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Giugno bollente: temperature medie mai così alte

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AGI – Dopo la dichiarazione ufficiale dell’emergere di El Niño e le temperature record della superficie marina del mese scorso, i primi undici giorni di questo mese hanno registrato le temperature più alte mai registrate per questo periodo dell’anno. Inoltre, questa è stata la prima volta che le temperature dell’aria superficiale globale hanno superato il livello preindustriale di oltre 1,5⁰C durante il mese di giugno.

Il servizio sui cambiamenti climatici di Copernicus (C3S) monitora quante volte le temperature globali giornaliere hanno superato questo limite, dato che è un buon indicatore di quanto velocemente ci stiamo avvicinando alla soglia di 1,5⁰C fissata dall’Accordo di Parigi.

Nonostante sia la prima volta che questo limite viene superato a giugno, questa non è la prima volta che l’aumento della temperatura media globale giornaliera supera il livello di 1,5⁰C. Tale soglia è stata superata per la prima volta nel mese di dicembre 2015, e ripetutamente superata negli inverni e nelle primavere del 2016 e del 2020.

Inoltre, è importante notare che il limite di 1,5 ⁰C stabilito dall’Accordo di Parigi non è ancora stato superato, in quanto previsto per le modifiche in medie di venti o trent’anni, non per brevi periodi di tempo come giorni o mesi. Un’analisi più approfondita del posizionamento delle temperature di inizio giugno all’interno del record storico può essere trovata in questo articolo. C3S pubblicherà un’analisi per tutto il mese di giugno nel suo prossimo bollettino mensile.

Samantha Burgess, vicedirettore del Copernicus Climate Change Service (C3S), commenta: “Il mondo ha appena registrato il suo inizio di giugno più caldo mai registrato, dopo un mese di maggio che è stato meno di 0,1°C più freddo del maggio più caldo mai registrato. Il monitoraggio del nostro clima è più importante che mai per determinare quanto spesso e per quanto tempo gli aumenti delle temperature globali superano 1,5°C. Ogni singola frazione di grado è importante per evitare conseguenze ancora più gravi della crisi climatica”.

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Danone consegue la Certificazione della parità di genere

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MILANO (ITALPRESS) – Danone Italia ha conseguito e ottenuto la Certificazione per la Parità di Genere (UNI PDR 125/22) con l’ente certificatore Rina e insieme a Winning Women Institute, Società Benefit ideatrice del primo modello italiano quali/quantitativo di misurazione della parità di genere nelle aziende, e Prolink, grazie alla sua area specialistica di consulenza giuslavoristica affidata allo Studio Platti, al fine di creare un sistema di gestione che potesse valorizzare le misurazioni e le metriche richieste dalla normativa, attraverso l’implementazione del sistema di gestione richiesto dalla prassi UNI PdR:125.
“Siamo orgogliosi di aver lavorato insieme a Danone per supportarli nel processo di certificazione – afferma Paola Corna Pellegrini, Presidente di Winning Women Institute -. E’ stato uno scambio fruttuoso per entrambe. Confrontarsi con un’azienda all’avanguardia come Danone ci ha dato anche l’opportunità di riflettere e andare ulteriormente in profondità rispetto alle esigenze che le persone e le donne sentono e vivono quotidianamente per cercare di attuare una parità di genere che sia una concreta risposta alle problematiche. Purtroppo, oggi, le isole felici sono ancora poche, infatti, nonostante a livello sociale e nelle aziende ci sia una maggiore sensibilità sul tema delle pari opportunità, sono ancora molte le realtà nelle quali stenta a realizzarsi. Ad oggi la UNI/PdR 125:2022 è in Europa la prassi più avanzata in materia di parità di genere ed è proprio partendo dalla nostra esperienza e grazie alle nostre competenze, unite a quelle del mondo associativo, che sono state definite le linee guida del sistema di gestione per la parità di genere con gli specifici KPIs da adottare”.
“La Certificazione per la Parità di Genere è il riconoscimento del nostro percorso – dichiara Fabrizio Gavelli, Presidente e Amministratore Delegato di Danone Italia e Grecia -. In ogni settore e ad ogni livello dell’organizzazione, non solo nel modo di produrre e commercializzare i nostri alimenti pensati per il benessere delle persone, ma anche nel modo in cui ci prendiamo cura delle persone e dell’ambiente circostante. Abbiamo tutti bisogno delle competenze e delle energie messe in campo dalle donne, in ogni settore. Questa certificazione segna una pietra miliare nel nostro percorso italiano. E’ un ulteriore punto di partenza per migliorarci sempre e stimolare il mercato a fare altrettanto alzando sempre più l’asticella dell’eccellenza, soprattutto nel campo della parità di genere”.
“Il percorso, nato nel 2011, è partito dal desiderio di rompere l’annoso e comune tabù della maternità sui luoghi di lavoro – spiega Danone in una nota – supportando così da un lato il contributo professionale delle donne sul posto di lavoro e dall’altro dando vita a un decalogo semplice di impegni a sostegno della genitorialità. L’attenzione di Danone si è rivolta infatti ad entrambi i genitori a partire dalla consapevolezza che la cura sia un’attività non solo nobile a livello sociale e umano, ma anche di grande valore economico se pensiamo al fatto che tutte le attività di cura restituiscono alle imprese professionisti migliori in termini di competenze e conoscenze.
Nasce così nel 2017 sul modello italiano la cosiddetta “Danone Global Parental Policy”, ovvero una Politica di sostegno concreto alla genitorialità adottata da tutti i Paesi in cui Danone opera a livello mondiale. Si fonda su 4 pilastri essenziali: sosteniamo infatti la cura da un punto di vista psico-affettivo, culturale, organizzativo ed economico, ovvero in modo olistico e a partire da azioni semplici come l’ascolto di ogni mamma e ogni papà che rientra al lavoro dopo il congedo al fine di comprenderne le reali necessità e supportarli in modo autentico”.
Il viaggio intrapreso nel 2011 si è rafforzato di anno in anno “dando il via ad un modello virtuoso che ha consentito a Danone Italia di raggiungere risultati di carattere economico e sociale: il 100% delle mamme torna al lavoro dopo il congedo di maternità e il 100% dei papà usufruisce dei 20 giorni di congedo retribuito (10 in più rispetto all’attuale normativa italiana) – prosegue Danone -; il tasso di natalità interno è positivo e nel 2022 si è attestato al 8%, risultato di gran lunga superiore rispetto al dato nazionale, e le promozioni del 2022 amministrate nei confronti delle donne, anche rientrate dal congedo di maternità, sono pari al 14%”.

– foto ufficio stampa Danone –

(ITALPRESS).

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In Emilia Romagna 100mila ettari di coltivazioni nel fango

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AGI – L’acqua su oltre centomila ettari coltivati ha lasciato il posto ad un pesante strato di limo e sabbia che crea una crosta impermeabile soffocando il terreno e rendendo impossibili gli scambi gassosi fondamentali per le radici e la vita delle piante. È l’allarme lanciato dalla Coldiretti, ad un mese della terribile alluvione che ha devastato la Romagna, dove nelle colline si fanno ancora i conti con circa mille frane attive con terreni agricoli distrutti, interi vigneti ed uliveti trascinati a valle e strade interrotte.

“I raccolti di ortaggi, grano orzo, mais, girasole, colza e soia coperti dal fango sono andati completamente perduti ma per recuperare la funzionalità dei campi e tornare a seminare è necessario – sottolinea la Coldiretti – arare in profondità per rimescolare gli strati del terreno e diluire la presenza di limo e sabbia in superficie. Frutteti e vigneti stanno morendo per asfissia radicale con la perdita di produzione per i prossimi quattro o cinque anni. In pericolo è un territorio con oltre 25mila ettari di frutteti con nell’ordine pesche e nettarine, kiwi, albicocche, susine, pere, kaki, ciliegi e castagni mentre in altri 25mila ettari sono piantati vigneti ma ci sono anche migliaia di ettari coltivati ad orticole come patate, pomodoro, cipolla e altro anche per la produzione di sementi. Oltre 60mila ettari sono coltivati a grano duro per la pasta, grano tenero per il pane, orzo, sorgo e mais. Su altri 7mila ettari si estendono le coltivazioni di girasole, colza e soia”.

L’alluvione – ricorda Coldiretti – ha devastato un territorio con 21mila aziende agricole e allevamenti in una delle aree più agricole del Paese con una produzione lorda vendibile della Romagna pari a circa 1,5 miliardi di euro all’anno che moltiplica lungo la filiera grazie ad un indotto di avanguardia, privato e cooperativo, nella trasformazione e distribuzione alimentare che è stato fortemente compromesso.

“Ai danni sulla produzione agricola – si legge ancora nella nota – si aggiungono quelli alle strutture come gli impianti dei frutteti, le serre, gli edifici rurali, le stalle, i macchinari e le attrezzature perse senza contare la necessità di bonificare i terreni e ripristinare la viabilità nelle aree rurali con frane nelle aziende e lungo le strade”.

“Ma a pesare c’è anche il fenomeno del dissesto idrogeologico – riferisce la Coldiretti – con oltre 30mila persone che vivono in aree a rischio per pericolo di frane tra Ravenna, Rimini, Forli Cesena e Bologna, assieme a più di duemila unità locali di imprese secondo l’ultimo rapporto Ispra. Sono centinaia le aziende agricole che rischiano di scomparire con terreni letteralmente ingoiati da frane, voragini e smottamenti ma a preoccupare sono anche i danni alle infrastrutture con strade interrotte con difficoltà a garantire cura agli animali isolati per le interruzioni nel sistema viario ma anche la commercializzazione dei prodotti scampati al disastro”.

Nelle aree collinari – prosegue ancora Coldiretti – sono crollati terreni coltivati a seminativo, erba medica, intere vigne e boschi di castagno ma preoccupa anche la situazione degli allevamenti e degli alveari di api che sono state decimate: una situazione che rende difficile raggiungere i mercati di sbocco anche se si spera nel turismo estivo con la Coldiretti che lancia l’appello alle strutture di alberghiere e della ristorazione per l’acquisto di cibi e vino Made in Romagna.

“Ci sono segnali di attenzione con una ordinanza della Protezione civile ha disposto la sospensione delle rate dei mutui anche per l’agricoltura. Ma serve garantire l’arrivo degli aiuti nel minor tempo possibile e dare a queste zone martoriate la possibilità di riparare i danni e ripartire”, afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che “le importanti misure varate dal Governo per imprese e lavoratori colpiti dall’alluvione sono un primo passo significativo ma per affrontare l’emergenza saranno necessari ulteriori sforzi e risorse, anche con il contributo dell’Unione Europea che in passato ha mobilitato oltre 8,2 miliardi di euro per interventi su calamità in 24 Stati membri negli ultimi venti anni attraverso il Fondo di Solidarietà”. 

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Italgas, nel Piano Strategico 2023-2029 investimenti per 7,8 miliardi

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LONDRA (REGNO UNITO) (ITALPRESS) – L’Amministratore Delegato di Italgas, Paolo Gallo, presenta ad analisti e investitori il Piano Strategico del Gruppo per il periodo 2023-2029, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società presieduto da Benedetta Navarra.
Il nuovo Piano prevede investimenti complessivi per 7,8 miliardi di euro principalmente dedicati agli interventi per lo sviluppo di asset e attività di distribuzione del gas in Italia e in Grecia, alle attività di efficienza energetica e allo sviluppo nel settore idrico. In questo settore , dopo gli accordi di acquisizione degli asset di Veolia recentemente annunciati, il Gruppo si aspetta di cogliere ulteriori opportunità di crescita.
Il Piano 2023-2029 conferma, inoltre, il forte commitment per la creazione di un network interamente digitalizzato, pronto alla distribuzione di gas rinnovabili e dunque al servizio della transizione ecologica.
In linea con le scelte strategiche compiute negli ultimi anni dal Gruppo, il Piano mira a favorire la transizione ecologica garantendo al contempo la sicurezza energetica e la competitività dei costi dell’energia, a beneficio di imprese e famiglie.
“Il Gruppo può contare su una struttura finanziaria solida ed efficiente – costruita negli anni scorsi – nonostante uno scenario macroeconomico più volatile – si legge in una nota -. Grazie a questa struttura finanziaria la nuova politica dei dividendi, estesa al 2026, continua a garantire agli azionisti la possibilità di beneficiare della crescita, attraverso il payout del 65%, fornendo allo stesso tempo protezione con la garanzia di crescita minima del 4% annuo”.
Il Piano fa perno sui principi ESG e risponde alle sfide della sostenibilità confermando per l’intero Gruppo, inclusa quindi anche Depa Infrastructure, obiettivi di riduzione dei consumi energetici netti e di riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 al 2028 e al 2030, in linea con il target di neutralità carbonica al 2050; per favorire l’ulteriore cambiamento, introduce inoltre nuovi target riferiti ad un’equità retributiva di genere e allo sviluppo di competenze e valorizzazione delle risorse.
Ecco le cifre principali del Piano Strategico: Investimenti totali pari a 7,8 miliardi di euro; 4,6 miliardi di euro per lo sviluppo, la digitalizzazione e il repurposing del network italiano di distribuzione del gas; 0,9 miliardi di euro per lo sviluppo del network di distribuzione in Grecia a sostegno degli obiettivi di decarbonizzazione del Paese; 0,8 miliardi di euro per accelerare la crescita nei settori dell’idrico e dell’efficienza energetica; 1,5 miliardi di euro per le gare Atem; Ottimizzazione della struttura finanziaria, con mantenimento dei ratio in ambito solid investment grade; Dividendo: estesa al 2026 la politica del dividendo, confermato 65% di payout e floor del 4% di crescita del DPS, ora portato su base 2022; Obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra Scope 1 e 2 del 34% al 2028 e del 42% al 2030, Scope 3 (supply chain) del 30% al 2028 e del 33% al 2030, del consumo energetico del 27% al 2028 e del 33% al 2030 (baseline 20202 ); “Obiettivo Net Zero” al 2050; Forte attenzione alle persone protagoniste della transizione ecologica, con focus sulla formazione e su diversità, pari opportunità e inclusione.
“Dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’Ue è alle prese con la soluzione di una difficile equazione che vede nella transizione ecologica un traguardo sempre fondamentale ma non più da raggiungere ad ogni costo; occorre, infatti, garantire al contempo sicurezza energetica e un adeguato livello dei costi dell’energia per famiglie e imprese”, afferma l’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo.
“La visione e le scelte strategiche realizzate in questi anni pongono Italgas nelle condizioni di contribuire significativamente alla sua soluzione grazie alle reti digitalizzate, flessibili e intelligenti, in grado di accogliere gas rinnovabili che abilitano diversificazione delle fonti, decarbonizzazione dei consumi e maggiore efficienza ed economicità – prosegue -. Con 7,8 miliardi di euro il Gruppo si conferma tra le principali realtà industriali in grado di mettere le proprie capacità progettuali, di investimento e di creazione di valore al servizio degli obiettivi di sviluppo sostenibile dei Paesi in cui opera”.
“La quota più rilevante degli investimenti è ancora una volta destinata a sviluppo, trasformazione digitale e repurposing del network di distribuzione del gas. Un network che oggi, dopo vent’anni, si estende anche alla Grecia dove l’applicazione delle tecnologie di Italgas, le più avanzate del settore, miglioreranno l’efficienza e la qualità del servizio di distribuzione del gas e il lavoro delle persone del Gruppo Depa Infrastructure – sottolinea l’Ad -. Distribuzione dell’acqua ed efficienza energetica rappresentano due importanti settori di diversificazione e di sviluppo del Gruppo. Con 800 milioni di euro puntiamo a diventare un player di riferimento nei due settori mutuando in essi le tecnologie sviluppate per il gas. La trasformazione digitale delle reti idriche e l’efficienza energetica sono driver in grado di garantire servizi più efficienti, ridurre le perdite e restituire ricchezza a comunità e territori. Digitalizzazione, decarbonizzazione, economia circolare, formazione, diversità e inclusione si confermano fattori strategici per il raggiungimento dei nostri obiettivi di crescita. Risultati che dipenderanno dalla nostra capacità di continuare a scommettere sull’innovazione per metterla a valore attraverso le nostre persone”, conclude Gallo.

– foto Agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

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Italgas, nel Piano Strategico 2023-2029 investimenti per 7,8 miliardi

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LONDRA (REGNO UNITO) (ITALPRESS) – L’Amministratore Delegato di Italgas, Paolo Gallo, presenta ad analisti e investitori il Piano Strategico del Gruppo per il periodo 2023-2029, approvato dal Consiglio di Amministrazione della Società presieduto da Benedetta Navarra.
Il nuovo Piano prevede investimenti complessivi per 7,8 miliardi di euro principalmente dedicati agli interventi per lo sviluppo di asset e attività di distribuzione del gas in Italia e in Grecia, alle attività di efficienza energetica e allo sviluppo nel settore idrico. In questo settore , dopo gli accordi di acquisizione degli asset di Veolia recentemente annunciati, il Gruppo si aspetta di cogliere ulteriori opportunità di crescita.
Il Piano 2023-2029 conferma, inoltre, il forte commitment per la creazione di un network interamente digitalizzato, pronto alla distribuzione di gas rinnovabili e dunque al servizio della transizione ecologica.
In linea con le scelte strategiche compiute negli ultimi anni dal Gruppo, il Piano mira a favorire la transizione ecologica garantendo al contempo la sicurezza energetica e la competitività dei costi dell’energia, a beneficio di imprese e famiglie.
“Il Gruppo può contare su una struttura finanziaria solida ed efficiente – costruita negli anni scorsi – nonostante uno scenario macroeconomico più volatile – si legge in una nota -. Grazie a questa struttura finanziaria la nuova politica dei dividendi, estesa al 2026, continua a garantire agli azionisti la possibilità di beneficiare della crescita, attraverso il payout del 65%, fornendo allo stesso tempo protezione con la garanzia di crescita minima del 4% annuo”.
Il Piano fa perno sui principi ESG e risponde alle sfide della sostenibilità confermando per l’intero Gruppo, inclusa quindi anche Depa Infrastructure, obiettivi di riduzione dei consumi energetici netti e di riduzione delle emissioni Scope 1, 2 e 3 al 2028 e al 2030, in linea con il target di neutralità carbonica al 2050; per favorire l’ulteriore cambiamento, introduce inoltre nuovi target riferiti ad un’equità retributiva di genere e allo sviluppo di competenze e valorizzazione delle risorse.
Ecco le cifre principali del Piano Strategico: Investimenti totali pari a 7,8 miliardi di euro; 4,6 miliardi di euro per lo sviluppo, la digitalizzazione e il repurposing del network italiano di distribuzione del gas; 0,9 miliardi di euro per lo sviluppo del network di distribuzione in Grecia a sostegno degli obiettivi di decarbonizzazione del Paese; 0,8 miliardi di euro per accelerare la crescita nei settori dell’idrico e dell’efficienza energetica; 1,5 miliardi di euro per le gare Atem; Ottimizzazione della struttura finanziaria, con mantenimento dei ratio in ambito solid investment grade; Dividendo: estesa al 2026 la politica del dividendo, confermato 65% di payout e floor del 4% di crescita del DPS, ora portato su base 2022; Obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra Scope 1 e 2 del 34% al 2028 e del 42% al 2030, Scope 3 (supply chain) del 30% al 2028 e del 33% al 2030, del consumo energetico del 27% al 2028 e del 33% al 2030 (baseline 20202 ); “Obiettivo Net Zero” al 2050; Forte attenzione alle persone protagoniste della transizione ecologica, con focus sulla formazione e su diversità, pari opportunità e inclusione.
“Dallo scoppio della guerra in Ucraina, l’Ue è alle prese con la soluzione di una difficile equazione che vede nella transizione ecologica un traguardo sempre fondamentale ma non più da raggiungere ad ogni costo; occorre, infatti, garantire al contempo sicurezza energetica e un adeguato livello dei costi dell’energia per famiglie e imprese”, afferma l’amministratore delegato di Italgas, Paolo Gallo.
“La visione e le scelte strategiche realizzate in questi anni pongono Italgas nelle condizioni di contribuire significativamente alla sua soluzione grazie alle reti digitalizzate, flessibili e intelligenti, in grado di accogliere gas rinnovabili che abilitano diversificazione delle fonti, decarbonizzazione dei consumi e maggiore efficienza ed economicità – prosegue -. Con 7,8 miliardi di euro il Gruppo si conferma tra le principali realtà industriali in grado di mettere le proprie capacità progettuali, di investimento e di creazione di valore al servizio degli obiettivi di sviluppo sostenibile dei Paesi in cui opera”.
“La quota più rilevante degli investimenti è ancora una volta destinata a sviluppo, trasformazione digitale e repurposing del network di distribuzione del gas. Un network che oggi, dopo vent’anni, si estende anche alla Grecia dove l’applicazione delle tecnologie di Italgas, le più avanzate del settore, miglioreranno l’efficienza e la qualità del servizio di distribuzione del gas e il lavoro delle persone del Gruppo Depa Infrastructure – sottolinea l’Ad -. Distribuzione dell’acqua ed efficienza energetica rappresentano due importanti settori di diversificazione e di sviluppo del Gruppo. Con 800 milioni di euro puntiamo a diventare un player di riferimento nei due settori mutuando in essi le tecnologie sviluppate per il gas. La trasformazione digitale delle reti idriche e l’efficienza energetica sono driver in grado di garantire servizi più efficienti, ridurre le perdite e restituire ricchezza a comunità e territori. Digitalizzazione, decarbonizzazione, economia circolare, formazione, diversità e inclusione si confermano fattori strategici per il raggiungimento dei nostri obiettivi di crescita. Risultati che dipenderanno dalla nostra capacità di continuare a scommettere sull’innovazione per metterla a valore attraverso le nostre persone”, conclude Gallo.

– foto Agenziafotogramma.it –

(ITALPRESS).

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Le ultime piogge prima del caldo africano

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AGI – Ultimi temporali in Italia prima di un deciso miglioramento nel weekend, con l’ondata di caldo africano confermata per la prossima settimana. La situazione sinottica vede una saccatura muoversi sul Mediterraneo centrale: questa porterà ancora tempo instabile con acquazzoni e temporali sparsi specie al centro-sud, ma il maltempo è agli sgoccioli.

Con l’arrivo del terzo weekend di giugno tutti i principali modelli confermano l’arrivo di un promontorio anticiclonico che porterà condizioni meteo più asciutte e temperature in rialzo sull’Italia. Gli ultimi aggiornamenti del Centro Meteo Italiano mostrano invece per la prossima settimana l’espansione dell’anticiclone africano. Questo dovrebbe portare soprattutto da mercoledì la prima vera ondata di caldo di questa stagione estiva con punte massime anche di 40 gradi sulle isole maggiori.

Previsioni meteo 15 giugno

  • AL NORD. Al mattino cieli sereni o poco nuvolosi specie lungo la pianura Padana; al pomeriggio instabilità in aumento sui settori alpini, tempo stabile sui settori pianeggianti e sulla Liguria. In serata si rinnovano condizioni di tempo asciutto con residue precipitazioni sul Veneto, sereno o poco nuvoloso su tutti i settori.
  • AL CENTRO. Al mattino rovesci e temporali sui settori costieri Adriatici, poco nuvoloso altrove. Al pomeriggio acquazzoni e temporali attesi su Lazio e Abruzzo, nessun cambiamento altrove. Tempo in miglioramento in serata, con ampie schiarite su tutti i settori.
  • AL SUD E SULLE ISOLE. Al mattino piogge e temporali diffusi sulle regioni peninsulari, qualche pioggia anche sulla Sicilia, asciutto sulla Sardegna. Al pomeriggio persiste il maltempo sui medesimi settori, con instabilita’ diffusa in Sicilia. In serata precipitazioni in esaurimento, ancora presenti su Molise Puglia, Basilicata e Calabria. Ampie schiarite attese sulle isole maggiori. Temperature minime in calo al nord e sulle regioni maggiori, stabili o in rialzo altrove, massime in aumento al centro-nord e sulle isole, in calo al sud.

Previsioni meteo 16 giugno

  • AL NORD. Al mattino tempo stabile su tutte le regioni con prevalenza di cieli sereni. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali in sviluppo sulle Alpi centro-orientali e in sconfinamento verso le pianure del Triveneto. In serata tempo in miglioramento con ampie schiarite, salvo residui fenomeni al nord-est.
  • AL CENTRO. Al mattino tempo stabile con prevalenza di cieli sereni. Al pomeriggio non sono attese variazioni di rilievo con cieli per lo piu’ soleggiati. In serata si rinnovano condizioni di tempo stabile e asciutto su tutte le regioni con cieli completamente sereni.
  • AL SUD E SULLE ISOLE. Al mattino piogge e acquazzoni sulla Puglia centro-meridionale e sui settori a ridosso dello stretto di Sicilia, sereno o poco nuvoloso altrove. Al pomeriggio locali piogge e acquazzoni sui rilievi della Calabria e sulla Puglia meridionale, soleggiato altrove. In serata migliora su tutti i settori con cieli sereni o poco nuvolosi. Temperature minime stabili o in lieve rialzo al sud, in lieve diminuzione sul resto d’Italia; massime in calo al sud e in aumento al centro-nord e sulle isole maggiori. 
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Banchine del Tevere chiuse per allerta meteo

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AGI – A causa del maltempo e sulla base dell’informativa emessa nella serata di ieri dal Centro Funzionale Regionale, che riporta un probabile innalzamento dei livelli idrici del fiume Tevere a seguito delle piogge che hanno interessato e che interessano i bacini del fiume e dei suoi principali affluenti, la Protezione Civile di Roma Capitale, per motivi di sicurezza, ha disposto la chiusura degli accessi alle banchine lungo il tratto urbano.

A tutela delle persone – si legge in una nota del Campidoglio – i responsabili delle eventuali manifestazioni temporanee e compagnie di navigazione dovranno sospendere ogni attività ricettiva e di imbarco dell’utenza. 

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Scontro tra Smart e Suv a Roma, muore bambino di cinque anni

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AGI – Un bimbo di 5 anni è morto, a causa delle ferite riportate in un incidente stradale avvenuto in via Aristonico di Alessandria, a Casal Palocco, a Roma. A scontrarsi, per cause ancora in fase di accertamento, sarebbero state una Smart ForFour e un Suv Lamborghini condotto da un 20enne e con a bordo altri quattro giovani.

All’ospedale Sant’Eugenio è ricoverata in gravi condizioni la sorellina del bambino, di tre anni. In ospedale anche la madre, 35enne. Entrambe sono state trasportate in codice rosso dal 118.

A bordo della smart c’era anche un altro bambino. Sul posto i carabinieri e gli agenti della polizia locale di Roma Capitale. Il conducente del Suv sarà sottoposto, come di rito, ai test di alcol e droga. 

Le forze dell’ordine hanno sequestrato i cellulari dei giovani. Secondo quanto si apprende, i giovani potrebbero essere stati distratti dai telefonini o dalle videocamere usati per girare un video – già acquisito dagli investigatori – forse per una challenge su YouTube.

 

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Sospesa la recita di preghiere in classe, la maestra dal giudice

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AGI – Fu sospesa per 20 giorni n la decurtazione dello stipendio per aver fatto recitare preghiere in classe. Marisa Francescangeli, la maestra della scuola primaria di San Vero Milis è comparsa davanti al giudice del Lavoro di Oristano, Consuelo Mighela per la prima udienza della causa da lei intentata.

I suoi legali, gli avvocati Elisabetta Mameli e Domenico Naso, che assistono la docente per conto della Federazione Uil Scuola regionale e nazionale, contestano questioni procedurali e di merito. Il giudice ha sentito l’insegnante. Marisa Francescangeli ha ammesso di aver fatto recitare agli studenti due preghiere nelle giornate precedenti il Natale.

I suoi legali hanno chiesto l’audizione di testimoni. Il giudice si è riservata la decisione. Secondo gli avvocati della maestra mancano le prove dei fatti. I legali sostengono che il provvedimento di sospensione sia stato disposto solo sulla base delle dichiarazioni di tre mamme che hanno riportato la loro versione al dirigente scolastico, Alessandro Cortese.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ad aprile era intervenuto per specificare che – secondo la relazione in suo possesso – la sospensione fosse scaturita da “reiterate preghiere e canti religiosi nelle ore disciplinari”. “Anziché insegnare storia, geografia e matematica, la docente avrebbe fatto cantare inni religiosi o pregare”, aveva spiegato il Ministro. La maestra Francescangeli in risposta a questa accusa, intervenuta in tv aveva parlato di “esagerazione”, negando qualsiasi altro addebito.

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