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Ada D’Adamo ha vinto il Premio Strega

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AGI – ‘Come d’aria’ di Ada D’Adamo (edito da Elliot) ha vinto la 77esima edizione del Premio Strega 2023 con 185 voti. Nella cornice del giardino del Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma, la presentatrice Geppi Cucciari ha consegnato il premio postumo (la scrittrice è scomparsa dopo una lunga malattia prima ancora di sapere di essere finita nella cinquina) per la 12ma vincitrice donna nella storia del prestigioso riconoscimento letterario che viene assegnato ogni anno a un libro pubblicato in Italia.

La cinquina degli autori finalisti era composta anche da Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata” (Einaudi), Andrea Canobbio con “La traversata notturna” (La nave di Teseo), Romana Petri con “Rubare la notte” (Mondadori) e Rosella Postorino con “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli).

Gli altri premi

“Come d’aria” ha già vinto lo Strega Off 2023, votazione parallela che tradizionalmente si tiene al Monk di Roma nella serata che precede quella ufficiale di Villa Giulia.

Aveva anche vinto il Premio Strega Giovani, assegnato dai lettori delle scuole, e ha ricevuto 83 preferenze su 503. La giuria era composta da ragazze e ragazzi tra i 16 e i 18 anni di 91 scuole in Italia e all’estero. A ritirare il premio era stato Alfredo Favi, marito di Ada, perché lei è scomparsa il 1° aprile di quest’anno, subito dopo aver saputo di essere entrata nella dozzina del Premio Strega. La scrittrice morta il 1° aprile, subito dopo aver saputo di essere tra i finalisti, era stata scelta dai lettori delle scuole, e ha ricevuto 83 preferenze su 503. 

Chi era Ada D’Adamo

Non era una scrittrice “di professione”, D’Adamo, ma un’artista. Nata a Ortona, nel 1967 ha vissuto e lavorato a Roma, dove si è diplomata all’Accademia Nazionale di Danza e laureata in Discipline dello Spettacolo. Ha trascorso molto tempo a osservare il corpo e le sue declinazioni sulla scena contemporanea, e lo ha scritto in diversi saggi sulla danza e il teatro.

A portarla alla scrittura è stata l’esperienza personale di madre di una bambina nata, nel 2005, con una rara forma di malformazione cerebrale. Sul nome della bambina, Daria, si gioca il titolo del memoir, che come un sussurro suggerisce che la ragazza nata con disabilità è per chi la ama fatta “Come d’aria”. 

La storia di “Come d’aria”

Ada D’Adamo in “Come d’aria” racconta la nascita e i primi anni della figlia Daria, affetta da una grave malattia congenita. Quando Ada stessa scopre nel 2017 di avere a sua volta un tumore e di doversi sottoporre a cure molto pesanti la sua paura principale è quella di perdere il contatto fisico con Daria, che è parte fondamentale della comunicazione con un figlio che ha delle fragilità così importanti.

“Avere un figlio invalido – scrive D’Adamo nel suo memoir – significa essere soli. Irrimediabilmente, definitivamente soli. Indietro non si torna. Uguale a prima non sarà più. È come se dentro di te si fosse accomodato il punteruolo delle palme che rosicchia la pianta dall’interno piano piano, la trasforma in un involucro pieno di segatura. La superficie resta uguale, ma sotto i bordi, sotto la pelle, non resta più niente. La solitudine è fatta di puntini piccoli, uno vicino all’altro. Non te ne accorgi”.

La lettura permette di seguire questa donna e questa madre in un memoir lucido e commovente in cui il corpo ha un rilievo centrale, come nella danza, arte cara all’autrice e in cui, accanto alle paure, alla stanchezza, al dolore c’è spazio per la potenza degli affetti.

“Mi auguro che leggerlo possa aiutare le persone a sentirsi meno soli, specie chi si trova nella sfortunata condizione di Ada”. Lo ha presentato così Loretta Santini, editor della casa editrice Elliot, che ha fatto le veci dell’autrice in tutti i mesi che hanno preceduto la proclamazione del vincitore del Premio Strega. Sempre sentendosi “fuori posto tra gli autori”, ma sempre onorando il lavoro e la figura della scrittrice che con Elliot ha scelto di pubblicare. 

Il precedente di Mariateresa Di Lascia

Un’altra autrice venne incoronata vincitrice del Premio Strega a pochi mesi dalla morte. Mariateresa Di Lascia, scrittrice e politica, figura di spicco del partito radicale, morì nel 1994, a 40 anni, a causa di una grave malattia. Il suo romanzo, “Passaggio in Ombra, trionfò l’anno dopo, in un’altra edizione molto femminile con 4 autrici nella cinquina finale. 

Di Lascia, compagna di Sergio D’Elia, fu molto attiva nel campo dei diritti umani fondando, tra le altre cose, l’associazione “nessuno tocchi Caino”, per l’abolizione della pena di morte nel mondo.

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Mercato immobiliare, a Napoli il nuovo Osservatorio di Fimaa “Valori Metroquadro”

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Lo strumento sarà presentato presso lIav Club di via Nazario Sauro il 12 luglio.

Il presidente De Falco: Gli agenti immobiliari Fimaa costituiscono una solida

e sicura sponda a favore dei cittadini, offrendo supporto a padri e figli, a lavoratori

e studenti che cercano e vendono casa

Le proteste degli studenti per gli affitti, le difficoltà di reperire case in locazione, la normativa europea sul green che rischia di suddividere il mercato immobiliare in case di serie a e di serie b. E poi gli effetti post Covid, l’aumento dei costi delle materie prime a causa del conflitto in Ucraina e la forte domanda di locazioni nelle città turistiche. Come affrontare questi temi? La risposta del Distretto provinciale di Napoli di Fimaa è racchiusa nel nuovo Osservatorio sui valori immobiliari denominato “Valori Metroquadro” che sarà presentato ufficialmente nel corso di un convegno che si terrà il 12 luglio. L’appuntamento è alle ore 10 presso l’Iav Club di via Nazario Sauro.

“Sono profondamente convinto che l’agente immobiliare sia il protagonista indiscusso della filiera immobiliare. – ha spiegato De Falco – L’Osservatorio che abbiamo creato si basa su un’analisi analisi oggettiva dei dati raccolti dagli agenti immobiliari sul territorio. Recenti  sentenze, inoltre, hanno alzato l’asticella della responsabilità professionale dell’agente immobiliare nell’interesse dell’utente finale L’asset rappresentato dagli agenti Fimaa costituisce una solida e sicura sponda a favore dei cittadini, offrendo supporto non solo ai padri e ai figli, ma anche ai lavoratori e agli studenti”.

Fimaa, la Federazione Italiana Mediatori Agenti d’Affari aderente al sistema Confcommercio – Imprese per l’Italia, da sempre al fianco dei cittadini, prenderà in esame i dati più recenti provenienti dal mercato e le problematiche d’attualità. Gli effetti post Covid hanno dato una forte spinta al mercato immobiliare residenziale e alla necessità di maggior utilizzodei sistemi digitali. “Lo stesso mercato si è poi scontrato con una situazione macroeconomica complessa dovuta all’aumento dei costi delle materie prime alla guerra ancora in corso ed al continuo aumento dei tassi di interesse dei mutui”, ha evidenziato il consigliere regionale Fimaa Campania Maurizio Russano.

Altro tema riguarda le locazioni che nelle città turistiche sono state letteralmente prese d’assalto con una domanda altissima ed una scarsa offerta a prezzi molto alti. Tanti immobili nel centro delle grandi città oggi vengono trasformati in casa vacanza dagli stessi proprietari e questa porta ad un sempre minore numero di immobili posti in vendita. Ancor più complesso il discorso degli immobili dedicati agli studenti, con una scarsa offerta ed una richiesta spesso troppo inevasa, per cui c’è stata anche una forte protesta.

Il mercato vede una forte richiesta di immobili in locazione con un evidente aumento dei prezzi vista la scarsità sul mercato. Gli operatori nel primo quadrimestre dell’anno hanno registrato un aumento della domanda e una diminuzione dell’offerta. I canoni sono nella maggior parte stabili o in aumento.

“Questo porta sempre più proprietari – ha spiegato il consigliere regionale Fimaa Campania Michele Nazzaro – alla decisione di ristrutturare ed efficientare il proprio immobile, che così risponde meglio e subito alle esigenze di chi lo vive ed in caso di vendita trova una migliore collocazione in un mercato immobiliare sempre più esigente”.

Nel corso della manifestazione interverranno personalità del mondo istituzionale, politico e delle professioni per un confronto sui valori immobiliari della città di Napoli. La moderazione dell’incontro sarà affidata a Vincenzo De Falco, presidente Fimaa Campania. Previsti gli interventi di: Massimo Di Porzio, presidente Confcommercio Distretto provinciale di Napoli; Maurizio Pezzetta, vicepresidente Fimaa Italia; Pasquale De Toro, professore di Estimo presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi Federico II.

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A tre anni dalla morte, si avvera la profezia di Morricone 

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AGI – “Vorrei che, dopo la mia morte, venisse eseguita la musica assoluta che ho composto. Mi dispiacerebbe che il cinema oscurasse quella parte di me cosi’ importante”.

A tre anni dalla scomparsa avvenuta a Roma il 6 luglio 2020 a 91 anni si avvera il desiderio/profezia di Ennio Morricone perché le sue composizioni sono eseguite regolarmente in concerti, i dischi continuano a essere venduti e tutti hanno in mente motivi immortali legati a film diventati immortali anche grazie a lui. Merito di un artista che amava la musica al di sopra di tutto e che era capace di rendere arte qualsiasi cosa toccasse, malgrado lo facesse spesso quasi controvoglia. In questi tre anni si è parlato ancora molto di Morricone, anche grazie al bellissimo documentario di Giuseppe Tornatore, ‘Ennio’, e gli sono state dedicate numerose serate musicali perché le sue composizioni vivono ben oltre il contesto per cui sono state create. Come desiderava.

“Non credo di avere portato uno ‘stile italiano’ nella musica del cinema. Credo di averci portato me stesso. Al contempo pero’ mi sento profondamente italiano, legato a questa terra e alla nostra cultura. È qui che sono vissuto, è qui che ho studiato, scoprendo compositori del nostro Paese che hanno sicuramente lasciato tracce indelebili in me e nel mio modo di scrivere”. In una delle sue ultime interviste concesse all’AGI il maestro Ennio Morricone sintetizzava cosi’ la sua arte, la sua capacita’ unica di realizzare musiche, sinfonie, componimenti di livello altissimo che spesso si sposavano con grandi pellicole contribuendo a farne dei capolavori del cinema. Oggi, a tre anni dalla sua scomparsa, avvenuta al Campus Biomedico di Roma per le conseguenze dovute alla rottura di un femore, la Fondazione Policlinico e l’Universita’ Campus Biomedico di Roma celebrano il grande compositore con il ‘Tributo al maestro Ennio Morricone’, un concerto della Banda della Polizia di Stato con la partecipazione dell’Ensemble vocale ‘Le Div4s’ composto da quattro donne soprano. La serata sarà condotta da Paola Saluzzi, alla presenza delle massime autorità nazionali e locali, i famigliari, gli amici e i collaboratori del maestro. Vincitore nel 2007, a 79 anni, del premio Oscar alla carriera, seguito nel 2016 dall’Oscar per ‘The Hateful Eight’ di Quentin Tarantino, durante la sua carriera Morricone ha vinto anche tre Grammy Award, quattro Golden Globe, sei BAFTA, dieci David di Donatello, undici Nastri d’argento, due European Film Award, un Leone d’Oro alla carriera e un Polar Music Prize. Ha composto piu’ di 500 melodie per il cinema e la televisione e ha venduto più di 70 milioni di dischi. Carattere burbero, grandissimo lavoratore, geniale compositore, integralista della musica, di se’ aveva una considerazione altissima al punto che, quando ricevette l’Oscar per le musiche di un film, quello di Tarantino, commento’ dicendo: “Era ora!”.

In quell’occasione, durante la cerimonia di assegnazione della sua stella nella Hollywood Walk of Fame, disse: “Devo cercare di realizzare una colonna sonora che piaccia sia al regista, sia al pubblico, ma soprattutto deve piacere anche a me, perché’ altrimenti non sono contento. Io devo essere contento prima del regista. Non posso tradire la mia musica”. È risaputo, infatti, che diverse volte composizioni poi diventate celebri nacquero dopo un duro confronto tra Morricone e il regista. Perché spesso le idee di chi fa film sono semplici, influenzate da latri film, mentre Ennio era un artista originale, coltissimo, che pretendeva di contribuire da protagonista alle pellicole a cui lavorava.

A cominciare da quelle dell’ex compagno di scuola Sergio Leone che, si racconta, quando lo incontro’ e gli propose di collaborare gli disse qualcosa che avrebbe scoraggiato chiunque: “A me la musica non piace. Io vivo nel silenzio, ma il pubblico si annoierebbe a guardare un film di due ore fatto di grandi silenzi; c’e’ bisogno di un sottofondo musicale. Mi raccomando: sii cauto, poca roba che non disturbi”. E Morricone non solo non si scoraggio’, ma diede a Leone una serie di colonne sonore che hanno contribuito a fare dei film del regista romano dei capolavori. In effetti di storie come questa ce ne sono tante, come quella raccontata da Oliver Stone che nel 1997 gli affido’ la colonna sonora di ‘U Turn – Inversione di marcia’. “Ricordo di avergli mostrato dei fumetti di Tom & Jerry con musica be-bop, jazzy, bee bee boom, bam, boom… – racconto’ il regista – mi guardo’ e disse ‘Cioè, vuoi che io scriva musica per cartoni animati?’. Gli risposi: ‘Esatto. Dopotutto, è proprio quello che hai fatto per i film di Sergio Leone’. Non la prese bene. Diciamolo: Ennio non aveva un grande senso dell’umorismo, e io lo stavo provocando. Ma alla fine per ‘U Turn’ scrisse la musica perfetta, quella che volevo. Ed è una delle preferite tra quelle dei miei film. Sapeva mettersi al servizio dei registi, anche quando gli facevano girare le balle. Era il massimo del professionismo”. Un carattere difficile, un genio vero la cui assenza, dopo tre anni, è riempita ancora dalle sue musiche, eseguite nei concerti o ascoltate nei tanti film di cui ha curato la colonna sonora. 

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‘Challengers’ di Luca Guadagnino aprirà la Biennale Cinema 

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AGI –  ‘Challengers’ di Luca Guadagnino, con Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist è il film d’apertura, Fuori Concorso, dell’80esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera in programma dal 30 agosto al 9 settembre.

Il film sarà presentato in anteprima mondiale mercoledì 30 agosto nella Sala Grande del Palazzo del Cinema (Lido di Venezia), nella serata di apertura della Mostra. ‘Challengers’ sarà distribuito negli Stati Uniti da Metro Goldwyn Mayer Pictures / Amazon Studios e nel resto del mondo da Warner Bros. Pictures.

“Luca Guadagnino è tra i pochi registi italiani abituato da sempre a lavorare con attrici e attori sia italiani che stranieri – dichiara il direttore Alberto Barbera – riuscendo ogni volta a ottenere il massimo risultato da ciascuno di essi. Anche quando gioca fuori casa, come nel caso di ‘Challengers’.

Senza porre limiti alla propria energia creativa, ‘Guadagnino’ affronta qui con leggerezza e spavalderia sportiva temi come l’amore, l’amicizia e la rivalità maschile, dando vita a uno spettacolo trascinante ed emozionante, intriso di ironia, sensualità e piacevolezza. Cinema allo stato puro“.

 Il regista dichiara di essere “molto emozionato di presentare al pubblico della Mostra di Venezia ‘Challengers'”.

“È una storia moderna e potente, soffusa dall’energia della giovinezza, dell’amore e del potere del se’ – aggiunge Guadagnino – Zendaya, Josh e Mike sono completamente originali e nuovi nel portare sullo schermo un’aura che non si è mai vista nelle loro interpretazioni.

Non vedo l’ora che il pubblico del Lido balli sulle note della colonna sonora di Trent e Atticus nella notte di apertura dell’Ottantesima Edizione della Mostra. Per me come cineasta aprire il festival è un sogno che si realizza, e sono profondamente grato ad Alberto e all’intera famiglia della Biennale di Venezia per questo riconoscimento a Challengers”.

‘Challengers’ vede Zendaya nel ruolo di Tashi Duncan, ex prodigio del tennis diventata allenatrice: una forza della natura che non ammette errori, sia dentro che fuori dal campo.

Sposata con un fuoriclasse reduce da una serie di sconfitte (Mike Faist di ‘West Side Story’), la strategia di Tashi per la redenzione del marito prende una piega sorprendente quando quest’ultimo deve affrontare sul campo l’oramai finito Patrick (Josh O’Connor di ‘The Crown’), un tempo suo migliore amico ed ex fidanzato di Tashi.

Mentre il loro passato e il loro presente si scontrano e la tensione sale, Tashi dovrà chiedersi qual è il prezzo della vittoria.

‘Challengers’, diretto da Luca Guadagnino, è scritto da Justin Kuritzkes e prodotto da Amy Pascal, Luca Guadagnino, Zendaya, Rachel O’Connor. I produttori esecutivi sono Bernard Bellew, Lorenzo Mieli e Kevin Ulrich.

La musica è di Trent Reznor & Atticus Ross. Luca Guadagnino, nato a Palermo nel 1971, con ‘ Bones and All’ nel 2022 ha vinto il Leone d’argento per il miglior regista.

In precedenza ha presentato in anteprima a Venezia: ‘The Protagonists’ (1999), ‘Io sono l’amore’ (2009), ‘Bertolucci on Bertolucci’ (2013), ‘A Bigger Splash’ (2015), ‘Suspiria’ (2018), ‘Salvatore: Shoemaker of Dreams’ (2020). 

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Premio Strega, i finalisti si confessano in attesa del verdetto

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AGI. – Hanno discusso di autofiction, di vita e di social, i cinque finalisti che giovedì 6 luglio a Villa Giulia si contenderanno il Premio Strega con i loro libri. Si tratta di Maria Grazia Calandrone con “Dove non mi hai portata” (Einaudi), Andrea Canobbio con “La traversata notturna” (La nave di Teseo), Romana Petri con “Rubare la notte” (Mondadori), Rosella Postorino con “Mi limitavo ad amare te” (Feltrinelli) e Loretta Santini, direttore editoriale di Eliot, la casa editrice che ha pubblicato “Come d’aria” per Ada D’Adamo, scomparsa prima della proclamazione della cinquina finalista. Nel corso della conferenza stampa organizzata presso il Museo Etrusco di Roma – che da cinquant’anni ospita la serata finale dell’evento – i cinque autori hanno parlato del tour che li ha visti presentare le proprie opere in 24 tappe.

“Li abbiamo presentati così tante volte – ha scherzato Andrea Canobbio – che ho scoperto di aver dimenticato qualcosa di ciò che ho scritto. Dovrò rileggere il mio libro, sono certo che sarò una sorpresa”. “Ho pensato anche io di dover rileggere il mio libro”, gli ha fatto eco Rosella Postorino. Che ha aggiunto: “Anche se sono tutte delle storie apparentemente drammatiche sono tutti e cinque dei libri che esprimono una grandissima forza. Quando mi chiedono perché ho scelto la storia di questi bambini vittime di guerre, io rispondo che chiunque nasca può essere una vittima. Quella di vittima non è una condizione assoluta, ma transitoria dell’essere umano. Ed è questo sentimento fortissimamente vitale che sento nel mio libro e in tutti quelli in cinquina”.

Una riflessione, quella improvvisata dagli autori, sul romanzo e sulla necessità di non perdere la spinta inventiva: “Prendi dalla tua vita – ha detto Petri sul mestiere del romanziere – Ruba. Ma inventati una storia. Mi auguro che il mio romanzo inquieti, più che consolare”. E sul senso dell’invenzione letteraria, Calandrone, auspica che il romanzo sia “una profezia per il futuro. Mi piacerebbe che servisse al nostro futuro, a chi ha le stesse difficoltà della protagonista del libro e che indicasse una strada più dolce di quella che ha avuto lei”.

Non può che concordare, infine, Loretta Santini, che rappresenta l’autrice D’Adamo, scomparsa per una malattia dopo essere entrata in dozzina. “Ripeto – ha detto – l’augurio per il futuro. Che il libro possa essere d’aiuto per chi lo leggerà, anche per far sentire meno solo chi dovesse trovarsi, sfortunatamente, nella stessa situazione di Ada D’Adamo”. I cinque autori saranno protagonisti di un breve video per la Roma Lazio Film Commission, per immaginare un possibile utilizzo cinematografico o televisivo di ciascuna delle cinque storie. 

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L’estate sui treni storici italiani

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AGI – Affascinato e innamorato delle bellezze d’Italia, soprattutto dei suoi borghi e piccoli paesi, il New York Times torna a celebrare il Belpaese attraverso un servizio che guarda al suo “cuore verde”, cioè all’Umbria e ai suoi “tesori culturali e culinari facilmente raggiungibili in treno da Roma o da Firenze”, toccando Orvieto, Perugia, Assisi.

Il giornale descrive il tipo di viaggio partendo, da sud, cioè dalla Capitale, “dalla stazione centrale Termini” oppure “dalla massiccia stazione multipiano Tiburtina, facilmente raggiungibile con la metropolitana di Roma” e pagando tra 9 e 17 euro per un biglietto mentre da Firenze il viaggio in treno è al contrario, “partendo dalle città più settentrionali di Assisi e Perugia e proseguendo per Orvieto” da cui poi si può facilmente proseguire alla volta di Roma.

A Orvieto, “una funicolare (1,3 euro) condurrà fino alla città, che si trova su una rupe rocciosa, che domina una verde vallata circostante e guarda verso colline lontane”. Inevitabile la descrizione culinaria: “Tenete d’occhio la pasta spessa e locale detta umbricelli e le diverse varietà di pecorino e qualsiasi piatto che contempli il tartufo. I vini locali includono l’Orvieto Classico, uno dei bianchi più famosi d’Italia, e il rosso Montefalco”.

Per Perugia la testata consiglia il treno dal capoluogo umbro ad Orvieto, che impiega circa due ore, compreso un cambio a Terontola-Cortona con un biglietto da poco più di 10 euro. Poi, dalla stazione ferroviaria di Perugia “si deve attraversare una piazza e prendere una piccola monorotaia per 1,5 euro” dove scendendo a Pincetto “si è nel centro storico di Perugia, con vista sulle colline e sulle valli circostanti”.

Infine Assisi, che da Perugia dista circa 20 minuti di treno, acquistando un biglietto che varia da 3 a 5,25 euro per poi “salire sulla collina fino al centro di Assisi prendendo un autobus di collegamento che si ferma davanti alla stazione (biglietti acquistabili a bordo per 1,5 euro)”, precisa il quotidiano. Vedendo paesaggi, opera d’arte, chiese, cattedrali, basiliche, campanili, monumenti, gli affreschi di Giotto che ha decorato la chiesa descrivendo la vita di San Francesco.

Ma al di là di tutto quel che conta è il treno e il viaggio in treno attraverso paesaggi e una natura di un verde lussureggiante.

I treni storici in Italia

Tuttavia, come documenta anche il sito web della Fondazione Ferrovie dello Stato, l’Italia è ricca di tratte di treni storici e di percorsi ancora slow, come quello da Trieste Centrale a Pordenone oppure l’Irpinia Express, treno turistico che da Avelino porta a Lioni e Monteverde, percorsi minori ma suggestivi. O lo storico Pistoia-Castagno-Pracchia, ma anche il giro delle Città Unesco che unisce Portogruaro a Caorle per arrivare a Palmanova.

Per non parlare poi del Pietrarsa Express, che da Napoli Centrale arriva fin dentro al cuore del Museo Nazionale Ferroviari omonimo che si trova tra San Giovanni a Teduccio e Portici allestito nei locali delle ex Officine di Pietrarsa sulla spiaggia davanti alla stazione ferroviaria di Pietrarsa-San Giorgio a Cremano là dove si un tempo si trovava il Reale opificio borbonico, struttura ideata da Ferdinando II di Borbone. Qui si trovano tutti i tipi di treni, vagoni, carrozze, reali e non, per 36.000 metri quadrati, dei quali 14.000 coperti.

Per non parlare poi della Ferrovia dei Parchi negli atipiani maggiori d’Abruzzo, un treno storico da Sulmona a Roccaraso. Tuttavia per chi volesse, fosse curioso o volesse intraprendere un viaggio anomale lungo tratte inconsuete e anomale c’è l’ottimo pamphlet “Andar per treni e per stazioni” (Il Mulino 2016) scritto dal professor Enrico Menduni, ex docente di Roma Tre, che così ricorda il viaggio sui treni di un tempo lontano. 

“Le valigie sulla reticella con l’etichetta di lontani alberghi, il venditore di cestini da viaggio sul binario, il fischio del capostazione e la locomotiva che sibila: altrettante istantanee nostalgiche di un itinerario sentimentale che ha come protagonisti il treno e le stazioni”

Secondo Menduni, però, “l’immaginario del treno continua a vibrare” tant’è che oggi “con un grande sforzo tecnologico la ferrovia si prende la rivincita sull’automobile, accorciando l’Italia. Neppure noi, ‘disincantati viaggiatori’ sfuggiamo al suo fascino, quando tra Torino e Napoli, lungo la spina dorsale d’Italia, saliamo su uno dei nuovissimi treni ad alta velocità”.

Menduni consiglia il Firenze-Arezzo-Cortona-Chiusi-Orvieto-Orte, treno che una volta a Cortona si divideva per andare a Perugia costeggiando il Lago Trasimeno e passando per Tuoro. Oppure da Perugia si passa per Assisi, Foligno, Trevi, Terni e infine Orte. È estate, tempo di vacanze e relax, un biglietto vale forse la pena acquistarlo. Salendo in carrozza per un viaggio speciale.

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Postorino e D’Adamo favorite al Premio Strega

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AGI – Dei due nomi che con tutta probabilità si contenderanno il premio letterario per antonomasia, lo Strega, uno appartiene a una scrittrice che non c’è più. Si gioca infatti – stando alle mai confermate previsioni – tra Rosella Postorino e Ada D’Adamo la partita della finale, una partita che l’autrice di “Come d’aria” ha iniziato a giocare paradossalmente dopo la propria stessa scomparsa, avvenuta il primo aprile di quest’anno: già presente in dozzina, la scrittrice D’Adamo ha continuato a incassare voti, fino a entrare, ormai postuma, nella cinquina.

A comporre la rosa dei titoli finalisti troviamo “Mi limitavo ad amare te” di Rosella Postorino (Feltrinelli); “Come d’aria” di Ada D’Adamo (Elliot); “Dove non mi hai portata”, di Maria Grazia Calandrone (Einaudi); “La traversata notturna” di Andrea Canobbio (La nave di Teseo) e “Rubare la notte” di Romana Petri (Mondadori). Tra questi, Postorino e D’Adamo sono gli unici due nomi che troviamo anche nelle ultime classifiche di vendita. Giovedì sera si deciderà il vincitore.

Favoriti e strategie

Nella cinquina finalista il libro favorito è sicuramente quello di Rosella Postorino, “Mi limitavo ad amare te”, pero’ lo stacco dal libro di Ada D’Adamo in fase di selezione dalla dozzina alla cinquina è stato così risicato che ha spinto molti a ritenere che possa esserci una sorpresa dell’ultim’ora la notte del 5 luglio al Ninfeo di Valle Giulia, a Roma.

In realtà, se conosciamo le trame editoriali che tradizionalmente stanno dentro e dietro i premi letterari, la cosa non è poi così semplice perché Feltrinelli ha molto investito sul libro di Postorino e dunque non sarà disposta a farsi “scippare” il premio da sotto il naso. Per questo pare stia facendo incetta tra gli editori che non sono entrati nella cinquina, come è consuetudine, per massimizzare i loro voti e creare uno zoccolo duro abbastanza resistente da non essere minacciato dal favore popolare di cui sta godendo il libro di D’Adamo.

D’altro canto bisogna però dire che da anni si aspetta che una piccola casa editrice vinca lo strega ed Elliot, l’editore di D’Adamo, è effettivamente una casa editrice piccola ma abbastanza qualificata da accaparrarsi questo onore. Sintetizzando, si potrebbe dire che “Come d’aria” di Ada D’Adamo gode del sostegno di alcuni dei più influenti Amici della domenica dello Strega tra cui, ad esempio, lo scrittore Francesco Piccolo, e che quella della Postorino è invece percepita come la candidatura delle case editrici forti.

Prova ne è il fatto che un’altra autrice che era stata data per favorita, Romana Petri, edita da Mondadori, in realtà si è piazzata ultima nella cinquina finalista. Bisogna infatti ricordarsi che nessuno allo Strega entra cardinale ed esce Papa e che, anzi, molti che sembrano entrare da papi, escono poi cardinali.

Memorabile è il caso del 1989, quando lo scrittore ed editore di Adelphi Roberto Calasso entrò come favorito con “Le nozze di Cadmo e Armonia”, per veder poi vincere Giuseppe Pontiggia con “La grande sera” (Mondadori). In quell’occasione a pesare furono i voti del pacchetto di Newton Compton che da sempre si è garantito un posto in cinquina e che quest’anno invece ne è fuori e che quindi con i suoi circa 20 voti può far pendere l’ago della bilancia a favore di D’Adamo o a favore di Postorino. 

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Da lunedì entrare al Pantheon costerà 5 euro (ma non per i romani)

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AGI – Da domani l’ingresso al Pantheon di Roma, il sito culturale più visitato d’Italia, sarà a pagamento. Il prezzo del biglietto sarà pari a cinque euro e i cittadini romani saranno esclusi. L’accesso sarà vietato durante le funzioni religiose. 

È questo il risultato dell’accordo siglato lo scorso 16 marzo dal Vicariato di Roma e dal Ministero della Cultura che prevede l’introduzione del biglietto d’ingresso per visitare il monumento romano.

L’accesso ai fedeli “per la partecipazione alle attività religiose e di culto sarà totalmente libero e sarà cura del Ministero, tramite propri addetti, interdire durante lo svolgimento di tali attività l’accesso ai visitatori attraverso appositi cartelli esplicativi all’esterno del portone”, si legge nella nota diffusa allora dal Vicariato. 

Sarà altresì cura del Ministero “attraverso proprio personale, provvedere prima di ogni celebrazione al posizionamento di cordoni opportunamente collocati al fine di realizzare un corridoio d’accesso interno orientato al solo spazio celebrativo, escludendo possibilità di visita al resto della basilica. Per la fruizione della basilica al di fuori degli orari riservati alle funzioni religiose e alle attività pastorali, il Ministero provvederà a regolamentare il flusso ordinato dei visitatori”.

A chi vanno i soldi del biglietto

Il ricavato del biglietto verrà ripartito nel seguente modo:

  • il 70 % andrà al Ministero, il quale si farà carico delle spese di manutenzione ordinaria e straordinaria e di quelle di pulizia, tenendo anche conto delle eventuali richieste di interventi che potrebbero pervenire dal Capitolo
  • il 30 % alla diocesi di Roma, che lo utilizzerà per iniziative caritative e culturali e per attività di manutenzione, conservazione e restauro di chiese di proprietà statale presenti nel territorio diocesano”.

La diocesi di Roma, “ritenendo peculiare il valore universale e l’unicità della struttura architettonica del Pantheon, che attraverso i secoli ne hanno fatto un luogo di culto del tutto unico, necessariamente aperto a una ampia fruizione anche di studiosi e ricercatori, è concorde nell’introduzione del biglietto di ingresso”, aveva aggiunto il Vicariato.

Come si legge nel Regolamento che entra in vigore il 3 luglio, infatti, “per la sua storia singolare, Roma custodisce un patrimonio artistico unico, fiorito in gran parte nel contesto dell’esperienza della fede cristiana e la città è meta di pellegrinaggi religiosi e conosce ingenti flussi turistici e la Chiesa di Roma, attraverso i suoi organismi pastorali, deve prendersi cura anche delle persone che a Roma cercano testimonianze di autentica bellezza e di una ricca storia cristianamente connotata, ma pure debitrice verso altre tradizioni e culture”.

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Cultura

Castello di Baia – “La salute è di moda” Eccellenze sanitarie e inclusione sociale

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Eccellenze sanitarie e inclusione sociale

Al premio la Salute è di Moda

Cerimonia di assegnazione ieri, giovedì 29 giugno, al Castello di Baia, del premio “La salute è di moda”, promosso dall’associazione Ciauro e rivolto alle eccellenze sanitarie che nel corso dell’anno si sono particolarmente contraddistinte in favore dei pazienti. Giunta quest’anno alla terza edizione, la manifestazione ha visto tra i premiati il presidente della Lega italiana per la lotta contro i tumori Francesco Schittulli, chirurgo oncologo barese, insignito per la sua lunga attività a sostegno delle donne affette da neoplasie al seno. Protagonisti della serata, con la preparazione di una cena per un centinaio di persone, anche i ragazzi della Bottega dei Semplici Pensieri, onlus flegrea che organizza progetti inclusivi per giovani con sindrome di down e che ha sede a Quarto, in un’area confiscata a un clan della camorra.

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Cultura

Apre la galleria delle collezioni reali, un “piccolo Hermitage” a Madrid

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AGI – Forse è il Museo che a Madrid non c’era e ci voleva. Capace di mettere insieme, nella loro commistione, oggetti affascinanti e al tempo stesso eterogenei che insieme, se esposti, “offrono a chi guarda narrazioni sorprendenti”, scrive il Paìs. Stiamo parlando della Galleria delle Collezioni Reali, progettata da Tuñón y Mansilla, l’ultima opera dello studio d’architettura che apre oggi e che sarà il contenitore del progetto ideato dal National Heritage, la cui missione principale è “cercare di avvicinare questo patrimonio culturale ai cittadini”. Un “piccolo Hermitage” nel cuore di Madrid, è stato definito.

Si tratta di un nuovo grande museo che contiene 650 pezzi unici, realizzato con un costo di 172 milioni di euro. Un’enormità. Vi si accede attraverso un ingresso che non lascia per nulla intravvedere la forza e la maestosità dello spazio interno: più di 40.000 metri quadrati, distribuiti su sette piani.

En unas horas se abre al público la Galería de las Colecciones Reales, el nuevo gran museo que podrá visitarse en Madrid. @cdelamor_ ha recorrido sus salas y este es un avance de luego nos enseñará en detalle en el especial #TDColeccionesReales

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— Telediarios de TVE (@telediario_tve)
June 28, 2023

Ideato nel 1998, il concorso internazionale per concepirlo è stato però indetto nel 2002 e l’opera è stata completata solo nel 2015, dopo un bel po’ di ritardi, ma è stato inaugurato solo otto anni dopo. La visita consente un viaggio attraverso cinque secoli di storia e di arte tutti legati alla monarchia in Spagna.

Secondo il Paìs l’edificio è “un pezzo architettonico il cui interno meriterebbe di essere visitato anche senza mostre, perché ha un tocco elegante con qualcosa allo stesso tempo efficiente, duttile e in questo caso maestoso, anche per i grandi pezzi che ospita. Il giornale precisa che più che un museo “è una galleria, la Royal Collections Gallery”.

Per il quotidiano madrileno, l’inaugurazione della Galleria è stata anche una splendida occasione “per restaurare tanti di quei pezzi che sottolineano la ricchezza e la varietà della collezione stessa: dipinti, sculture, arazzi, mobili, carrozze, libri, ventagli, bronzi, porcellane, ricami, fotografie, orologi; oggetti legati all’industria del lusso”, ovvero la fabbrica reale di arazzi di Madrid, dei Cristalli di La Granja, della Porcellana al Buen Retiro di Madrid, con un laboratorio di pietre dure e a mosaico; compreso quello dei tessuti di seta a Talavera de la Reina e Valencia, di Relojes o Platería de Martínez, a Madrid, “che rivelano una potente rete commerciale dal XVIII secolo in poi e che potrebbero aprire oggi una strada inesplorata per il recupero dell’alto artigianato”.

Una visita susciterà sicuramente enorme curiosità ed entusiasmo per la qualità e varietà dei tesori.

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