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Da Willy Monteiro all’affaire Achille Lauro, Rai doc affronta il ‘900 in prima serata

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AGI – Offrire allo spettatore “un’occasione per acquisire maggiore consapevolezza su vicende non così all’attenzione della cronaca quotidiana ma invece molto incisive ancora oggi per definire la situazione italiana nello scenario internazionale”. È l’obiettivo, spiega all’AGI Fabrizio Zappi, direttore di Rai documentari, di un ciclo autunnale di programmi tra settembre e ottobre, otto titoli in tutto, prodotti da Rai documentari e proposti ogni venerdì in prime time su Rai 3. Tre di questi titoli sono anche approdati  nella sezione Giornate d’autore dell’80esima Mostra del cinema di Venezia.

La scelta di temi che spaziano dal caso Willy Monteiro al settembre nero dell’affaire ‘Achille Lauro’ “ricade nella nostra mission di servizio pubblico, nel quale l’istituzione all’interno della Rai della sezione documentari è un cardine”, sottolinea Zappi. Già il 27 giugno scorso, in quest’ottica, per l’anniversario di quella strage, la Rai aveva proposto il documentario su Ustica premiato anche dal pubblico a Bologna. Tema rimbalzato in questi giorni all’attenzione dell’opinione pubblica, dopo le dichiarazioni dell’ex sottosegretario dell’epoca Giuliano Amato a Repubblica.

“Noi incarniamo il servizio pubblico svolgendo questa funzione di riportare alla luce e ricostruire in modo accurato eventi cruciali di ieri per comprendere anche l’oggi –  ribadisce il dirigente – ogni documentario è un tassello di questa ricostruzione della nostra storia recente“. Non a caso il secondo titolo, in onda il 15 settembre, è ‘1985 allarme Mediterraneo’, dedicato a quanto accaduto tra il 7 e il 12 settembre di quasi quarant’anni fa, scritto e diretto da Giovanni Filippetto, “il ritratto di un quadro geopolitico di un’epoca in cui Mediterraneo era centrale e nevralgico“.

La nuova stagione di programmazione documentaria della Rai parte stasera dunque con una indagine, un approfondimento d’autore (lo scrittore Aurelio Picca) su una vicenda che ha acceso i riflettori sulle periferie, in particolare su Colleferro e dintorni, tre anni fa, che arriva quasi a ridosso del terzo anniversario della morte del ragazzo. Si prosegue appunto con ‘1985 allarme Mediterraneo’; e si continua tra le Quattro giornate di Napoli, prima città che riuscì a liberarsi dal dai tedeschi; il caso Tortora; la figura di Enrico Mattei, tanto per citarne alcuni.

“Per noi è un onore questa presenza a Venezia – spiega Zappi – la interpretiamo come un riconoscimento della qualità dell’offerta televisiva Rai che trova un consenso nella critica cinematografica”. Come era già accaduto del resto con il Nastro d’argento del sindacato giornalisti cinematografici per il progetto su Ennio Flaiano. “La Rai alcuni anni fa, nel 2020, prese la decisione di creare una sezione documentari per produrre e acquisire materiali specifici per la destinazione televisiva – racconta il direttore generale – Rai cinema realizza invece produzioni cinematografiche. I nostri sono ambiti separati, mirati, non c’è competizione ma anzi collaborazione. Abbiamo ben chiare la diversità di destinazione, che si rispecchiano in diversità di registri linguistici e diversità di scelte di tema”.

E i temi scelti e proposti nelle prossime settimane dalla TV di servizio pubblico “ripercorrono in maniera approfondita eventi che hanno avuto una ricaduta anche internazionale e che vedono protagonista in positivo l’Italia. Credo che la nostra collana di documentari faccia gettare uno sguardo, con un livello di scavo assolutamente superiore a quello che è possibile alla cronaca, su eventi cruciali del ‘900, per comprendere meglio anche l’Italia di oggi, consentendo di costruire una memoria collettiva. Ogni documentario è un tassello nella ricostruzione della nostra storia recente”, conclude Zappi.

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Vita e imprese (anche erotiche) di un genio

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AGI – Esce in libreria per Gremese, nella sua prima traduzione italiana, “Elon Musk. Innovatore, imprenditore e visionario” (pagg. 224; prezzo: 16 euro), il saggio di Chris McNab dedicato a uno degli imprenditori di maggior successo del pianeta.

Un volume che ne ripercorre la vorticosa carriera a partire dal 1995, anno della creazione della società di software Zip2, venduta poco dopo a 307 milioni di dollari, e che segue un percorso analitico passando per l’avventura della banca online X.com (da cui fu generata PayPal), Tesla (Musk fu tra i primi ad investire in veicoli elettrici), e varie aziende di successo come SolarCity, Neuralink, The Boring Company, SpaceX, fino al recente ingresso nel territorio dei social media, con l’acquisto di Twitter il cui nome è stato cambiato ovviamente in X.

Uno studio lucido e dettagliato in cui McNab, autore e editor che in vent’anni di carriera ha scritto oltre 100 libri sulla storia e sul mondo militare, esamina il background e l’ascesa dell’imprenditore sudafricano ricostruendone le molteplici angolature ed evidenziando tanto le provocazioni quanto le non poche decisioni controverse che la sua brillante e complessa personalità ha affrontato nel tempo. Una lettura illuminante per aspiranti imprenditori e per chiunque voglia conoscere meglio uno dei protagonisti assoluti dell’epoca contemporanea, leader tra i più influenti nel settore neuro-tecnologico, aerospaziale, dell’intelligenza artificiale e delle energie rinnovabili, nonché imprenditore più ricco al mondo.

Una vorticosa ascesa

Ha fondato Zip2, X.com, SpaceX ed è stato uno dei primi a investire in veicoli elettrici con Tesla Inc, oltre che in numerose altre aziende come SolarCity, Neuralink e The Boring Company. In questo volume, McNab esamina il background di Musk e ripercorre nascita e sviluppo del suo impero commerciale, inclusa la recente acquisizione di Twitter. Uno studio lucido e dettagliato, una lettura illuminante per aspiranti imprenditori e per chiunque voglia conoscere meglio uno dei protagonisti assoluti dell’epoca contemporanea.

“L’ambizione e l’intuito ingegneristico di Eleon Musk – ricorda l’autore – si incrociano, con tempismo fortuito ma perfetto, alla crescita di Internet”. Ed è di grande interesse la riflessione di Musk che sulla cultura d’impresa rileva come vi sia un problema di conformismo aziendale, con la sua attenzione alla finanza e agli azionisti piuttosto che allo sviluppo e all’innovazione dei prodotti.

“Qual è il senso di avere un’impresa? Perché averla? Una società è un’assemblea di persone radunate per creare un prodotto o un servizio e distribuire quel prodotto e quel servizio. A volte questo si perde di vista. Un’azienda non ha alcun valore di per sé. Ha valore solo nella misura in cui distribuisce efficacemente le risorse e crea beni e servizi che valgono più dei costi e delle materie prime”, spiega. Musk, ricorda l’autore, è “una figura controversa, su questo non c’è dubbio. Aprite una pagina a caso di qualunque capitolo della sua vita e troverete una storia personale, un aneddoto o una polemica che prendono altrettanto spazio delle sue imprese professionali. Ad esempio la sua vita sentimentale, in particolare, è stata analizzata sotto il microscopio”.

E come non ricordare le controverse dichiarazioni sul Covid-19 in cui affermava che il panico “è una scemenza”. Ma al netto di questo, conclude l’autore “ha ripetutamente seguito la logica, il rischio e l’ambizione ovunque lo conducessero, acquisendo conoscenza lungo il cammino e facendo quello che c’era da fare per portare a termine il lavoro. Così come stanno le cose, una parte significativa del nostro futuro potrebbe in qualche modo essere connessa ai traguardi di Elon Musk”.

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 genitori perdono oltre 2 mesi di sonno nel primo anno del loro bimbo 

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AGI – Quattro ore e mezza a notte, per un totale di poco più di 31 ore a settimana, è il tempo totale di sonno che mamma e papà perdono nel solo primo anno di vita del loro figlio. A rivelarlo una ricerca promossa da Silentnight, il più grande produttore britannico di materassi e letti.

Secondo la ricerca, in 12 mesi sono circa 975 le volte che i genitori si alzano di notte, quasi tre volte a notte che arrivano a quattro quando i genitori hanno meno di 25 anni. Le madri sono le più colpite, rinunciando in media a cinque ore, rispetto alle tre ore e mezza dei padri. Anche per gli uomini è più facile riaddormentarsi: sette su dieci riescono a riposare dopo essere stati svegliati, rispetto ad appena il 44% delle donne.

Lo studio ha rilevato che questo è spesso dovuto al fatto che gli uomini si assentano meno dal lavoro dopo il parto e quindi, il loro corpo mantiene una routine di sonno più regolare rispetto alle mamme, che ottengono permessi prolungati fino a 12 mesi. Gli autori sottolineano anche che l’allattamento al seno è un fattore importante nelle mansioni notturne, per cui le donne sono chiamate in causa più degli uomini. Nel sondaggio, condotto da Silentnight, su cinquecento genitori con bambini al di sotto dei cinque anni, la risposta più comune è stata la fame o la sete dei piccoli, che ha rappresentato più della metà delle chiamate di soccorso notturne, seguita dalla dentizione, ovvero il processo di sviluppo e collocazione dei denti con il 41% e dalla necessità di andare in bagno con il 37%.

Una mamma e un papà su tre, secondo le stime, impiegano più di mezz’ora per lasciare il bambino.

“Prendersi cura di un bambino o di una bambina può avere un impatto significativo sulla qualità del sonno di mamme e papà, soprattutto nei primi mesi dopo la nascita”, ha dichiarato Hannah Shore, esperta di sonno di Silentnight, Le mamme che scelgono di allattare al seno si svegliano naturalmente più spesso dei papà durante la notte, e, di conseguenza, imparano meglio a riaddormentare il bambino. Questo significa che anche quando il piccolo non ha bisogno di essere allattato, è più probabile che la mamma si alzi perché riesce a tranquillizzarlo più velocemente. Tutti accettano che la qualità del sonno si riduca dopo essere diventati genitori.

“Tuttavia – avvertono i ricercatori – se vi sentite giù di morale, di cattivo umore e non riuscite a farcela, dovete trovare un modo per dormire di più, o almeno per riposare di più”. “Ricordate che prendersi cura di sé stessi è essenziale per accudire efficacemente il neonato”, hanno aggiunto gli autori. “Dare la priorità al riposo e cercare aiuto quando è necessario sono tutti aspetti cruciali per garantire il vostro benessere durante questo periodo impegnativo”, hanno consigliato gli scienziati. “E ricordate – hanno concluso gli autori – se possibile, di chiedere aiuto a chi vi sta vicino; avere un figlio non è facile, ed è giusto chiedere una mano ogni tanto”. 

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Così Genova diventa ‘Capitale’ del libro

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AGI – Ventidue mostre, 9 festival, 12 spettacoli e reading, ben 175 presentazioni e aperture straordinarie delle biblioteche. È il programma per Genova Capitale del Libro 2023, illustrato nel Salone di Rappresentanza di Palazzo Tursi. Fino ad aprile 2024 sono in programma una serie di iniziative – letture pubbliche, esposizioni, eventi di promozione della lettura, interventi alle biblioteche cittadine, progetti rivolti a scuole e famiglie e tanto altro – che coinvolgeranno l’intera città e il mondo della cultura genovese.

L’elenco completo delle iniziative è sul sito www.visitgenoa.it. Tra gli obiettivi, la promozione la cultura del libro, il potenziamento del sistema bibliotecario urbano e dell’accessibilità del patrimonio librario, la diffusione della conoscenza del patrimonio culturale genovese attraverso i libri.

“A pagine spiegate!” è il tema progettuale che ha portato la giuria del Ministero della Cultura a scegliere Genova come Capitale Italiana del libro 2023, raccogliendo la staffetta da Ivrea e ancora in precedenza da Vibo Valentia e Chiari (BS). Il titolo scelto deriva dal linguaggio marinaro e dalla tradizione marittima, spina dorsale dell’identità della città: così come le vele si spiegano per raccogliere il vento e spingere le imbarcazioni verso nuovi lidi, esplorazioni e avventure, così le pagine dei libri si spiegano per diventare accessibili, dare forma a storie e memoria ed essere strumenti di conoscenza, valorizzazione, cittadinanza attiva e partecipata.

“Non soltanto la vastità dell’offerta, ma anche la varietà degli eventi rispecchia l’essenza del libro come strumento versatile e poliedrico, in grado di diventare veicolo di inclusione sociale con un ruolo cruciale nella crescita civile di una comunità”, spiega il Comune. Ambasciatrice d’eccezione dell’iniziativa è Jhumpa Lahiri, vincitrice del Premio Pulitzer per la narrativa con L’interprete dei malanni nel 2000.

“Un simile progetto, oltre a sottolineare la forza di un territorio, permette di tendere i ponti tra culture e diversi luoghi del mondo. Un ponte che contribuirò a costruire e percorrerò per portare la ricchezza di Genova Capitale del libro a New York – ha spiegato Jhumpa Lahiri – Credo che unendo gli enti sul territorio, i presidi sociali e culturali, soggetti pubblici e privati nel riconoscimento e nella promozione del valore del libro e della lettura, il progetto possa diventare un vero e proprio attivatore di futuro. Ciò che più mi ha colpita di Genova Capitale del Libro è proprio la sostanza, la sua attivazione dal basso, oltre qualsiasi apparenza. Sono certa marcherà un passo fondamentale nella cultura legata al libro grazie a questo suo essere motore di aggregazione di generazioni diverse, di fasce a volte distanti della comunità e di realtà differenti”.

Come Capitale del Libro 2023, Genova ospiterà grandi nomi della letteratura italiana e internazionale, come il Premio Nobel Orhan Pamuk, la scrittrice messicana Guadalupe Nettel. Tra gli eventi, Palazzo Ducale ospiterà dal 15 ottobre al 7 aprile la mostra Calvino cantafavole, in occasione del centenario della nascita dello scrittore. Il percorso scenografico è realizzato da Fondazione Luzzati Teatro della Tosse. 

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Il panuozzo di Gragnano diventa un marchio registrato

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Il panuozzo di Gragnano diventa un marchio registrato

Il 29 agosto 2023 il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, tramite l’Ufficio Italiano Brevetti e Marchi, ha concesso la registrazione al marchio collettivo panuozzo di Gragnano.

Il Dott. Camillo Arpaia, presidente dell’Associazione Pizza e Panuozzo di Gragnano ha affermato che “il marchio è stato concesso a seguito dell’esame approfondito del regolamento d’uso che disciplina le modalità di produzione e somministrazione del famoso panuozzo. Il certificato di registrazione si compone di più di centottanta pagine perché il marchio è stato concesso per tutti i prodotti e servizi rivendicabili in una domanda di marchio. È senza meno un importante riconoscimento del lavoro svolto dall’Associazione Pizza e Panuozzo di Gragnano che permetterà di tutelare meglio le contraffazioni che in Italia ingannano i consumatori circa l’origine e la qualità del panuozzo di Gragnano”.

Lieto della notizia il sindaco Aniello D’Auria ha affermato che “il marchio registrato permetterà con più facilità la realizzazione di sinergie tra imprenditori e comunità gragnanese. Su questo tema l’amministrazione comunale ha profuso grandi sforzi e anche il riconoscimento ministeriale rappresenta un ulteriore contributo alla bontà del percorso intrapreso. Del resto Gragnano è famosa nel mondo per le sue eccellenze alimentari e ogni sforzo per la tutela e valorizzazione delle sue produzioni alimentari fa scorgere una vena di orgoglio per la comunità gragnanese”.

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Torna a Milano la settimana della moda, attesa per Gucci e Ford

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AGI – L’appuntamento di settembre, in programma dal 19 al 25, con la Fashion week di Milano, sancisce del tutto il ritorno alle passerelle fisiche, con 65 sfilate dal ‘vivo’, e solo 5 digitali. In tutto il ricchissimo calendario vede alternarsi 67 sfilate, di cui 2 doppie, 72 presentazioni, 4 presentazioni su appuntamento e 33 eventi. Per un totale di 176 appuntamenti, che renderanno la settimana “molto densa e concentrata”, fin troppo, tanto che come ha spiegato il presidente della Camera nazionale della moda, Cnmi, Carlo Capasa, durante la conferenza stampa di presentazione, è in corso un “deciso dialogo” per iniziare le sfilate un giorno prima, il 19, che adesso è dedicato alle presentazioni. Ma per questo bisognerà rivedere i calendari internazionali e aspettare l’edizione di febbraio.

Gli occhi adesso sono puntati sui grandi debutti: la prima sfilata Gucci con la direzione creativa di Sabato De Sarno, il designer napoletano che succede ad Alessandro Michele al timone stilistico della maison fiorentina; e per la prima volta in passerella il brand Tom Ford, dove a sua volta debutta allo stile Peter Hawkings, storico braccio destro dello stilista texano.

“Ci sono molti brand pronti ad aprirsi alla città” ha ricordato Alessia Cappello, assessore al Lavoro e Sviluppo Economico del Comune di Milano. Tra questi Diesel che farà una grande sfilata ‘per tutti’, il giorno 20, alle 21, allo Scalo Farini, al quale da giorni ci si puo’ prenotare sul sito diesel.com. Se si trova ancora posto. Per Milano, si sa questa è una settimana da sold out, tanto che l’indotto stimato da Confcommercio, come ha detto l’assessore, è 80 milioni di euro. Realizzata con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, di ICE-Agenzia e del Comune di Milano, la Milano Fashion Week Women’s Collection, prevede altre new entry.

Per la prima volta in calendario ci sono le sfilate di Avavav, Chiara Boni la petite robe, Karoline Vitto supported by Dolce&Gabbana, Rave Review, The Attico.

Torna in passerella anche il brand Aigner. Durante questa edizione della Milano Fashion Week ci saranno anche diverse celebrazioni di anniversari: i 70 anni dei Fratelli Rossetti, i 40 anni di Moschino e i 10 anni di Genny sotto la direzione creativa di Sara Cavazza Facchini. E c’è attesa il 20 settembre per l’evento di lancio della Collezione Moncler x Pharrell Williams.

In apertura di Fashion week il 19 settembre si terrà la Breast cancer fashion show, sfilata di sensibilizzazione sul tema del cancro al seno alla quale parteciperanno numerosi brand, organizzata da Cancer Culture, Fondazione Ieo-Monzino, Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, con il supporto di Camera Moda Fashion Trust. Si chiude in bellezza domenica (la parte fisica) con la sfilata di Giorgio Armani e l’appuntamento con i CNMI Sustainable Fashion Awards che si terrà come di consueto al teatro alla Scala di Milano, realizzato in collaborazione con la Ethical Fashion Initiative delle Nazioni Unite e il Comune di Milano. Il giorno successivo, la chiusura ufficiale, il 25, è dedicata alla sfilate digitali, con Laura Biagiotti. 

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La ‘resa’ dell’8 settembre e quell’annuncio dato in anticipo 

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AGI – Per cinque giorni i soldati italiani erano caduti sul fronte meridionale combattendo gli angloamericani, e così i civili sotto i bombardamenti, resistendo a un nemico che non era più un nemico e al fianco di un alleato che si sarebbe dimostrato un feroce occupante.

La fine delle ostilità e l’uscita dalla guerra dell’Italia, che l’aveva persa e anche malamente, erano state consacrate dalla firma del generale Giuseppe Castellano sul documento fornito dal generale Dwight Eisenowher in una tenda posizionata in un uliveto a Cassibile, in Sicilia, il 3 settembre.

La “resa” agli alleati 

Eisenhower l’avrebbe rivelato al mondo cinque giorni dopo, nel pomeriggio dell‘8 settembre e dalle frequenze di Radio Algeri: non era neppure necessario calcare sulla parola «resa», perché solo questa offrivano gli angloamericani che durante la trattative si erano strettamente attenuti a quanto stabilito nella conferenza di Casablanca (14-24 gennaio).

Per Vittorio Emanuele III, per il maresciallo Pietro Badoglio  per i vertici militari quell’annuncio era stato una sorpresa e uno choc, ma non c’era alcun motivo perché lo fossero: la notte prima erano stati tirati giù dal letto per l’arrivo in missione segreta del generale Maxwell Taylor e del colonnello Gardiner a Roma che stando agli accordi (e ciò stava precisamente ad avvisare che l’indomani era il giorno dell’armistizio) volevano sapere dove far sbarcare una divisione autotrasportata, ma si erano sentiti rispondere dagli italiani che non potevano assicurare il controllo di nessun aeroporto.

Badoglio attendeva l’annuncio il 12 settembre 

Gli americani avevano annullato l’Operazione Giant 2, complemento dello sbarco a Salerno, Giant 1, e Badoglio e i suoi avevano voluto credere che fosse stato annullato anche l’annuncio, cullando l’ipotesi che nulla sarebbe accaduto prima di domenica 12 settembre, loro data di riferimento frutto di un calcolo avventuroso e clamorosamente sbagliato.

L’8 settembre un maresciallo del Lehrbataillon della 2a divisione paracadutisti tedeschi di stanza ai Colli Albani, sintonizzato sulle frequenze della radio alleata nonostante fosse proibito, aveva ascoltato la voce di Eisenhower e aveva immediatamente avvisato il suo comandante, il maggiore Harald Mors che quattro giorni dopo avrebbe liberato Mussolini dall’albergo-prigione di Campo Imperatore: era scattata la catena gerarchica e la notizia era arrivata fino a Berlino facendo subito scattare il piano di invasione dell’Italia e di neutralizzazione dell’esercito studiato sin da maggio.

Scatta il piano di invasione dell’Italia 

Ai tedeschi basta una sola parola, «Achse», per stringere la morsa contro l’ex alleato. Alle 18, mezz’ora dopo l’annuncio di Eisenhower, al Quirinale si tiene il Consiglio della corona, dove il generale Giacomo Carboni propone addirittura di sconfessare Castellano anche a rischio di far cadere il governo.

Badoglio non dice una sola parola, ma parla il maggiore Marchesi che era a Cassibile e ricorda a tutti che la cerimonia della firma era stata fotografata e ripresa, e il discredito per l’Italia sarebbe stato insostenibile. Vittorio Emanuele impone allora a Badoglio di fare un proclama agli italiani, che viene diffuso dall’Eiar alle 19.42, e dove si parla di armistizio, non di resa incondizionata.

Gli ordini di reagire senza prendere iniziativa 

Gli ordini operativi per opporsi ai tedeschi c’erano, erano stati inoltrati, come la segretissima memoria OP 44, ma nessuno si voleva prendere la responsabilità di provocare una guerra contro i tedeschi. E così l’operatività rimane ingessata nella formula di reagire ma di non prendere l’iniziativa, lasciandola così nelle mani della Wehrmacht e della Luftwaffe.

Roma veniva attaccata dalle strade consolari, altrove si combatteva, molto spesso si rispondeva all’intimazione dei tedeschi di deporre le armi e tornarsene a casa, mentre al Nord il Feldmaresciallo Erwin Rommel iniziava a caricare i treni delle deportazioni nei lager, che interesseranno oltre 650.000 soldati italiani declassati a internati militari.

La fuga da Pescara

Più di due milioni di italiani in grigioverde subiranno gli eventi successivi alla Fuga di Pescara, quando si sfalda l’intera catena di comando per le scelte scellerate di una classe dirigente incapace e velleitaria, che antepone la salvezza personale e quella della dinastia alla salvezza dell’Italia.

L’ultimo approdo di quel disastro, sancito dalle decisioni prese all’aeroporto di Pescara il 9 settembre 1943, è l’ingresso nel porto di Brindisi della corvetta “Baionetta” sotto la scorta dell’incrociatore “Scipione Africano”.

Badoglio si imbarca senza dirlo al re

Non fu un allontanamento ma una fuga precipitosa e confusa, la cui immagine è consegnata alla ressa vergognosa sul molo di Ortona per garantirsi uno dei 52 posti sulla corvetta: uno di quelli è stato precauzionalmente occupato da Badoglio che si è imbarcato primo a Pescara, senza neppure dirlo al re.

I Savoia e i vertici militari erano in salvo, per l’Italia si apriva la parentesi del Regno del Sud e, con la liberazione di Mussolini e la costituzione della Repubblica sociale, quella drammatica e sanguinosa della guerra civile che lacerò il Paese e le coscienze, con l’onda lunga arrivata sino ai nostri giorni.

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È morto il regista Giuliano Montaldo

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AGI – È morto il regista Giuliano Montaldo, autore di molti film di impegno civile, tra i quali “Sacco e Vanzetti”, “L’Agnese va a morire”, “Gli intoccabili”. È deceduto nella sua abitazione romana. Aveva 93 anni.

Tra le sue opere, anche “Giordano Bruno” e “Il giocattolo”. Oltre a dirigere una ventina di film, fu anche sceneggiatore e lavorò per la tv a grandi produzioni Rai. Suo, tra l’altro, il “Marco Polo” in otto puntate. È comparso come attore in diverse pellicole, tra le quali “Achtung banditen” e “Cronache di poveri amanti”, entrambi di Carlo Lizzani, e “Il Caimano” di Nanni Moretti. 

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Concerto “La Croce del mare” a conclusione del pellegrinaggio della “Croce di Lampedusa”

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Il 15 settembre 2023, alle ore 20.30, presso la Chiesa Ss. Annunziata a Vico Equense, avrà luogo un evento straordinario, il “Concerto La Croce del Mare”, che segnerà la conclusione del pellegrinaggio della “Croce di Lampedusa”.

Il concerto sarà un’esperienza unica in cui la musica si intreccerà con un profondo messaggio di speranza e solidarietà. Il Maestro Angelo Borrelli, protagonista della serata, regalerà  al pubblico un viaggio emozionante attraverso le opere di compositori leggendari come Fryderyk Chopin, Franz Liszt ed Ennio Morricone.

La “Croce di Lampedusa”, un simbolo di compassione e accoglienza verso i migranti e i rifugiati, ha attraversato numerose località italiane durante il suo pellegrinaggio, portando un messaggio di pace e solidarietà. Il concerto “La Croce del Mare” si prefigge di celebrare l’importante missione della croce attraverso la bellezza della musica.

Gli organizzatori invitano tutti i residenti della città Vico Equense e dei paesi limitrofi a partecipare a questa serata unica, unendo le forze per promuovere un mondo più inclusivo e compassionevole.

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