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Cerasa, Fagnani, Carfagna e De Luca i vincitori del Premio Ischia

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ROMA (ITALPRESS) – Tra venerdì e sabato torna il Premio Ischia internazionale di giornalismo. Il conflitto in Ucraina, i cambiamenti climatici e l’intelligenza artificiale sono i temi dei dibattiti e dei podcast che accompagnano la cerimonia di premiazione.
Claudio Cerasa, direttore del Foglio, per la carta stampata, Francesca Fagnani, conduttrice di “Belve” per la Tv, Barbara Carfagna, Rai Uno per gli approfondimenti sulle società digitali ed il web, e Francesco De Luca, caporedattore del “Il Mattino” per il racconto sportivo sono i vincitori del Premio Ischia di giornalismo, giunto quest’anno alla sua 44° edizione.
Alla giornalista televisiva e scrittrice Lucia Annunziata è stato, invece, assegnato il prestigioso premio “Internazionale alla carriera”.
Luciano Tancredi, direttore del “Tirreno”, Giuseppe De Bellis, direttore di Skytg24, e Corrado Zunino inviato di Repubblica, sono i vincitori dei premi speciali “Ischia”.
Ad assegnare i riconoscimenti la giuria del Premio, presieduta da Giulio Anselmi e composta da Luigi Contu, Antonella Baldino, Alessandro Barbano, Giuseppe De Bellis, Francesco De Core, Enzo D’Errico, Giovanni Grasso, Luciano Fontana, Carlo Gambalonga, Mario Orfeo e Fabio Tamburrini.
Il premio Ischia di giornalismo ha da anni acceso i riflettori anche sulla comunicazione istituzionale che è sempre più determinante nelle attività delle grandi aziende e istituzioni. Ad aggiudicarsi quest’anno il premio Ischia comunicatore dell’anno, è stato Stefano Lucchini, Chief Institutional Affairs and External Communication Officer di Intesa Sanpaolo. A Gian Luca Spitella, Direttore della Comunicazione di ARERA è stato assegnato il Premio per la comunicazione istituzionale.
Nell’ambito del Premio Ischia Internazionale di giornalismo vengono assegnati: il premio alla “Comunicazione Sostenibile” assegnato da Terna a Valeria Sforzini, giornalista esperta di ecosostenibilità, editorialista della rubrica Pianeta 2030 del Corriere della Sera.
il premio “Opening New Ways of Journalism”, assegnato dal Gruppo Unipol, un premio rivolto ai giovani giornalisti che hanno utilizzato i new media, accrescendo l’interesse e la partecipazione alla tematica ambientale, ma al contempo siano riusciti a verificare degli avvenimenti, una figura attendibile. L’annuncio del vincitore tra i tre finalisti: Sofia Pasotto, Federico Taddia, Enrico Pitzianti sarà svelato nel momento della premiazione.
Il premio “Travel Journalism, l’Italia raccontata al mondo”, assegnato dal gruppo Fs a Julia Buckley, travel journalist freelance, che da oltre 15 anni si occupa di raccontare l’Italia e il made in Italy, sui principali media del Regno Unito e degli Stati Uniti: dalla CNN al National Geographic al The Times.
Il Premio campagne pubblicitarie è stato assegnato a Maria Elena Rossi, Marketing and Promotion Director di Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo, per la campagna di sensibilizzazione #ThisIsIschia. Un riconoscimento dedicato alla scoperta delle bellezze dell’isola, attraverso un turismo di prossimità e di conoscenza delle realtà locali.
Durante le giornate del Premio Ischia sarà poi annunciato il vincitore della Penna d’oro Il prestigioso riconoscimento giunto alla 68° edizione. Si rinnova, così, la collaborazione tra il Premio Ischia e la Presidenza del Consiglio dei Ministri per l’assegnazione della Penna d’Oro, istituita nel 1957 in memoria di Giovanni Papini.
Nell’albo d’Oro figurano i principali protagonisti della letteratura italiana, tra questi: Salvatore Quasimodo, Eugenio Montale, Carlo Emilio Gadda, Giuseppe Prezzolini, Alberto Moravia, Ugo Spirito, Riccardo Bacchelli, Mario Soldati, e, recentemente, Paolo Mieli ed Eugenio Scalfari, il Cardinale Ravasi, Piero Angela e Liliana Segre, solo per citare alcuni esponenti del lungo palmares.
Il Premio è sostenuto dalla Regione Campania, con il Patrocinio della Presidenza del Consiglio e con il contributo di Aci (Automobile Club d’Italia), Istituto per il Credito Sportivo, Ferrovie dello Stato, gruppo Menarini, Terna spa, Unipol Group e Mundys spa. Patrocinio morale del Comune di Lacco Ameno, della SIAE, Data Stampa, iCorporate, Club Amici del Toscano. SKYTG24 è media partner della manifestazione.

– Ufficio stampa Premio Ischia –

(ITALPRESS).

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Maturità: Crepet, “I giovani hanno perso attesa e desiderio”

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AGI – “Questo tema di maturità sull’attesa è molto interessante e anche molto stimolante”, dice all’AGI lo psichiatra Paolo Crepet a proposito della traccia per il tema d’italiano ispirato ad un articolo dello scrittore e critico letterario Marco Belpoliti dal titolo “Elogio dell’attesa nell’era di Whatsapp”.

Secondo Crepet “attesa e desiderio sono concetti relativamente moderni” e l’attesa “va considerata come una conquista del romanticismo, siamo arrivati a conquistare l’attesa”. Però i ragazzi non vogliono attendere, vanno di fretta, corrono. “Certo, ma questo glielo abbiamo insegnato noi. In realtà, non è accaduto con un on/off. A guardare bene tutta l’evoluzione tecnologica è avvenuta su questo piano. L’aver abbandonato la penna stilografica per la macchina per scrivere è stato un principio di efficienza da una parte e di rapidità dall’altra. E ancor prima anche i libri erano stesi a mano. E ci voleva il suo tempo”.

“Quindi – aggiunge – questo passaggio non è avvenuto all’improvviso perché è arrivata la tecnologia digitale, la tecnologia digitale è stata semmai l’estrema conclusione, non definitiva perché costantemente in ulteriore evoluzione, di questa che è diventata la nuova necessità. Ovvero, per il Romanticismo la necessita’ era l’attesa, per la Contemporaneità la necessità è l’immediato. Il correre, l’andare veloci anche a spese della qualità”.

E relativamente ai ragazzi di oggi, allora il problema qual è? “Il problema di questi ragazzi oggi è che fanno un po’ fatica a capire anche quel che Belpoliti scrive con lucidità”. Si spieghi meglio. “Perché Belpoliti, nel corso della sua stessa vita, ha conosciuto queste varie fasi del progresso, ne ha esperienza. Ha di sicuro fatto le elementari usando penne e matite. Il problema è che questi ragazzi vivono nel presente e non sanno cosa significhi l’andare lenti, conoscere i tempi dell’attesa. Ricordo un’esperienza fatta tanti anni fa a Genova con dei bambini delle elementari durante la quale avevamo insegnato loro a rallentare”.

“Ed è stata un’esperienza molto gioiosa ma al tempo stesso anche dolorosa, nel senso – spiega Crepet – che non lo sapevano fare. Per loro bere un bicchiere di succo era una cosa da fare in un secondo, perché non conoscendo l’attesa, anche di assaporare, facevano gesti solo compulsivi perché erano succubi di una vita vissuta compulsivamente: dall’andare a scuola, dalla piscina a chissà dove per fare qualche altra attività. Se lei pensa ai tempi di un bambino degli anni ’60, di quando eravamo bambini noi, erano tempi lenti: andavi a giocare a pallone, poi ti fermavi, c’era l’oratorio, il tempo per mangiare il ghiacciolo che si scioglieva”

“Oggi – osserva – aspettare è contro natura, come se a noi venisse chiesto di correre in continuazione. Non ce la faremmo, e non per una questione fisica, di resistenza, ma di disponibilità mentale. Perché noi siamo cresciuti con tempi di attesa. L’osteria è un tempo di attesa. E perché adesso non si gioca più a carte nei bar? Perché ci sono tempi di fruizione di quel tavolo che non esistono più, non ci sono più le pause e se uno si mette a giocare arriva la cameriera che lo fa sgombrare perché non puoi tenere il tavolo occupato”. 

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“Polo for the Cure”, equitazione in campo contro tumori al seno

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ROMA (ITALPRESS) – Polo al femminile e lotta ai tumori al seno: sono questi gli ingredienti che caratterizzeranno “Polo For The Cure”, il torneo tutto al femminile a sostegno di Komen Italia, associazione impegnata nella prevenzione del tumore al seno e nella realizzazione di progetti per la tutela della salute femminile, che si disputerà dal 28 giugno al 2 luglio presso l’Acquedotto Romano Polo Club e giunto alla seconda edizione. Un evento a scopo benefico, un torneo charity con giocatrici di altissimo livello che il giorno prima dell’evento sfileranno per le vie di Roma, da Piazza del Popolo a via Goldoni. “Lo sport equestre è in prima fila in queste iniziative, riuscire a promuoverle è fondamentale grazie anche a questo splendido compagno che è il cavallo, un esempio e un compagno capace di darsi generosamente al suo cavaliere”, le parole del presidente della Federazione Italiana Sport Equestri, Marco di Paola. L’anno scorso il ricavato di “Polo For The Cure” fu di 36.000 euro, utili per acquistare un mammografo, mentre l’obiettivo di questa edizione è quello di “finanziare il programma di attività fisica adattata presso il Centro di Terapie Integrate di Komen Italia del Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS, che consiste in una pratica motoria strutturata articolata in programmi di esercizio fisico con tipologia e intensità regolate in base alle condizioni cliniche funzionali del paziente”, come spiegato da Violante Guidotti Bentivoglio, CEO di Komen Italia. Una manifestazione che, oltre allo scopo benefico, servirà anche a rafforzare ulteriormente il legame tra sport, salute e prevenzione in una cornice d’eccezione come quella di Roma. “Stiamo stimolando quello che a Roma è sempre avvenuto normalmente grazie alla generosità, in questo Roma è paladina del nostro Paese. C’è l’aspetto della prevenzione come aiuto concreto, ma poi c’è anche un aspetto di assistenza. Tutto questo è una forma di aiuto concreto perchè da queste iniziative arrivano macchinari utili alla prevenzione”, ha concluso Alessandro Onorato, Assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda del Comune di Roma.
– foto Spf/Italpress –
(ITALPRESS).

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Kasatkina, Svitolina e 5 azzurre ai “Palermo Ladies Open”

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PALERMO (ITALPRESS) – Dalla russa numero 11 al mondo, Daria Kasatkina, all’ex numero 3 Elina Svitolina, passando per l’egiziana Mayar Sherif, l’australiana Ajla Tomljanovic e la spagnola Sara Sorribes Tormo. Sono alcune delle stelle del main draw dei “Palermo Ladies Open”, Wta 250 sulla terra rossa del Country Time Club giunto all’edizione numero 34. Presentata in una conferenza stampa presso i locali del circolo che ospiterà la manifestazione dal 15 al 23 luglio, l’entry list del tabellone principale si arricchisce di cinque tenniste azzurre. Si tratta di Elisabetta Cocciaretto, numero 1 d’Italia, numero 3 del seeding e 41 al mondo, Jasmine Paolini, Lucia Bronzetti (finalista perdente della scorsa edizione), Martina Trevisan e Sara Errani, che torna direttamente nel main draw per classifica. Assente invece Camila Giorgi, non figura in elenco nemmeno Irina Begu, campionessa uscente. Quattro le wild card ancora da assegnare e il direttore del torneo, Oliviero Palma, promette ulteriori inserimenti di spicco, con l’auspicio di portare a Palermo altre due top-20: “Abbiamo nomi di prestigio e questo è tra i migliori tornei fatti fino a oggi, ma non disdegniamo l’idea di andare a Wimbledon per cercare altre giocatrici che possano migliorare ancora di più il tabellone”. Un torneo, quello di Palermo, che riscuote successo e interesse del pubblico: “Abbiamo raddoppiato a oggi le vendite, siamo a circa 6.000 biglietti venduti e ci auguriamo che il pubblico risponda ancora di più – ha concluso Palma – Il torneo si regge sul finanziamento del pubblico, degli sponsor e dei diritti televisivi”. “E’ un tabellone molto ricco – ha aggiunto invece il presidente del Country Time Club, Giorgio Cammarata – Siamo soddisfatti per la presenza delle italiane, che hanno la possibilità di arrivare fino in fondo”. Presente anche l’assessore comunale allo Sport del capoluogo siciliano, Sabrina Figuccia, che ha assicurato pieno sostegno:”E’ un altro grande evento che dà impulso. La parte agonistica sarà importante, ma con tutta una serie di elementi accessori che catalizzano l’attenzione – ha aggiunto – E’ un evento di rilancio turistico a livello internazionale, iniziative come queste richiedono uno sforzo a 360 gradi”. Già certa di una wild card per il tabellone di qualificazione la licatese Dalila Spiteri, già in campo quest’anno agli Internazionali di Roma.
I “Palermo Ladies Open” avranno inizio sabato 15 luglio con le qualificazioni, mentre il tabellone principale prenderà il via il 17 luglio, finali di doppio e singolare domenica 23 luglio. Come nelle scorse edizioni, il tabellone sarà a 32 giocatrici, saranno invece 24 le tenniste ammesse alle qualificazioni e 16 le coppie per il torneo di doppio.
– foto xd7/Italpress –
(ITALPRESS).

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Alberto Angela: “Mio padre ancora a fianco dei ragazzi”

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AGI – La traccia della maturità sull’ultimo libro di Piero Angela “non è un solo riconoscimento a lui in qualità di divulgatore e giornalista, ma rappresenta anche un messaggio di fiducia per l’intera categoria dei giornalisti. Nel corso di tutta la sua vita Piero ha fatto della buona informazione, ha lavorato in modo limpido e razionale, documentandosi e spiegando, in modo chiaro e attento, tantissimi argomenti”.

Lo scrive su Facebook Alberto Angela, che sottolinea: “Ebbene, in un mondo fatto di fake news, titoli strillati e informazioni fugaci, il suo modo di fare informazione resta un esempio e deve essere da incoraggiamento per tutti quei giornalisti che fanno il loro lavoro seriamente e in modo indipendente, cercando le fonti e portando avanti inchieste approfondite. Questo fa sì che la gente possa ragionare e farsi un’idea propria. Stimolare il pensiero e dare materiale per la mente: questo è stato il suo giornalismo che, evidentemente, resta un esempio da seguire”.

“E, soprattutto, mi fa davvero piacere realizzare che Piero, anche oggi, è al fianco dei ragazzi. Quei giovani cui ha scelto di rivolgersi alla fine con il suo ultimo lavoro televisivo e che, in fondo, continua ad aiutare proprio stimolandone il ragionamento e la crescita. Questa traccia è rivolta al futuro e alla costruttività. La scelta di sottoporla ai ragazzi come spunto di ragionamento mi rende orgoglioso perché è rivolta anche al nostro Paese, che proprio dei giovani ha bisogno per migliorare e rinnovarsi. Raccolgo le parole di Piero – conclude – per ricordare oggi, a questi ragazzi, che è giunto il momento di fare la loro parte. Noi vi siamo accanto, dandovi la spinta per continuare a fare bene perché c’e’ bisogno di tutti voi” conclude infine.

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Il cannolo più buono lo fanno a Nicosia (Enna), secondo l’Accademia della cucina

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AGI – La disputa è dolce e antica, ma divide palati, pasticceri e ‘contee’ del gusto. Vere tifoserie agguerrite. La ricotta in Sicilia, si sa, è una cosa seria. Piana degli Albanesi, Santa Cristina Gela o la provincia ennese? Al centro uno dei simboli della pasticceria siciliana, sua maestà il cannolo. Ebbene, per l’Accademia italiana della cucina, il miglior cannolo siciliano è quello dell’Antica gelateria dei fratelli Enzo, Giuseppe e Alessandro Granata, il bar pasticceria che si trova in piazza Garibaldi, cuore del centro storico di Nicosia (Enna).

Il riconoscimento, ultimo dei tanti ricevuti dai mastri gelatieri e pasticceri Granata, è arrivato dopo che alcuni clienti hanno ordinato e degustato i loro cannoli e solo dopo hanno esibito i tesserini di ispettori dell’Accademia. Con il riconoscimento, è arrivato anche un servizio sulla rivista “Civiltà della tavola” in una edizione che celebra i 70 anni dell’Accademia, fondata il 19 luglio del 1953.

“Tra dolci, gelati, ricette e impasti – dice ad AGI Alessandro – ci siamo cresciuti. Nostro padre aprì un piccolo bar nei primi anni Ottanta e oggi siamo qui”. Anche se i fratelli Granata hanno ottenuto diversi riconoscimenti, nazionali ed internazionali, non nascondono che un premio, per loro “è sempre una grande emozione”.

Nel 2017 sono stati inseriti nell’elenco dei pasticceri internazionali, nel 2016, con altri pasticceri siciliani, sono stati inseriti nel Guinnes world record per il torrone più lungo del mondo, realizzato a Mazara del Vallo, con il record per un torrone lungo 1 chilometro.

Hanno vinto premi in tutta Italia, compreso il prestigioso primo premio allo Sherbeth festival il concorso internazionale del gelato artigianale che li ha visti classificati al primo posto per il loro gelato al cedro. Sono anche tra le 10 pasticcerie siciliane dove si gusta la migliore granita con brioche e sono stati citati da Il gambero rosso e In viaggio.

Il mastro del gelato è Enzo, il maggiore dei fratelli che partendo da una antica ricetta segreta, ha elaborato provando e riprovando variazioni nei quantitativi degli ingredienti, rendendolo una prelibatezza unica. Alessandro è il mastro pasticcere grande esperto dei segreti della pasta di mandorle e dei dolci tipici siciliani e nicosiani, mentre Giuseppe cura vendite e marketing.

Papà Salvatore, scomparso qualche anno fa, avvia l’attività sempre in piazza Garibaldi, ma la svolta arriva quando i fratelli Antonio ed Enrico D’Alessandro, pasticceri e gelatieri nicosiani, titolari dello storico bar Roma aperto nel primo dopoguerra, notissimi in tutta la Sicilia orientale, decisero di ritirarsi dall’attività.

“Credo sia stata simpatia, affetto, o forse solo il timore che le loro specialità, che facevano concorrenza alle più prestigiose pasticcerie di Palermo e Catania, andassero perdute per sempre. Si presentarono nel nostro piccolo bar – racconta Giuseppe – dicendoci che avevano deciso di consegnarci il loro manuale di ricette segrete. Poco dopo Antonio morì, ma il signor Enrico, anche lui ormai scomparso da anni, per un paio di mesi venne nel nostro laboratorio per insegnarci anche i segreti della preparazione di dolci e gelati”.

Così quelle ricette, sicuramente tramandate da mamme e nonne, per decenni custodite tanto gelosamente che i D’Alessandro mandavano via i dipendenti quando preparavano e miscelavano gli ingredienti, non sono andate perdute e grazie ai fratelli Granata continuano ad essere patrimonio della gastronomia tipica. 

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Crollo “ghiacciaio imprevedibile”. Inchiesta Marmolada archiviata

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AGI – La strage sulla Marmolada di domenica 3 luglio dello scorso anno è stata provocata da un “crollo imprevedibile“. Non c’è la mano dell’uomo a causare le undici vittime – sette vicentini, una trentina, un trevigiano, e due cechi – ed il ferimento di otto persone. L’inchiesta sulla tragedia è stata archiviata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Trento, Enrico Borrelli che ha avallato la documentazione presentata nell’inverno scorso dai periti nominati dalla Procura del capoluogo trentino.

Nessuna responsabilità dell’uomo, quindi, a provocare lo slittamento del seracco della calotta sommitale del ghiacciaio della Marmolada poco sotto Punta Rocca. Le cause sono riconducibili ad eventi della natura. Il distacco di 6.480 metri cubi di materiale tra massi, fango, neve e blocchi di ghiaccio, è stato provocato da diversi fattori: scioglimento della neve di superficie, formazione di torrenti sotto il ghiaccio e crepe che hanno contribuito alla disgregazione del ghiacciaio.

Sono queste le cause riportate dai periti Carlo Baroni dell’Università di Siena e Alberto Bellin dell’Università di Trento unitamente ad altri tre docenti universitari e ad un ricercatore del Cnr. “La temperatura non avrebbe causato il crollo e neppure avrebbe di per sé dovuto allarmare, attesa l’assenza di segnali premonitori osservabili macroscopicamente – hanno riportato i periti -. Il peggioramento delle condizioni del ghiaccio è un fattore rilevabile a posteriori e ciò contribuisce a confermare l’ipotesi di una imprevedibilità dell’evento”.

A seguito della documentazione peritale redatta, il 13 gennaio scorso i pubblici ministeri trentini Sandro Raimondi e Antonella Nazzaro avevano chiesto l’archiviazione evidenziando l’imprevedibilità dell’evento scrivendo, “vanno pienamente condivise nessuna responsabilità umana” precisando che “neanche gli esperti della zona – guide alpine e frequentatori della Marmolada – hanno ‘avvertito’ condizioni anomale idonee a far presagire l’accaduto e il cambiamento climatico non può costituire di per se’ ragione o criterio”.

La strage sulla Marmolada era avvenuta pochi minuti dopo le ore 13,40 di domenica 3 luglio del 2022. Era una giornata molto calda, soprattutto a fondovalle dove la colonnina di mercurio aveva raggiunto i 38 gradi. Da diversi giorni anche sul ghiacciaio della ‘Regina delle Dolomiti’ la colonnina di mercurio non scendeva sotto lo zero.

Il crollo ha interessato il sentiero su ghiaccio frequentato dagli escursionisti diretti o di rientro dalla vetta della Marmolada. La valanga ha travolto una ventina di persone uccidendone ben undici. I loro corpi e oggetti sono stati ritrovati anche diverse centinaia di metri verso valle.

L’indomani della tragedia ad Alba di Canazei il premier Mario Draghi aveva incontrato i familiari delle vittime e due giorni dopo il massiccio della Marmolada è stato interdetto alle escursioni di qualsiasi tipo comprese le semplici gite sulle sue pendici. 

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Covid, aumentati i casi di disturbi della sessualità

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APPIANO GENTILE (ITALPRESS) – L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato la fine dell’emergenza Covid 19, ma paure, restrizioni e cambiamento dello stile di vita hanno lasciato conseguenze visibili anche nella sfera sessuale. “Con l’isolamento – spiega la psicoterapeuta e sessuologa Elena Vittoria Longhi, esperta del Centro di medicina sessuale dell’ospedale San Raffaele di Milano – patologie latenti sono diventate improvvisamente evidenti. Si sono presentati tratti narcisistici esasperati e persecutori, come l’ossessione di avere un membro perfetto, una compulsività sessuale che va oltre la normale sessualità, fino agli atteggiamenti autodistruttivi come tagliarsi e ferirsi di proposito”.
Un’emergenza che è stata affrontata insieme allo psichiatra Furio Ravera nel seminario “Sessualità è…” alla Clinica Le Betulle di Appiano Gentile (Como) con focus su comportamenti narcisistici e ossessivi compulsivi. Le più interessate da questi effetti post pandemici sono le nuove generazioni, così come le persone che avevano una personalità fluida latente, che hanno cercato l’evasione attraverso droghe, alcol e cibo o, per l’appunto, sesso online, soprattutto come effetto della mancata socialità e affettività.
La pandemia ha generato conflitti anche nella vita di coppia alle prese con disfunzioni sessuali di natura psicogena, ovvero legate a specifici accadimenti che hanno stravolto l’equilibrio degli individui. “Si pensi alle conseguenze economiche della pandemia con perdita di lavoro, cassa integrazione, o alle conseguenze personali, come la perdita o la morte del partner: bruschi cambiamenti negativi che hanno inciso fortemente sulla sfera sessuale delle persone”.
Per ognuna di queste situazioni, che richiedono di essere studiate in una prospettiva multidisciplinare e ad hoc su ciascuna persona, l’intervento di un sessuologo è fondamentale. “Il sessuologo – è la metafora scelta dalla dottoressa Longhi – è come un sarto che deve saper cucire l’abito giusto per il suo paziente, in un’èquipe formata di volta in volta da una serie di professionisti, che ne richiedono l’intervento. Al paziente il medico curante non dice hai bisogno di un sessuologo, ma ho bisogno che tu vada da un sessuologo. In questo modo il paziente si sente co-terapeuta nella ricerca del suo benessere psico fisico. Il sessuologo in questo senso è un facilitatore di processo”.

– foto ufficio stampa Gruppo Ginestra –
(ITALPRESS).

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Mercatini addio, d’estate il turista va a caccia di food experiences

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ROMA (ITALPRESS) – Con l’arrivo dell’estate, “il turista enogastronomico si prepara a organizzare la propria vacanza alla scoperta di prodotti tipici nella modalità active. Il suo obiettivo è placare anche la fame di conoscenza, spingendosi oltre le modalità tradizionali di fruizione dell’esperienza per diventare parte della storia e della tradizione di un luogo”.
E’ quanto emerge dalle previsioni per la stagione estiva del Rapporto sul turismo enogastronomico italiano, a cura di Roberta Garibaldi e realizzato sotto l’egida dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico con il supporto di Unicredit, Visit Emilia, Valdichiana Living e Smartbox. Il 45% dei turisti enogastronomici italiani (ed il 36% dei generalisti) svolge esperienze enogastronomiche abbinati a vacanze al mare, che siano nell’entroterra, sulla costa o in mare. Le previsioni per i prossimi viaggi estivi evidenziano una forte propensione da parte del turista enogastronomico a vivere l’enogastronomia, entrando in sintonia con l’ambiente, le comunità locali e l’identità stessa dei territori in cui si reca durante le proprie ferie.
Nei viaggi in una località balneare dell’estate 2023 il turista enogastronomico vorrà sì degustare prodotti tipici in un ristorante locale-scelta che prevale nelle preferenze generali-ma amerà molto il ristorante o il bar storico, dove si respira l’heritage della località visitata: a dichiararlo è il 36% degli intervistati ( 5% rispetto al turista generalisti).
Ed è in incremento anche la propensione verso l’esperienza di fine dining, desiderata dal 22% ( 6%). Il programma di viaggio del turista del gusto prevede le visite a diverse aziende della zona scelta per le proprie vacanze. Caseifici e cantine si equivalgono, con il 18% dei consensi, ma arrivano in classifica dopo le aziende agricole, che primeggiano con il 19% delle risposte affermative. E in forte ascesa, tra i turisti enogastronomici, sono anche le visite ai pastifici e ai birrifici (indicate dal 15%), ma in generale tutte le aziende legate al food e al beverage sono oggetto di interesse per i prossimi viaggi al mare.
Ancor più interessanti appaiono le esperienze attive, che ormai vengono indicate come il vero obiettivo del 2023 dal 61% degli intervistati. Quali sono le più “gettonate”? In vetta troviamo, a pari merito, tre tipi di esperienze: i trattamenti benessere a tema vino, birra e olio; i percorsi a piedi accompagnati da esperti di gastronomia; infine, partecipare ad attività sportive all’aria aperta come trekking del gusto, tour in bicicletta o mountain bike tra i luoghi di produzione del cibo. Forte è anche il desiderio di vivere i percorsi del gusto in autonomia, che siano a tema cibo (20%) o vino (14%). Prende quota la mobilità alternativa, e questo non vale soltanto per la bicicletta o per il trekking: il 7% del campione valuta, infatti, la soluzione del viaggio a bordo di un treno storico laddove disponibile.
Tra le altre esperienze al mare per l’estate 2023 la più indicata continua a essere la visita ai mercati dove si possono acquistare i prodotti del territorio, ma questa soluzione appartiene perlopiù al turista generalista, poichè l’enogastronomico cerca qualcosa di diverso e distintivo: questa sua propensione alla scoperta lo spingerà pertanto verso le piccole botteghe artigianali (indicate dal 35%) o, in alternativa, verso il museo dei prodotti tipici (17%). Tra i più giovani, prevarrà non soltanto la ricerca di esperienze attive ed orientate alla ricerca del benessere (yoga nei vigneti e negli oliveti, attività sportive), ma anche di esperienze culinarie uniche nei locali storici, considerati soprattutto dalle turiste under 25 come un must delle loro prossime vacanze al mare.
Le donne, inoltre, dichiarano di apprezzare particolarmente lo street food: l’acquisto di cibo da un food truck viene indicato dal 24% del campione di sesso femminile contro il 16% del campione di sesso maschile. Ed è ormai basso, sempre tra gli under 45 e a prescindere dal genere, l’interesse nel visitare il “vecchio” mercatino dei prodotti tipici, che invece continuerà a essere preso d’assalto dalle generazioni più avanti con gli anni.
“L’enogastronomia è oggi un must da scoprire e vivere nelle località balneari, a cui la maggior parte dei turisti non vuole rinunciare”, afferma Roberta Garibaldi. “Non è una tendenza prettamente italiana: le proposte enogastronomiche saranno le più ricercate dagli europei nel corso dei viaggi al mare dell’anno 2023. Per le destinazioni balneari è un’occasione unica per arricchire ed ampliare la propria offerta, incentivando e dando visibilità alle esperienze culinarie, proposte attive, visite ai luoghi di produzione, mercati e botteghe artigiane del gusto presenti nei loro territori o nell’entroterra, incentivando la creazione di esperienze innovative, in cui trova spazio anche il co-marketing”, conclude.

– foto agenziafotogramma.it –
(ITALPRESS).

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