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Schlein “La Rai megafono del potere, non è più servizio pubblico”

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ROMA (ITALPRESS) – “La trovo una vicenda molto grave e voglio esprimere innanzitutto solidarietà ad Antonio Scurati. Questa Rai non è più servizio pubblico, la stanno trasformando nel megafono del governo. E’ stata una vera e propria censura, a cui ha fatto seguito un attacco da parte della destra, del partito di Giorgia Meloni e, tra le righe, anche di Giorgia Meloni stessa. Una violenza, come l’ha definita Scurati”. Così, in un’intervista a la Repubblica nell’ambito dell’evento Repubblica delle Idee, la segretaria del Pd Elly Schlein, in merito “alla censura imposta dalla Rai al monologo dello scrittore sul 25 aprile: Meloni ha preso tempo per pubblicare il testo censurato di Scurati sulla sua pagina Facebook potrebbe prendersi anche il tempo di leggerlo e di prendersi quei cinque secondi che bastano per dichiararsi antifascista”.
“Per chi è erede di una certa storia si pone una scelta e in questo ultimo anno e mezzo purtroppo più volte abbiamo assistito a chi cercava di legittimare il saluto fascista, a chi ha citato – membri del governo – parole di Mussolini e a chi cercava di riscrivere la storia di via Rasella. Penso che non sia accettabile – sottolinea -. Ma la solidarietà va data anche a tutti quei professionisti e giornalisti che dentro la Rai ancora provano a fare servizio pubblico e a fare il loro mestiere”. “Penso che ci sia un fastidio per il dissenso – aggiunge la segretaria del Pd -. Abbiamo visto cose molto gravi: attacchi alla magistratura, agli intellettuali, alle organizzazioni non governative. Non si è mai visto che una partecipata pubblica come l’Eni consideri di vendere la seconda agenzia di stampa italiana, l’Agi, a un parlamentare della maggioranza. Quando parliamo di una deriva ungherese, intendiamo esattamente questo”.
(ITALPRESS).

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Farfalle d’argento a Baku, bronzo per Sofia Raffaeli

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ROMA (ITALPRESS) – E mentre in Italia l’inverno dà il suo ultimo colpo di coda, le azzurre della Ritmica hanno infiammato Baku più delle sue iconiche “Flame Towers”. Le aviere dell’Aeronautica Militare Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Daniela Mogurean, Laura Paris, insieme all’agente delle Fiamme Oro Alessia Russo, si confermano tra le migliori. Dopo il bronzo ad Atene, le Farfalle eguagliano il risultato di Sofia conquistando un altro argento nel concorso generale alla World Cup di Baku. La squadra nazionale di Ginnastica Ritmica – allenata da Emanuela Maccarani e dallo staff dell’Accademia di Desio – ha totalizzato 70.150 punti, lasciandosi alle spalle l’Azerbaijan, terza a quota 69.050. Leader della prova la Spagna con il complessivo di 70.450, a soli tre decimi dall’Italia. Maurelli e compagne gareggeranno nuovamente domani nelle due finali di specialità che le attendono, in diretta su La7d. Quarto posto per la Bulgaria (68.300) che è riuscita a mettersi davanti alla Cina, quinta con 68.250. Completano la classifica: Giappone (67.700), Ucraina (66.300), Messico (62.500), Turchia (59.150), Kazakhstan (57.000) e Georgia (50.600).
Arriva anche la medaglia di Sofia Raffaeli nel concorso generale. Dopo l’ottavo posto della prova ad Atene e il quarto il Bulgaria, la vice campionessa del mondo – allenata da Claudia Mancinelli alla Ginnastica Fabriano – ha vinto il bronzo con il totale, sui quattro attrezzi, di 130.700 punti (CE 34.200 – PA 34.100 – CV 32.950 – NA 29.450). Come nelle prime due tappe, l’agente delle Fiamme Oro della Polizia di Stato ha trovato qualche difficoltà al nastro, unica finale non conquistata dalla 20enne di Chiaravalle che rivedremo domani di nuovo a cerchio, palla e clavette in diretta su La7d. La vittoria va alla campionessa del mondo in carica, la tedesca Darja Varfolomeev che, con il punteggio di 138.150 è riuscita a mettersi alle spalle la bulgara Elvira Krasnobaeva (134.950). Ai piedi del podio azero, invece, l’ucraina Taisiia Onofriichuk che, con 130.350 punti, comanda la classifica delle inseguitrici.
Tenuta di gara straordinaria per Tara Dragas, alla sua seconda apparizione in una competizione di questo livello dopo la prima volta a Sofia un anno fa. La 17enne friulana infatti – seguita all’ASU di Udine dalla mamma Spela Dragas e da Magda Pigano – grazie ai suoi 125.100 punti (CE 32.500 – PA 33.200 – CV 30.150 – NA 29.250) si è posizionata all’undicesimo posto nel concorso generale, ad appena un decimo dalla bulgara Eva Brezalieva (125.200).
Qualche piccola imprecisione alle clavette e al nastro non le consentono di accedere alle rispettive final eight. Archiviato il concorso generale, la concentrazione ora andrà tutta sulle due finali conquistate: cerchio e palla.
Appuntamento a domani alla Milli Gymnastics Arena della capitale azera per la giornata dedicata alle specialità. Dopo Atene e Sofia, quella di Baku è la terza tappa del torneo internazionale della World Cup dei piccoli attrezzi (live su La7 e La7d) e, archiviata la Coppa azera, il Circus Fig si trasferirà poi a Tashkent (28 aprile), per finire con la finalissima di Milano (21-23 giugno), al Mediolanum Forum di Assago, sempre in diretta sulla rete ammiraglia del Gruppo Cairo Communication.
– Foto ufficio stampa Federginnastica –
(ITALPRESS).

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Alemanno “Roma ospiti conferenza di pace”, Rizzo “Fermare la guerra”

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ROMA (ITALPRESS) – Si è tenuta a Roma la seconda edizione di Aeterna, il festival organizzato dal Movimento Indipendenza e dall’Associazione giovanile Magnitudo, per festeggiare il Natale di Roma all’insegna della cultura, dell’arte e della storia, ripercorrendo la storia millenaria della Capitale.
Dopo l’introduzione dell’organizzatore di Aeterna, Nicola Colosimo, sono intervenuti Gianni Alemanno, segretario di Indipendenza, Marco Rizzo e Francesco Toscano di Democrazia Sovrana e Popolare e l’antropologa Valentina Ferrante.
“Per prepararsi all’anno giubilare non bastano cantieri, servizi e accorgimenti tecnici – ha dichiarato Gianni Alemanno -. Per essere all’altezza di una scadenza così importante, Roma deve essere lo scenario per dare concretezza politica al messaggio universale di pace lanciato da Papa Francesco. Il governo italiano, invece di andare a rimorchio dei progetti bellicisti di Washington, di Londra e di Bruxelles, deve promuovere una conferenza internazionale di pace per affrontare i nodi del Medio Oriente e dell’Ucraina. Questa conferenza non può non aver sede proprio a Roma ed essere il segnale di una nuova capacità dell’Italia di aprirsi al mondo multipolare e di essere un ponte tra l’Europa e altre grandi aree civiltà che stanno uscendo dalla emarginazione planetaria. Lo chiediamo oggi, alla vigilia dell’ultimo Natale di Roma prima dell’inizio del Giubileo e ci auguriamo – ha concluso – che anche il Campidoglio faccia sentire la sua voce per darsi un traguardo così importante”.
Sulla stessa lunghezza d’onda anche Marco Rizzo, coordinatore nazionale di Democrazia Sovrana e Popolare.
“Oggi il mondo sembra orientarsi verso una guerra generale che potrebbe avere risultati catastrofici e fermare la guerra diventa quindi l’mperativo – ha asserito -. Si tratta di capire quali sono gli strumenti più validi. Lo strumento più valido è quello di battersi contro la guerra ma ciò non è suffuciente. C’è la necessità di lavorare per un mondo multipolare che è l unico antidoto alle nuove volontà colonialistiche e imperialistiche di un occidente che è ormai privo di valori. Questo è il motivo principale per cui nella lotta unitaria contro la guerra ci incontriamo con Gianni Alemanno”.
“La nostra collaborazione con Alemanno – ha proseguito Francesco Toscano presidente di Democrazia Sovrana e Popolare – parte dalla comune analisi rispetto alla gravità della situazione di un presente dominato da forze di natura prevalentemente militare e finanziaria che svuotano in radice la dignità stessa di una politica ridotta a ruolo di ancella di poteri non rappresentativi. Da questi presupposti nasce il tentativo di ripristinare una dialettica democratica fondata sul concetto di partecipazione dal basso che tolga lo scettro del comando a burocrati e funzionari servi della globalizzazione morente e disconoscano in maniera evidente il principio stesso di Sovranità Popolare”.
Nicola Colosimo, vicepresidente del Movimento Indipendenza, nella sua introduzione ha sottolineato: “Siamo orgogliosi di essere forse gli unici giovani che celebrano con una festa e un appuntamento politico il Natale di Roma – ha dichiarato Colosimo – Questa ricorrenza così importante dal punto di vista culturale e simbolico è stato progressivamente derubricata ad un evento marginale, al punto che quest’anno il Sindaco Gualtieri ha rinviato le celebrazioni in Campidoglio a lunedì 22, per risparmiare sugli straordinari del personale comunale. Noi invece – ha proseguito – vogliamo che questa festa contribuisca ad alimentare il patrimonio identitario dei giovani romani per preparali alle grandi sfide internazionali che hanno di fronte”.

– Foto ufficio stampa Gianni Alemanno – Movimento Indipendenza –

(ITALPRESS).

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Napoli ancora al tappeto, vince l’Empoli 1-0

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EMPOLI (ITALPRESS) – Nell’anticipo della 33esima giornata di Serie A, l’Empoli batte 1-0 il Napoli, conquistando tre punti preziosissimi in ottica salvezza. Al Castellani l’uomo decisivo è Alberto Cerri, capace di castigare un Napoli svogliato e privo di idee. I ragazzi di Calzona sbattono sul muro difensivo dell’Empoli, salutando di fatto un posto nell’Europa che conta per la prossima stagione.
L’avvio di partita dei partenopei è subito traumatico e Cerri, dopo appena quattro minuti, porta in vantaggio l’Empoli, prendendo di testa il tempo alla difesa azzurra. Proprio l’ex attaccante del Como è costretto, però, al cambio al 20′, in seguito ad un problema muscolare. La reazione del Napoli è praticamente nulla ed è anzi l’Empoli a sfiorare in più occasioni il secondo gol: al 35′ Cambiaghi, tutto solo in area, si divora il raddoppio, colpendo l’incrocio dei pali. Dopo un primo tempo deludente, il Napoli rientra negli spogliatoi sommerso per l’ennesima volta dai fischi dei propri tifosi.
Nella ripresa gli ospiti provano a reagire, pur faticando nell’alzare i propri ritmi di gioco; dall’altra parte i toscani si difendono con ordine, affidandosi poi all’arma del contropiede. Al 67′ si fa vedere Kvaratskhelia, il cui tiro viene, però, neutralizzato da un super intervento di Caprile. Gli ingressi di Ngonge, Raspadori e Simeone non accendono un Napoli, troppo brutto e mai pericoloso nel finale di gara. L’Empoli legittima così la vittoria, giocando una partita tatticamente più ordinata e intensa. Con questo successo la formazione allenata da Nicola sale al quindicesimo posto, portando provvisoriamente a quattro lunghezze il vantaggio sul Frosinone terzultimo.
– foto Ipa Agency –
(ITALPRESS).

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Napoli ancora al tappeto, vince l’Empoli 1-0

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EMPOLI (ITALPRESS) – Nell’anticipo della 33esima giornata di Serie A, l’Empoli batte 1-0 il Napoli, conquistando tre punti preziosissimi in ottica salvezza. Al Castellani l’uomo decisivo è Alberto Cerri, capace di castigare un Napoli svogliato e privo di idee. I ragazzi di Calzona sbattono sul muro difensivo dell’Empoli, salutando di fatto un posto nell’Europa che conta per la prossima stagione.
L’avvio di partita dei partenopei è subito traumatico e Cerri, dopo appena quattro minuti, porta in vantaggio l’Empoli, prendendo di testa il tempo alla difesa azzurra. Proprio l’ex attaccante del Como è costretto, però, al cambio al 20′, in seguito ad un problema muscolare. La reazione del Napoli è praticamente nulla ed è anzi l’Empoli a sfiorare in più occasioni il secondo gol: al 35′ Cambiaghi, tutto solo in area, si divora il raddoppio, colpendo l’incrocio dei pali. Dopo un primo tempo deludente, il Napoli rientra negli spogliatoi sommerso per l’ennesima volta dai fischi dei propri tifosi.
Nella ripresa gli ospiti provano a reagire, pur faticando nell’alzare i propri ritmi di gioco; dall’altra parte i toscani si difendono con ordine, affidandosi poi all’arma del contropiede. Al 67′ si fa vedere Kvaratskhelia, il cui tiro viene, però, neutralizzato da un super intervento di Caprile. Gli ingressi di Ngonge, Raspadori e Simeone non accendono un Napoli, troppo brutto e mai pericoloso nel finale di gara. L’Empoli legittima così la vittoria, giocando una partita tatticamente più ordinata e intensa. Con questo successo la formazione allenata da Nicola sale al quindicesimo posto, portando provvisoriamente a quattro lunghezze il vantaggio sul Frosinone terzultimo.
– foto Ipa Agency –
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Premio Ischia, Aldo Cazzullo giornalista dell’anno

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ROMA (ITALPRESS) – Aldo Cazzullo, vice direttore del Corriere della Sera e autore della trasmissione televisiva “Una giornata particolare” ha vinto il Premio Ischia come giornalista dell’anno.
Altri riconoscimenti sono andati per la Tv a Monica Giandotti (Linea notte Tg3) ed a Elena Pero per i servizi sul tennis su Sky Sport.
Lo ha deciso la giuria presieduta da Giulio Anselmi e composta da Alessandro Barbano, Giuseppe De Bellis, Francesco De Core, Vincenzo D’ Errico, Luciano Fontana, Carlo Gambalonga, Giovanni Grasso, Mario Orfeo, Agnese Pini, Beniamino Quintieri e Fabio Tamburini.
Il Premio Internazionale è andato invece a Amy Khazim del Financial Times che attualmente si occupa di economia italiana, nonchè di sfide ambientali e sociali. E’ stata a lungo capo ufficio dell’Asia meridionale, ed ha vinto in passato numerosi riconoscimenti, tra cui Human Right Press Awards.
Da quest’anno la Fondazione Premio Ischia ha reintrodotto la sezione dedicata alle agenzie di stampa, per il ruolo sempre più centrale che svolgono nel panorama della informazione nazionale ed internazionale. Il riconoscimento è andato a Radiocor che ha appena festeggiato i 70 anni di attività nella informazione economica e finanziaria chiudendo un accordo pluriennale con Dow Jones ed aumentando significativamente la fornitura del notiziario e dei servizi multimediali.
La cerimonia di consegna dei premi si terrà a Lacco Ameno il 28 e 29 giugno. Il premio è patrocinato dalla Regione Campania e dalla SIAE con il contributo dell’Istituto di credito sportivo, dell’ACI, di Menarini, Mundys e gruppo UNIPOL.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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Sport senza confini, Pancalli “Importante smuovere il Paese”

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ROMA (ITALPRESS) – E’ stato presentato oggi a Roma, nella cornice del Centro di preparazione paralimpica Tre Fontane, il progetto della Scuola Itinerante nazionale della FISPES – Federazione Italiana Sport Paralimpici e Sperimentali – denominato “Sport senza confini”, dedicato ad atleti con disabilità tra i 5 e i 14 anni. “Sono contento di questa giornata, è il bello del lavorare e del costruire insieme”, ha detto Sandrino Porru, presidente della FISPES, nel giorno che apre la terza tappa (20-21 aprile). “Questo progetto – ha aggiunto – è il risultato di un lavoro di squadra, che diventa il primo percorso per mettere a frutto l’investimento che facciamo nei camp in cui coinvolgiamo i bambini. A questi bimbi bisogna trovare delle opportunità per dare continuità a quest’esperienza. Vogliamo creare un percorso che inizi a strutturare l’offerta sportiva della Federazione e il modo migliore è iniziare proprio dai bimbi, che ci permettono di buttare giù tutte le barriere mentali e ci invitano alla gioia di stare insieme, per scoprire le abilità che ciascuno di noi ha”. Dopo le due tappe di Modena e Ascoli Piceno, il progetto – organizzato in collaborazione con Procter & Gamble Italia e Fondazione Conad – permette a 40 bambini a Roma di praticare sport all’interno di un gruppo di ragazzi con e senza disabilità, contribuendo ad offrire i benefici della pratica sportiva non solo ai singoli, ma anche alla collettività. E’ il tema evocato da Luca Pancalli, presidente del Comitato Italiano Paralimpico, nel suo intervento: “Una scuola se è itinerante diventa un viaggio, non a caccia di talenti – dice -, ma a caccia di realizzazione di sogni, affinchè nasca un’ispirazione e una curiosità, affinchè si intercetti la consapevolezza che ogni bimbo ha diritto allo sport”. Il numero 1 del Cip ha sottolineato che “le medaglie sono importanti, ma ancor più importante è riuscire a smuovere un paese. Far nascere la consapevolezza del diritto allo sport dei propri figli significa investire sul paese, che potrà diventare migliore sotto il profilo culturale e civile”. Presente anche il vice capo di Gabinetto del Ministro per lo Sport e i Giovani, Daniele Frongia che, dopo aver portato i saluti di Andrea Abodi, ha sottolineato la necessità di “considerare lo sport come un’unica entità” e l’importanza dei “soggetti privati che credono in questo movimento con un ruolo lungimirante e determinante”, le sue parole davanti a Maria Cristina Alfieri, direttrice di Fondazione Conad ETS, e Riccardo Calvi, direttore della comunicazione di Procter & Gamble Italia.
– Foto Italpress/Spf –
(ITALPRESS).

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Meloni pubblica il monologo di Scurati “Noi non censuriamo nessuno”

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ROMA (ITALPRESS) – “In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile. La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo”. Così il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, in un post su Facebook.
“Non so quale sia la verità, ma pubblico tranquillamente io il testo del monologo (che spero di non dover pagare) per due ragioni – prosegue -: 1) Perchè chi è sempre stato ostracizzato e censurato dal servizio pubblico non chiederà mai la censura di nessuno. Neanche di chi pensa che si debba pagare la propria propaganda contro il governo con i soldi dei cittadini.
2) Perchè gli italiani possano giudicarne liberamente il contenuto. Buona lettura”.
Questo il testo di Scurati riportato nel post del premier Meloni:
“Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si battè fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro. Mussolini fu immediatamente informato.
Oltre che del delitto, si macchiò dell’infamia di giurare alla vedova che avrebbe fatto tutto il possibile per riportarle il marito. Mentre giurava, il Duce del fascismo teneva i documenti insanguinati della vittima nel cassetto della sua scrivania. In questa nostra falsa primavera, però, non si commemora soltanto l’omicidio politico di Matteotti; si commemorano anche le stragi nazifasciste perpetrate dalle SS tedesche, con la complicità e la collaborazione dei fascisti italiani, nel 1944. Fosse Ardeatine, Sant’Anna di Stazzema, Marzabotto. Sono soltanto alcuni dei luoghi nei quali i demoniaci alleati di Mussolini massacrarono a sangue freddo migliaia di inermi civili italiani. Tra di essi centinaia di bambini e perfino di infanti. Molti furono addirittura arsi vivi, alcuni decapitati. Queste due concomitanti ricorrenze luttuose – primavera del ’24, primavera del ’44 – proclamano che il fascismo è stato lungo tutta la sua esistenza storica – non soltanto alla fine o occasionalmente – un irredimibile fenomeno di sistematica violenza politica omicida e stragista. Lo riconosceranno, una buona volta, gli eredi di quella storia? Tutto, purtroppo, lascia pensare che non sarà così. Il gruppo dirigente post-fascista, vinte le elezioni nell’ottobre del 2022, aveva davanti a sè due strade: ripudiare il suo passato neo-fascista oppure cercare di riscrivere la storia. Ha indubbiamente imboccato la seconda via. Dopo aver evitato l’argomento in campagna elettorale, la Presidente del Consiglio, quando costretta ad affrontarlo dagli anniversari storici, si è pervicacemente attenuta alla linea ideologica della sua cultura neofascista di provenienza: ha preso le distanze dalle efferatezze indifendibili perpetrate dal regime (la persecuzione degli ebrei) senza mai ripudiare nel suo insieme l’esperienza fascista, ha scaricato sui soli nazisti le stragi compiute con la complicità dei fascisti repubblichini, infine ha disconosciuto il ruolo fondamentale della Resistenza nella rinascita italiana (fino al punto di non nominare mai la parola “antifascismo” in occasione del 25 aprile 2023). Mentre vi parlo, siamo di nuovo alla vigilia dell’anniversario della Liberazione dal nazifascismo. La parola che la Presidente del Consiglio si rifiutò di pronunciare palpiterà ancora sulle labbra riconoscenti di tutti i sinceri democratici, siano essi di sinistra, di centro o di destra. Finchè quella parola – antifascismo – non sarà pronunciata da chi ci governa, lo spettro del fascismo continuerà a infestare la casa della democrazia italiana”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Ue, Tajani “Siamo europeisti, ma ci sono delle cose da cambiare”

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Ue, Tajani

ROMA (ITALPRESS) – “Ho fatto una scelta di attaccamento al mio partito e metto sul tavolo del dibattito durante questa campagna elettorale i miei 30 anni di esperienza in tutte e tre le istituzioni europee”. Lo ha spiegato Antonio Tajani a margine del Consiglio Nazionale di Forza Italia, riguardo alla sua candidatura per le prossime Europee. “Andiamo in direzione di una Europa che deve cambiare – ha aggiunto il vicepremier -. Noi siamo europeisti, ma questo non vuol dire che va tutto bene. Noi crediamo nel valore Europa ma ci sono delle cose da migliorare”.

xl5/sat

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Europee, Bonaccini capolista Pd nel Nord-Est “Inizia nuovo capitolo”

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ROMA (ITALPRESS) – “Le elezioni dell’8 e il 9 giugno sono una sfida decisiva per il futuro dell’Europa. E dobbiamo schierare tutte le energie migliori di cui disponiamo. Per questa ragione ho chiesto a Stefano Bonaccini di guidare la lista del Nordest: la sua esperienza decennale da presidente dell’Emilia-Romagna e il suo ruolo di presidente del Pd ne fanno una proposta molto forte per la battaglia che dobbiamo condurre e l’Europa che vogliamo costruire. Lo ringrazio per aver accettato”. Lo afferma in una nota la segretaria del Pd Elly Schlein.
“Care e cari emiliano-romagnoli, oggi parlo direttamente a tutte e tutti voi. La segretaria del Partito Democratico, il mio partito, Elly Schlein, mi ha chiesto di candidarmi alle prossime elezioni europee in rappresentanza di questa terra e di questa comunità. E io ho deciso di accettare”, ha detto Bonaccini in un video sui social.
“E’ una scelta nata da una riflessione lunga – ha aggiunto -. Sono stati, per me, 10 anni importantissimi, alla guida di questa Regione. Quando fui eletto la prima volta, nel 2014, ero consapevole della responsabilità che mi caricavo sulle spalle. L’Emilia-Romagna viveva in quel momento uno dei punti più bassi della propria storia. Ricorderete: la fiducia nella politica era ai minimi termini, con un’affluenza alle regionali inferiore al 37%. Erano gli anni della crisi finanziaria e della recessione. Per di più eravamo stati colpiti dal drammatico terremoto del 2012. Oggi, grazie allo straordinario lavoro che abbiamo fatto tutti insieme, l’Emilia-Romagna è la locomotiva d’Italia. E’ la Regione che da nove anni cresce più di tutte, con la disoccupazione ai minimi, e che rappresenta un’eccellenza a livello internazionale per innovazione, attrattività e qualità della vita. Dobbiamo essere orgogliosi di questi risultati, raggiunti insieme a tutte le parti sociali, ai territori, alle professioni, alle associazioni e al Terzo settore, tutti riuniti nel Patto per il Lavoro e per il Clima”.
“Io non me ne vado dall’Emilia-Romagna. Ricoprirò a tempo pieno il mio ruolo fino all’ultimo giorno, a luglio: per me parlano la mia storia e anche la mia agenda per i prossimi tre mesi, piena di impegni e cose importanti da fare per l’Emilia-Romagna. Poi, le elezioni regionali si svolgeranno ragionevolmente nel prossimo autunno, cioè 10 anni dopo quelle che mi portarono qui: sarà una transizione ordinata, come siamo abituati a fare in Emilia-Romagna. Siamo la Regione che sta utilizzando più rapidamente ed efficacemente i fondi europei e tutto è predisposto perchè non ci siano rallentamenti – ha aggiunto Bonaccini -. Non è dunque un messaggio di addio. Oggi non finisce nulla. Inizia un nuovo capitolo. Ho accettato la sfida delle elezioni europee perchè sono convinto che il futuro sia l’Europa”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

(ITALPRESS).

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