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Baglioni torna dal vivo col total show “aTuttoCuore”

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AGI – Sul palco per tre ore cantando oltre 30 dei suoi più famosi successi insieme a performer, ballerini, con un’orchestra dal vivo, cambi di scena per ogni brano, luci, laser, per realizzare uno spettacolo nello spettacolo, un total show che arriva dritto al pubblico: ecco “aTuttocuore” di Claudio Baglioni, rock opera show un po’ visionaria, posta fra passato e futuro.

Il cantautore romano, all’età di 72 anni, tiene la scena come un trentenne, ogni tanto si concede anche coreografie con il corpo di ballo, e canta sempre con quello stesso timbro di voce che lo ha reso unico: dal graffiato baritonale che arriva al quasi soprano. “aTuttocuore” è uno spettacolo che chiude una trilogia aperta tempo fa, per certi versi diremmo autocelebrativo come è giusto che sia per tutto quello che ha rappresentato e rappresenta Claudio Baglioni nella musica italiana.

Una rock opera show, che poi tanto rock non è, ma come ha spiegato lo stesso cantautore durante una conferenza stampa post prove a notte fonda, “è il contesto, l’energia che viene trasmessa che lo lascia pensare” come uno spettacolo da opera rock. In effetti le sonorità sono varie: andiamo dal rock, al pop, allo swing, qualche nota di jazz, negli arrangiamenti delle sue canzoni. Tutta da vedere e da ascoltare ad esempio, l’interpretazione di “Notti” con i fiati protagonisti assoluti del pezzo.

Bellissimo lo spettacolo offerto in occasione di “Porta Portese” dove in scena sembra davvero che ci sia il famoso mercato romano, coloratissimo, allegro, frizzante, con tutti i personaggi che capitava o capita ancora oggi di incontrare. Tutta proiettata sul futuro l’esecuzione di “Le ragazze dell’est” con ballerine e immagini Avatar, a testimoniare che tutto cambia, tutto si evolve e “le ragazze dell’Est – come ha spiegato lo stesso Baglioni – non sono più quelle di prima. Già non lo erano più quando ho scritto il pezzo”.

Tre ore di concerto sono tante, “mettetevi comodi – ha avvertito il cantautore prima di iniziare con le prove – ma il tempo scorre grazie alla formula di spettacolo scelta. Non manca il momento più intimo, per lasciare spazio ad esempio, al suo più grande successo di sempre: “Questo piccolo grande amore” che Baglioni esegue da solo, al pianoforte, senza orchestra. Ci sono anche dei medley di altri successi. Del resto non si può cantare tutto, perchè le canzoni che ha scritto Baglioni sono davvero tante: “Ne ho composte 350 – ha spiegato – fino al secondo album me la sono cavata e riuscivo a farle tutte, poi via via, si va verso la formula dell’antologia. In questo spettacolo ci sono anche cinque brani dell’ultimo anno. Del resto ormai, siamo tornati ai pezzi annuncio, come in politica…Io mi sono sempre trovato in difficoltà con le scalette. Quando si fanno spettacoli aperti a un numero maggiori di persone non c’è solo il pubblico di conoscitori, quindi si fanno antologie”.

Claudio Baglioni dopo una parentesi minimalista e intimista con “Dodici note Solo”, da giovedì 21 settembre sarà a Roma, al centrale del Foro Italaco con questo nuovo spettacolo. A Roma si esibirà il 21, 22, 23, 28, 29 e 30 settembre per poi andare il 6-7-8 ottobre a Verona, il 12-13-14 dello stesso a Palermo e il 20 e 21 a Bari. Poi via alle arene indoor a paritre da gennaio: a Pesaro, Milano, Torino, Padova, Bologna, Firenze, Eboli.

“aTuttocuore” è un progetto ispirato e ideato con Giuliano Peparini che cura anche la direzione artistica e teatrale. L’idea è quella di riprendere l’intuizione wagneriana del teatro totale e quella elaborata da Walter Gropius del teatro ricavato rimodulando spazi e architetture. “aTuttocuore”, show dell’arte scenica, parte in un certo senso dalla notte dei tempi per arrivare alle epoche futuribili con salite e discese lungo le scale del tempo, un cuore rosso che sovrasta, batte e pulsa per far capire allo spettatore che l’unico vero tempo reale che vale la pena di vivere è secondo il battito e il ritmo del cuore. Il tempo di adesso, come canta Claudio Baglioni, in chiusura di show attraverso il suo famosissimo brano “La vita è adesso”.

Scivolano via quindi 38 canzoni, con brani le cui strofe sono nell’immaginario e nel linguaggio comune degli italiani e non solo, hanno emozionato ed emozionano vecchie e nuove generazioni. Performer e ballerini si muovono su coreografie di Giuliano Peparini e Veronica Peparini che a tratti sembrano anni ’70, fino alla modernità di oggi e con movimenti che richiamano alle grandi opere. I costumi meritano un applauso a parte: sono 550 , originali e realizzati da Valentina Davoli e Silvia Oliviero e sono davvero belli. Immancabili le giacche indossate da Baglioni interpretando certi brani:

“Alcune infatti – ha spiegato – sono del periodo di quella canzone. E poi mi confortano, sono una divisa, una protezione, una maschera”. Assistiamo durante un concerto, al fondersi scenografico fra cinema e teatro, fra costumi che richiamano anche pellicole come “Mad Max” o “Codice Genesi”, alla messa in scena di un “coro” quasi da tragedia greca. “Sul palco sono in 101 – ha detto Baglioni – e poi ci sono anche io. Ci sono per l’esattezza 21 componenti dell’orchestra (diretta da Poaolo Gianolio) 80 persone fra coristi, ballerini, performer”. (28 vengono dall’Accademia Internazionale del Musical).

“aTuttoCuore” chiude la trilogia aperta da “Al Centro”, proseguita con “Tutti su” e termina quindi con uno show che si offre appunto “a tutto cuore” per abbracciare e coinvolgere il pubblico. “Quello che ho voluto fare ora – ha spiegato Peparini – è proporre una nuova lettura dove poter cambiare sul palco tutte le risorse tecniche e artistiche di un grande spettacolo. Ho creato lo spettacolo in modo che lo spettatore, da lontano ne abbia pieni gli occhi. Con cori e performer, ballerini e video, ho immaginato uno spettacolo immersivo.

“È in un certo senso davvero il capitolo finale della trilogia, – ha aggiunto Baglioni – mette insieme la parte musicale che cerca di trovare altri visioni, altri percorsi e vuole andare oltre la canzone stesa. È anche molto divertente fare un concerto cosi, scopro tante cose di prova in prova. In fondo è una sorta di paese delle meraviglie, segna anche il ritorno a una situazione pre adolescenziale che fa piacere di vivere, lo spettacolo è un gioco e io penso che chi viene per queste tre ore, decide, sceglie, di venire ad ascoltarci debba essere sorpreso e stupito, meravigliato di quello che vede”. Uno spettacolo che, come ha lasciato intendere lo stesso Baglioni, potrebbe essere una sorta di prova generale per tornare poi ai grandi stadi.

“In effetti lo è – ha spiegato il cantautore – bisogna ritrovare la dimensione fra palcoscenico e pubblico. Qui c’è tanto sudore sul palco. Stiamo facendo prove per tonare ad uno spazio piu grande senza perdere questa dimensione di vicinanza con il pubblico. È il frutto di un grande lavoro – ha commentato il cantautore – complesso. Lo spettatore va aiutato a spendere bene i suoi soldi. Il covid aveva chiuso tutto, ora c’è il grande ritorno ai live, agli spettacoli, allo stadio di calcio. Lo spettatore forse ha paura di dover tonare dentro, in casa. Il pubblico va guidato e abbiamo una responsabilità. Questo è un concerto impegnativo, un total show. Ci sono tanti linguaggi, tanti significati che possono essere visti in un senso o in un altro. L’abilità del poeta o regista è fare in modo che lo spettatore si faccia una sua interpretazione. Non dobbiamo fare sempre la stessa cosa. Quando non so cosa fare – ha concluso il cantautore romano – mi metto a fare come ho già fatto, ovvero 156 concerti da solo. Che poi è la vera base del mio mestiere, il cosiddetto mimino sindacale. Poi pero’ c’è questo e cioè, il fatto che non dobbiamo non fermarci: un’opera rock show che puo’ essere pop, puo’ essere quello che vogliamo. La chiamiamo cosi per distinguerla. Rock opera perchè c’è dinamismo, energia”.

E di energia ne arriva, tanta. 

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Cultura

Esce ‘I Malarazza’, il romanzo sugli italiani che fecero grande l’America

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AGI – Guerra, emigrazione, politica, affari, violenza ma anche amore e relazioni fra persone appartenenti a classi sociali diverse: l’appassionante storia corale raccontata ne I Malarazza (Rizzoli, 490 pagine) da Ugo Barbàra, giornalista dell’Agi e scrittore al suo settimo romanzo,  è una saga familiare che comincia a Castellammare del Golfo, nella sua Sicilia, più di un secolo e mezzo fa, ma miscela tutti gli ingredienti di una storia che non potrebbe essere più attuale. 

L’epoca storica è la stessa del Gattopardo: siamo infatti nel 1860 e Garibaldi in arrivo con i Mille cambierà per sempre la storia dell’isola. Come fa dire Tomasi di Lampedusa al nipote del principe di Salina, “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi”: nei Malarazza si dice invece che “non c’è miglior sistema per conservare il potere che mantenere il caos”.

Qui il contesto non è però quello di una nobiltà che vorrebbe continuare ad accontentarsi delle ricche rendite della terra e del lavoro dei “viddani”. La fortuna di Antonio Montalto e della moglie Letizia Battaglia è conseguenza delle loro scelte, determinate dagli accadimenti storici ma coraggiose e non scontate: scelte importanti, che coinvolgono tutta una serie di persone che ne beneficiano o, al contrario, ne risentono pesantemente.

I Malarazza è però soprattutto una storia di emigrazione. Non quella dettata dal bisogno, che aveva già riversato sulle coste americane milioni di irlandesi e tedeschi proprio in quel periodo e avrebbe portato milioni di italiani ad attraversare l’oceano nei decenni successivi.

Il viaggio di Antonio Montalto, Letizia Battaglia e i loro figli è un viaggio in prima classe, e a New York amplieranno la loro fortuna rispetto all’attività agricola della terra di origine, fino a fondare una banca e una compagnia di navigazione, a frequentare senatori, deputati e generali e ad essere direttamente coinvolti nella guerra di secessione americana

Antonio Montalto è un imprenditore brillante e disinvolto, le cui scelte e comportamenti sono a volte senza scrupoli e discutibili, ma quando ottiene per la moglie il diritto a fondare e presiedere una banca, una possibilità fino a quel momento negata alle donne in America, dice che “è stata una battaglia di civiltà”. 

L’autore descrive con accuratezza storica quanto accadeva nell’East Lower Side di New York, quartiere di Manhattan in cui gli immigrati vivevano stipati in edifici attaccati l’uno all’altro e in condizioni igieniche pessime, divisi per nazionalità di origine, in una condizione in cui il valore della vita umana era infimo e le violenze all’ordine del giorno, ma anche sui campi di battaglia della Virginia e del Kentucky, dove una guerra fratricida “languiva sanguinosamente”. Una sintesi che fa venire in mente la situazione dell’ultimo anno e mezzo in Ucraina: “Ogni metro conquistato dai sudisti veniva perso l’indomani per essere riconquistato il giorno dopo. Un esasperante tiro alla fune che costava la vita a centinaia di uomini e non era mai risolutivo”.

Anche nei Malarazza, come nel Gattopardo, la scena madre avviene durante una grande festa, anche se le carrozze che portano gli ospiti nella ricca dimora dei Montalto si muovono lentamente sotto una fitta nevicata, un clima un po’ diverso da quello di Donnafugata.  La dettagliata descrizione di abiti, arredi e cibi consente al lettore di sentirsi partecipe dei festeggiamenti e dei continui colpi di scena, oltre a suggerire un’auspicabile trasposizione del romanzo sullo schermo. Ma è il finale del romanzo, dopo 500 pagine avvincenti, a lasciare con il fiato sospeso e a farci sperare che l’autore ci regali anche un seguito. 

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Cultura

È morto a 91 anni Fernando Botero

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AGI – È morto il pittore e scultore colombiano Fernando Botero. Aveva 91 anni. Lo ha annunciato il presidente della Colombia, Gustavo Petro, con un post su X, celebrando “il pittore delle nostre tradizioni e dei nostri difetti, il pittore delle nostre virtu'”.

Il presidente colombiano non ha precisato il luogo del decesso. Botero era nato a Medellin, nel centro del Paese, il 19 aprile 1932 ed è considerato tra i maggiori artisti del ventesimo secolo.

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Cultura

Esperienza Epica di Sapori e Tradizioni alla 48esima Fiera del Fungo Porcino IGP di Borgotaro Al via il primo weekend della storica fiera dove si celebrano l’eccellenza gastronomica e la tradizione locale

FIERA DEL FUNGO PORCINO DI BORGOTARO

Grande fermento a Borgotaro (PR) dove tutto è pronto per aprire le porte al primo weekend della 48esima Edizione della Fiera del Fungo Porcino, unico in Europa a essere fregiato del marchio IGP (Indicazione Geografica Protetta).

L’evento amato a livello internazionale che festeggia questo rinomato fungo, nell’edizione 2023 promette di superare ogni aspettativa, offrendo un’esperienza straordinaria per il palato e i sensi. La pittoresca città di Borgotaro si trasformerà nel cuore pulsante dell’enogastronomia, attirando visitatori e appassionati da tutto il mondo per una festa dedicata ai sensi e alla tradizione.

La Fiera del Fungo Porcino IGP di Borgotaro si tiene nel suggestivo centro storico di Borgo Val di Taro, considerata la capitale dell’Alta Valtaro, posizionata strategicamente nel cuore dell’Appennino Tosco Emiliano, al confine tra Liguria e Toscana. Nei weekend del 16-17 e 23-24 settembre 2023, le strade di Borgo Val di Taro saranno invase da visitatori provenienti da ogni angolo, desiderosi di scoprire il mondo affascinante e delizioso del fungo porcino IGP. In occasione di questa 48esima edizione, l’area cucina sarà ospitata in Piazza XI Febbraio, porta d’ingresso principale della fiera. Qui, gli appassionati potranno assistere a coinvolgenti show cooking e godere di degustazioni gratuite (https://www.youtube.com/watch?v=1qHP2LFoydA).

L’evento fieristico del 2023 è un inno all’autenticità culinaria e all’entusiasmo che ha reso Borgotaro un punto di riferimento per gli amanti del cibo di tutto il mondo. Il fascino inebriante di una tradizione che continua a crescere, sfidare e incantare. La Fiera del Fungo è un omaggio alla terra, alla cucina e alla passione che da generazioni caratterizza questa affascinante regione italiana.

La Fiera del Fungo Porcino IGP non si limita solo a esaltare il fungo, ma abbraccia anche il ricco patrimonio agricolo del territorio. Infatti, non mancherà il Mercato di Campagna Amica con i produttori agricoli di Coldiretti, uno spazio dove degustare e acquistare prodotti a km zero, dai funghi al miele, dal Parmigiano Reggiano di Vacca Bruna all’olio extravergine di oliva, dalle confetture ai frutti di bosco. Ed ancora, prodotti da forno a base di farro bio, verdure bio, formaggi di capra freschi e stagionati. Un ricco paniere di eccellenze alimentari del territorio che i turisti e i frequentatori della fiera potranno trovare sui banchi in piazza Marconi. Anche quest’anno il comune di Borgotaro e il Comitato organizzativo della fiera hanno confermato il proprio impegno a voler valorizzare l’attività delle aziende agricole e a promuoverne i prodotti contraddistinti dal marchio Campagna Amica, emblema di qualità, distintività e territorialità.

L’evento, dunque, non è solo un’occasione per gustare prelibatezze, ma anche per immergersi nella passione di migliaia di cercatori di funghi provenienti da tutta Italia, e non solo, che in autunno popolano i boschi del comprensorio in cerca dei migliori esemplari. Questi funghi sono distinti per le loro qualità organolettiche, olfattive e aromatiche, rendendo il Fungo di Borgotaro una vera eccellenza culinaria.

Da non perdere il primo weekend di questa straordinaria fiera (16-17 settembre 2023), dove cultura, gastronomia e natura si fondono per creare un’esperienza indimenticabile che celebra il Fungo Porcino IGP e i tesori del territorio.

Il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta per il fungo porcino di Borgo Val Taro giunse nel lontano 1996. Solo nel 2014, dopo un lungo iter, la zona di origine è stata allargata dai Comuni di Borgotaro, Albareto e Pontremoli, anche ai Comuni di Berceto, Compiano Tornolo, Bedonia e Zeri (MS), e la certificazione è stata ampliata sul secco e semilavorato (sott’olio).

L’ingresso alla Fiera del Fungo IGP di Borgotaro è gratuito e aperto a tutti quelli che vogliono sperimentare l’autenticità dei prodotti locali e la passione dei produttori e degli chef coinvolti.

Indubbiamente un’avventura gastronomica senza eguali: la 48esima edizione della Fiera del Fungo Porcini IGP di Borgotaro apre i battenti, portando con sé una miriade di sapori intensi, tradizioni affascinanti e una festa per tutti i sensi. Una passeggiata attraverso un paradiso per il palato, dai piatti gourmet ai cibi di strada irresistibili, dove i funghi porcini IGP saranno protagonisti in un’infinità di creazioni culinarie, soddisfacendo persino i palati più esigenti. I funghi porcini IGP di Borgotaro sono conosciuti in tutto il mondo per il loro sapore straordinario. Partecipare è una grande opportunità per assaporare una vasta gamma di piatti deliziosi preparati da chef esperti, che mettono in risalto la versatilità di questo ingrediente.

Per chi desidera un’esperienza più avventurosa, escursioni guidate nei boschi circostanti che insegneranno l’arte della raccolta dei funghi porcini in modo responsabile, fornendo una connessione autentica con la natura e la terra.

Del fitto programma della fiera, vi segnaliamo due eventi organizzati dall’Officina Del Gusto a Piazza XI Febbraio con ingresso libero: sabato, 16 settembre, ore 11:45, “Malvasia E… “, degustazione con aperitivo inaugurale, a cura del Gal del Ducato, Consorzio Tutela Vini D.O.C. Colli Piacentini e Consorzio Volontario per la Tutela dei Vini DOP “Colli di Parma”, e domenica 17 settembre, ore 11:00, “I Funghi Commestibili”, momento divulgativo con degustazione a cura dell’Associazione Micologica Fidentina “Carlo Oriani”.

Un primo weekend imperdibile di questa straordinaria fiera, dove cultura, gastronomia e natura si fondono per creare un’esperienza indimenticabile e per celebrare il Fungo Porcino IGP e i tesori del territorio.

Per informazioni: www.sagradelfungodiborgotaro.it

 

 

PROGRAMMA FIERA DEL FUNGO 2023

VENERDÌ 15 SETTEMBRE 

Ore 20:00 – BONTA’ E GUSTO
Cena Inaugurale 48a Fiera del Fungo di Borgotaro
Ristorante “Il Moretto Casa Tua” – Viale Vittorio Bottego, 11 Borgo Val di Taro
ACQUISTO IN PREVENDITA FINO AD ESAURIMENTO POSTI:
UIT di Borgotaro Tel. 0525 96796 – Ristorante Il Moretto Casa Tua Tel. 377 3882266

SABATO 16 SETTEMBRE

Ore 9:00 – APERTURA DELLA FIERA
Fiera Agroalimentare, Hobbistica, Mercato tradizionale di qualità e Street Food
Centro Storico e Viale Bottego

Ore 9:30 – CONVEGNO “LE VIE STORICHE: OPPORTUNITA’ DI VALORIZZAZIONE TURISTICA PER IL TERRITORIO – I NUOVI TREKKING”
A cura del Gal del Ducato
Sala del Conferenze – Palazzo Tardiani – Piazza XI Febbario

Ore 10:00 – APERTURA DELLA MOSTRA MICOLOGICA
A cura dell’Associazione Micologica Fidentina “Carlo Oriani” – www.amf.it
Piazza Manara

Ore 10:00 – APERTURA MOSTRA/MERCATO DI COLTELLI ARTIGIANALI
A cura dell’Associazione Coltellinai Hobbisti Italiani
Sala Imbriani – Via Costamezzana

Ore 11:30 – INAUGURAZIONE DELLA MANIFESTAZIONE
Alla presenza delle Autorità con il Corpo Bandistico Borgotarese
Piazza Manara

Ore 11:45 –OFFICINA DEL GUSTO “MALVASIA E …. “ DEGUSTAZIONE CON APERITIVO INAUGURALE
Ingresso libero
Piazza XI Febbraio – Area Show Cooking
A cura del Gal del Ducato, Consorzio Tutela Vini D.O.C. Colli Piacentini e Consorzio Volontario per la Tutela dei Vini DOP «Colli di Parma»

Ore 12:00-13:20 – DIRETTA TELEVISIVA “LISCIO COME L’OLIO”
Diretta Televisiva sulla trasmissione “LISCIO COME L’OLIO” della Fiera del Fungo di Borgotaro.
A cura di Antonello Soldi.

Ore 16:00 – MUSICA DAL VIVO ITINERANTE
Le Fisarmoniche di Tiedoli e Belforte con i cantori di Varsi. Musiche popolari della Valtaro.

Ore 16:00 – OFFICINA DEL GUSTO – SHOW COOKING CON ALESSANDRO DELNEVO
Ingresso libero – Piazza XI Febbraio
Alessandro Delnevo, borgotarese classe 1982, si è diplomato all’Alma, da aprile 2019 ha occupato il ruolo di chef de partie presso il ristorante stellato “Tano Passami l’Olio” a Milano. Ha coronato il suo sogno aprendo il proprio ristorate “Così è…se vi pare” a Borgo Val di Taro.

Ore 16:00 – LABORATORIO PER BAMBINI “IL FUNGO DIPINTO” ACQUARELLO AROMATICO
Ingresso libero – Giardino IV Novembre – a cura di Helene Taiocchi

Ore 16:30 – MUSICA DAL VIVO ITINERANTE
Con Ottoni Matildici, tra i più attivi nel settore, composto da musicisti di Parma e Reggio Emilia, esegue ovunque musiche scritte e arrangiate per strumenti di ottone riscontrando sempre entusiasmo da parte del pubblico.

Ore 17:15 – OFFICINA DEL GUSTO – DEGUSTAZIONE DI DOLCI TIPICI E VINI PASSITI
Ingresso libero
Piazza XI Febbraio – Area Show Cooking
In collaborazione con AIS di Parma

Ore 19:00 – CIBO E MUSICA
Piano bar con Elena – Area Street Food

Ore 21:00 – FUNGHI E MUSICA IN PIAZZETTA
Serata musicale in Piazza La Quara
A cura dell’Associazione “I ragazzi dell’Aula Studio”

Ore 23:00 – SERATA GIOVANI – FUNGO PARTY
La Baita Disco Club – Via Grifola 66, Borgo Val di Taro
Servizio navetta da Borgo Val di Taro alla Baita con DJ e Special Guest.

DOMENICA 17 SETTEMBRE

Ore 9:00 – APERTURA DELLA FIERA 
Fiera Agroalimentare, Hobbistica, Mercato tradizionale di qualità e Street Food
Centro Storico e Viale Bottego

Ore 10:00 – APERTURA DELLA MOSTRA MICOLOGICA
A cura dell’Associazione Micologica Fidentina “Carlo Oriani” – www.amf.it
Piazza Manara

Ore 10:00 – APERTURA MOSTRA/MERCATO DI COLTELLI ARTIGIANALI
A cura dell’Associazione Coltellinai Hobbisti Italiani
Sala Imbriani – Via Costamezzana

Ore 10:00-19:00 – PROVE LIBERE DI TIRO CON L’ARCO PER ADULTI E BAMBINI
Giardini IV Novembre
A cura dell’associazione LE FURIE BUIE.

Ore 11:00 – OFFICINA DEL GUSTO “I FUNGHI COMMESTIBILI”
Ingresso libero – Piazza XI Febbraio
Evento divulgativo con degustazione a cura della Associazione Micologica Fidentina “Carlo Oriani”.

Ore 15:00 – THINKERINGIOCANDO
Presso scuola d’infanzia Casa del Fanciullo Piazza XI Febbraio, 9 ingresso cortile interno della scuola, lato Oratorio.

Laboratorio del thinkering rivolto ai bambini dai 5 agli 8 anni. Non è contemplata la presenza dei genitori durante il laboratorio. Curato dal personale docente della scuola formato per l’insegnamento di questa disciplina, il laboratorio consiste nell’ideare, progettare, costruire, armeggiare con le mani attraverso l’utilizzo di materiali naturali e materiali di recupero.

Il laboratorio è strutturato su tre gruppi di 10 bambini ciascuno: 1° gruppo dalle 15 alle 16, 2° gruppo dalle 16 alle 17, 3° gruppo dalle 17 alle 18. Per partecipare è necessaria la prenotazione entro il venerdi precedente l’evento al numero di cellulare: 3886293735. INGRESSO GRATUITO.

Ore 16:00 – OFFICINA DEL GUSTO – SHOW COOKING CON LO CHEF FABIO GIULIANOTTI
Ingresso libero – Piazza XI Febbraio
Fabio Giulianotti, sin da bambino appassionato di cucina, è cresciuto nel ristorante di famigia dove ha appreso tutti i segreti del mestiere. I borgotaresi hanno per anni apprezzato la sua cucina ne “Il Fondo”, ora proprietario di “Vecchia Compiano” a Compiano.

Ore 16:30 – MUSICA DAL VIVO ITINERANTE
Enerbia, un ensemble di musica popolare dell’Appennino nord-occidentale, quello delle quattro provicie: Genova, Piacenza, Pavia e Alessandria.

Spunciaporchi, ensemble folkloristico tradizionale ligure.

Ore 17:00 – OFFICINA DEL GUSTO – DEGUSTAZIONE CON “COOPERATIVA DEI RAGAZZI”
Ingresso libero – Piazza XI Febbraio
Degustazione e assaggi delle torte salate tipiche del territorio per la valorizzazione dei prodotti locali organizzato dalla Cooperativa Sociale Dei Ragazzi.

Ore 18:00 – CORI IN FIERA
Concerto a cura della CORALE LIRICA VALTARO
Via Costamezzana (in caso di pioggia Chiesa di San Domenico o Chiesa di Sant’Antonino).

 

SABATO 23 SETTEMBRE

Ore 9:00 – APERTURA DELLA FIERA 
Fiera Agroalimentare, Hobbistica, Mercato tradizionale di qualità e Street Food
Centro Storico e Viale Bottego

Ore 9:00 – COSE D’ALTRI TEMPI
Mercatino dell’Antiquariato e del Modernariato
Viale Bottego

Ore 10:00 – APERTURA DELLA MOSTRA MICOLOGICA
A cura dell’Associazione Micologica Fidentina “Carlo Oriani” – www.amf.it
Piazza Manara

Ore 10:00 – INAUGURAZIONE MOSTRA ANTICHI MESTIERI E MOTOSEGHE D’EPOCA
A cura della Famiglia BUSI di Brunelli e esercenti anctichi mestieri locali.
Sala Imbriani – Via Costamezzana

Ore 10:00-19:00 – Mostra “gARTen”
Giardini IV Novembre
Mostra a cura degli artisti locali

Ore 10:45 – OFFICINA DEL GUSTO: “CUCINIAMO IL RISOTTO PERFETTO”
Ingresso libero – Piazza XI Febbraio
A cura del Consorzio di Tutela del Fungo IGP di Borgotaro e di Consorzio del Parmigiano Reggiano. Con la partecipazione delle aziende del Riso Vialone Nano Mantovano.

Ore 16:00 – OFFICINA DEL GUSTO – DEGUSTAZIONE GUIDATA “FOOD VALLEY E COOPERAZIONE: UN BINOMIO VINCENTE”
Ingresso libero – Piazza XI Febbraio
Con Davide Pieri e Daniele De Leo, a cura di Confcooperative Emilia Romagna. Un viaggio gastronomico e culturale di gusti e sapori da scoprire nella “Food Valley Italiana”.L’Emilia-Romagna è la prima regione in Europa per numero di prodotti DOP e IGP (in totale 44), i marchi di denominazione di origine protetta e indicazione geografica protetta attribuiti dall’Unione Europea a garanzia della qualità dei prodotti agroalimentari.

Ore 16:00 – LABORATORIO PER BAMBINI “IL FUNGO DIPINTO” ACQUARELLO AROMATICO
Ingresso libero – Giardino IV Novembre – a cura di Helene Taiocchi

Ore 16:30 – MUSICA DAL VIVO ITINERANTE
Gruppo folk delle Langhe Gat Ross. La corale “Gat Ross” si è costituita a Farigliano nel 1935 e da allora porta sulle piazze italiane le canzoni popolari della bassa Langa.

Ore 17:00 – OFFICINA DEL GUSTO – DEGUSTAZIONE DI TORTE SALATE E BIRRA
Ingresso libero – Piazza XI Febbraio
Degustazione guidata di birre Turris e torte tipiche tradizionali salate valtaresi a cura di Turris Birra e le Bonta’ di Camisa.

Ore 19:00 – CIBO E MUSICA
DJ Set con Tommaso – Area Street Food

Ore 21:30 – SERATA DI LISCIO
La Baita Disco Club – Via Grifola 66, Borgo Val di Taro
Speciale inaugurazione della nuova stagione. Si balla con la grande orchestra Franco Bagutti dalle ore 21:30. Possibilita’ di cena tipica a base di funghi su prenotazione dalle ore 20:00

DOMENICA 24 SETTEMBRE

Ore 9:00 – APERTURA DELLA FIERA 
Fiera Agroalimentare, Hobbistica, Mercato tradizionale di qualità e Street Food
Centro Storico e Viale Bottego

Ore 9:00 – COSE D’ALTRI TEMPI
Mercatino dell’Antiquariato e del Modernariato
Viale Bottego

Ore 10:00 – APERTURA DELLA MOSTRA MICOLOGICA
A cura dell’Associazione Micologica Fidentina “Carlo Oriani” – www.amf.it
Piazza Manara

Ore 10:00 – MOSTRA ANTICHI MESTIERI E MOTOSEGHE D’EPOCA
A cura della Famiglia BUSI di Brunelli e esercenti anctichi mestieri locali.
Sala Imbriani – Via Costamezzana

Ore 10:00 – MUSICA DAL VIVO ITINERANTE
Gruppo folk delle Langhe Gat Ross. La corale “Gat Ross” si è costituita a Farigliano nel 1935 e da allora porta sulle piazze italiane le canzoni popolari della bassa Langa.

Ore 10:00-19:00 – PROVE LIBERE DI TIRO CON L’ARCO PER ADULTI E BAMBINI
Giardini IV Novembre
A cura dell’associazione LE FURIE BUIE.

Ore 10:30 – CONVEGNO “L’INDUSTRIA DEL FUTURO”
Convegno organizzato da “I ragazzi dell’aula studio”. Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia dialoga con “I ragazzi dell’aula studio”.
Sala convegni palazzo Unione dei Comuni – Piazza XI Febbraio 7

Ore 11:00 – Officina del gusto – SHOW COOKING CON lo chef PACO ZANOBINI in abbinamento ai vini della CANTINA LA TOSA
Ingresso libero – Piazza XI Febbraio
Paco Zanobini, cuoco e direttore di produzione, ha scoperto la cucina sin da bambino nel ristorante di famiglia. Ha lavorato in Italia e all’estero, sviluppando competenze manageriali e conoscenza della cucina regionale. Fondatore di De Smart Kitchen e promotore della cucina italiana come ALMA Ambassador.

Ore 15:00 – THINKERINGIOCANDO
Presso scuola d’infanzia Casa del Fanciullo Piazza XI Febbraio, 9 ingresso cortile interno della scuola, lato Oratorio.

Laboratorio del thinkering rivolto ai bambini dai 5 agli 8 anni. Non è contemplata la presenza dei genitori durante il laboratorio. Curato dal personale docente della scuola formato per l’insegnamento di questa disciplina, il laboratorio consiste nell’ideare, progettare, costruire, armeggiare con le mani attraverso l’utilizzo di materiali naturali e materiali di recupero.

Il laboratorio è strutturato su tre gruppi di 10 bambini ciascuno: 1° gruppo dalle 15 alle 16, 2° gruppo dalle 16 alle 17, 3° gruppo dalle 17 alle 18. Per partecipare è necessaria la prenotazione entro il venerdi precedente l’evento al numero di cellulare: 3886293735. INGRESSO GRATUITO.

Ore 15:30 – MUSICA DAL VIVO ITINERANTE
Le Fisarmoniche di Tiedoli e Belforte con i cantori di Varsi. Musiche popolari della Valtaro.

Ore 16:00 – OFFICINA DEL GUSTO – DEGUSTAZIONE “VERTICALE DI PROSCIUTTO DI PARMA”
Ingresso libero – Piazza XI Febbraio
A cura della Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma.

Ore 16:45 – OFFICINA DEL GUSTO – DEGUSTAZIONE “EMILIA WINE EXPERIENCE”
Ingresso libero – Piazza XI Febbraio
Dal Po all’Appennino
In collaborazione con Strada dei Vini e colli Piacentini, Strada Del Po, La Strada del Prosciutto e dei Vini dei Colli di Parma, Strada del Culatello e Strada del Fungo Porcino di Borgotaro

Ore 17:00 – GRUPPO MUSICI E SBANDIERATORI DEI SESTIERI DI LAVAGNA
Con i colori bianco e azzurro dei conti Fieschi, conserva le tradizioni del territorio. Fondato negli anni ‘80, ha partecipato a eventi culturali locali e internazionali.

Ore 18:30 – ESTRAZIONE LOTTERIA ASSOCIAZIONE “INSIEME PER VIVERE”
Estrazione dei biglietti della lotteria dell’Associazione ONLUS “Insieme per Vivere”  Volontari contro il cancro Valtaro Valceno. – Piazza XI Febbraio

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Cultura

Ian McEwan: “Ecco perché il romanzo non morirà”

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AGI -“Se il romanzo fosse destinato a morire sarebbe già scomparso da anni”. A sottolineare l’ottimo stato di salute del genere letterario più noto è lo scrittore britannico Ian McEwan, intervenuto per l’uscita in Spagna di ‘Lezioni’, la sua ultima fatica letteraria arrivata nelle librerie italiane lo scorso maggio.

Il 75enne nativo di  Aldershot, ha spiegato come il romanzo è destinato a sopravvivere “nonostante il fatto che noi intellettuali tendiamo a essere pessimisti”. Amante delle serie televisive, McEwan riflette che “a priori, sembrerebbe che nessuno possa resistere alla divisione in tanti episodi o capitoli che compongono serie come ‘The Office’ o ‘Succession'” ma che, allo stesso tempo, “non abbiamo ancora trovato una forma superiore di indagine sull’uomo come il romanzo, nemmeno la poesia o il teatro”.

Andando più nello specifico, McEwan ricorda come i romanzi abbiano “dei tentacoli lunghissimi per andare a fondo, penetrare nella mente degli altri è davvero un grande dono, cosa che non credo le serie televisive riescano ancora a fare”. Secondo lo scrittore è “il modo migliore per illustrare il flusso di coscienza” la possibilità più concreta “di immedesimarsi in qualcun altro” e il modo più semplice per comprendere “fino a che punto siamo simili gli uni agli altri”.

Di cosa si occupa ‘lezioni’

“Lezioni” è incentrato sul personaggio di Roland Baines, con cui l’autore condivide alcuni elementi, che viene mandato dai genitori in un collegio, dove prende lezioni di pianoforte con una giovane insegnante, con la quale vive un’esperienza affascinante e traumatica in parti uguali, e che segnerà per sempre la sua vita.

Nel corso del tempo, Roland viaggia e vive in diversi luoghi, si sposa e ha un figlio, ma la sua vita va in pezzi quando la moglie, Alissa Eberhardt, lo lascia senza spiegazioni, e lui è costretto a ricostruire i suoi ricordi per cercare di capire cosa è successo, dall’infanzia a Tripoli, dove il padre militare era di stanza, attraverso i grandi eventi degli ultimi settant’anni: “La crisi di Suez, i missili di Cuba, la caduta del muro di Berlino, Chernobyl, la Brexit, la pandemia”.

Come il protagonista, McEwan stesso ha vissuto, a Tripoli, la crisi del canale di Suez, quando però aveva solo 8 anni. “Fu un evento importante per la Gran Bretagna, la Francia, Israele e l’Egitto ma solo ora, scrivendo il romanzo, ho capito quanto fosse importante per me, perché significava la fine dell’inganno del sogno imperiale”.

 

 

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Cultura

Centenario dell’Aeronautica Militare, ritorno al volo del G-91: il racconto della madrina

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E’ stata Marianna Bonavolontá, figlia di Luigi Bonavolontá, la testimonial di un evento unico, il ritorno al volo del G-91 al Centenario dell’Aeronautica Militare lo scorso giugno. “Sono cresciuta tra le nuvole – racconta Marianna – da piccola giocavo in volo con mio padre” sottolinea.

Mossa da sempre da un amore incommensurabile per i velivoli, una passione con evidenti radici profonde, la Bonavolontá ci racconta:

“Qualcuno un tempo mi disse che le radici profonde non gelano mai, e questo ne è proprio l’esempio. Il mio amore per i velivoli nasce da piccolissima, quando mio padre a due anni mi portò in volo con sé facendo acrobazie insieme ad un suo allievo. Da allora vivo con il naso all’insù”.
Oltre l’evidente amore, cosa significa per te tutto ciò che riguarda il volo?

“Il volo riguarda i sogni, i ricordi da bambina ma anche quello che per me rappresenta l’aeronautica, oltre il modo in cui sono stata cresciuta. È l’orgoglio italiano per eccellenza, costituito da persone che sfidano lo spazio e il tempo per proteggere la Patria. Il volo è un sogno ma anche tanta concretezza”.

Sei stata la testimonial-madrina del ritorno al volo del G-91 al Centenario dell’Aeronautica Militare. Com’è nata questa iniziativa?

“È iniziato tutto per gioco. Un giorno mi invitarono ad un convegno a Casa dell’Aviatore ed erano presenti diversi colleghi di mio padre. Si parlava di velivoli e del Centenario. Il Gen.le Maurizio Lodovisi, vedendomi così appassionata di volo e del G91 in particolare, mi chiese di fare da madrina del glorioso aereo che lui stesso avrebbe pilotato. Da lì si è acceso un sogno; la bambina che da piccola voleva volare sul G91, è tornata in vita”.

Quali emozioni hai provato durante l’evento?

“Sono stati tre giorni di festeggiamenti, che ho vissuto non da pubblico e non da giornalista. Mi sono sentita parte integrante del team, parte di una famiglia che ti apre le porte, ti coccola e condivide con te emozioni fortissime, gioie e dolori. Per tutto questo vorrei ringraziare non solo il Gen.Lodovisi e Renzo Catellani, il proprietario dell’aereo, ma anche il Ten. Col. Francesco Dante e tutto il team di Piacenza che ha reso possibile un’impresa epica e al tempo stesso mi ha fatto sentire a casa. Non a caso si dice Mamma Aeronautica”.

Com’è essere circondata da Generali, personaggi di tale spessore non facendo tu parte dell’Arma? Eri addirittura seduta tra le istituzioni con il Presidente della Repubblica Mattarella.

“Partiamo dal presupposto che sono cresciuta con un militare, e dell’AM conosco dinamiche, linguaggio e ne ho una stima infinita. Come ho citato prima, l’aeronautica militare è da sempre stata nominata Mamma Aeronautica per l’etica che contraddistingue i militari ma anche per il rispetto, l’educazione e la gentilezza degli uomini che ne fanno parte, ufficiali o sottufficiali che siano. La chiave che apre tutte le porte credo sia sempre il rispetto ma non la rigidità da snob: quella alza muri. Per me è efficace anche la goliardia senza mai andare oltre e l’attenzione a non anteporre il proprio ego ma essere consapevoli di far parte di una squadra, una famiglia. Così come loro mi hanno fatto sentire a casa, così credo di essermi comportata, come una di loro. Mi sono veramente affezionata a questo Dream Team stupendo”.

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Cultura

Vico Equense – Lo chef Luca Fracassi a “L’Accanto”

Comunicato Vico Equense – Un’estate da chef 3

Vico Equense, a “L’Accanto” lo chef Luca Fracassi

il 19 settembre: focus sull’universo vegetale

All’interno della rassegna incontri culinari intitolata “Sogni, Volti, Valori”, che si tengono sulla terrazza del Grand Hotel Angiolieri

Martedì 19 settembre 2023, all’interno della rassegna di incontri culinari intitolata “Sogni, Volti, Valori”, che si tengono sulla terrazza del Grand Hotel Angiolieri di Vico Equense, il ristorante L’Accanto – recentemente selezionato nella Guida Michelin Italia e punta di diamante della ristorazione dell’Hotel – avrà l’onore di ospitare Luca Fracassi patron e chef del ristorante Octavin di Arezzo, insignito nel novembre del 2021 della sua prima stella Michelin.

La scelta dello chef Fracassi come “Volto” non è stata casuale. La sua accurata ricerca dei migliori ingredienti toscani presso artigiani del nutrimento attenti all’intera filiera agroalimentare, la devozione equilibrata ai sapori, l’armonia che imprime in ogni ricetta ricrea sulla tavola una poetica gastronomica incentrata sulla memoria dei sapori. Sapori che hanno fatto breccia nelle sensibilità gastronomiche degli chef de L’accanto Fabrizio De Simone (Michelin Guide) e Raffaele Ros (1 stella Michelin Guide), che lo hanno voluto per questa tappa settembrina di Sogni, Volti, Valori, che avrà come focus l’universo vegetale.

Per info e prenotazioni 0818029161 oppure tramite e mail a info@grandhotelangiolieri.it.

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Cultura

Pizza a Vico 2023 – Farina, creatività, talento e generosità

Comunicato Pizza a Vico 2023 – Dal 24 al 26 settembre a Vico Equense

Pizza a Vico 2023: farina, creatività, talento e generosità

Il ricavato, al netto delle spese, sarà devoluto anche quest’anno ad attività benefiche e di promozione della città di Vico Equense. Nelle edizioni precedenti, tra le altre cose, acquistati una Lim per la scuola, una carrozzina motorizzata, panchine, kit aib, un sistema ecografo, un defibrillatore

Dal 24 al 26 settembre, Vico Equense si prepara a diventare il fulcro di “Pizza a Vico 2023 – Farina e creatività, un talento familiare”. Un eccezionale evento che non è solo celebrazione della pizza, ma anche un’opportunità unica per immergersi nel cuore della tradizione. L’evento gode del patrocinio di istituzioni come la Regione Campania, la Città Metropolitana di Napoli, la Città di Vico Equense, la Camera di Commercio di Napoli, l’Aicast Imprese Italia e l’Acove – Associazione Commercio e Turismo Vico Equense.

I partecipanti avranno l’opportunità di scoprire l’arte della pizza sotto la guida dei talentuosi pizzaioli locali, veri custodi di una tradizione culinaria tramandata di generazione in generazione. Il tema centrale di quest’anno, “farina e creatività, un talento familiare”, è anche un omaggio alla candidatura di Vico Equense come città creativa dell’Unesco e alla tradizione familiare che permea la preparazione e la condivisione della pizza.

Vico Equense è un luogo dove la pizza è molto più di un pasto, è un’esperienza da condividere con amici e familiari. La pizza è servita in forma di “pizza al metro”, creando un’atmosfera conviviale che rende ogni momento un’occasione di gioia e felicità. Ma Pizza a Vico 2023 è molto più di una celebrazione culinaria. Nel corso degli anni, l’Associazione che dà vita all’evento, presieduta da Michele Cuomo, ha dimostrato il suo impegno verso la comunità locale, contribuendo a realizzare progetti di beneficenza che hanno avuto un impatto significativo sulla comunità.

Una delle caratteristiche distintive di Pizza a Vico sta nell’impegno a operare “senza scopo di lucro”. Il ricavato dell’evento, al netto delle spese, è devoluto per sostenere attività benefiche. Da qualche anno poi, parte del ricavato è destinato anche alla promozione della città stessa.

Pizza a Vico ha contribuito a realizzare una serie di progetti di beneficenza, tra cui l’acquisto di un defibrillatore. Inoltre, sono state create panchine per il Belvedere di San Francesco. E poi una carrozzina motorizzata a un giovane concittadino, ed il potenziamento dell’assistenza in caso di incendi boschivi con l’acquisto di 7 kit aib (antincendio boschivo) per l’Associazione volontari del Faito.

Il sostegno alla comunità si è esteso anche al settore sanitario, con l’acquisto di un sistema ecografo multidisciplinare compatto ad alte prestazioni, destinato all’ospedale “De Luca e Rossano”, nonché per la ristrutturazione del poliambulatorio della frazione “Moiano”. La Caritas di Vico Equense ha ricevuto un contributo per il progetto “Sostegno fondo di solidarietà”, mentre la parrocchia di Bonea è stata dotata di un defibrillatore per garantire la sicurezza dei suoi fedeli.

L’implementazione della rete comunale di videosorveglianza contribuisce a rafforzare la sicurezza di Vico Equense, garantendo un ambiente più sicuro per tutti i residenti e i visitatori. Inoltre, il progetto di marketing e la creazione del brand “Vico Equense” contribuiscono a promuovere la città e il suo patrimonio unico. La generosità di Pizza a Vico si è estesa anche al progetto “Canoa – tumore al seno” della Lega Navale, dimostrando un impegno costante per sostenere cause importanti e significative. Inoltre, l’Emporio Solidale dell’associazione Aequa Solidale Odv, che riunisce tutte le Parrocchie del territorio, ha ricevuto il sostegno di Pizza a Vico, contribuendo a fornire assistenza a coloro che ne hanno più bisogno nella comunità.

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Cultura

‘La Grande Visione’, Vattani: “Così è nato il progetto della Collezione Farnesina”  

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AGI – Singapore, Tokyo, Nuova Delhi e Seul. Mai prima d’ora in queste metropoli è stato possibile apprezzare una mostra completa sull’arte contemporanea italiana, dal ‘900 a oggi. L’impresa è riuscita al nostro ministero degli Esteri, l’unico al mondo a essersi trasformato nel giro di vent’anni in un ‘museo’ che tutti ci invidiano.

Dalla Collezione Farnesina, che conta quasi 700 opere esposte nella sede del ministero, ne sono state scelte una settantina per “La Grande Visione Italiana”, mostra che ha appena concluso il suo primo tour asiatico registrando un successo oltre qualsiasi aspettativa. 

Fra le opere in mostra – ora dirette a New York, nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite – vi sono pezzi realizzati da artisti celeberrimi come Carla Accardi, Mimmo Jodice e Michele Pistoletto, solo per citarne alcuni. Sono un “campione” della ben più vasta ‘Farnesina Gallery’, la ricca e dinamica collezione d’arte del ministero degli Esteri che tutto il mondo c’invidia.

Il successo del tour asiatico de “La Grande Visione”, tuttavia, non sarebbe stato possibile senza una altrettanto grande visione: l’innovativo progetto portato avanti nel tempo con passione e tenacia, dall’ex segretario generale della Farnesina, l’ambasciatore (oggi a riposo) Umberto Vattani.

Ai microfoni di AGI, Vattani, il fondatore della Collezione, ha spiegato come è nata e in che contesto si è sviluppata l’idea di raccogliere alcune opere-manifesto della nostra arte contemporanea per esporle nel palazzo che dal 1959 ospita il ministero degli Esteri.

La Collezione Farnesina sta veicolando l’immagine dell’Italia contemporanea nel mondo. Da dove prese le mosse il progetto iniziale? 

“Nel 1986 mi trovavo a Londra, dove era in preparazione la visita di Stato dell’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, una visita molto importante e impegnativa. Lo andai a trovare al Quirinale per proporgli, tra l’altro, di regalare qualcosa di più originale dei soliti doni che si fanno in queste situazioni. Gli proposi di regalare una fontana italiana con una scultura visto che la nostra arte contemporanea non era ancora molto conosciuta. Cossiga trovò l’idea stravagante ma non si oppose. Feci allora in modo di portare la fontana che aveva come punto focale una statua, la Nereide, di Emilio Greco. Fu sistemata non lontano dalla nostra ambasciata, di fronte allo storico Hotel Connaugh, al centro di Carlos Place, dove tutt’ora si trova. Gli inglesi l’hanno ribattezzata la fontana degli italiani, cosa che ovviamente non può che farci piacere. Nello stesso anno incontrai il critico Maurizio Calvesicuratore in quell’anno della biennale di Venezia. Gli raccontai in quell’occasione quello che avevamo fatto a Londra e da allora si interessò sempre alle nostre iniziative. Due anni dopo, in occasione dell’anniversario del piano Marshall, suggerii alla Presidenza del Consiglio di portare una scultura italiana, questa volta di Arnaldo Pomodoro a Los Angeles, dove Cossiga avrebbe incontrato il presidente Ronald Reagan. Anche li’ la proposta sorprese ma nessuno si oppose: la statua, considerata una delle più suggestive di Pomodoro, si trova tuttora sullo specchio d’acqua, a fianco del teatro dell’opera.

Quando è rientrato al ministero, alla fine degli anni ’90 però succede qualcosa di particolare…
Quando tornai in Italia dalla Germania, una decina di anni dopo, trovai il Palazzo della Farnesina disadorno, così come lo avevamo ereditato dal 1959, quando il ministero fu trasferito dal centralissimo Palazzo Chigi, davanti a una colonna millenaria, al di là del Tevere, in quella che sembrava a molti una periferia. Quel trasferimento deluse profondamente i diplomatici che si sentirono quasi ‘declassati’. Di conseguenza non fecero nulla per abbellire un palazzo che, abbastanza evidentemente, era un edificio del Ventennio, semplice e dalle geometrie razionali. Nel 1997, al mio rientro si trovava anche in una stato piuttosto degradato con i marmi delle facciate scuriti e completamente disadorno. Decisi di parlarne con il capo della diplomazia di allora, Lamberto Dini, facendo presente l’importanza di darci un’immagine più nuova e al passo coi tempi. “Chi entra qui non può che pensare al passato e a un passato neppure tanto entusiasmante…possiamo fare di meglio, gli dissi, suggerendo d’inserire opere di artisti italiani contemporanei come avevo fatto in altre città del mondo. Il problema sollevato da Dini fu subito inerente all’assenza di una voce in bilancio per acquistare opere d’arte. Effettivamente non lo avevamo, ma avevamo buoni rapporti con tanti artisti che avremmo potuto convincere a prestare opere …Così andai da Pietro Consagra chiedendo se ci prestava una scultura, poi chiesi un paio di tele a Piero D’Orazio, ad Accardi, a Perilli e a tanti altri ancora. Una volta esauriti i contatti chiesi aiuto allo stesso Calvesiche avevo incontrato a Venezia nell’86…In poco tempo il ministero cambiò immagine a partire dal primo piano dove tutti gli ambienti aperti al pubblico e alle delegazioni straniere erano ora pieni di opere. E visto che altre ne arrivavano, si dovette inserirle anche negli uffici, e poi non bastò più un piano e si cominciò a salire al secondo, al terzo…Oggi tutti i piani del ministero sono coperti di opere soprattutto: non solo negli spazi condivisi, ma anche negli uffici particolari. Calvesifu peraltro il primo a restare colpito dall’operazione che stavamo portando avanti e a comprenderne l’importanza, a tal punto da aiutarmi facilitandomi i compiti.

Un altro elemento chiave per la Collezione è stato il comodato d’uso gratuito per le opere. Una formula di prestito altrettanto originale per quegli anni…
Ma questo non fu il frutto di una ‘crisi dell’immaginazione’: non avevamo i fondi e non potevamo pensare a qualcosa d’altro. Questa formula invece dava un enorme vantaggio rispetto all’acquisto: con il prestito gli artisti restano proprietari dell’opera che possono ritirare o sostituire a loro piacimento. Questo processo ha fatto sì che la Collezione Farnesina non fosse un accumulo statico di opere ma una collezione vivente che continua a stupire chi torna al ministero dopo qualche anno di assenza.

Il ministero degli Esteri è stato un precursore dei tempi anche sotto altri aspetti, ce lo conferma?
Quando noi abbiamo iniziato quest’operazione il Museo del ‘900 di Milano non esisteva, così come non esisteva il Maxi di Roma, nato dieci anni dopo, e non esisteva il Museo Madre di Napoli e tanto meno il Mart di Rovereto, inaugurato nel 2002. Siamo stati dei precursori e con mezzi praticamente inesistenti abbiamo creato una Collezione che oggi ci viene invidiata da tutti. Nessun altro ministero degli Esteri al mondo ha qualcosa di simile, e nessun altro ministero italiano, neppure il ministero della Cultura, ha qualcosa di simile al suo interno. Siamo un po’ eccezionali…

Quale impatto ha avuto la Collezione?
Questa collezione ha avuto un duplice effetto: è riuscita a colpire l’immaginazione dei ministri e delle delegazioni straniere in visita da noi. Ho sentito Madeleine Albright (segretaria di Stato degli Usa dal 1997 al 2001) esclamare di stupore sullo scalone. Volle vedere tutte le opere esposte mentre l’ex ministro degli esteri francese Hubert Vedrine si chiese se il Quai d’Orsay non dovesse imitarci dimenticando però che il loro edificio in stile napoleonico, ricco di stucchi e decori, poco si prestava ad ospitare opere contemporanee. Al contrario della Farnesina che è un contenitore perfetto. 

Qual è stato il senso di un tour asiatico per le opere della Collezione? 
Dobbiamo anzitutto al talento impareggiabile di Achille Bonito Oliva la scelta di 71 opere, su 700 che compongono la Collezione. Scelta non facile perché l’obiettivo era quello di
rappresentare l’intero panorama a artistico italiano dal ‘900 ai nostri giorni e far vedere che l’Italia non ha mai conosciuto epoche nelle quali non c’è stato un progresso straordinario nelle arti e nelle scienze. Tutti conoscono del nostro Paese soprattutto per le antichità romane, il Rinascimento e il Barocco, ma trascurano le epoche attuali e sbagliano perché in realtà anche il ‘900 ha conosciuto grandi maestri di cui bisognerebbe conservare con maggiore cura il ricordo. Inoltre abbiamo dimostrato come un ministero degli Esteri, al di là dei colloqui politici, delle collaborazioni economiche e in altri ambiti, ha anche la possibilità di usare un’ ‘arma’, quella definita con l’espressione americana ‘soft power’: l’arte è più leggera, giocosa, attira l’attenzione e facilita il dialogo. In qualche modo introduce nel discorso più duro, quello degli interessi, un tema che è molto consono al nostro Paese. La nostra nazione da sempre ha esercitato un’influenza che va ben oltre a quelle che sono le sue dimensioni, le sue forze e le sue ricchezze. Abbiamo fatto vedere che in pochissimo tempo un ministero degli Esteri è stato capace di opere d’arte che fanno vedere un modo di vivere italiano diverso. La nostra Collezione non è certamente un ‘museo’ ma segnala una curiosità avvertita anche dalla diplomazia italiana.

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Cultura

Il fascino notturno delle Terme di Caracalla, nove aperture straordinarie serali 

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AGI – Dal 14 settembre fino al 26 ottobre, per un totale di nove serate, la Soprintendenza Speciale di
Roma apre in via straordinaria le Terme di Caracalla dalle 20 alle 22, con due diverse modalità di
fruizione: una passeggiata “libera” nei sotterranei e nel Mitreo, oppure una visita guidata che
consentirà anche di scoprire le Terme di Caracalla in superficie, tra le palestre, la natatio, il
frigidarium e gli splendidi mosaici.

«Le visite serali alle Terme di Caracalla sono un appuntamento a cui sono affezionati i visitatori –
spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – e che si rinnova ogni estate e autunno.
Ad attrarre i turisti e soprattutto i romani è il fascino del più importante impianto termale imperiale
che si svela alla luce del crepuscolo e della notte: una opportunità unica di accedere al
monumento oltre l’orario consueto di apertura».

Un’occasione unica per conoscere le maestose rovine al chiaro di luna, ma anche per scendere
nei sotterranei, fulcro della vita delle terme, insieme al Mitreo due luoghi ricchi di fascino, non
sempre accessibili al pubblico.

Nella penombra della sera, si ammanteranno di una nuova magia
anche le fotografie in bianco e nero di Letizia Battaglia che, fino al 5 novembre, saranno in
esposizione negli spazi delle Terme all’interno della mostra Letizia Battaglia Senza fine.

«Dopo i successi delle aperture straordinarie della Domenica al museo, e l’importante riscontro
della mostra ancora in corso dedicata a Letizia Battaglia, le Terme di Caracalla – commenta Mirella
Serlorenzi, direttore del sito
– si preparano ad accogliere i visitatori nell’orario notturno,
proponendo un’offerta culturale sempre nuova e ricca di vitalità, prima delle novità in serbo per
la stagione autunnale. Conservati per circa due chilometri, i sotterranei erano un labirinto di
grandi gallerie carrozzabili, 6 metri di altezza per 6 di larghezza all’incirca, dove si trovavano
depositi di legname, un mulino, l’impianto di riscaldamento con i forni e le caldaie, ma anche
quello idrico».

Le visite serali permettono di passeggiare nel sontuoso parco delle Terme tra i grandi ambienti
dove sono ancora visibili meravigliosi mosaici ancora nel luogo dove furono realizzati. Nei
sotterranei i visitatori potranno vedere le raffinate e funzionali tecniche ingegneristiche del
mondo romano, non solo per le possenti fondazioni, ma per la modernità della macchina termica
e idraulica che alimentava l’intero impianto, il riscaldamento delle acque e degli ambienti al piano
terra e in quello superiore.

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