher SL e che vedrà la luce nel rinnovato Capitol che – dopo essere stato solo cinema dal 1933 – ritorna per la prima volta a sala spettacoli. Un luogo speciale ed unico in Gran Via, nel pieno centro e cuore della capitale spagnola, per far debuttare un’opera che cercherà di riportare in scena lo spirito e l’energia dell’indimenticabile Raffaella.

Una produzione che da Madrid si rivolge al mondo, con l’ambizione di rappresentare un “Latin Mamma Mia” carico di gioia e vitalità. 

Liberamente adattato dal film Explota Explota di Nacho Alvarez, “Bailo Bailo” ha coinvolto alcune fra le maggiori stelle del musical internazionale, con la regia di Federico Bellone, le coreografie di Gillian Bruce, la supervisione musicale di Giovanni Maria Lori e la produzione di Valeria Arzenton. Consulente artistico del musical, il compagno di vita e di lavoro della Carrà, Sergio Iapino.

Nel cast, star del calibro di Lydia Fairen, Natalia Millan, Thomas Naim, Dani Tatai, Pepa Lucas e Chez Gutzman. Il musical racconta la storia di Maria, una giovane ballerina sensuale che anela alla libertà all’inizio degli anni Settanta, un’epoca che in Spagna era segnata da rigidità e censura, soprattutto in televisione. Con lei scopriremo come anche il più difficile dei sogni può diventare realtà, il tutto raccontato attraverso i più grandi successi di Raffaella Carrà.

 

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Il mercato dei fumetti in Italia vale 71,2 milioni di euro

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AGI –  Le librerie di fumetti in Italia hanno venduto nel 2022 fumetti nuovi per un valore di 71,2 milioni di euro, in crescita del 28,5% rispetto all’anno precedente. Sommando a questi numeri i 107,9 milioni di euro (più 8,6% rispetto al 2021) di fumetti venduti nei canali trade, ovvero librerie generaliste, supermercati e commercio elettronico, si arriva a un mercato complessivo di 179,1 milioni di euro, in crescita media del 15,7% rispetto al 2021. Dalla stima sono escluse le edicole.

I dati sono contenuti nell’aggiornamento annuale dell’indagine sul profilo operativo delle librerie di fumetti che l’Associazione Italiana Editori (Aie) realizza in collaborazione con Lucca Crea e che è stata presentata a Lucca Comics & Games in un incontro. moderato da Luca Valtorta (la Repubblica), a cui hanno partecipato Alberto Rigoni (Lucca Crea), Giovanni Peresson (Aie), Stefania Simonini (PaniniComics) e il libraio Luca Lucchesi (Il Collezionista).

“Il peso delle vendite di fumetti nuovi nelle 440 librerie di fumetti sul territorio sfiora il 40% (39,8%) sul totale di 179,1 milioni di euro, valori che confermano la capacità di un canale specializzato come questo di contrastare la concorrenza che proviene da altri canali di vendita. Si tratta per altro di esercizi commerciali che vendono anche l’usato, offrendo anche altri tipi di servizio al vasto pubblico degli appassionati, per un valore del venduto complessivo nel 2022 di 85,8 milioni di euro”, ha spiegato Giovanni Peresson.

“Le fumetterie rivestono da sempre un ruolo di fondamentale importanza nel nostro settore, come spazi di vendita che offrono una competenza specifica, ma anche come luoghi di aggregazione in cui i lettori possono conoscersi, confrontarsi e crescere insieme”, ha commentato Stefania Simonini.

Le 440 librerie di fumetti in Italia hanno una superfice media di 94 metri quadrati, un assortimento medio di 5.300 titoli e, nel 36% dei casi, trattano anche l’usato. Gli addetti medi sono due e il venduto medio di soli fumetti è 216mila euro.

Il 61% delle librerie di fumetti dispone di un sito Internet attraverso cui, in oltre 8 casi su 10, vengono effettuate vendite, direttamente o attraverso piattaforme e-commerce collegate. Tutte le librerie possiedono un profilo Facebook, il 94% Instagram, il 46% Tik Tok, il 7% Pinterest e il 4% X (Twitter).
 

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Una nuova data a Udine per il tour di Zucchero ‘Overdose d’amore’

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AGI –  ‘Overdose D’Amore’, il tour negli stadi italiani di Zucchero, si arricchisce di una nuova data: 23 giugno 2024 al Bluenergy Stadium – Stadio Friuli di Udine.

Il tour internazionale in cui Zucchero, ripercorrendo la sua carriera esibendosi con i suoi più grandi successi, si apre con tre date alla Royal Albert Hall di Londra il 30 marzo, il 31 marzo e l’1 aprile 2024 per poi proseguire in Danimarca, Svezia, Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Islanda, Bulgaria e altri paesi in via di definizione, fino a toccare l’Italia per quattro imperdibili eventi negli stadi italiani (prodotti da Friends & Partners).

Lo scorso 25 ottobre Zucchero ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Reggio Emilia “per l’alto contributo offerto alla musica italiana, per il profondo legame con il territorio reggiano che risuona in molti testi delle sue canzoni, toccando le vette di un indiscusso successo nazionale e internazionale”. Inoltre, Zucchero è stato per la prima volta al cinema con il film documentario ‘Zucchero – Sugar Fornaciari’ (regia di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano).

Il film documentario ha raccontato l’artista attraverso le sue parole e quelle di colleghi e amici come Bono, Sting, Brian May, Paul Young, Andrea Bocelli, Salmo, Francesco Guccini, Francesco De Gregori, Roberto Baggio, Jack Savoretti, Don Was, Randy Jackson e Corrado Rustici. Un viaggio dell’anima che, grazie a immagini provenienti dagli archivi privati di Zucchero e dal ‘World Wild Tour’, il suo ultimo e tour mondiale, va oltre il ritratto di un musicista di successo arrivando fin dentro i dubbi e le fragilita’ dell’uomo. 

 Tra i maggiori interpreti del rock blues in Italia, Zucchero (all’anagrafe Adelmo Fornaciari) nella sua carriera ha venduto oltre 60 milioni di dischi, di cui 8 milioni con l’album “Oro, incenso & birra”. Oltre a essere il primo artista occidentale a essersi esibito al Cremlino dopo la caduta del muro di Berlino, Zucchero è anche l’unico artista italiano ad aver partecipato al Festival di Woodstock nel 1994, a tutti gli eventi del 46664 per Nelson Mandela di cui è Ambasciatore e al Freddie Mercury Tribute nel 1992. Sempre nel 1992 Zucchero e Luciano Pavarotti condividono l’ideazione del gala di beneficenza Pavarotti & Friends. La prima edizione, trasmessa in diretta mondiale, da’ il via a una serie di concerti di beneficenza annuali che sono continuati fino al 2003.

Nel 1999 partecipa al Festival di IMST in Austria esibendosi davanti a 200.000 persone, dopo Bryan Adams e prima dei Rolling Stones.
Sempre lo stesso anno viene invitato da Bono degli U2 a suonare al Gala di beneficenza Net Aid a New York trasmesso in tutto il mondo. Zucchero partecipa anche a due edizioni del Rainforest Fund (1997 e 2019), il concerto benefico organizzato da Sting insieme alla moglie Trudie Styler per proteggere le foreste pluviali nel mondo e difendere i diritti umani delle popolazioni indigene che vi abitano. Nel corso della sua carriera ha suonato in 5 continenti, 69 Stati, 650 citta’ toccando destinazioni uniche come Oman, Mauritius, Thaiti, New Caledonia, Armenia, Nuova Zelanda e molte altre.

Nel 2004 si è esibito alla Royal Albert Hall con un evento memorabile in cui ha ospitato sul palco colleghi di grande fama internazionale, tra cui Luciano Pavarotti, Eric Clapton, Brian May, Solomon Burke e Dolores O’Riordan. Il concerto è stato poi pubblicato in versione DVD con il titolo “Live At The Royal Albert Hall”. Nel 2007 è stato nominato ai Grammy, con Billy Preston ed Eric Clapton come Best R&B Traditional Vocal Collaboration. Il suo concerto nel dicembre 2012 all’Istituto Superiore di Arte di L’Avana con oltre 80.000 persone è stato definito il più grande live mai tenuto da un cantante straniero a Cuba sotto embargo. Con oltre 65.000 persone presenti, a luglio 2018 si è esibito ad Hyde Park, in occasione del British Summer Time di Londra, accanto ad artisti internazionali del calibro di Eric Clapton, Santana, Steve Winwood.

 Zucchero, nel corso del 2020, insieme alle più grandi star internazionali ha partecipato al live streaming mondiale “One world: together at home” (a sostegno dell’Organizzazione Mondiale della Sanita’ nella lotta al Covid-19), si è fatto portavoce di un messaggio universale in occasione del 50 anniversario della Giornata Mondiale della Terra suonando davanti ad un Colosseo deserto l’inedito “Canta la vita”, tratto da “Let Your Love Be Known” di Bono, con il testo in italiano a firma di Zucchero e in featuring con Bono.

E, ancora, ha inviato un messaggio di speranza, che ha fatto il giro del mondo, eseguendo in una magica e desolata Piazza San Marco a Venezia il brano “Amore adesso!”, adattamento della canzone “No Time For Love Like Now” di Michael Stipe e Aaron Dessner, con testo in italiano a firma di Zucchero. Inoltre, ha pubblicato l’emozionante duetto “September” insieme a Sting, brano inserito nell’album di Zucchero “D.O.C. Deluxe” (doppio CD contenente tutte le canzoni di “D.O.C” e 6 nuovi brani) e in quello di Sting, “Duets”. A maggio 2021 esce “Inacustico D.O.C. & More”, primo progetto interamente acustico della carriera di Zucchero, e durante l’estate 2021 Zucchero realizza una serie di concerti in acustico, in Italia e all’estero, nonostante le capienze ridotte a causa delle restrizioni da Covid-19.

A novembre 2021 esce “Discover”, il primo progetto di cover di Zucchero che vanta le collaborazioni con Bono, Elisa e Mahmood e il duetto virtuale con Fabrizio De Andrè. A dicembre esce nelle sale “SING 2 – Sempre più forte” in cui Zucchero si mette alla prova nel doppiaggio prestando la voce al personaggio Clay Calloway.

Nel 2022 e nel 2023 Zucchero torna live in giro per il mondo con il suo “World Wild Tour“, con cui fa tappa in Italia – all’Arena di Verona – con ben 14 concerti. Lo scorso giugno è tornato nella sua Reggio Emilia, “amore e radici” per 2 appuntamenti alla RCF Arena (Campovolo) che hanno celebrato i suoi 40 anni di carriera. La sua musica si è estesa oltre i confini nazionali grazie anche alle numerose collaborazioni con artisti internazionali del calibro di Bryan Adams, Al Green, The Blues Brothers, Solomon Burke, Dolores O’Riordan, Rufus Thomas, Johnny Hallyday, Tony Childs, Sheryl Crow, Tom Jones, Scorpions, Bono, Sting, Jeff Beck, Ray Charles, Billy Preston, Eric Clapton, Joe Cocker, Elvis Costello, Miles Davis, Peter Gabriel, Paul Young, John Lee Hooker, B.B. King, Mark Knopfler, Brian May, Luciano Pavarotti, Ennio Morricone, Andrea Bocelli, Iggy Pop, Queen, Mana’, Alejandro Sanz e molti altri.

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La Sicilia degli anni ’60 ne “I giorni dell’oleandro” di Stornello

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AGI – C’è tanta Sicilia, tanta “isola” nelle pagine de “I giorni dell’Oleandro”, romanzo di Gianni Stornello edito da Laurana. Un racconto d’amore con incursioni storiche e uso del dialetto che rende ancora più autentici i personaggi. Il lettore viene condotto in una Sicilia degli anni ’60, fra consuetudini e regole ferree famigliari che ti condizionano la vita, contraddizioni sociali e un po’ di classismo.

Quel classismo e quelle rigidità che impediscono a due giovani di amarsi finendo in una vita ben diversa da quella sognata per poi compiere un giro e forse, ritrovarsi. Forse. A Collecalandra tutti sanno tutto, tutti conoscono le vite degli altri. E Gianni Stornello intreccia le storie di questo paesino in provincia di Ragusa, quel Collecalandra appunto, che poi in realtà sarebbe Ispica. “C’è da fare una precisazione infatti – spiega all’AGI l’autore – la storia è ambientata in Sicilia, nel sud-Est dell’isola e quindi effettivamente nell’area di Ispica che dopo il terremoto fu ricostruita sul colle Calandra. Da qui, lo spunto per il nome del Paesino. Quindi, tanto immaginario questo comune non è”.

Proviamo allora a raccontare qualcosa di questo romanzo, senza fare spoiler, come si dice ormai in gergo: “Due giovani liceali alla vigilia degli anni 60 si fidanzano, un amore giovanile nato sui banchi di scuola. Ma – spiega l’autore – emerge subito una differenza che crea delle difficoltà ovvero, un problema di livello sociale: Lena infatti è la figlia del maresciallo dei carabinieri mentre Duccio è figlio di madre vedova dell’alta borghesia terriera. Quella del ragazzo è una famiglia facoltosa, possiede le terre e le terre a quell’epoca erano fondamentali, ci sono parenti notai insomma è una persona che per il periodo e il contesto considerato viene, definita agiata.

Tra l’altro, lui è promesso sposo alla cugina, anche lei è figlia unica e possidente e secondo le tradizioni dell’epoca, se due cugini si univano la famiglia consolidava il patrimonio. Quella fra Duccio e Lena è una relazione fortemente osteggiata soprattutto dalla famiglia di lui. Ma i ragazzi si frequentano lo stesso, pur con tutte le difficoltà del caso. A un certo punto il padre di Lena viene trasferito a Napoli e la ragazza, fra la seconda e la terza liceo, deve seguire la famiglia. I due giovani si giurano eterno amore e promettono di attendere il tempo giusto. Si scriveranno tutti i giorni. E Duccio promette che verrà a trovare Lena tutti appena potrà condividendo la promessa di scrivere una lettera al giorno. Promessa che Lena onora ma vede che alle sue lettere non c’è mai risposta.

Comincia a farsi strada in lei, il pensiero che probabilmente lui l’ha dimenticata anche per cedere alle pressioni della famiglia e sposarsi con la cugina Dorina secondo i piani prestabiliti. Passano gli anni, Lena costruisce una sua vita a Napoli si sposa con Silvio, direttore di banca, ha una figlia, Marianna, che insegna Storia dell’arte ed è appassionata di archeologia. Insomma, si rassegna. Anni dopo la partenza dalla Sicilia, con la figlia e il nipote Marco, a lei particolarmente legato, decide di andare a fare una vacanza nei luoghi dove è cresciuta. Viene riconosciuta da una compagna di scuola e ritrova anche altri suoi compagni. Questa frequentazione la porta a conoscere il motivo per il quale quelle lettere non sono mai arrivate e quindi la verità, sconvolgente su Duccio”.

Lena capirà tutto, e si renderà conto di quanto invece, il suo innamorato che le regalo’ un fiore d’oleandro (secondo una leggenda, l’oleandro porta male), fu davvero sfortunato… E cosi, la verità viene a galla alla fine, con dispiacere ma anche con tanta dolcezza. Le cose non sono come sembrano. A volte sono peggio. E non c’è solo la storia di Lena e Duccio che probabilmente, anticipa l’autore, è davvero esistito. C’è la vicenda di due gemelli, un paesano e un ministro, e la storia del ritrovamento di una nave bizantina che finisce in una controversia fra sovrintendenze. Insomma c’è tanto materiale, frutto di passaparola, bisbiglio, documentazione. E c’è l’uso del dialetto nei dialoghi: “Nel romanzo faccio uso del dialetto siciliano, scritto in tondo e di quello napoletano scritto in corsivo. L’ho fatto anche per connotare meglio i personaggi. E ho deciso di usare la tecnica del ‘pastiches’ mescolando la lingua nazionale al dialetto come elemento caratterizzante dei personaggi, diversificandoli, in particolare quelli meno scolarizzati”.

Elementi autobiografici? “Direi di no – aggiunge l’autore – anche se sono arrivato alla convinzione che quando uno scrive qualcosa, finisce sempre con mettere dentro qualcosa di suo. è inevitabile. Che sia una ricetta di cucina, una poesia, la lista della spesaqualcosa di personale dentro c’è”.

E l’oleandro? “L’oleandro è una pianta bellissima, pericolosa, velenosa. E c’è una vulgata molto interessante e poco diffusa, secondo la quale – dice ancora Stornello – l’oleandro porta male. E questo nasce dal fatto che una volta l’oleandro era un fiore funerario che si usava al posto dei crisantemi. Esiste questo tipo di convinzione limitatissima e poco diffusa, ma c’è ed io l’ho messa in bocca a un mio personaggio che poi condizionerà anche Lena e un po’ anche tutto il romanzo. Perchè Lena, con il fiore di oleandro che porta con sè per tanti anni, farà i conti fino alla fine”.

Un romanzo ‘siciliano’ a tutti gli effetti, “che testimonia l’amore che ho per la mia terra – spiega ancora lo scrittore – dell’attaccamento alla zona in cui vivo, quella di Ispica, con tutte le sue specificità. è Il cosiddetto sud-est siciliano che è considerato molto singolare, una sorta di isola dentro l’isola perchè ci sono delle particolarità, delle specificità linguistiche e gastronomiche, di costumi e abitudini diverse dal resto della regione. E questo probabilmente è dovuto alle diverse dominazioni che hanno inciso più o meno profondamente a seconda dei luoghi della Sicilia. Nell’isola ci sono stati praticamente tutti: bizantini, spagnoli, arabi. Ho fatto tesoro di queste diversità e caratteristiche e poi ho scritto”. E il risultato è quello di un romanzo che si legge ‘volando’ sugli ambienti e sui personaggi, quasi a sentirli vicini, quasi a volerli consolare o a condividerne anche il sorriso.

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Mengoni co-conduttore della prima serata di Sanremo

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AGI – Marco Mengoni sarà super ospite e co-conduttore della prima serata del Festival di Sanremo 2024. Lo ha annunciato Amadeus, oggi ospite della prima puntata di ‘Viva Rai2!’, lo show mattutino di Fiorello in diretta dal Foro Italico. 

L’annuncio di Amadeus

I ringraziamenti del cantante

 

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Un enorme deposito di monete del IV secolo d.C. scoperto nel mare di Sardegna

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AGI – Un ricco deposito di follis, monete di bronzo introdotte nel 294 d.C. con la riforma monetaria di Diocleziano nell’impero romano e poi utilizzate anche dai bizantini, risalente alla prima metà del IV secolo d.C., è stato scoperto nel mare della costa nord orientale della Sardegna, nel territorio di Arzachena. Ne dà notizia il Ministero della Cultura. 

Secondo una prima stima, fatta sulla base del peso complessivo del ritrovamento, il numero delle grandi monete di bronzo ritrovate si aggirerebbe tra i 30.000 e i 50.000 esemplari, piu’ di quelle rinvenute nel 2013 nel Regno Unito, a Seaton, sito dal quale riemersero 22.888 follis. Oltre alle monete, sono state individuate nel deposito pareti di anfore di produzione africana e, in minor numero, di produzione orientale.

A scoprire i reperti è stato un sub che, nel corso di un’immersione, ha notato dei resti metallici a poca profondità, non molto distante dalla costa. Il giorno dopo il Nucleo archeologico subacqueo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Sassari e Nuoro insieme con i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale della Sardegna e del Nucleo Carabinieri Subacquei della Sardegna ha eseguito una prima ricognizione nel tratto di mare interessato, con la collaborazione del Nucleo Sommozzatori dei Carabinieri di Cagliari e di quello dei Vigili del Fuoco di Sassari, insieme alla Polizia di Stato, alla Guardia di Finanza e alle Capitanerie di Porto.  

Le immersioni hanno rivelato l’esistenza di due macro-aree di dispersione dei follis in un grande spiazzo di sabbia che si apre tra la spiaggia e la posidonia; quest’ultima, per posizione e morfologia del fondale potrebbe conservare resti cospicui di un relitto.

Tutte le monete prelevate sono in uno stato eccezionale e raro di conservazione. Solo 4 pezzi risultano danneggiati, anche se comunque leggibili. Il contesto cronologico delle monete è riscontrabile in un arco temporale tra il 324 (monetazione di Licinio) e il 340 d.C.

Datazione confermata dalla presenza di monetazione di Costantino il Grande e da quella di tutti gli altri membri della famiglia presenti come cesari ma soprattutto dall’assenza di centenionales, coniati a partire d al 346 d.C. Il gruppo dei follis recuperato proviene da quasi tutte le zecche dell’impero attive in quel periodo ad eccezione di Antiochia, Alessandria e Cartagine.

Le operazioni di restauro e conservazione delle monete e dei materiali rinvenuti permetteranno di ampliare e approfondire la conoscenza del contesto dei reperti dai quale possono provenire ancora numerose informazioni.

Il tesoro rinvenuto nelle acque di Arzachena rappresenta una delle più importanti scoperte di reperti numismatici degli ultimi anni ed evidenzia ancora una volta la ricchezza e l’importanza del patrimonio archeologico che i fondali dei nostri mari, attraversati da uomini e merci fin dalle epoche più antiche, ancora custodisce e conserva”, ha detto il direttore generale Abap (Archeologia, Belle Arti e Paesaggio) Luigi La Rocca. 

“Un patrimonio straordinario ma anche molto fragile, costantemente minacciato da fenomeni naturali e dall’azione dell’uomo, sulla cui tutela il Ministero, attraverso l’azione delle sue strutture centrali e periferiche, ha sviluppato metodologie e tecniche di recupero e di conservazione di straordinaria efficacia e messo in campo innovative strategie di valorizzazione”, ha concluso La Rocca. 

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È uscita “Now and Then”, l’ultima canzone dei Beatles [VIDEO]

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AGI – È finalmente uscita su tutte le piattaforme digitali (e in formato fisico) ‘Now and Then’ l’ultima canzone dei Beatles, pubblicata via Apple Corps Ltd./Capitol/UMe. Il doppio lato A del singolo associa l’ultima canzone dei Beatles alla prima: il singolo UK di debutto della band del 1962, ‘Love Me Do’, completa perfettamente il cerchio. Entrambi i brani sono stati mixati in stereo e Dolby Atmos mentre la copertina originale e’ stata realizzata dal rinomato artista Ed Ruscha.

L’ultima canzone dei Beatles, nata da un demo casalingo registrato da John Lennon nel 1978, riemerso negli anni Novanta e finalmente completato l’anno scorso con l’aiuto della tecnologia messa a punto da Peter Jackson durante la realizzazione della miniserie ‘Get Back’.

Il videoclip

Il nuovo videoclip musicale di ‘Now And Then’ ha debuttato venerdì 3 novembre alle ore 15, diretto dal regista Premio Oscar Peter Jackson. Si tratta di un film documentario della durata di 12 minuti, ‘Now And Then – The Last Beatles Song’, scritto e diretto da Oliver Murray e andato in onda sulla BBC. Il commovente corto racconta la storia dietro l’ultima canzone dei Beatles, attraverso materiale video esclusivo e parti commentate da Paul, Ringo, George, Sean Ono Lennon e Peter Jackson. 

Grande l’attesa per l’uscita del videoclip ufficiale di “Now And Then”, l’ultima canzone dei Beatles, diffuso sul canale YouTube ufficiale dei Beatles è diretto da Peter Jackson, al suo debutto dietro la macchina da presa di un videoclip musicale. Il commovente e divertente videoclip invita gli spettatori a celebrare l’amore senza tempo e duraturo del gruppo l’uno per l’altro assieme a John, Paul, George e Ringo, durante la creazione dell’ultima canzone dei baronetti. 

Jackson e il “terrore di deludere tutti”

“Quando la Apple mi ha chiesto di dirigere il videoclip ero riluttante – pensai che i miei prossimi mesi sarebbero stati molto più divertenti se quel difficile compito fosse stato un problema di qualcun altro e io avrei potuto essere come qualsiasi altro fan dei Beatles, che si gode la notte prima dell’uscita di una nuova canzone e di un nuovo video dei Beatles. Nel 1995 amavo l’eccitazione infantile che provavo quando stava per uscire Free As A Bird.

Potevo sperimentare tutto ciò di nuovo – se solo avessi detto no ai Beatles” ha detto Peter Jackson, che ha aggiunto “ad essere sinceri, il solo pensare alla responsabilità di dover realizzare un video musicale degno dell’ultima canzone dei Beatles ha generato un insieme di ansie forse troppo schiaccianti i da gestire. Il mio amore di una vita per i Beatles si è scontrato con un muro di terrore puro al pensiero di deludere tutti. Ciò ha instillato in me una forte insicurezza, perché non avevo mai realizzato un videoclip musicale prima di allora e non riuscivo a immaginare come avrei potuto anche solo iniziare a crearne uno per una band che si era sciolta più di 50 anni fa, che non aveva mai cantato dal vivo la canzone e in cui metà dei suoi membri non era più tra noi. Era molto più facile darsela a gambe”.

“Avevo solo bisogno di un po’ di tempo per trovare una buona ragione per dire di no ai Beatles, così non ho mai accettato di fare il video musicale di Now And Then (in realtà non l’ho mai fatto tutt’oggi).  – prosegue il regista – Ho detto alla Apple che la mancanza di filmati adatti mi preoccupava. Avremmo dovuto usare molti filmati rari e inediti, ma ce ne sono pochissimi… Sembrava che non esistesse nulla che mostrasse Paul, George e Ringo mentre lavoravano a Now And Then nel 1995… Non ci sono molte riprese di John a metà degli anni Settanta, quando scrisse la demo… Mi sono lamentato della mancanza di filmati inediti dei Beatles degli anni Sessanta… E l’anno scorso non hanno girato nemmeno un filmato che mostrasse Paul e Ringo mentre lavoravano alla canzone”.

“Ogni ripresa doveva essere autentica”

“Un video musicale dei Beatles deve avere al centro un grande filmato dei Beatles. Non si possono usare attori o dei Beatles realizzati in CGI. Ogni ripresa dei Beatles doveva essere autentica. Ormai non avevo più idea di come si potesse realizzare un video musicale di Now And Then se non si disponeva di filmati decenti a cui lavorare, e questa non era affatto una scusa banale. La mia paura e la mia insicurezza avevano ora ragioni più che solide al fine di prevalere e permettermi di dire di no senza fare la figura del pollo. – racconta ancora – Sapevo che i Beatles non accettano un no come risposta se hanno in mente un progetto, ma non hanno nemmeno aspettato che io dicessi di no! Mi sono ritrovato ad essere trascinato da loro mentre affrontavano rapidamente le mie preoccupazioni. Paul e Ringo hanno girato dei filmati di loro mentre si esibivano e me li hanno inviati. La Apple ha portato alla luce oltre 14 ore di filmati a lungo dimenticati, girati durante le sessioni di registrazione del 1995, comprese diverse ore di Paul, George e Ringo che lavoravano a Now And Then, e me li hanno dati tutti.  Sean e Olivia hanno trovato alcuni video inediti e me li hanno inviati. Per finire, Pete Best mi ha gentilmente fornito alcuni preziosi secondi dei Beatles che si esibiscono con le loro tute di pelle, il primo filmato conosciuto dei Beatles e mai mostrato prima”.

“Vedere questi filmati ha cambiato completamente la situazione – intravedevo ora come un videoclip avrebbe potuto essere fatto. In verità, ho trovato tutto più semplice se lo pensavo come a girare un corto, così è ciò che ho fatto…la mia mancanza di fiducia con i videoclip musicali non contava più nulla se non ne avessi realizzato uno. Nonostante ciò, non avevo ancora una visione solida di ciò che questo cortometraggio avrebbe dovuto essere, così mi sono rivolto alla canzone per trarre ispirazione. – spiega Dopo aver separato la voce di John della demo più di un anno fa, Giles aveva prodotto un primo mix di Now And Then. Me lo aveva inviato nel 2022. Mi era piaciuto molto. Da allora avrò ascoltato Now And Then più di 50 volte, solo per puro piacere. Così ho iniziato ad ascoltarlo con attenzione per motivi diversi. Speravo che le idee e l’ispirazione per il cortometraggio emergessero in qualche modo dalla musica. E ciò ha cominciato a succedere. Mentre continuavo ad ascoltare, mi pareva che la canzone creasse idee e immagini che iniziavano a farsi strada nella mia testa, senza alcuno sforzo cosciente da parte mia”.

“Ho collaborato con Jabez Olssen, il mio montatore di Get Back, per cercare di capire in che modo i nuovi filmati potessero essere impiegati per sostenere queste vaghe idee. È stato un processo molto organico, e abbiamo iniziato lentamente a costruire piccoli frammenti, facendo scorrere immagini e musica in modi diversi, finché le cose non hanno cominciato ad andare per il giusto verso. Volevamo che il cortometraggio facesse uscire qualche lacrima, ma generare emozioni utilizzando solo filmati d’archivio è una cosa difficile. Per fortuna, la semplice forza di questo bellissimo brano ha fatto gran parte del lavoro per noi, e abbiamo finito i primi 30 – 40 secondi del film rapidamente. Fatto questo, siamo passati subito al finale e abbiamo cercato di creare qualcosa che potesse riassumere adeguatamente l’enormità dell’eredità dei Beatles – negli ultimi secondi della loro ultima registrazione. Questo si è rivelato impossibile. Il loro contributo al mondo è troppo immenso e il loro meraviglioso dono della loro Musica è entrato a far parte del nostro DNA ed è quasi inenarrabile.

“Mi sono reso conto che avevamo bisogno dell’immaginazione di ogni spettatore per fare quello che non potevamo fare noi, e far sì che ogni spettatore creasse il suo personale addio ai Beatles – ma dovevamo accompagnare tutti gentilmente a quel momento. Avevo alcune idee vaghe, ma non sapevo come compierle. – ha spiegato Peter Jackson – Per fortuna abbiamo trovato nel caveau una raccolta di materiale visivo inedito, in cui i Beatles sono rilassati, divertenti e piuttosto candidi. Cià è diventato il perno della nostra sezione centrale e abbiamo inserito momenti d’humour in alcune riprese effettuate nel 2023. Il risultato è piuttosto folle e ha dato al video il ritrovato equilibrio tra tristezza e divertimento. Il video è stato infine completato dopo che WētāFX ha finito alcune semplici ma insidiose riprese in VFX. Ad essere sinceri, anche se speriamo di aver dato ai Beatles un addio adeguato, è qualcosa che dovrete decidere voi da soli quando il video sarà finalmente pubblicato, tra pochi giorni a partire da ora. Arrivato alla fine, sono molto felice di non aspettare l’uscita del video musicale di Now And Then diretto da qualcun altro. Sono davvero orgoglioso di ciò che abbiamo realizzato e lo conserverò per gli anni a venire. Un enorme ringraziamento alla Apple Corps e ai Fabs per avermi dato tutto il sostegno di cui avevo bisogno e per non aver permesso di tirarmi indietro”.

Il videoclip segue la pubblicazione di “Now And Then” è l’ultima canzone dei Beatles, scritta e cantata da John Lennon, sviluppata e lavorata da Paul McCartney, George Harrison e Ringo Starr e ora finalmente finita da Paul e Ringo oltre quattro decenni dopo.

“Now And Then” uscirà in contemporanea mondiale alle ore 15.00 (ora italiana) di giovedì 2 novembre via Apple Corps Ltd./Capitol/UMe. Il doppio lato A del singolo associa l’ultima canzone dei Beatles alla prima: il singolo UK di debutto della band del 1962, “Love Me Do”, completa perfettamente il cerchio. Entrambi i brani sono stati mixati in stereo e Dolby Atmos® mentre la copertina originale è stata realizzata dal rinomato artista Ed Ruscha.

Il documentario 

Un film documentario della durata di 12 minuti, “Now And Then – The Last Beatles Song”, scritto e diretto da Oliver Murray ha avuto la sua premier il primo novembre. E’ stato inoltre caricato sul canale ufficiale YouTube dei Beatles. Il commovente corto racconta la storia dietro l’ultima canzone dei Beatles, attraverso materiale video esclusivo e parti commentate da Paul, Ringo, George, Sean Ono Lennon e Peter Jackson. Il trailer è disponibile qui: link

Il documentario “Now And Then – The Last Beatles Song” è disponibile per la visione sul profilo ufficiale YouTube dei Beatles.

Il 10 novembre le raccolte dei Beatles, 1962-1966 (‘The Red Album’) e 1967-1970 (‘The Blue Album’), saranno pubblicate in nuove edizioni 2023 via Apple Corps Ltd./Capitol/UMe. Fin dalla prima apparizione 50 anni fa, questi album hanno introdotto la musica dei Beatles alle generazioni successive. Ora le tracklist di entrambe le raccolte sono state estese, con tutti i brani mixati in stereo e Dolby Atmos. 4 nuovi CD e una collezione di vinili 6LP da 180 grammi si aggiungono a “Red” e “Blue” in un cofanetto da collezione. La versione UK del singolo “Love Me Do” apre 1962-1966 (2023 Edition), mentre “Now And Then” è contenuta dentro 1967-1970 (2023 Edition) a completamento delle raccolte che coprono la loro intera carriera.

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Cultura

Zerocalcare risponde ai critici con un fumetto 

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AGi – “Purtroppo il patrocinio dell’ambasciata israeliana su Lucca Comics per me rappresenta un problema”: lo ha ribadito Zerocalcare che ha deciso di rispondere con un fumetto pubblicato su ‘Internazionale’ alle critiche piovutegli per la decisione di boicottare il festival in Toscana. La striscia si intitola ‘Corto circuito – Appunti e cronistoria della vicenda Lucca Comics‘.

“Non è una gara di radicalità, e da parte mia non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno”, ha assicurato il fumettista di Arezzo, “soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster (gli israeliani, ndr) Asaf e Tomer Hanuka, che spero riusciranno a esserci e che si sentiranno a casa”.

“Per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un cortocircuito che non riesco a gestire”, ha spiegato l’autore di ‘Strappare lungo i bordi’. Zerocalcare si è detto consapevole che “parlare ancora di Lucca mentre a Gaza continua incessante il massacro è grottesco ma”, ha aggiunto, “al centomillesimo articolo pieno di menzogne che mi mette in mezzo personalmente io o faccio un fumetto o vado in cronaca. Mi rendo conto del rischio mitomania, ma ritengo abbia un interesse come caso di studio sui media”.  

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Cultura

Un Vangelo di Antonio Del Donno presente ad ArtePadova

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Un Vangelo di Antonio Del Donno presente ad ArtePadova

Torna quest’anno “ArtePadova”, tra le più longeve manifestazioni nel mondo dell’arte in Italia, che si svolgerà dal 10 al 13 novembre nei padiglioni di Padova Fiere.

Insieme alle 15.000 opere d’arte esposte da circa 140 galleristi nella manifestazione di quest’anno, sarà presente anche uno dei “Vangeli” di Antonio Del Donno, le famose tavole di legno recuperate, incollate e con cerniere in ferro, che riportano con caratteri stampati a fuoco versetti del Vangelo di forte simbologia ammonitrice.

Tra le opere del maestro beneventano più ricercate e presenti nelle collezioni delle maggiori istituzioni religiose e civili, il “Vangelo” verrà esposto da “HR Docks Gallery”, la galleria d’arte di Torino che nasce dalla collaborazione tra “Hipponion Art Gallery” e “Res Publica Democratic Art”, due gallerie che operano da oltre 15 anni nel mondo dell’arte moderna e contemporanea.

L’opera di Antonio Del Donno sarà messa in mostra dalla HR Docks Gallery insieme alle opere di Alighiero Boetti, Agostino Bonalumi, Hans Hartung e Salvo, artisti di altissima levatura e conosciuti da pubblico e critica per i loro splendidi lavori.

E sicuramente non sfigurerà il Vangelo di Antonio Del Donno accanto ad artisti così apprezzati, sia per la qualità artistica dell’opera che per i significati che può suscitare, soprattutto di carattere etico e spirituale. E quale migliore luogo della città di Padova, la città del “Santo”, permeata di spiritualità, per esporre un Vangelo del maestro beneventano?

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Cultura

Christmas at the Castle a Rocca d’Evandro: il maniero prende vita tra cultura e spettacolo

Delli Colli – Fusco

Il Sindaco del Comune di Rocca d’Evandro, Emilia Delli Colli, in conferenza stampa con gli Amministratori annunciano l’apertura del Castello di Rocca d’Evandro (CE), splendido maniero risalente al X secolo, situato su un ameno colle ai piedi del monte Camino, dove da una parte, ritroviamo la vallata del Garigliano tra i monti Aurunci, dall’altra il possente monte Cairo e le Mainarde.

Appuntamento al 18 novembre ore 15:00 per il taglio del nastro dell’apertura del Castello, che darà il via alla prima rassegna dal titolo “Christmas at the Castle” affidata alla direzione artistica di Armando Fusco, che ne ha illustrato il ricco programma di eventi.

“Dopo tanti anni pensare di aprire il Castello, restituendolo alla mia comunità, è la notizia più bella che mai avrei immaginato di poter dare ai miei concittadini, e soprattutto in tempi così rapidi”

– dichiara il Sindaco Delli Colli, con la voce rotta d’emozione.

“L’intento è quello di dare il via ad un programma ampio e duraturo, che offra al territorio, alla mia comunità, a quella montana, di cui facciamo parte integrante, un luogo dove fare cultura, arte, dove educare alla bellezza, all’eccellenza, con rassegne di teatro, cinema e danza, mostre di arte visiva. Uno spazio dove dar vita ad una vera e propria factory, una fucina di talenti da formare e sostenere”.  Mi auguro quindi che questa “visione” possa diventare presto e nel tempo, un punto di riferimento culturale dell’alto casertano e del Lazio meridionale”.

Il cartellone aprirà sulle note eseguite dal vivo dal Maestro Marco Falagiani autore insieme a Giancarlo Bigazzi della colonna sonora del film Mediterraneo, premio Oscar, e vincitore del globo d’oro quale miglior musica. Musicista autore compositore arrangiatore e produttore artistico, Falagiani partecipa a ben quattordici Festival di Sanremo, segnando quattro vittorie, un Globo d’oro, una nomination al David di Donatello, più di venti album come arrangiatore autore e compositore; oltre cento jingles pubblicitari, più di dieci milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Ha scritto per: Mia Martini, Aleandro Baldi, (che sarà anch’egli ospite a Castello durante la rassegna) Laura Pausini, Jennifer Lopez & Marc Anthony, Il Divo, Gianni Morandi, Anna Oxa, Stadio, Marco Masini. Il maestro, per l’occasione, sarà affiancato dalla magnetica voce di Valentina Galasso – dichiara Fusco.

Confermata la presenza di Linda Valori indiscutibilmente una delle cantanti Soul/Blues di punta del panorama europeo odierno. Numerosissimi gli ingaggi televisivi in RAI e teatrali. La Valori sarà presente nella rassegna Christmas at the Castle sia in terzetto, con uno spettacolo dal titolo Mothersland – tra radici ed evoluzioni che, insieme al coro gospel Soounds Cool, formato da oltre venti elementi.

Dal terzo weekend di novembre, quindi, e fino al 6 gennaio 2024 oltre alla musica, il Castello accoglierà gli incontri d’autore con personaggi del cinema, del teatro e della televisione, come Salvatore Misticone, noto al grande pubblico nel ruolo del signor Scapece in “Benvenuti al sud”, e Ciro Esposito, nella rassegna dal titolo Riflettori, curati dal giornalista, direttore del quotidiano La Gazzetta dello Spettacolo, Francesco Russo.

Due speciali eventi sono calendarizzati al 25 e 26 novembre: il primo, nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne, dal titolo Al Tramonto delle mie Notti Bianche. Il giorno seguente si celebrerà la donna con uno dei concorsi più ambiti a livello internazionale: Miss Mondo, partiranno proprio da Rocca D’Evandro le selezioni campane per il prestigioso concorso di bellezza. Madrina dell’evento, la soubrette, modella ed attrice Pamela Prati, nota al grande pubblico nel ruolo di primadonna in diversi spettacoli teatrali e televisivi della compagnia del Bagaglino. Attualmente impegnata nel talent televisivo “Tale e Quale Show” con Carlo Conti.

Grande attesa per l’arrivo, dagli Stati Uniti d’America, di Victory Brinker, l’attrice e cantante classica di soli 11 anni, riconosciuta a livello internazionale, e meglio conosciuta come finalista di America’s Got Talent e prima vincitrice del Group Golden Buzzer. Victory è anche la più giovane cantante d’opera (Guinness World Record). La giovanissima artista canta in 8 lingue. Duetterà con il tenore marchigiano David Mazzoni accompagnati dall’orchestra Domenico Scarlatti diretta da Pasquale Menchise

Presente alla conferenza stampa, Gennaro De Crescenzo, cantante napoletano nato e cresciuto in una famiglia di artisti: il padre Luigi, in arte Gino Deck; il maestro Vincenzo, suo zio, autore di grandi canzoni e sceneggiate, tra cui ”Luna Rossa”; Eduardo di “Ancora”, “Vola”, “ed Eddy Napoli”. Gennaro De Crescenzo, consapevole di essere erede e testimone di un patrimonio così prezioso, si esibirà in Musica per Napoli, un viaggio dalle mille sfumature che racconta quello che non si vede, che sfugge e ci circonda. Gennaro canta l’amore e traccia un perfetto connubio tra tradizione e rinnovamento.

Il teatro interno ospiterà una rassegna teatrale curata dalla compagnia Il Demiurgo, che vedrà la messa in scena di Charlie Chaplin, in uno spettacolo ambizioso e originale che racconta la storia di uno dei cineasti più straordinari, influenti e completi della storia. Un genio interpretato dal poliedrico e versatile Mario Autore, autore, regista, e compositore. Nel 2020 la sua popolarità esplode con il ruolo di Eduardo ne I fratelli De Filippo, diretto da Sergio Rubini, che gli vale la nomination ai Nastri d’argento. M. Autore sarà in scena con Franco Nappi e Chiara Vitiello. Seguiranno le pièce de: la Locandiera di Goldoni, Il Fantasma di Canterville di Oscar Wilde e la Bisbetica Domata di W. Shakespeare. Dall’8 dicembre sarà la volta di Fabio Brescia con lo spettacolo Perle Rare. L’eclettico Brescia ultimamente lo abbiamo visto al cinema al fianco di Michele Placido ne “L’ombra di Caravaggio”, in televisione è il killer della fortunata serie Blackout su Rai1. Ha scritto cinque romanzi ed è in procinto di pubblicare il sesto.

Al 16 dicembre avremo il Captivo di Gianfranco Gallo, uno spettacolo di teatro canzone, un quadro espressionista, costituito da personaggi teatrali e cinematografici legati dalla loro peculiarità di essere costantemente border line, sulla linea di confine tra Bene e Male. Una sequenza sorprendente, originale, innovativa. La recitazione, l’interpretazione capovolgono le carte sul tavolo, si fa parlare Viviani come se fosse diretto da Kubrick e si riveste la violenza di genere di finto amore, fino ad una tirata della Commedia dell’arte. Voci che cambiano, intenzioni inaspettate, personaggi capovolti. Sul palco con Gianfranco Gallo, ci sarà il chitarrista solista jazz Antonio Maiello, ed il polistrumentista Michele Visconte.

Sempre a dicembre (21 e 22) andrà in scena “Femmene” per la Regia di Niko Mucci con Nunzia Schiano e Myriam Lattanzio. Nunzia Schiano racconta le “femmene” e Myriam Lattanzio le canta; entrambe parlano di quelle verità del sud del mondo, di quelle creature che si alzano la mattina per fungere a qualcuno: marito, figli, genitori anziani da accudire, fratelli e sorelle più piccoli. Quelle donne nascoste dietro l’angolo della miseria mentale che le relega e poi abbrutisce.

Ma soprattutto Christmas at the Castle, è pensato e dedicato ai bambini e agli “eterni bambini”, con lo spettacolo – tributo a Cristina D’Avena dell’artista Tiziana Cerza in arte TYLY e con elfi, gnomi e folletti i visitatori saranno condotti per sentieri di fiabe e attraverso camini magici all’affascinante Regno di Babbo Natale.

Lo spazio dedicato alle esposizioni di Arte Visiva aprirà con le mostre di: Ettore Marinelli, scultore della storica Pontificia Fonderia Marinelli, dell’artista Damiano Errico, del direttore della fotografia Ugo Lo Pinto, della pittrice monzese Maria Franca Bartesaghi e dello scultore torinese Francesco Marinaro. Ad un anno esatto, della scomparsa del couturierdi fama mondiale Renato Balestra, saranno esposti i disegni della mostra antologica Celeblueation.

La musica ed il canto una necessità espressiva, autoanalisi e catarsi. “Sognatrice” è come ama definirsi la cantautrice Jen V Blossom che sarà la “frontwoman” con la sua resident band al Castello, nelle vesti d’interprete, col suo “Jens Groove”, un progetto che viaggia in parallelo a quello principale inedito, dove la si vede “raccontare”, brano dopo brano, la storia della Musica nel XXI sec.

Il programma completo, verrà pubblicato sul sito ufficiale www.castelloroccadevandro.it.

Il Sindaco conclude il suo intervento comunicando che per i cittadini di Rocca d’Evandro (CE) l’ingresso alla rassegna al Castello sarà totalmente gratuito.

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