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Le mani della ‘Ndrangheta su appalti e assunzioni

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AGI – “Rapporti sistematici” con la politica, anche quella con ruoli apicali a livello regionale, per condizionare l’esito di alcune elezioni e per allungare le mani su appalti, incarichi, nomine, assunzioni nelle istituzioni del Crotonese, e poi tutta una serie di attività illegali che arrivava a coprire tutta la gamma del codice penale.

Sono questi i tratti caratteristici della cosca dei “Papaniciari” dominante a Crotone, disarticolata dall’odierna operazione del Ros dei carabinieri coordinata dalla Dda di Catanzaro guidata dal procuratore Nicola Gratteri.

A delineare gli affari e le cointeressenze di un’organizzazione ‘ndranghetista di altissimo rango criminale sono stati gli stessi investigatori nel corso di una conferenza stampa nella sede della Procura di Catanzaro. Numeri imponenti, quelli del blitz, che ha portato all’esecuzione di una quarantina di misure cautelari e a centinaia di avvisi di garanzia: anche indagati “eccellenti” nell’inchiesta della Dda di Catanzaro, che vede coinvolti esponenti politici di rilievo tra cui Gerardo Mario Oliverio, presidente della Regione Calabria all’epoca dei fatti contestati, risalenti al periodo temporale tra il 2014 e il 2020; Nicola Adamo, ex vicepresidente della Giunta regionale, ed Enzo Sculco, ex consigliere regionale e punto di riferimento politico nel Crotonese.

“Abbiamo accertato questi rapporti continui e sistematici tra politica, pubblici amministratori, faccendieri che in cambio di appalti e assunzioni si attivavano per procacciare voti, in spregio a qualsiasi regola e a qualsiasi norma, con facilita’ e arroganza nella gestione della cosa pubblica”, ha spiegato nell’incontro con i giornalisti lo stesso Gratteri parlando di vero e proprio “abbraccio tra ‘ndrangheta e politica”.

A sua volta il comandante del Ros dei carabinieri, Pasquale Angelosanto, ha ricordato il “condizionamento esercitato dall’organizzazione ‘ndranghetista sulla pubblica amministrazione”, un condizionamento che si sostanziava ad esempio nelle nomine all’Asp di Crotone, nell’individuazione della sede dell’Aterp, l’agenzia per l’edilizia residenziale, al Comune di Crotone, alla Provincia di Crotone e nelle partecipate di questi enti. L’inchiesta ha messo il luce, in particolare, le infiltrazioni della cosca dei “Papaniciari” in numerosi appalti pubblici, da quelli relativi all’Antica Kroton, legata alla vocazione archeologica del territorio pitagorico, a quelli in materia ambientale, e il controllo mafioso anche della festa mariana di Crotone, la cui organizzazione sarebbe stata affidata a un’associazione riconducibile alla consorteria.

In più, la cosca dei “Papaniciari”, guidata dallo storico capoclan Domenico Megna, aveva messo le mani sulla filiera del gaming, della vigilanza privata in enti pubblici o allo stadio, e soprattutto si era anche espansa oltre i confini della Calabria, con propaggini in Lombardia, in Emilia Romagna e in Veneto ma anche in Austria e Germania, dove grazie all’attività della Bka, la polizia federale tedesca, il Ros è riuscito a intercettare e bloccare un pericoloso esponente dell’organizzazione.

“La Bka – ha affermato Gratteri – è una delle migliori polizie al mondo, collaboriamo da decenni, purtroppo in Germania non hanno una legislazione favorevole per cui sono costretti a operare con una sola mano, auspichiamo che il prima possibile anche in Germania si facciano modifiche normative che possano rendere più efficace il contrasto alla ‘ndrangheta”.

Per il comandante del Ros, Angelosanto, del resto anche questa indagine “conferma la dimensione ormai internazionale della ‘ndrangheta: abbiamo infatti accertato che la cosca ricorreva ad hacker tedeschi per movimentare denaro su conti correnti online, a dimostrazione del fatto che quando la ‘ndrangheta non ha competenze al suo interno le reperisce subito all’esterno”.

In definitiva – ha quindi sostenuto Gratteri – “un’indagine importante, e anche complicata perché c’erano da controllare nello stesso tempo oltre 100 bersagli, cioè 100 indagati. L’indagine era stata iniziata dalla polizia e dalla Dia di Catanzaro, ma considerate le difficoltà di organico e la vastità dell’indagine, ho chiesto quasi la cortesia al Ros dei carabinieri di distaccare 10 uomini che erano su altre indagini perché era importare concludere questa operazione, che – ha concluso il procuratore capo della Dda di Catanzaro – non doveva restare incompiuta”. 

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Dieci condanne a Casapound per l’occupazione di un palazzo a Roma

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AGI – Il giudice monocratico di Roma ha condannato 10 attivisti di Casapound a 2 anni e 2 mesi di reclusione al termine del processo relativo all’occupazione del palazzo di via Napoleone III, nel quartiere Esquilino di Roma. Tra gli imputati figurano Gianluca Iannone, Simone Di Stefano (oggi non più nel movimento) e il fratello Davide. Il tribunale ha anche disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 20mila euro e il risarcimento in sede civile per l’Agenzia del Demanio, proprietaria dell’immobile. 

Le reazioni di Casapound

“Le condanne spropositate a due anni e due mesi per l’occupazione di via Napoleone III confermano ancora una volta la faziosità di una certa magistratura”. Cosi’ CasaPound Italia commenta la sentenza del giudice monocratico sull’occupazione dello stabile del 2003 a Roma.

“Mentre a Roma il Comune – continua Cpi – acquista e regala spazi ai centri sociali come nei casi del Porto Fluviale e dello Spin Time con milioni di euro, si vuole colpire l’unica occupazione non conforme della città dove famiglie italiane hanno trovato negli anni un luogo di confronto e aiuto. Senza CasaPound, il palazzo di via Napoleone III sarebbe l’ennesimo simbolo del degrado della Capitale, mentre ora è un punto di incontro culturale, sociale e politico in un quartiere lasciato a se’ stesso dalla solita politica”.

Questa sentenza “non ci trova in ogni caso impreparati: siamo pronti a difendere il palazzo e le famiglie in difficoltà che qui hanno trovato un porto sicuro e ricorreremo certamente in appello. È il primo caso in assoluto dove per un’occupazione, che tra l’altro risale a 20 anni fa, si arrivi a condanne superiori a due anni che coinvolgono anche le famiglie in emergenza abitativa che in CasaPound hanno trovato un tetto”.  

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ConoscerelaPKU.it, online campagna che raccoglie le storie dei pazienti

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ROMA (ITALPRESS) – Nella Giornata Internazionale della Fenilchetonuria (PKU) parte una nuova campagna di attivazione per i pazienti per raccogliere le loro storie, dare visibilità alle loro esigenze e difficoltà, informare sulla gestione della malattia e sulla qualità di vita. Attraverso il nuovo portale conoscerelapku.it, online dal 3 luglio, promosso anche sui Social Media, si andranno a stimolare i pazienti per condividere le proprie testimonianze su cosa significa essere una persona con PKU o prendersi cura di una persona con PKU, così da aumentare la consapevolezza dei pazienti, caregiver, medici e opinione pubblica sulle diverse realtà di questa condizione cronica.
La campagna è un progetto di BioMarin, azienda farmaceutica biotecnologica che sviluppa e commercializza farmaci per pazienti affetti da malattie genetiche gravi rare e ultra rare, con il supporto di sette Associazioni italiane di pazienti: Aismme, Associazione Italiana Sostegno Malattie Metaboliche Ereditarie Aps; A.ME.GE.P. Domenico Campanella ODV, AMMeC, Associazione Malattie Metaboliche Congenite ODV, APS L’APE Associazione PKU Campania, Cometa A.S.M.M.E., Associazione Studio Malattie Metaboliche Ereditarie ODV, Cometa Emilia-Romagna ODV, e IRIS, Associazione Siciliana Malattie Ereditarie Metaboliche Rare ODV.
La Fenilchetonuria (PKU) limita la capacità dell’organismo di metabolizzare gli alimenti proteici, in particolare quelli contenenti la fenilalanina (Phe), che, se accumulata, può portare nel tempo a effetti tossici che influiscono sulle capacità neurologiche arrivando a causare ritardo neurocognitivo, disturbi motori (tremori, mancanza di coordinazione), disturbi del comportamento e dell’umore (iperattività, aggressività, ansia).
Gestire la PKU non è semplice, come ha rilevato l’indagine realizzata da IXE recentemente, su un campione di 241 rispondenti, tra pazienti e caregiver. Seguire la dieta è difficile a causa della tentazione di mangiare cibi proibiti, dell’impegno di tempo per la preparazione dei pasti ipoproteici e della complessa organizzazione nelle occasioni sociali (ad esempio, durante una cena fuori casa): la conseguenza è che solo il 20% dei pazienti adulti riesce a seguire la rigida dieta a basso contenuto proteico prescritta per controllare la malattia. I pazienti hanno difficoltà anche nel dover spiegare la propria condizione agli altri e, quando si trovano a farlo, spesso non lo fanno in modo approfondito, come dichiara il 43%. Inoltre, solo il 25% dei pazienti e dei caregiver dichiara di essere informato sull’esistenza di trattamenti farmacologici, che possono facilitare la gestione della malattia.
“Cosa significa vivere con la PKU? Quali sfide e difficoltà devono affrontare, ogni giorno, pazienti e caregiver? Dietro ogni storia sappiamo che ci sono coraggio, forza e determinazione. Condividere le proprie esperienze è importante per avere consapevolezza di sè e del proprio percorso, ma anche per supportare e incoraggiare gli altri, ispirandoli e dando loro la forza per superare sfide e ostacoli quotidiani – sottolinea Maria Tommasi, Direttore Medico di BioMarin Italia -. Essere vicini ai pazienti con PKU significa dare loro voce e rafforzare a livello pubblico la consapevolezza di ciò che si può e si deve fare per migliorare la loro qualità di vita. Grazie alla ricerca scientifica si è compiuto un importante passo avanti nel trattamento della malattia, ma occorre informare adeguatamente tutti coloro che ne hanno bisogno e ne possono beneficiare”.
Per partecipare alla campagna, i pazienti potranno presentare la propria storia scegliendo se in formato testuale, audio o video; in seguito, tutte le storie raccolte verranno rielaborate in forma scritta e pubblicate sul sito Conoscere la PKU a partire dal mese di ottobre 2023. www.conoscerelapku.it

– foto ufficio stampa GAS Communication –
(ITALPRESS).

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Giuseppe Toro eletto presidente di Ail

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PALERMO (ITALPRESS) – Giuseppe Toro è stato eletto presidente Nazionale di AIL – Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma dal nuovo Consiglio di Amministrazione eletto dall’Assemblea dei Soci nella seduta di sabato 24 giugno, dopo un anno e mezzo di presidenza in qualità di facente funzioni.
Sono stati eletti vicepresidenti nazionali AIL Rosalba Barbieri, presidente di AIL Novara, e Giuseppe Navoni, presidente di AIL Brescia.
“E’ per me un grande onore assumere la carica di Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana contro Leucemie, Linfomi e Mieloma, impegnata da oltre 50 anni in tutta Italia nell’affiancare i pazienti ematologici e le loro famiglie, sostenere la Ricerca Scientifica e favorire il progresso della conoscenza nel campo dei tumori del sangue – dichiara Giuseppe Toro, Presidente Nazionale AIL -. Continuerò con dedizione e senso di responsabilità a onorare l’impegno di guidare AIL nella sua opera quotidiana di vicinanza a pazienti, caregiver e familiari; nel sostegno costante e concreto alla Ricerca Scientifica nel nostro Paese per migliorare la qualità e l’aspettativa di vita dei pazienti ematologici, attraverso finanziamenti e borse di studio; nel rafforzamento dell’alleanza con le Società scientifiche, le Istituzioni e gli Enti che operano in campo ematologico; nel dialogo continuo con le 83 sezioni provinciali di AIL e gli oltre 15.000 volontari che agiscono instancabilmente sul territorio, e con i nostri donatori che sostengono sempre generosamente le nostre attività”.
“Voglio rivolgere un ringraziamento al nuovo Consiglio di Amministrazione AIL – continua Toro – per la rinnovata fiducia che mi è stata accordata, impegnandomi a continuare a promuovere e sostenere la Ricerca Scientifica, assistere i pazienti in tutte le fasi della malattia con servizi adeguati alle loro esigenze, sviluppare la rete di sostegno e assistenza che ha fatto diventare AIL un punto di riferimento per l’Ematologia italiana e per tutti i pazienti, e sensibilizzare l’opinione pubblica alla lotta contro i tumori del sangue, per far sì che siano sempre più curabili”.
Giuseppe Toro è originario di Avola (Siracusa) ma Palermo è la sua città di adozione. “Già dirigente d’azienda, negli anni della sua giovinezza si avvicina al mondo dell’associazionismo per la difesa dei diritti civili e per la crescita del Terzo settore nel Paese e lo sviluppo del volontariato – si legge in una nota dell’Ail -. Si distingue per le lungimiranti iniziative di formazione per rendere i volontari che operano in ambito sanitario sempre più competenti e motivati. Il suo impegno nel non profit si traduce in iniziative e progetti in difesa dei più deboli e per la salvaguardia dell’ambiente”.
Negli anni ’80 è tra i fondatori del Movimento “Una città per l’uomo”. Dal 1997 è presidente della sezione AIL Palermo-Trapani. Sotto la sua guida si realizzano il Centro Trapianti di Midollo Osseo, capace di effettuare oltre 100 trapianti l’anno, il completamento della Divisione di Ematologia dell’Ospedale “Cervello” di Palermo, le Case alloggio AIL per ospitare pazienti non residenti e familiari, il servizio di Cure domiciliari e l’informatizzazione della Divisione del Centro Trasfusionale degli Ospedali riuniti Volla Sofia – Cervello.
Già consigliere di amministrazione di AIL Nazionale e vicepresidente nazionale AIL, da febbraio 2021 a oggi è stato Presidente Nazionale facente funzioni.
Il nuovo Consiglio di Amministrazione AIL, eletto dall’Assemblea dei Soci nella seduta di sabato 24 giugno 2023, è così composto:
Alba Agostinelli, Patrizia Badini, Gaetano Bergami, Laura Cassetta, Laura Da Valle, Giuseppe Gioffrè, Mara Nigro,
Pierantonio Piazzini, Renzo Pili, Mario Tarricone, Elvira Tulimieri, Maria Luisa Rossi Viganò.

– foto Ail.it –

(ITALPRESS).

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Quagliariello tifa Napoli, ma a Salerno non gradiscono

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AGI – Dalla presentazione di un libro a una polemica che finisce con l’annullamento dell’evento. Accade a Salerno dove, giovedì alle 18.30 alla Pinacoteca provinciale di via Mercanti, l’ex ministro Gaetano Quagliariello, senatore fino allo scorso anno, avrebbe presentato il suo ‘Scusa papà ma tifo Napoli’ (Rubettino editore), un racconto su come conciliare l’amore per il Napoli con quello per un padre amatissimo, ma juventino e come mettere d’accordo carriera universitaria e impegni politici con il desiderio di seguire ovunque la propria squadra del cuore.

“Ritengo che la presentazione di questo libro a Salerno, a pochi passi dal luogo in cui ‘nacque’ la Salernitana, presso la sede della Pinacoteca provinciale, con la presenza e i saluti del delegato alla cultura della Provincia, sia assolutamente inopportuna e possa essere percepito come una provocazione dai tifosi della Salernitana“, scrive in un post il consigliere comunale di Salerno di Forza Italia, Roberto Celano.

E aggiunge: “Mi chiedo, ma un libro del genere non sarebbe più giusto e proficuo anche per l’autore presentarlo a Napoli? Difendo sempre la ‘libertà di ciascuno di tifare per chi vuole e di parlare liberamente di ciò che ritiene. A volte, però, ci vorrebbe un po’ di buon senso, anche da parte di certe istituzioni”.

Tantissimi i commenti social, tra chi è d’accordo e chi, invece, si dice contrario. Arriva, così, la decisione di annullare la presentazione. Ad annunciarlo è lo scrittore Amleto De Silva, che con Quagliariello e Paolo Battista avrebbe dovuto dialogare del libro, giovedì. “Una presentazione di un libro, innanzitutto, deve essere una festa, e quando arriva qualcuno a rovinarla, è inutile farla”, scrive De Silva su Facebook, precisando che “né io e né il prof. Quagliariello abbiamo mai detto una parola sulla Salernitana o sui suoi tifosi: mai.

Il titolo del libro, poi, si riferisce a un papà juventino, tanto per capirci. Ancora: è stata chiesta una sede istituzionale non per provocare, ma proprio per sottolineare l’inutilità di faide tra curve e in segno di rispetto della comunità”.

“Nessuno ha costretto nessuno ad annullare alcunché. Non c’entra Salerno, non c’entra la Salernitana. Semplicemente, riteniamo che la presentazione di un libro non debba accodarsi a polemiche precedenti. È solo che a un certo punto passa la voglia. Cerchiamo di non ingigantire la cosa”, conclude lo scrittore. La polemica segue quella scoppiata, sempre a Salerno, una manciata di giorni fa, per l’annunciata presenza dello scrittore partenopeo Maurizio de Giovanni al festival ‘Salerno Letteratura’. Presenza contestata dal consigliere comunale e presidente della commissione Trasparenza al Comune di Salerno, Antonio Cammarota, in una lettera indirizzata al sindaco della città. 

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Words – personaggi che si raccontano, mercoledì 4 luglio protagonista Mariasole Pollio

Mariasole Pollio

Protagonista di un nuovo appuntamento della rassegne Words – personaggi che si raccontano, serata organizzata dal Comune di Mesagne martedì 4 luglio in piazza commestibili alle 20.30, sarà Mariasole Pollio, giovane attrice e conduttrice televisiva che a soli 19 anni può vantare un incredibile percorso professionale; ha iniziato a muovere i primi passi da protagonista di “Don Matteo” su Rai1 per poi ottenere la co-conduzione di “Battiti Live” su Italia1 e la conduzione del “Summer Festival” organizzato da Radio 105 e di Love Mi, il format ideato da Fedez in onda sempre su Italia1. Recentemente è stata la protagonista del docu-film “Pooh, un attimo ancora” in onda su Rai1 e ha un programma radiofonico tutto suo su Radio 105, “105 Loves Music”, in onda ogni domenica pomeriggio.

Mariasole raccoglie anche sul web un notevole successo, ha ben 1.5 milioni di follower su Instagram e oltre 1.6 milioni su Tik Tok. Essendo un personaggio televisivo e del web è in grado di abbracciare un target molto ampio che va dalla generazione Z – è amata da tantissimi ragazzi che si immedesimano in lei – fino alle persone più adulte che la apprezzano nei diversi show televisivi.

Ad intervistarla, in una serata di racconti e retroscena televisivi e non solo, sarà Antonio Tocci, autore televisivo mesagnese che segue Mariasole in diversi progetti come Battiti Live e il Summer Festival di radio 105.  Non mancheranno sorprese e possibili incursioni di ospiti speciali a sorpresa.

Ingresso gratuito. Media partner MIND Creative Agency.

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Graziano “Evidente la debolezza di Putin, ma serve prudenza”

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ROMA (ITALPRESS) – “Penso che Putin ne esca più debole da questa vicenda, è vero che c’è un ritorno indietro di Prigozhin ma Putin deve dire se c’è un’altra milizia paramilitare oppure, come ha detto ieri, Prigozhin entra nell’esercito regolare. Un quadro di debolezza interna a mio avviso c’è ed è evidente, bisogna però essere prudenti e guardare con attenzione a quello che accade. Noi continuiamo a sostenere la difesa dell’Ucraina, Paese aggredito da un aggressore che si è dimostrato criminale senza nessun motivo e senza una logica vera”. Così Stefano Graziano, capogruppo del Pd in Commissione di Vigilanza Rai e in Commissione Difesa della Camera, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Primo Piano dell’Agenzia Italpress, commenta i recenti eventi in Russia.
“Noi dobbiamo avere intelligenza, grande prudenza e dobbiamo seguire le vicende minuto per minuto perchè ci possono essere sviluppi importati, quanto accaduto non è irrilevante nello scacchiere complessivo e, mentre noi difendiamo la posizione ucraina, bisogna guardare quali sono gli sviluppi che possono anche verificarsi in condizioni incontrollabili. Per questo – prosegue -, c’è una posizione di prudenza che deve restare la nostra guida, non è facile identificare ciò che può accadere e può creare reazioni a catena. Il nostro obiettivo è sempre quello di provare a portare la pace, una pace giusta, costruire un negoziato di cessate il fuoco, ma allo stesso temo bisogna capire che per arrivare lì bisogna tener fede alle difficoltà che ci sono state in campo di battaglia. Penso che la difesa dell’Ucraina sia la difesa di democrazia e libertà, ovviamente questo è il punto per il quale bisogna sostenere con tutti i mezzi possibili l’Ucraina”.
Poi la politica interna, all’indomani della sconfitta del centrosinistra alle regionali in Molise e le tensioni interne che attraversano i dem. “Il Pd è un partito che nel nome è democratico, il tema vero è che le diverse sensibilità interne sono una ricchezza del partito. Schlein si è insediata da 3 mesi, il lavoro non va giudicato in tre mesi e penso che le vada dato tutti il tempo necessario, non solo sul tema dei diritti che spesso viene evocato, ma anche sul tema del lavoro, le due cose devono convergere. Il risultato dobbiamo guardarlo nella prospettiva e nel lungo termine – avverte -, non mi piace chi pensa che dopo due mesi si possa giudicare, perchè questo sarebbe un errore profondo. Il Pd cresce dentro un’alleanza che non va bene e non vince, l’alleanza deve essere la più larga possibile o il rischio reale è continuare a consegnare la maggioranza a una destra divisa su tanti temi, dalla politica internazionale al Mes. Penso si sia avviata la strada che è la successione elettorale di Berlusconi, vediamo quali saranno i nuovi equilibri e cosa farà”.
Graziano, inoltre, commenta il lavoro dell’esecutivo sul Pnrr definito tema principe dello sviluppo del Paese. “Da uomo del Mezzogiorno è una cosa che mi ha molto turbato. C’è in atto una discussione su come, dove e perchè utilizzare quei soldi, mentre mi sarei aspettato una velocità diversa e una certezza e consapevolezza di direzione diversa. E’ una grande difficoltà che ha il governo e che rischia di far perdere al Paese una straordinaria possibilità”. Infine, la Rai. “Per noi il servizio pubblico è tale solo se plurale, dentro la logica del servizio pubblico c’è un canone che si paga, questo è il primo punto su cui si divide la maggioranza e in Vigilanza Rai abbiamo chiesto che Giorgetti che venga a chiarire. O noi mettiamo la Rai nelle condizioni di essere una digital media company vera, oppure rischia di scomparire. Mi pare che siamo lontani da questa direzione. Stiamo lavorando a una riforma complessiva che possa renderla più indipendente possibile, anche guardando alle altre riforme in occidente, serve soprattutto fare una riforma di qualità e se realizziamo queste due cose, indipendenza e qualità, abbiamo fatto un buon servizio, altrimenti danneggiato anche le casse dello Stato”. La ministra Santanchè? “Report fa il suo mestiere, ed è giusto che lo continui a fare. Detto ciò, penso che sia giusto che un ministro venga a spiegare in Parlamento e successivamente si deciderà”, conclude.

– foto Italpress –

(ITALPRESS).

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Miniera Tres Montis, convocato per venerdì il tavolo con i sindacati

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CAGLIARI (ITALPRESS) – “E’ convocato per venerdì 30 giugno alle 11:30, presso l’assessorato dell’Industria, il tavolo politico istituzionale sul futuro della Miniera Tres Montis, al quale parteciperanno i primi cittadini dei comuni coinvolti, i sindacati e i vertici dell’Igea SpA”. Lo annuncia l’assessore dell’industria della Sardegna, Anita Pili, che questa mattina ha ricevuto le parti sindacali, il sindaco di San Basilio e il vicesindaco di Silius. “E’ importante confrontarci sugli sviluppi del piano industriale e sulla tutela e il rafforzamento delle competenze lavorative di quei lavoratori che fino a questo momento hanno prestato servizio presso la Miniera”, ha detto l’assessore Pili. “E’ evidente che l’obiettivo della Regione Sardegna, dopo aver speso ingenti risorse pubbliche per il mantenimento del sito e delle professionalità, sia quello di vedere garantiti occupazione e sviluppo del territorio coinvolto. Serve uno sforzo collettivo, di tutte le parti in causa – ha concluso l’esponente della Giunta Solinas – per far sì che questo accada”.

– foto ufficio stampa Regione Sardegna –
(ITALPRESS).

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Radio Odessa – Puntata del 27 giugno 2023

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Radio Odessa – Puntata del 27 giugno 2023

Nella diciannovesima puntata di Radio Odessa, format Tv dell’agenzia di stampa Italpress, Claudio Brachino dagli studi di Milano e Ugo Poletti dalla sede di Odessa del sito The Odessa Journal affrontano in un’edizione straordinaria il tentato golpe, o presunto tale, portato avanti dal capo della brigata Wagner Yevgeny Prigozhin e le conseguenze di quanto avvenuto sul potere di Vladimir Putin.

sat/gsl

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Traffico internazionale di droga e armi, 30 misure cautelari

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MONZA (ITALPRESS) – I carabinieri di Monza – coordinati dalla Dda di Milano – hanno disarticolato un’associazione per delinquere finalizzata al traffico nazionale e internazionale di sostanze stupefacenti ed armi, riciclaggio e autoriciclaggio. Contestati complessivamente agli indagati 221 capi d’imputazione.
L’operazione, denominata “Crypto”, è stata effettuata nelle province di Monza Brianza, Milano, Como, Pavia, Reggio Calabria, Catanzaro, Messina, Palermo, Trieste e Udine: sono 30 le misure cautelari emesse dal gip di Milano su richiesta della Dda, 26 riguardano cittadini di nazionalità italiana e 4 marocchina.
Secondo quanto ricostruito da chi indaga, la droga proveniva dal Sud America (prevalentemente dall’Ecuador) e dalla Spagna ed approdava nascosta nei container nel porto calabrese di Gioia Tauro per giungere in buona parte a Milano. L’associazione aveva la base operativa nel capoluogo lombardo, dove uno dei principali indagati (una sorta di broker) “si occupava di mantenere tutte le relazioni per concludere gli affari di droga, tenendosi comunque in contatto con i complici calabresi indispensabili per l’estrazione in modo ‘sicurò della ‘mercè dal porto”. L’inchiesta ha consentito di ricostruire “innumerevoli compravendite di stupefacenti” per un totale di 3.051 kg di hashish (del valore alla vendita di circa 12 milioni di euro) e 374 kg cocaina (del valore alla vendita di circa 11 milioni di euro). Parallelamente al traffico di droga, è emerso un illecito commercio di armi da fuoco comuni e da guerra (mitragliette UZI, fucili da assalto AK47, Colt M16, pistole Glock e Beretta, nonchè bazooka e bombe a mano MK2 “ananas”). Gli indagati “acquistavano le armi da un fornitore monzese, condannato all’ergastolo per omicidio aggravato ed associazione mafiosa, ma beneficiante di periodici permessi premio durante i quali sviluppa le intermediazioni per le armi”. Le indagini, iniziate nell’estate del 2020, sono state portate avanti con il ricorso a servizi di pedinamento e osservazione sul campo, resi indispensabili dall’utilizzo quasi esclusivo dei telefoni criptati da parte degli indagati (da cui il nome dell’operazione), oltre all’attivazione di intercettazioni ambientali e video anche nei luoghi abitualmente frequentati dagli indagati. E’ emerso come un commerciante di auto usate di Cusano Milanino (Milano), avrebbe operato come broker gestendo l’ingresso e la commercializzazione di enormi quantitativi di droga in Itlaia, con la complicità e il supporto di appartenenti a una nota famiglia di ‘ndrangheta da tempo operante anche in Lombardia (Bellocco di Rosarno). La droga “veniva venduta all’ingrosso per poi essere smerciata sulle piazze di spaccio” presenti a Quarto Oggiaro (Milano), Cinisello Balsamo (Milano) e Monza. Necessario anche un pedinamento transfrontaliero attivo da parte dei carabinieri in Francia e Spagna, nelle città di Nizza, Marsiglia, Barcellona e Valencia. Nel febbraio 2021, in periodo dell’emergenza pandemica, infatti, personale del Nucleo Investigativo ha seguito alcuni degli indagati in un viaggio in auto in Spagna – in pieno lockdown – per gestire personalmente l’acquisto del narcotico da alcuni fornitori. L’indagine ha poi ottenuto un rapido sviluppo con l’acquisizione – mediante il canale di collaborazione Eurojust – delle chat di dialogo tra gli indagati (messaggistica, audio, foto e video) estratte in chiaro dalla piattaforma SKY-ECC (su cui operano i telefonini criptati) nel corso di una pregressa operazione internazionale di polizia coordinata da Europol che ne aveva abbattuto le barriere di codifica informatica. L’analisi della grande quantità di informazioni ottenute – particolarmente utili perchè caratterizzate da una forma estremamente esplicita – incrociate con le intercettazioni e le osservazioni sul terreno raccolte da parte dei Carabinieri di Monza, ha permesso quindi di arricchire ed irrobustire il quadro accusatorio. In particolare gli indagati, “convinti dell’inespugnabilità del mezzo di comunicazione criptato, si esprimevano con i loro telefoni “sicuri” in forma esplicita, condividendo fotografie dei pacchi di droga e delle armi trafficate, dettagli di occultamento nei container e contrattando attraverso la messaggistica i prezzi delle vendite. Gli indagati non mancavano di complimentarsi e festeggiare al buon esito dei loro traffici”. Parte degli ingenti guadagni del traffico di droga, venivano reinvestiti in orologi di lusso presso una nota gioielleria del centro di Milano, beni immobili residenziali, attività commerciali, oltre che l’acquisto di nuovi carichi di droga. (ITALPRESS).

Photo credits: Carabinieri Monza

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