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Gp Canada, Berra “L’incognita meteo potrebbe riservare sorprese”

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MONTREAL (CANADA) (ITALPRESS) – “E’ stata una giornata decisamente atipica, a causa delle numerose interruzioni e del guasto tecnico che ha praticamente azzerato il tempo a disposizione delle squadre nella prima sessione. La Direzione di Gara ha così deciso di cambiare il programma della seconda sessione, sia per quanto riguarda la sua durata che in termini di treni di gomme a disposizione. Se a tutto ciò si aggiunge l’incombere della pioggia, fortunatamente caduta in maniera copiosa solamente nei minuti finali, si capisce quanto impegnativo sia stato il lavoro delle squadre, dei piloti e anche del nostro personale in questo primo giorno del Gran Premio del Canada”. Parte da questa premessa il bilancio di Simone Berra, chief engineer della Pirelli, dopo il venerdì di libere a Montreal. “Dopo una prima analisi dei dati raccolti, possiamo confermare le previsioni della vigilia per quanto riguarda il comportamento delle due mescole più morbide, con la C5 ideale per la prestazione sul giro secco e la C4 da preferire per la gara, anche se oggi – con una pista ancora molto sporca, ha evidenziato un pò di graining, in particolare sulle gomme posteriori”, spiega Berra.
“Anche in termini di degrado, non si sono evidenziate particolari sorprese. Sul prosieguo del weekend, peraltro, pesa in maniera importante l’incognita meteo, con la giornata di domani che dovrebbe essere caratterizzata dalla pioggia mentre domenica si dovrebbe correre sull’asciutto. Se così fosse, anche le condizioni della pista potrebbero riservare delle sorprese”, conclude lo chief engineer della Pirelli. Il lavoro dell’intera giornata è stato concentrato nei 73 minuti rimanenti su pista asciutta, con i venti piloti che hanno lavorato sia in ottica qualifica utilizzando la mescola C5 che sul passo gara, privilegiando in particolare la C4 mentre soltanto i due piloti della Ferrari hanno utilizzato la C3 in run di media lunghezza.
Avendo la possibilità di sfruttare due set di gomme in più del consueto, i piloti hanno potuto effettuare un numero maggiore di run rispetto al normale lavoro di FP2 e, in alcuni casi, ne hanno esteso la lunghezza. Come ampiamente previsto, le condizioni dell’asfalto si sono evolute molto rapidamente man mano che la pista si è andata pulendo. Si è registrato un marcato equilibrio, con i primi 13 classificati di FP2 racchiusi in meno di un secondo.
– Foto ufficio stampa Pirelli –
(ITALPRESS).

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“Quarant’anni dopo Tortora non è cambiato nulla”

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AGI –  “Che cos’è cambiato dall’arresto di Tortora? Quasi nulla. I collaboratori di giustizia, che inchiodarono il presentatore con le loro calunnie continuano ancora oggi a far spedire innocenti in prigione per utilità personale, per vendetta o per sentito dire”. Lo scrivono sul loro sito Valentino Maimone e Benedetto Lattanzi, fondatori dell’associazione Errorigiudiziari.com, nel giorno del quarantennale dell’arresto di Enzo Tortora (17 giugno 1983).

“Nei palazzi di giustizia – aggiungono – spuntano tuttora magistrati superficiali, talvolta innamorati della propria tesi al punto da procedere con il paraocchi e ignorare gli elementi che potrebbero scagionare l’indagato (gli anglosassoni lo chiamano “tunnel vision”). Pure i media non sono poi così diversi da quelli che fecero a gara per mettere su un ignobile tiro al piccione: gli insulti neanche troppo velati dell’epoca si sono trasformati in paginate di intercettazioni irrilevanti, oltraggiose anche per chi è vicino all’indagato e assiste attonito e impotente”.

Anche a voler sorvolare sull’emergenza da ingiusta detenzione (985 casi l’anno, da oltre trent’anni), per l’associazione non è affatto vero che in Italia gli errori giudiziari non esistano o “siano talmente pochi da essere derubricati a spunto sarcastico per una battuta in un talk show”.

Negli ultimi 32 anni, si legge, le persone che sono state condannate con sentenza definitiva, salvo poi essere assolte dopo la revisione del loro processo (è questa la definizione in senso tecnico di errore giudiziario), sono state 222. Vuol dire circa 7 l’anno. “Poche? Andatelo a dire a Giuseppe Gulotta (22 anni dietro le sbarre perché costretto con la tortura a confessare un duplice omicidio che non aveva commesso) oppure ad Angelo Massaro (21 anni in cella con l’accusa di aver ucciso un suo amico, solo per colpa di un’intercettazione mal interpretata). Il peso degli errori giudiziari in un Paese non si misura con i numeri, ma con il dolore, l’angoscia, il trauma, l’immane fatica per sopportare l’onta, la tremenda solitudine in cui ci si ritrova al momento di dover ricominciare una vita da zero dopo una condanna ingiusta. È questo che accadde a Enzo Tortora, a partire da quel 17 giugno 1983. Ed è quello che continua ad accadere ancora oggi, come se quell’orrore giudiziario non avesse insegnato nulla, come se il fatto che sia capitato a una persona così in vista escluda a priori che possa succedere a tutti”. 

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Da martedì arriverà un caldo infernale

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AGI – Tempo in miglioramento su tutta la Penisola nel corso del weekend quando un promontorio anticiclonico si muoverà sul Mediterraneo centro-occidentale.

Temperature in rialzo ma con valori in linea con le medie del periodo e dunque senza caldo eccessivo, mentre gli ultimi aggiornamenti del Centro Meteo Italiano confermano per la prossima settimana la prima vera ondata di caldo dell’estate.

Soprattutto da martedì l’alta pressione africana farà affluire aria calda sul Mediterraneo portando i primi picchi prossimi ai 40 gradi, specie sulle Isole Maggiori. Ondata di caldo che dovrebbe durare qualche giorno per poi attenuarsi con l’arrivo dell’ultimo weekend di giugno, tendenza questa comunque da confermare.

Le previsioni meteo per sabato 17 giugno

Al Nord

Al mattino tempo stabile su tutte le regioni con prevalenza di cieli sereni. Al pomeriggio locali acquazzoni in sviluppo su Alpi e Appennini, per lo più soleggiato sugli altri settori. In serata si rinnovano condizioni di tempo asciutto con cieli sereni o poco nuvolosi.

Al Centro

Al mattino tempo tempo stabile con prevalenza di cieli sereni. Al pomeriggio isolati fenomeni in Appennino, nessuna variazione altrove. In serata si rinnovano condizioni di tempo stabile con prevalenza di cieli sereni su tutte le regioni.

Al Sud e sulle Isole

Al mattino tempo stabile con prevalenza di cieli sereni, locali addensamenti da nuvolosità bassa su Sicilia settentrionale e coste tirreniche della Calabria. Al pomeriggio ancora tempo asciutto con cieli soleggiati, locali acquazzoni sui rilievi della Calabria. In serata si rinnovano condizioni di tempo stabile con prevalenza di cieli sereni su tutti i settori. Temperature in lieve rialzo al nord-ovest, stazionarie o in calo altrove; massime stabili o in aumento da nord a sud.

Previsioni meteo per domenica 18 giugno

Al Nord

Giornata all’insegna del tempo asciutto sulle regioni del Nord grazie all’arrivo dell’alta pressione. Cieli sereni o poco nuvolosi per gran parte della giornata, da segnalare solo locali acquazzoni pomeridiani sulle Alpi occidentali. Ampie schiarite ovunque in serata.

Al Centro

Tempo stabile sulle regioni del Centro con cieli sereni o poco nuvolosi sia al mattino che al pomeriggio grazie all’alta pressione. Nessuna variazione anche in serata e nottata.

Al Sud e sulle Isole

Alta pressione che porta tempo stabile anche al Sud con cieli sereni o al più poco nuvolosi sia al mattino che al pomeriggio. Si rinnovano condizioni di tempo asciutto anche in serata e nottata. Temperature minime e massime in generale rialzo su tutta la Penisola.

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Sgomberato l’ex hotel Astor dove viveva la piccola Kata

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AGI – È in corso lo sgombero, a Firenze, dell’ex hotel Astor dove è scomparsa Kata, la bambina di cinque anni di cui non si hanno più notizie da sabato scorso. L’operazione è condotta dalla questura con l’ausilio dei carabinieri. 

I fatti

Sono giorni di febbrili indagini e di ricerche a Firenze per la scomparsa di Kataleya Mia Alvarez, la bimba di cinque anni figlia di peruviani che manca da ieri pomeriggio. Stava giocando con i coetanei nel cortile dello stabile occupato, l’ex hotel Astor, dove abita con la madre, che però al momento della scomparsa era assente perché a lavoro.

Acquisito il dna della piccola Kata

Niente è trapelato degli interrogatori dei genitori. I verbali, secondo quanto si apprende da fonti investigative, sono stati secretati. Ma gli inquirenti sono andati avanti anche con altre attività parallele agli interrogatori. Sono stati infatti acquisiti alcuni effetti personali della bimba. Gli investigatori sono tornati nell’ex hotel Astor a Firenze, il luogo dove la famiglia di Kata vive, e hanno prelevato alcuni oggetti.

Due testimoni e uno uomo misterioso

Due testimonianze, di cui una proveniente da una bambina, avrebbero indicato agli inquirenti che la piccola Kata sarebbe stata portata via da un uomo, nel pomeriggio di sabato scorso, dal cortile dell’hotel Astor di Firenze. Gli inquirenti, si apprende da fonti vicine all’indagine, ipotizzano anche la presenza di un ‘covo’ vicino all’albergo occupato, dove chi avrebbe rapito la bambina potrebbe averla tenuta per alcune ore. Le perquisizioni di ieri fuori dal perimetro della struttura occupata non avrebbero dato esito positivo

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Enzo Tortora 40 anni dopo, la madre di tutti gli errori giudiziari

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AGI –  Alle 4 di notte del 17 giugno di 40 anni fa il giornalista Enzo Tortora, uno dei presentatori televisivi Rai più popolari in quel momento (prima di ‘Portobello’, aveva condotto la ‘Domenica Sportiva’ e la prima edizione di ‘Giochi senza frontiere’), venne arrestato dai carabinieri per traffico di stupefacenti e associazione di stampo camorristico.

Un arresto, cristallizzato, tra l’altro, da una foto che fece il giro del mondo e che ritraeva Tortora all’uscita in manette dal comando del Reparto Operativo. L’inchiesta della procura di Napoli scosse il mondo dello spettacolo, turbò l’opinione pubblica (il programma tv ispirato al celebre marcatino londinese era seguito da 26 milioni di spettatori) e divise il Paese intero tra colpevolisti e innocentisti.

Incastrato dai falsi pentiti

Tra “falsi pentiti“, alcuni dei quali legati alla Nuova Camorra Organizzata, e “falsi testimoni”, furono quasi venti le persone che tirarono in ballo Tortora indicato quale corriere di stupefacenti per conto della NCO. Accuse che i magistrati partenopei dissero di aver vagliato e riscontrato con attenzione.

Il giornalista, rinchiuso nel carcere di Regina Coeli e poi in quello di Bergamo, scrisse numerose lettere per proclamare la sua innocenza e solo dopo sette mesi di detenzione ottenne gli arresti domiciliari nella sua casa di Milano.

Eletto eurodeputato del Partito Radicale il 17 giugno 1984, il 20 luglio 1984 tornò in libertà e annunciò che avrebbe chiesto al Parlamento europeo di concedere l’autorizzazione a procedere nei suoi riguardi.

Rinunciare all’immunità

L’autorizzazione fu data il 10 dicembre. Rinviato a giudizio, il 4 febbraio 1985 Tortora comparve davanti al tribunale di Napoli e ribadì la sua estraneità ai fatti contestati. Ma il 17 settembre dello stesso anno i giudici si pronunciarono per la sua condanna a dieci anni di reclusione per associazione per delinquere di tipo mafioso e traffico di stupefacenti. Sentenza poi ribaltata il 15 settembre 1986 dalla corte di appello di Napoli: Tortora fu assolto con formula piena e i pentiti ritenuti non credibili.

“È la fine di un incubo”, disse il presentatore che divenne il simbolo dell’errore giudiziario. A mettere la parola fine all’intera vicenda fu la prima sezione penale della Cassazione il 13 giugno 1987. Ma meno di un anno dopo, il 18 maggio 1988, Enzo Tortora morì per un cancro ai polmoni. Le lettere scritte durante la detenzione e indirizzate alla famiglia furono pubblicate nel 2002 dalla figlia Silvia (deceduta il 10 gennaio 2022 a 59 anni), in un libro dal titolo ‘Cara Silvia’. Lei, così come la sorella minore Gaia, si è sempre battuta per riabilitare la figura del papa’ e sollecitare una riforma del sistema penale che scongiurasse il ripetersi di altri, clamorosi, errori giudiziari. 

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Perché i tappi non si staccano più dalle bottiglie di plastica?

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AGI – In principio furono le linguette delle lattine: i consumatori avevano la propensione a gettarle per terra una volta aperte e così nel 1989 una legge statunitense, presto recepita in tutto il mondo (grazie anche alla globalizzazione del mercato delle bevande) introdusse quelle ‘a scomparsa’.

Poi venne il turno dei famigerati six-pack: quegli anelli di plastica che tenevano insieme le lattine nelle confezioni da sei e che si erano trasformate in trappole micidiali per le tartarughe marine, che vi rimanevano impigliate e si strangolavano. Nel 1994 il Congresso stabilì che dovessero essere di plastica biodegradabile e da qualche anno un produttore di birra danese li ha sostituiti con punti di colla.

Insomma: le bevande in lattina o in bottiglia hanno sempre portato con sé un problema ambientale moltiplicato in modo esponenziale dall’oscuro e imprevedibile destino delle chiusure, tappi o liguette che fossero. Fino ad ora sembrava senza soluzione la questione dei tappi delle bottiglie di plastica che, in un Paese come l’Italia in cui si consuma una smodata quantità di acque minerali, sfiora l’emergenza. 

Da qualche tempo hanno cominciato a circolare bottiglie di plastica con i tappi agganciati, ovvero che non si staccano una volta svitati o sollevati. La ragione è semplice: nel 2024 entrerà in vigore la Direttiva UE  (2019/904) che prevede che tutte le bottiglie in PET (polietilene tereftalato) entro i 3 litri debbano obbligatoriamente essere dotate dei cosiddetti tethered cap, ovvero i tappi agganciati alla bottiglia.

È una delle decisioni più rivoluzionarie per la vita quotidiana nella battaglia per la tutela dell’ambiente dopo la messa al bando di piatti, bicchieri e posate in plastica, dei cotton fioc e delle cannucce. Non sarà certo la svolta nella lotta alle microplastiche, ma pur sempre un piccolo passo avanti. 

Per rendersi conto di quale sia l’impatto dell’inquinamento della plastica, basti pensare che, secondo un rapporto del WWF pubblicato in occasione della Giornata Mondiale degli Oceani, a fronte di una produzione in costante crescita, infatti, lo smaltimento della plastica è oggi ancora altamente inefficiente e inefficace, con tassi di riciclo inferiori al 10% a livello globale.

Il risultato è che fino a 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano nell’ambiente marino e altrettanti nell’ambiente terrestre ogni anno, in gran parte plastica monouso. Inoltre, attualmente, la produzione di plastica è responsabile di circa il 3,7% delle emissioni globali di gas serra e si prevede che questa percentuale possa aumentare fino al 4,5% entro il 2060, se le tendenze attuali continueranno senza controllo.

Una contaminazione globale, diffusa e persistente di ogni ambiente naturale (mari, fiumi, laghi, terra e aria), come afferma il WWF, tanto che l’inquinamento da plastica in Natura ha superato il “limite planetario” (Planetary boundary), oltre il quale non c’è più la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli alla vita.

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In estate via il pannolino, raddoppia il rischio di dermatiti

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AGI – In estate, quando la temperatura sale, il pannolino di un bambino può diventare una vera e propria “bomba di calore” che può irritare la pelle dei più piccoli che, soprattutto nei primi mesi di vita, è estremamente delicata, provocando rossori ed irritazioni. Con il caldo, infatti, raddoppia il rischio di dermatiti dovute allo sfregamento da pannolino che causano arrossamenti con piccole papule, aree desquamate o erose, che riguardano l’inguine, i genitali e i glutei.

A mettere in guardia in vista dell’arrivo della stagione estiva, è Maria Giuliano, presidente della Società italiana dei medici pediatri (SIMPE) Campania e autrice di una ricerca sulle dermatiti da pannolino. “La dermatite da pannolino è un’infiammazione dovuta a determinate sostanze contenute nell’urine e/o feci che irritano la pelle”, spiega Giuliano.

“L’umidità e la frizione generata dal pannolino portano alla macerazione della cute, rendendola più vulnerabile alla penetrazione di microrganismi e sostanze irritanti. Il pannolino – continua – è fatto in parte di plastica e quando la temperatura esterna è molto alta, come succede durante la bella stagione, con l’esposizione al mare, alla sabbia e al sudore, il rischio dell’insorgenza di dermatiti raddoppia. In alcuni casi, specialmente nella fase di eruzione dentale, che può comportare un aumento dell’acidità delle urine, o quando l’infiammazione viene trascurata, la dermatite può aggravarsi e si possono avere delle sovra-infezioni batteriche e fungine, come quelle da Staphylococcus aureus o da Candida auris”.

Una nuova ricerca della SIMPE Campania, presentata a Napoli in occasione del congresso SIDeMaST (Società Italiana di dermatologia e delle Malattie sessualmente trasmesse), ha dimostrato l’efficacia di un composto, una combinazione di estratto del grano e poliesanide, un potente antisettico, nella guarigione delle cute e nella prevenzione delle sovra-infezioni.

La ricerca, ha coinvolto 26 bambini, 13 maschi e 13 femmine sotto i 4 anni d’età, colpiti da dermatite dovuta a frizione da pannolino. “Tutti i piccoli pazienti sono stati trattati con il nuovo composto a base dell’estratto del grano, sia in formulazione spray che crema, applicata per 2 volte al giorno. Alla fine della terapia – commenta Giuliano – è stata registrata una completa risoluzione delle lesioni in tutti i 26 casi con un periodo medio di guarigione di 6 giorni.

Massima cautela con gli antibiotici

Solo in un caso è stato necessario l’aggiunta di un antibiotico per uso topico. In tutti gli altri, invece, non è stata osservata alcuna sovra-infezione batterica o fungina. I risultati della ricerca dimostrano che l’estratto del grano crea una barriera protettiva nella zona genitale, facilitando le condizioni per una rapida e corretta azione riepitelizzante della cute. In meno di una settimana, tutti i pazienti coinvolti nella ricerca sono guariti, senza riportare complicazioni”.

Le 10 regole d’oro 

1) “Spannolinare” il bambino se ci si rende conto che è il momento giusto, cioè nel momento in cui il piccolo impara a capire quando la vescica è piena e a far partire la contrazione del muscolo vescicale. Di solito il momento giusto coincide con i 2 anni per le femminucce e i 3 anni per i maschietti;

2) Aumentare la frequenza del cambio pannolino per evitare che la cute delicata coperta rimanga per troppo tempo umida e a contatto con urina e sudore;

3) Non abusare delle salviette umidificanti e preferire l’utilizzo di acqua tiepida e un detergente delicato per pulire e/o rinfrescare i genitali;

4) Dopo il lavaggio, evitare di strofinare l’area per asciugarla, ma tamponarla con un asciugamano morbido;

5) La fase dell’asciugatura è tanto importante quanto quella del lavaggio: prima di rimettere il pannolino è bene assicurarsi che sederino e genitali siano ben asciutti. Lasciare l’area umida favorisce le irritazioni e la proliferazione di microrganismi infettivi;

6) Aumentare la frequenza e la dose di applicazioni di creme lenitive, quella a base di estratto di grano può servire anche a questo scopo, in modo da creare un leggerissimo velo per proteggere la pelle dall’acidità della pipì;

7) Prevedere brevi o lunghe pause senza pannolino. L’estate è la stagione giusta per farlo: per i bambini molto piccoli basta anche lasciare libera l’area dei genitali anche solo 15 minuti, per i più grandi si può osare di più;

8) Se le irritazioni e le dermatiti sono molto frequenti è bene provare a cambiare tipo e/o marca del pannolino per verificare se il problema dipende o meno dal prodotto utilizzato;

9) Se arrossamento e irritazione non migliorano nel giro di due-tre giorni occorre consultare il pediatra: potrebbero essere in corso infezioni e il medico indicherà i trattamenti migliori;

10) Da evitare, invece, il “fai da te” e in particolare l’utilizzo di creme a base di corticosteroidi, perché possono dare effetti collaterali.

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Tg Economia – 16/6/2023

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Tg Economia - 16/6/2023

In questa edizione:
– A maggio l’inflazione torna a scendere
– Pnrr, 60 miliardi per la transizione energetica
– Feduf, l’educazione finanziaria trovi più spazio a scuola
– Riforma fiscale, come cambiano le tasse sul lavoro dipendente
abr/sat/gsl

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Acqua Lete e Figc rinnovano la partnership fino al 2026

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FIRENZE (ITALPRESS) – Acqua Lete e Federazione Italiana Giuoco Calcio hanno rinnovato la loro partnership per i prossimi quattro anni. Acqua Lete continuerà ad essere Premium Partner delle Nazionali Italiane di Calcio fino al 2026, proseguendo così un rapporto iniziato nel 2015, e cresciuto in questi anni con reciproca soddisfazione. Per il futuro, la collaborazione tra Acqua Lete e Figc sarà rivolta ai temi dell’inclusività e alla celebrazione della passione che accomuna i calciatori e le calciatrici delle Nazionali Italiane di calcio ed i milioni di tifosi Azzurri. In parallelo, sarà mantenuto l’impegno comune che da sempre lega Acqua Lete e Figc per la promozione dei valori sportivi, con particolare attenzione ai temi sociali, e per l’adozione di corretti stili di vita, attraverso una sana alimentazione, una regolare pratica sportiva e una adeguata idratazione necessarie per il raggiungimento di un benessere psicofisico ottimale.
“Il rinnovo della partnership con Acqua Lete ci rende orgogliosi – dichiara Gabriele Gravina, Presidente della Figc – perchè rappresenta un’eccellenza del Made in Italy che sostiene le Nazionali italiane di calcio e l’attività della Figc da oltre 8 anni. Uno stile di vita sano e un’idratazione corretta sono alla base della vita di uno sportivo, curare ogni aspetto della quotidianità delle atlete e degli atleti è un impegno e una responsabilità che portiamo avanti con Lete in un virtuoso processo di educazione allo sport e ai suoi valori”.
“Quando si parla di acqua nel mondo dello sport – dichiara Gabriella Cuzzone, Direttore Marketing di Acqua Lete – si parla di Acqua Lete. Il nostro legame con lo sport è solido e profondo e siamo entusiasti di proseguire il percorso con la Figc. Nel prossimo quadriennio, è nostra intenzione attivare la nostra comunicazione con tutte le squadre nazionali in modo innovativo. Le Squadre Nazionali – conclude Cuzzone – sono un veicolo straordinario di valori positivi in termini di lealtà, passione, senso di appartenenza, inclusività e sano spirito di competizione e meritano quindi da parte nostra una ribalta costante, non limitata ai grandi appuntamenti internazionali e tutte le nostre attività saranno orientate in questa direzione”.
– foto ufficio stampa Acqua Lete –
(ITALPRESS).

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Geronimo La Russa “Arrivo 1000Miglia a Milano evento suggestivo”

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MILANO (ITALPRESS) – Una grande festa nel cuore della città con le auto della 1000Miglia per celebrare i 120 anni di Automobile Club Milano. Le vetture hanno tagliato il traguardo di tappa in Piazza Duomo a Milano, precedute dalla Maserati MC20 Cielo a guida autonoma, allestita dal Politecnico di Milano e utilizzata per la sperimentazione su strade pubbliche, con la supervisione a bordo dell’imprenditore Matteo Marzotto. Tra le auto più ammirate la pink car della Fondazione IEO-Monzino, una “Lamborghini Huracàn Tecnica” guidata da un team di sole donne per sensibilizzare il pubblico sul tema della ricerca oncologica di IEO Women’s Cancer Center. Un altro equipaggio “in rosa” è quello a bordo della Fiat 508S Balilla Coppa d’Oro del 1935, condotta dalla compagna del sindaco di Milano Giuseppe Sala, Chiara Bazoli, che non è voluta mancare a questo storico appuntamento. E’ invece “green” l’equipaggio della Tesla Model Y sulla quale si alterneranno alla guida Giancarlo Fisichella, Jimmy Ghione, Paolo Piva, Alessio Frassinetti e Francesca Manzini. Gli equipaggi sono poi ripartiti alla volta di CityLife, dove le 405 vetture sono esposte in un vero e proprio museo a cielo aperto.
Domani, alle 7.30 del mattino, gli iscritti alla 1000Miglia timbreranno la cartella oraria davanti alla nostra storica sede di Corso Venezia, seguiti dalle 120 auto della Parata-Tribute. La carovana percorrerà il tracciato cittadino e passerà in piazza Novelli in cui ha sede la Prima Regione Aerea dell’Aeronautica Militare, che quest’anno celebra il centenario. Successivamente le auto della corsa si dirigeranno verso Brescia, quelle del Tribute raggiungeranno l’Autodromo Nazionale Monza dove è in corso il il Milano Monza Motor Show e dove sfileranno sui mitici 10 km dei circuiti uniti. “E’ la prima volta che la 1000Miglia fa tappa nel capoluogo lombardo: questo storico evento è un suggestivo intreccio tra passato, presente e futuro, che ha permesso a migliaia di appassionati di ammirare auto che appartengono alla storia e alla cultura del nostro Paese. La partecipazione e l’affetto che i cittadini stanno dimostrando in occasione di questo anniversario confermano che Automobile Club Milano con le sue iniziative, è stato un costante punto di riferimento per il territorio, per gli automobilisti e per gli utenti di tutti i sistemi di trasporto nell’interesse generale della mobilità”, ha dichiarato il presidente di AC Milano, Geronimo La Russa.
(ITALPRESS).
-foto uffici stampa Ac Milano-

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