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Vico Equense – Lo chef Luca Fracassi a “L’Accanto”

Comunicato Vico Equense – Un’estate da chef 3

Vico Equense, a “L’Accanto” lo chef Luca Fracassi

il 19 settembre: focus sull’universo vegetale

All’interno della rassegna incontri culinari intitolata “Sogni, Volti, Valori”, che si tengono sulla terrazza del Grand Hotel Angiolieri

Martedì 19 settembre 2023, all’interno della rassegna di incontri culinari intitolata “Sogni, Volti, Valori”, che si tengono sulla terrazza del Grand Hotel Angiolieri di Vico Equense, il ristorante L’Accanto – recentemente selezionato nella Guida Michelin Italia e punta di diamante della ristorazione dell’Hotel – avrà l’onore di ospitare Luca Fracassi patron e chef del ristorante Octavin di Arezzo, insignito nel novembre del 2021 della sua prima stella Michelin.

La scelta dello chef Fracassi come “Volto” non è stata casuale. La sua accurata ricerca dei migliori ingredienti toscani presso artigiani del nutrimento attenti all’intera filiera agroalimentare, la devozione equilibrata ai sapori, l’armonia che imprime in ogni ricetta ricrea sulla tavola una poetica gastronomica incentrata sulla memoria dei sapori. Sapori che hanno fatto breccia nelle sensibilità gastronomiche degli chef de L’accanto Fabrizio De Simone (Michelin Guide) e Raffaele Ros (1 stella Michelin Guide), che lo hanno voluto per questa tappa settembrina di Sogni, Volti, Valori, che avrà come focus l’universo vegetale.

Per info e prenotazioni 0818029161 oppure tramite e mail a info@grandhotelangiolieri.it.

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Pizza a Vico 2023 – Farina, creatività, talento e generosità

Comunicato Pizza a Vico 2023 – Dal 24 al 26 settembre a Vico Equense

Pizza a Vico 2023: farina, creatività, talento e generosità

Il ricavato, al netto delle spese, sarà devoluto anche quest’anno ad attività benefiche e di promozione della città di Vico Equense. Nelle edizioni precedenti, tra le altre cose, acquistati una Lim per la scuola, una carrozzina motorizzata, panchine, kit aib, un sistema ecografo, un defibrillatore

Dal 24 al 26 settembre, Vico Equense si prepara a diventare il fulcro di “Pizza a Vico 2023 – Farina e creatività, un talento familiare”. Un eccezionale evento che non è solo celebrazione della pizza, ma anche un’opportunità unica per immergersi nel cuore della tradizione. L’evento gode del patrocinio di istituzioni come la Regione Campania, la Città Metropolitana di Napoli, la Città di Vico Equense, la Camera di Commercio di Napoli, l’Aicast Imprese Italia e l’Acove – Associazione Commercio e Turismo Vico Equense.

I partecipanti avranno l’opportunità di scoprire l’arte della pizza sotto la guida dei talentuosi pizzaioli locali, veri custodi di una tradizione culinaria tramandata di generazione in generazione. Il tema centrale di quest’anno, “farina e creatività, un talento familiare”, è anche un omaggio alla candidatura di Vico Equense come città creativa dell’Unesco e alla tradizione familiare che permea la preparazione e la condivisione della pizza.

Vico Equense è un luogo dove la pizza è molto più di un pasto, è un’esperienza da condividere con amici e familiari. La pizza è servita in forma di “pizza al metro”, creando un’atmosfera conviviale che rende ogni momento un’occasione di gioia e felicità. Ma Pizza a Vico 2023 è molto più di una celebrazione culinaria. Nel corso degli anni, l’Associazione che dà vita all’evento, presieduta da Michele Cuomo, ha dimostrato il suo impegno verso la comunità locale, contribuendo a realizzare progetti di beneficenza che hanno avuto un impatto significativo sulla comunità.

Una delle caratteristiche distintive di Pizza a Vico sta nell’impegno a operare “senza scopo di lucro”. Il ricavato dell’evento, al netto delle spese, è devoluto per sostenere attività benefiche. Da qualche anno poi, parte del ricavato è destinato anche alla promozione della città stessa.

Pizza a Vico ha contribuito a realizzare una serie di progetti di beneficenza, tra cui l’acquisto di un defibrillatore. Inoltre, sono state create panchine per il Belvedere di San Francesco. E poi una carrozzina motorizzata a un giovane concittadino, ed il potenziamento dell’assistenza in caso di incendi boschivi con l’acquisto di 7 kit aib (antincendio boschivo) per l’Associazione volontari del Faito.

Il sostegno alla comunità si è esteso anche al settore sanitario, con l’acquisto di un sistema ecografo multidisciplinare compatto ad alte prestazioni, destinato all’ospedale “De Luca e Rossano”, nonché per la ristrutturazione del poliambulatorio della frazione “Moiano”. La Caritas di Vico Equense ha ricevuto un contributo per il progetto “Sostegno fondo di solidarietà”, mentre la parrocchia di Bonea è stata dotata di un defibrillatore per garantire la sicurezza dei suoi fedeli.

L’implementazione della rete comunale di videosorveglianza contribuisce a rafforzare la sicurezza di Vico Equense, garantendo un ambiente più sicuro per tutti i residenti e i visitatori. Inoltre, il progetto di marketing e la creazione del brand “Vico Equense” contribuiscono a promuovere la città e il suo patrimonio unico. La generosità di Pizza a Vico si è estesa anche al progetto “Canoa – tumore al seno” della Lega Navale, dimostrando un impegno costante per sostenere cause importanti e significative. Inoltre, l’Emporio Solidale dell’associazione Aequa Solidale Odv, che riunisce tutte le Parrocchie del territorio, ha ricevuto il sostegno di Pizza a Vico, contribuendo a fornire assistenza a coloro che ne hanno più bisogno nella comunità.

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‘La Grande Visione’, Vattani: “Così è nato il progetto della Collezione Farnesina”  

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AGI – Singapore, Tokyo, Nuova Delhi e Seul. Mai prima d’ora in queste metropoli è stato possibile apprezzare una mostra completa sull’arte contemporanea italiana, dal ‘900 a oggi. L’impresa è riuscita al nostro ministero degli Esteri, l’unico al mondo a essersi trasformato nel giro di vent’anni in un ‘museo’ che tutti ci invidiano.

Dalla Collezione Farnesina, che conta quasi 700 opere esposte nella sede del ministero, ne sono state scelte una settantina per “La Grande Visione Italiana”, mostra che ha appena concluso il suo primo tour asiatico registrando un successo oltre qualsiasi aspettativa. 

Fra le opere in mostra – ora dirette a New York, nel Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite – vi sono pezzi realizzati da artisti celeberrimi come Carla Accardi, Mimmo Jodice e Michele Pistoletto, solo per citarne alcuni. Sono un “campione” della ben più vasta ‘Farnesina Gallery’, la ricca e dinamica collezione d’arte del ministero degli Esteri che tutto il mondo c’invidia.

Il successo del tour asiatico de “La Grande Visione”, tuttavia, non sarebbe stato possibile senza una altrettanto grande visione: l’innovativo progetto portato avanti nel tempo con passione e tenacia, dall’ex segretario generale della Farnesina, l’ambasciatore (oggi a riposo) Umberto Vattani.

Ai microfoni di AGI, Vattani, il fondatore della Collezione, ha spiegato come è nata e in che contesto si è sviluppata l’idea di raccogliere alcune opere-manifesto della nostra arte contemporanea per esporle nel palazzo che dal 1959 ospita il ministero degli Esteri.

La Collezione Farnesina sta veicolando l’immagine dell’Italia contemporanea nel mondo. Da dove prese le mosse il progetto iniziale? 

“Nel 1986 mi trovavo a Londra, dove era in preparazione la visita di Stato dell’allora presidente della Repubblica Francesco Cossiga, una visita molto importante e impegnativa. Lo andai a trovare al Quirinale per proporgli, tra l’altro, di regalare qualcosa di più originale dei soliti doni che si fanno in queste situazioni. Gli proposi di regalare una fontana italiana con una scultura visto che la nostra arte contemporanea non era ancora molto conosciuta. Cossiga trovò l’idea stravagante ma non si oppose. Feci allora in modo di portare la fontana che aveva come punto focale una statua, la Nereide, di Emilio Greco. Fu sistemata non lontano dalla nostra ambasciata, di fronte allo storico Hotel Connaugh, al centro di Carlos Place, dove tutt’ora si trova. Gli inglesi l’hanno ribattezzata la fontana degli italiani, cosa che ovviamente non può che farci piacere. Nello stesso anno incontrai il critico Maurizio Calvesicuratore in quell’anno della biennale di Venezia. Gli raccontai in quell’occasione quello che avevamo fatto a Londra e da allora si interessò sempre alle nostre iniziative. Due anni dopo, in occasione dell’anniversario del piano Marshall, suggerii alla Presidenza del Consiglio di portare una scultura italiana, questa volta di Arnaldo Pomodoro a Los Angeles, dove Cossiga avrebbe incontrato il presidente Ronald Reagan. Anche li’ la proposta sorprese ma nessuno si oppose: la statua, considerata una delle più suggestive di Pomodoro, si trova tuttora sullo specchio d’acqua, a fianco del teatro dell’opera.

Quando è rientrato al ministero, alla fine degli anni ’90 però succede qualcosa di particolare…
Quando tornai in Italia dalla Germania, una decina di anni dopo, trovai il Palazzo della Farnesina disadorno, così come lo avevamo ereditato dal 1959, quando il ministero fu trasferito dal centralissimo Palazzo Chigi, davanti a una colonna millenaria, al di là del Tevere, in quella che sembrava a molti una periferia. Quel trasferimento deluse profondamente i diplomatici che si sentirono quasi ‘declassati’. Di conseguenza non fecero nulla per abbellire un palazzo che, abbastanza evidentemente, era un edificio del Ventennio, semplice e dalle geometrie razionali. Nel 1997, al mio rientro si trovava anche in una stato piuttosto degradato con i marmi delle facciate scuriti e completamente disadorno. Decisi di parlarne con il capo della diplomazia di allora, Lamberto Dini, facendo presente l’importanza di darci un’immagine più nuova e al passo coi tempi. “Chi entra qui non può che pensare al passato e a un passato neppure tanto entusiasmante…possiamo fare di meglio, gli dissi, suggerendo d’inserire opere di artisti italiani contemporanei come avevo fatto in altre città del mondo. Il problema sollevato da Dini fu subito inerente all’assenza di una voce in bilancio per acquistare opere d’arte. Effettivamente non lo avevamo, ma avevamo buoni rapporti con tanti artisti che avremmo potuto convincere a prestare opere …Così andai da Pietro Consagra chiedendo se ci prestava una scultura, poi chiesi un paio di tele a Piero D’Orazio, ad Accardi, a Perilli e a tanti altri ancora. Una volta esauriti i contatti chiesi aiuto allo stesso Calvesiche avevo incontrato a Venezia nell’86…In poco tempo il ministero cambiò immagine a partire dal primo piano dove tutti gli ambienti aperti al pubblico e alle delegazioni straniere erano ora pieni di opere. E visto che altre ne arrivavano, si dovette inserirle anche negli uffici, e poi non bastò più un piano e si cominciò a salire al secondo, al terzo…Oggi tutti i piani del ministero sono coperti di opere soprattutto: non solo negli spazi condivisi, ma anche negli uffici particolari. Calvesifu peraltro il primo a restare colpito dall’operazione che stavamo portando avanti e a comprenderne l’importanza, a tal punto da aiutarmi facilitandomi i compiti.

Un altro elemento chiave per la Collezione è stato il comodato d’uso gratuito per le opere. Una formula di prestito altrettanto originale per quegli anni…
Ma questo non fu il frutto di una ‘crisi dell’immaginazione’: non avevamo i fondi e non potevamo pensare a qualcosa d’altro. Questa formula invece dava un enorme vantaggio rispetto all’acquisto: con il prestito gli artisti restano proprietari dell’opera che possono ritirare o sostituire a loro piacimento. Questo processo ha fatto sì che la Collezione Farnesina non fosse un accumulo statico di opere ma una collezione vivente che continua a stupire chi torna al ministero dopo qualche anno di assenza.

Il ministero degli Esteri è stato un precursore dei tempi anche sotto altri aspetti, ce lo conferma?
Quando noi abbiamo iniziato quest’operazione il Museo del ‘900 di Milano non esisteva, così come non esisteva il Maxi di Roma, nato dieci anni dopo, e non esisteva il Museo Madre di Napoli e tanto meno il Mart di Rovereto, inaugurato nel 2002. Siamo stati dei precursori e con mezzi praticamente inesistenti abbiamo creato una Collezione che oggi ci viene invidiata da tutti. Nessun altro ministero degli Esteri al mondo ha qualcosa di simile, e nessun altro ministero italiano, neppure il ministero della Cultura, ha qualcosa di simile al suo interno. Siamo un po’ eccezionali…

Quale impatto ha avuto la Collezione?
Questa collezione ha avuto un duplice effetto: è riuscita a colpire l’immaginazione dei ministri e delle delegazioni straniere in visita da noi. Ho sentito Madeleine Albright (segretaria di Stato degli Usa dal 1997 al 2001) esclamare di stupore sullo scalone. Volle vedere tutte le opere esposte mentre l’ex ministro degli esteri francese Hubert Vedrine si chiese se il Quai d’Orsay non dovesse imitarci dimenticando però che il loro edificio in stile napoleonico, ricco di stucchi e decori, poco si prestava ad ospitare opere contemporanee. Al contrario della Farnesina che è un contenitore perfetto. 

Qual è stato il senso di un tour asiatico per le opere della Collezione? 
Dobbiamo anzitutto al talento impareggiabile di Achille Bonito Oliva la scelta di 71 opere, su 700 che compongono la Collezione. Scelta non facile perché l’obiettivo era quello di
rappresentare l’intero panorama a artistico italiano dal ‘900 ai nostri giorni e far vedere che l’Italia non ha mai conosciuto epoche nelle quali non c’è stato un progresso straordinario nelle arti e nelle scienze. Tutti conoscono del nostro Paese soprattutto per le antichità romane, il Rinascimento e il Barocco, ma trascurano le epoche attuali e sbagliano perché in realtà anche il ‘900 ha conosciuto grandi maestri di cui bisognerebbe conservare con maggiore cura il ricordo. Inoltre abbiamo dimostrato come un ministero degli Esteri, al di là dei colloqui politici, delle collaborazioni economiche e in altri ambiti, ha anche la possibilità di usare un’ ‘arma’, quella definita con l’espressione americana ‘soft power’: l’arte è più leggera, giocosa, attira l’attenzione e facilita il dialogo. In qualche modo introduce nel discorso più duro, quello degli interessi, un tema che è molto consono al nostro Paese. La nostra nazione da sempre ha esercitato un’influenza che va ben oltre a quelle che sono le sue dimensioni, le sue forze e le sue ricchezze. Abbiamo fatto vedere che in pochissimo tempo un ministero degli Esteri è stato capace di opere d’arte che fanno vedere un modo di vivere italiano diverso. La nostra Collezione non è certamente un ‘museo’ ma segnala una curiosità avvertita anche dalla diplomazia italiana.

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Cultura

Il fascino notturno delle Terme di Caracalla, nove aperture straordinarie serali 

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AGI – Dal 14 settembre fino al 26 ottobre, per un totale di nove serate, la Soprintendenza Speciale di
Roma apre in via straordinaria le Terme di Caracalla dalle 20 alle 22, con due diverse modalità di
fruizione: una passeggiata “libera” nei sotterranei e nel Mitreo, oppure una visita guidata che
consentirà anche di scoprire le Terme di Caracalla in superficie, tra le palestre, la natatio, il
frigidarium e gli splendidi mosaici.

«Le visite serali alle Terme di Caracalla sono un appuntamento a cui sono affezionati i visitatori –
spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma – e che si rinnova ogni estate e autunno.
Ad attrarre i turisti e soprattutto i romani è il fascino del più importante impianto termale imperiale
che si svela alla luce del crepuscolo e della notte: una opportunità unica di accedere al
monumento oltre l’orario consueto di apertura».

Un’occasione unica per conoscere le maestose rovine al chiaro di luna, ma anche per scendere
nei sotterranei, fulcro della vita delle terme, insieme al Mitreo due luoghi ricchi di fascino, non
sempre accessibili al pubblico.

Nella penombra della sera, si ammanteranno di una nuova magia
anche le fotografie in bianco e nero di Letizia Battaglia che, fino al 5 novembre, saranno in
esposizione negli spazi delle Terme all’interno della mostra Letizia Battaglia Senza fine.

«Dopo i successi delle aperture straordinarie della Domenica al museo, e l’importante riscontro
della mostra ancora in corso dedicata a Letizia Battaglia, le Terme di Caracalla – commenta Mirella
Serlorenzi, direttore del sito
– si preparano ad accogliere i visitatori nell’orario notturno,
proponendo un’offerta culturale sempre nuova e ricca di vitalità, prima delle novità in serbo per
la stagione autunnale. Conservati per circa due chilometri, i sotterranei erano un labirinto di
grandi gallerie carrozzabili, 6 metri di altezza per 6 di larghezza all’incirca, dove si trovavano
depositi di legname, un mulino, l’impianto di riscaldamento con i forni e le caldaie, ma anche
quello idrico».

Le visite serali permettono di passeggiare nel sontuoso parco delle Terme tra i grandi ambienti
dove sono ancora visibili meravigliosi mosaici ancora nel luogo dove furono realizzati. Nei
sotterranei i visitatori potranno vedere le raffinate e funzionali tecniche ingegneristiche del
mondo romano, non solo per le possenti fondazioni, ma per la modernità della macchina termica
e idraulica che alimentava l’intero impianto, il riscaldamento delle acque e degli ambienti al piano
terra e in quello superiore.

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Cultura

Ai Maneskin il premio Best Rock dei Video Music Awards 

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AGI – I Maneskin, la pluripremiata band romana, porta a casa il premio ‘Best Rock’ al gala dei Video Music Awards (Vma) dell’emittente musicale Mtv, che si è svolto in New Jersey, per ‘The Loneliest’.

Straordinaria e molto applaudita la performance del gruppo rock che ha cantato il suo ultimo successo, ‘Honey (are u coming?)’.

Proprio durante l’esibizione, molto elettrizzante, Taylor Swift -premiata per ‘Anti-Hero’ con la Song Of The Year-ha mandato un bacio plateale a Damiano. 

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Cultura

Ritrovato il quadro di Van Gogh rubato durante la pandemia [VIDEO]

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AGI – Un dipinto di Vincent Van Gogh rubato tre anni e mezzo fa in un museo olandese, in piena pandemia di Covid-19, è stato ritrovato dal noto detective Arthur Brand, soprannominato ‘l’Indiana Jones del mondo dell’arte”. A darne notizia è stata la polizia locale, precisando che “Arthur Brand, in cooperazione con la polizia olandese, ha risolto il problema. è sicuramente quello vero, su questo non ci sono dubbi”.

La conferma è arrivata dalla stessa pinacoteca che aveva subito il furto, il 30 marzo 2020, quando era chiusa per le restrizioni legate alla pandemia, precisando che “Il Giardino di Primavera” ha “subito danni ma, a prima vista, sta comunque in buone condizioni”.

Il furto avvenuto durante un prestito

L’opera dipinta dal maestro olandese nel 1884, dal valore stimato tra tre e sei milioni di euro, raffigura il giardino della casa parrocchiale di Nuenen, dove Van Gogh visse con la madre e il padre, parroco del luogo che gli offrì la pace e l’ispirazione.

Al momento del furto, la tela era stata data in prestito al Museo di Groninga dal Museo Singer, nella città di Laren, per una mostra temporanea dedicata alla collezione della famosa coppia William e Anna Singer. 

Come è avvenuto il recupero

Il furto del dipinto di Van Gogh in pieno coronavirus fu al centro della cronaca per il modo e il momento in cui era stato derubato. Per lo svolgimento dell’indagine penale le autorità hanno mobilitato un’intera squadra di investigatori criminali ed esperti d’arte, con tanto di droni per cercare di recuperarlo, ma invano. Una storia davvero rocambolesca e a lieto fine grazie a Brand, famoso per essere riuscito a ritrovare decine di capolavori rubati o misteriosamente scomparsi.

Il detective d’arte è solito lanciare appelli in determinati ambienti per ottenere la restituzione delle opere, che spesso portano ad ottimi risultati. È accaduto anche questa volta con “Il Giardino di Primavera”, finito tra le mani di un’organizzazione criminale che intendeva utilizzarlo come strumento negoziale in una trattativa per ridurre la pena detentiva in un caso di condanna.

Brand ha negoziato con l’organizzazione ma non era ancora riuscito a recuperare il dipinto, fino a quando, lo scorso fine settimana, un uomo rimasto anonimo per motivi di sicurezza, lo ha contatto in piena notte ad Amsterdam per consegnarglielo “in tutta discrezione”.

Un video ripreso dallo stesso detective lo ritrae con in mano un borsone blu dell’Ikea, con al suo interno un pacco ricoperto da carta bolle per imballaggio e ben sistemato nella fodera di un cuscino.

Nel mezzo del salone di casa l’investigatore ha aperto il pacco lasciato dall’uomo misterioso e, a sua grande sorpresa, ha scoperto che si trattava del Van Gogh ricercato da tre anni e mezzo. “È stato uno dei piu’ grandi momenti della mia vita”, ha raccontato Brand, visibilmente emozionato.

“Il dipinto riporta effettivamente qualche danno, tuttavia, ad una prima visione, è in buone condizioni. La questione sarà oggetto di un’indagine scientifica prossimamente, presso il Museo Singer”, ha commentato la direzione. Non sa ancora come esporre “Il Giardino di Primavera” appena ritrovato, pertanto “forse ci vorrà qualche settimana o mese” prima che il pubblico possa nuovamente ammirare questo capolavoro di Van Gogh. 

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Un giudice ha reintegrato il sovrintendente del San Carlo di Napoli

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AGI – Il giudice del Lavoro di Napoli, Claudia Ruggieri, ha ordinato l’immediato reintegro di Stéphane Lissner nel ruolo di sovrintendente e direttore artistico del teatro San Carlo di Napoli. Lo rende noto il collegio difensivo composto dal giuslavorista Claudio Morpurgo, dal costituzionalista Giulio Enea Vigevani e dall’esperto di governance Pietro Fioruzzi.

Il decreto legge 10 maggio 2023, numero 51, che aveva risolto a giugno il contratto appena rinnovato per Lissner dato che compiva 70 anni, età limite per avere ruoli manageriali in enti di quella natura giuridica, “deve interpretarsi nell’unico senso che lo rende compatibile con i principi costituzionali e la disciplina consolidata”, scrive il giudice del Lavoro nell’ordinanza.

E per la difesa del sovrintendente, “ciò vale ovviamente anche per quella disposizione contra personam, che avrebbe trovato applicazione solo per il maestro Lissner, che prevedeva la cessazione immediata per i sovrintendenti con più di settant’anni, indipendentemente dalla data di scadenza dei contratti in corso”.

I legali di Lissner la ritenevano dunque una revoca illegittima e il giudice ha dato loro ragione. Il collegio difensivo rileva che “il tribunale del Lavoro di Napoli ha deciso, su una materia nuova e particolare, in via d’urgenza con grande sensibilità costituzionale, cognizione giuridica e senso di responsabilità. Il provvedimento è motivato con cura e, aldilà della fase cautelare in cui è stato emesso, dovrebbe ragionevolmente porre fine, nella sostanza giuridica, a questo contenzioso”.

“Il ripristino del rapporto di lavoro del maestro Lissner è infatti un dato giuridicamente ineccepibile perché il decreto, davvero ‘infelice’ nella sua formulazione, che ne aveva giustificato l’interruzione non è applicabile a questa specifica situazione. Se, invece, si fosse applicato, esso avrebbe avuto carattere discriminatorio e avrebbe leso i diritti fondamentali del maestro Lissner”, prosegue il collegio difensivo, “la decisione ha, inoltre, come effetto di riportare i passaggi di consegne nel solco della normativa e della prassi degli Enti Lirici in modo da assicurarne la buona gestione nel contesto dei lunghi cicli di programmazione che caratterizzano questa attivita’”.

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Elon Musk, un magnate divorato dai suoi demoni

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AGI – La tanto attesa biografia di Elon Musk descrive il magnate come un uomo trascinato dai demoni della sua infanzia, ossessionato dall’idea di portare la vita umana su Marte e che esige che il suo staff sia “incondizionato”. “Elon Musk” è scritto dal biografo Walter Isaacson, ex redattore capo della rivista Time, noto per il suo ritratto di successo del co-fondatore di Apple Steve Jobs e per le sue ricerche sulla vita di Albert Einstein e Leonardo da Vinci.

I media americani hanno avuto accesso al libro di oltre 600 pagine prima della sua pubblicazione ufficiale in tutto il mondo oggi e ne sono stati rilasciati diversi estratti. A poche ore dal lancio su Amazon, i preordini avevano già reso “Elon Musk” il libro piu’ venduto del sito negli Stati Uniti. Gran parte dei primi anni di vita del miliardario sono già ampiamente conosciuti, con l’attenzione focalizzata sul padre violento e manipolatore Errol, che Musk disprezza.

La biografia suggerisce che Musk sia mosso da quella che il suo ex partner, il cantante canadese Grimes, chiama la “modalità demone”, che, secondo Isaacson, lo rende altamente produttivo. Molte delle incognite della storia provengono da un periodo più recente, quando Isaacson seguiva da vicino il suo protagonista avendo accesso diretto alla sua vita quotidiana.

Un passaggio ampiamente diffuso racconta come Musk abbia personalmente sventato un piano militare ucraino per effettuare una mega-operazione in Crimea negando l’accesso a Internet a Starlink, la sua società di connessione satellitare, provocando una risposta rabbiosa da parte di Kiev.

Ma Isaacson è stato costretto a ritrattare la sua descrizione dell’episodio dopo che Musk ha assicurato che l’accesso a Starlink non era ancora operativo in Crimea, sito strategico del conflitto russo-ucraino, al momento della sua decisione. L’acquisizione caotica a di Twitter da parte di Musk, ora rinominato come X è un altro tema ricorrente nel racconto di Isaacson come le tendenze vendicative di Musk nei confronti di scettici e critici.

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Cultura

VIVIAMOCILENTO”. Il festival dello Slow-Life torna a Pollica. Dal 15 al 17 settembre a Pollica

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VIVIAMOCILENTO: il festival dello Slow-Life torna a Pollica

Dal 15 al 17 settembre, il comune di Pollica (SA) torna ad ospitare concerti unici, percorsi suggestivi e degustazioni di prodotti tipici in un evento senza eguali, nato per promuovere la qualità della vita e il turismo sostenibile.

Dal 15 al 17 settembre, il cuore del Cilento si anima con la rinascita degli appuntamenti di VIVIAMOCILENTO.

È il festival del Comune di Pollica dedicato alla bellezza del territorio cilentano e alla capacità dei suoi abitanti di vivere in armonia con i tempi della natura. Questa straordinaria iniziativa – concertata nell’ambito del Bando Borghi, Linea B del programma promosso dal Ministero della Cultura per la valorizzazione dei più bei borghi d’Italia – è divenuta un autentico marchio distintivo del territorio, incarnando perfettamente l’anima di questa regione geografica salernitana.

Attraverso percorsi suggestivi, degustazioni sensoriali di prodotti tipici, concerti e performance artistiche coinvolgenti, il festival offre un’ampia gamma di esperienze che promuovono la qualità della vita e il turismo sostenibile, rendendo VIVIAMOCILENTO molto più di un semplice festival, quanto un vero e proprio viaggio emozionale nell’essenza stessa del Cilento.

Il programma prevede un ricco calendario di eventi che, spaziando da esperienze culinarie ad attività ludiche per i più piccoli, offre l’esperienza di una tre giorni a misura di famiglia. Acciaroli, Pollica e Cannicchio diventano così palcoscenico per gli aperitivi slow-note e le degustazioni di eccellenze enogastronomiche del territorio curati dagli operatori turistici locali, ed anche spazio di gioco con le attività pensate per stimolare l’immaginazione e la creatività dei più piccoli.

Ma non solo. La conoscenza dell’essenza più vera del Cilento viene offerta anche attraverso l’esperienza della sua natura più selvaggia, con escursioni nei sentieri più caratteristici del territorio.

Un viaggio che non può che coinvolgere anche la musica e i suoi principali protagonisti.

Coordinati dalla direzione artistica di Massimo Cotto, diversi sono gli artisti che si alterneranno nei luoghi più caratteristici del piccolo borgo di Acciaroli, nel comune di Pollica.

Ad aprire il festival, sarà il 15 settembre, il trio d’archi Trio Giuvilia, che saranno l’esclusiva colonna sonora per i visitatori del festival dello straordinario tramonto di Acciaroli. Subito dopo, nella piazzetta delle poste, sarà la band cilena MATU Y la TRIBU ad accompagnare l’aperitivo slow note, chiuderà la prima serata Ghemon con il suo spettacolo “Una cosetta così”. Sabato 16 settembre sarà la volta dell’energia e del carisma dell’icona del rock italiano Piero Pelù che si racconterà sulla spiaggetta del porto, esibendosi nei suoi più indimenticabili successi. Nella stessa sera, anche il cantautore romano Alessandro Mannarino si racconterà sull’isolotto di Acciaroli attraverso il ritmo delle sue parole in musica. Il 17 settembre sarà la volta di Vinicio Capossela, l’eclettico artista dalle storie e dalle atmosfere inconfondibili, con una narrazione in musica della sua carriera.

Sarà Gabriele Esposito, la stessa sera, a chiudere le attività musicali di VIVIAMOCILENTO, in un concerto nella piazzetta delle Poste dalle sonorità trascinanti.

VIVIAMOCILENTO, dunque, si svolgerà nei luoghi più caratteristici di Acciaroli, Pollica e Cannicchio, per svelare il Cilento in tutta la sua autenticità abbracciando l’arte, la musica e la cultura locale. Un disvelamento senza eguali, in cui il vivere assecondando i ritmi della natura diventa una virtù, e il tempo una costante di valore da assaporare appieno per immergersi completamente nell’atmosfera naturale e autentica di questa terra. E quest’anno c’è una novità: sarà possibile, per i visitatori, sostenere l’iniziativa acquistando il kit VIVIAMOCILENTO, contenente alcuni gadget brandizzati (la bag, il telo mare, la t-shirt e il posacenere portatile) e vivere così appieno l’esperienza del festival.

Un viaggio – reale e astratto insieme – nel Cilento, alla scoperta della sua identità e tradizioni.

Non resta altro, dunque, che abbracciare la lentezza, la bellezza e l’energia del Cilento dal 15 al 17 settembre, approfittando di questo evento che rappresenta un’opportunità straordinaria per connettersi con la cultura, la natura e la vita autentica di queste terre.

Per ulteriori informazioni, programma completo e dettagli sugli eventi, visita il sito web e i profili social di VIVIAMOCILENTO.

Qui il link: https://www.viviamocilento.it/

 

 

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Cultura

A Venezia è la “notte dei Leoni”. Favoriti Lanthimos e Garrone

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AGI – Stasera dopo 11 giorni di grande cinema, si conclude la Mostra di Venezia con la consegna del Leone d’Oro e degli altri premi più importanti.

Favorito d’obbligo è il film che ha maggiormente impressionato la critica e il pubblico è ‘Poor Things (Povere creature)’ del regista greco Yorgos Lanthimos: proiettato nella giornata di venerdì 1 settembre ha ricevuto dieci minuti di applausi ed è stata apprezzata in maniera particolare l’interpretazione di Emma Stone (favorita d’obbligo per la Coppa Volpi). Altre quattro pellicole potrebbero contendere, secondo la critica, il Leone d’Oro al regista greco. A partire da ‘Io capitano’ di Matteo Garrone – che si è già portato a casa il Leoncino d’Oro Agiscuola e il Premio Pasinetti del Sngci – il cui racconto dalla parte dei migranti di un viaggio della speranza dal Sudan all’Italia interpretato da attori africani e recitato in sudanese e francese è piaciuto molto.

Altro candidato forte è ‘The Green Border’, il nuovo film di Agnieszka Holland che tratta l’attualissimo tema dei migranti intrappolati tra Bielorussia e Polonia, rifugiati provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa che cercano di raggiungere l’Unione Europea e si trovano nel mezzo di una crisi geopolitica cinicamente architettata dal dittatore bielorusso Aljaksandr Lukanko.

Gli altri due film che completano il quartetto dei rivali più accreditati a ‘Povere creature’ sono il film del grande regista giapponese Rysuke Hamaguchi, ‘Aku Wa Sonzai Shinai (Evil does not Exist)’ che racconta l’arrivo da Tokyo di due rappresentanti di un’azienda che vorrebbe costruire un glamping nel bosco a pochi passi da casa di Takumi, un’offerta che se accettata potrebbe alterare in maniera drastica il suo stile di vita e quello degli altri abitanti. Poi c’è ‘Maestro’ di e con Bradley Cooper.

Appuntamento è per questa sera alle 19 per la cerimonia di premiazione condotta da Caterina Murino a cui seguirà la proiezione di ‘La sociedad de la nieve’ del regista spagnolo Juan Antonio Bayona, presentato fuori concorso. La giuria ‘Venezia 80’, presieduta dal regista americano Damien Chazelle, assegnerà ai lungometraggi in concorso i seguenti premi ufficiali: Leone d’Oro per il miglior film, Leone d’Argento – Gran Premio della Giuria, Leone d’Argento – Premio per la migliore regia, Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile, Premio Speciale della Giuria, Premio per la migliore sceneggiatura, Premio Marcello Mastroianni a un giovane attore o attrice emergente.

La giuria del Premio ‘Venezia Opera Prima’ presieduta dalla regista francese Alice Diop assegnerà senza possibilità di ex aequo, tra tutte le opere prime di lungometraggio presenti nelle diverse sezioni competitive della Mostra (Selezione ufficiale e Sezioni Autonome e Parallele), il Leone del Futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”, e un premio di 100.000 dollari, messi a disposizione da Filmauro, che sarà suddiviso in parti uguali tra il regista e il produttore. La giuria ‘Orizzontì presieduta dal regista italiano Jonas Carpignano assegnerà – senza possibilità di ex-aequo – i seguenti premi: Premio Orizzonti per il miglior film, Premio Orizzonti per la migliore regia, Premio Speciale della Giuria Orizzonti, Premio Orizzonti per la miglior interpretazione femminile, Premio Orizzonti per la migliore interpretazione maschile, Premio Orizzonti per la miglior sceneggiatura, Premio Orizzonti per il miglior cortometraggio. 

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