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Dalla discesa in campo al governo Meloni, i quasi 30 anni del Cav

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AGI – “Oggi ricordiamo con emozione la prima grande vittoria elettorale di Forza Italia, avvenuta esattamente 29 anni fa, il 27 marzo del 1994”. Sono le parole scelte da Silvio Berlusconi, poco più di due mesi fa, per celebrare i suoi quasi trent’anni di vita politica. Un anniversario che lo ha visto ancora alla guida del partito da lui fondato, Forza Italia. 

Il Cavaliere, tra i primi leader a capire l’importanza dell’uso dei social, affida proprio a Facebook le sue riflessioni, ricordano quando, nel 1994, da imprenditore di successo, decise di scendere in campo per “salvare il Paese che amo dai comunisti”.

Mai domo, mai tentato dall’addio, nemmeno nel periodo più buio della decadenza da senatore a seguito della condanna in via definitiva a quattro anni per frode fiscale. 27 novembre del 2013, ore 17.43: l’Aula del Senato dice sì alla decadenza (a seguito delle nuove norme introdotte dall’allora Guardasigilli Paola Severino). 

Berlusconi resta in sella, anche quando è costretto alle dimissioni da premier nel novembre del 2011, nel pieno dell’uragano finanziario che stava colpendo l’Italia, dopo un’estate rovente con l’esplosione della crisi del debito e l’impennata dello spread. Non è la prima ‘crisi’ che si abbatte su un suo esecutivo: il 22 novembre del 1994 Berlusconi, capo del governo per la prima volta, proprio mentre presiede la Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sulla criminalità transnazionale, riceve un invito a comparire dalla Procura di Milano che stava indagando sulle tangenti alla Guardia di finanza.

La stretta di mano tra Bush e Putin

Ma la storia politica di Berlusconi, per quattro volte presidente del Consiglio, è costellata anche di successi. Tra quelli che lui stesso in primis amava ricordare c’è la famosa stretta di mano di Pratica di Mare. Era il 28 maggio 2002 quando l’allora premier Berlusconi, durante il suo secondo mandato da presidente del Consiglio, organizzò il vertice con i 19 rappresentanti della Nato, invitando allo stesso tavolo di George Bush anche Vladimir Putin. Fu il suggello, ha più volte rivendicato il leader azzurro, della fine della Guerra fredda, con la firma della ‘Dichiarazione di Roma’, che aprì le porte della Nato alla Russia. 

A 29 anni di distanza dalla discesa in campo, quando Berlusconi pronunciò l’ormai famoso ‘discorso all’Italia’ (“L’Italia è il Paese che amo”), il Cavaliere guardava ancora oltre l’ostacolo: “Oggi, a distanza di quasi tre decenni, guardiamo al futuro con la stessa passione di allora, consapevoli che la nostra storia è fatta di grandi sfide e di grandi successi. Ringraziamo tutti coloro che hanno creduto nel nostro progetto e che ci hanno sostenuto in questi anni, e invitiamo tutti a unirsi a noi per continuare a costruire insieme un’Italia migliore per tutti”, scriveva poche settimane fa il Cavaliere.

Quando decise di scendere in campo

E a ricordare le ore che anticiparono la decisione di scendere in campo è stato lui stesso: “Non possiamo dimenticare il clima di angoscia che ci possedeva dato che i nostri sondaggisti ci avevano detto che era certa la vittoria del Pci, il Partito Comunista Italiano. Ci angosciava il pericolo di vedere l’Italia, il nostro Paese, diventare un Paese Comunista con tutto quello che questo avrebbe significato”.

E allora, “dopo una riunione di famiglia, mia mamma, pur temendo che la sinistra me ne avrebbe fatto di tutti i colori mi disse queste precise parole: ‘Se tu, sentendo così forte il dovere di farlo non trovassi anche il coraggio di farlo, non saresti quel figlio che io e tuo padre abbiamo creduto di educare’. Così, il giorno dopo, in una conferenza stampa a Milano, dichiarai di voler scendere in campo con un nuovo partito politico che si sarebbe chiamato Forza Italia. Due mesi dopo Forza Italia vinse le elezioni con gli altri partiti del centro-destra ed io divenni il Presidente del Consiglio dei ministri. Era successo un miracolo, la sinistra era stata sconfitta, l’Italia non era diventata un Paese comunista!”. Da allora molta acqua è passata sotto i ponti: Berlusconi va certamente ricordato come tra i leader più longevi sulla scena politica, per quattro volte premier, sconfitto solo due volte da coalizioni di centrosinistra che spaziavano da Dini e Mastella a Rifondazione comunista. 

Tornato candidabile nel 2018, viene eletto parlamentare europeo alle elezioni del 2019. Alle ultime elezioni politiche del 25 settembre 2022 vince nel collegio uninominale di Monza, tornando al Senato dopo 9 anni di assenza. Non più leader indiscusso della coalizione – ha dovuto lasciare il passo a Giorgia Meloni sulla base della regola del ‘leader che prende più voti farà il premier’ – è stato però l’artefice della nascita del centrodestra. 

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Quarant’anni di processi, il lungo scontro con le toghe

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AGI – Una sola condanna, quella per i fondi neri creati dalle sue aziende, nella lunga e tormentata ‘vita giudiziaria’ che ha accompagnato i successi prima da imprenditore e poi da politico. Milano è l”arena’ in cui si è celebrato più volte quello che per anni è stato un duello capitale: l’uomo più potente del Paese contro le da lui definite  ‘toghe rosse’ rappresentate perfino nelle cene ad Arcore da una delle ospiti, Marysthelle Polanco, travestita con tanto di parruccca fulva da Ilda Boccassini, una delle sue accusatrici più tenaci. C’erano settimane in cui il calendario del Palazzo di Giustizia prevedeva fino a quattro-cinque udienze solo per lui. Nella sala stampa del tribunale chiamavano al telefono fisso (in quegli anni c’era ancora) giornalisti da tutti i continenti per avere informazioni sulle tempistiche dei suoi processi.

Il rapporto di Berlusconi con la magistratura ha segnato per decenni il dibattito sulla giustizia, tra riforme disegnate dai suoi governi, alcune delle quali definite ‘ad personam’ dagli avversari, e liti  tra garantisti e giustizialisti che spesso si sono identificati in contro e pro il Berlusconi politico. L’immagine più intensa di questo scontro è datata 11 marzo del 2013.

Udienza del processo Ruby: Berlusconi è ricoverato  al San Raffaele per un problema agli occhi, un’uveite. I giudici non credono al suo legittimo impedimento a essere in aula e dispongono una visita fiscale ad Arcore. Guidati da Angelino Alfano, un centinaio di parlamentari del Pdl muovono compatti verso il Tribunale intonando l’inno di Mameli sull’imponente scalinata del Palazzo. Boccassini ordina ai carabinieri di chiudere l’aula e non farli entrare. Mai nella storia italiana il conflitto tra politica e giustizia si è manifestato in modo così eclatante.

I finanziamenti a Fininvest

La prima volta del Cavaliere con la giustizia risale al 1983  quando la Guardia di Finanza compì degli accertamenti su un suo presunto coinvolgimento in un traffico di droga con la Sicilia. L’inchiesta venne archiviata.

Di sette anni dopo la prima condanna per avere dichiarato il falso sulla sua iscrizione alla lista P2 ma in suo soccorso arriva l’amnistia che estingue il reato. In epoca di ‘Tangentopoli’ si apre la sequela di procedimenti legati alle sue società. Il 12 luglio 1996  Berlusconi, l’ex segretario del Psi Bettino Craxi e l’amministratore delegato di Mediaset Ubaldo Livolsi vengono rinviati a giudizio con altre nove persone per l’ inchiesta sul presunto finanziamento illecito della Fininvest, attraverso la società All Iberian, al Psi. Il pm Francesco Greco chiede per Berlusconi 5 anni e 6 mesi di reclusione e 12 miliardi di lire di multa poi, dopo lo stralcio del reato di falso in bilancio, riformula la richiesta in due anni e mezzo e sempre 12 miliardi di multa. E la condanna arriva nel 1998 a 2 anni e 4 mesi.

In appello però, nel 2000, le attenuanti generiche fanno scattare la prescrizione. Stesso epilogo per il presunto pagamento in nero per l’acquisto dell’estroso giocatore del Torino Gianluigi Lentini del Milan di cui è stato a lungo presidente. La prescrizione arriva anche sulla base di una modifica della legge che abolisce il falso in bilancio voluta dal suo esecutivo. 

Il Lodo Mondadori

Un ricco capitolo riguarda i processi nati dalle dichiarazioni rese dalla ‘teste Omega’ Stefania Ariosto’ sulla presunta corruzione dei giudici romani nei casi Imi-Sir, Lodo Mondadori e Sme. Berlusconi ne uscì ‘pulito’ a differenza di altri protagonisti di queste vicende, come l’avvocato e grande amico Cesare Previti, anche ministro della Difesa nel suo primo governo, e Vittorio Metta, il giudice che scrisse la sentenza che nel 1991 mise fine alla cosiddetta ‘guerra di Segrate’, assegnando il controllo della Mondadori a Fininvest ai danni di Carlo De Benedetti. Per i giudici della Cassazione questa decisione venne comprata con 200 milioni di lire. Berlusconi ne uscì con la prescrizione che  per lui scattò prima perché il reato di corruzione ‘semplice’ era più veloce a scadere di quello contestato agli altri, corruzione in atti giudiziari. 

La legge Mammì e Telepiù

Uno dei momenti più intensi dello scontro tra Berlusconi e le toghe avviene il 22 novembre 1994 quando a Berlusconi viene recapitato un invito a comparire mentre presiedeva il G7 a Napoli. L”evento’ era stato annunciato il giorno prima da uno scoop del Corriere della Sera. Il sollecito a presentarsi in Procura era arrivato dai magistrati di Milano nell’ambito dell’indagine con al centro la proprietà della tv a pagamento Telepiù e la legge Mammì sull’editoria. Berlusconi venne poi assolto in appello dopo una condanna in primo grado. 

La condanna per frode fiscale

L’unica condanna a 4 anni di carcere per frode fiscale è quella del processo Mediaset sulla compravendita dei diritti televisivi e cinematografici con società statunitensi per 470 milioni di euro.  E’ il primo agosto del 2013, la sentenza arriva dopo dieci anni di lotte in aula tra il pm Fabio De Pasquale e gli storici avvocati del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo, ai quali nell’ultima fase aggiunge il professor Franco Coppi.  

Il verdetto della Cassazione dice che i pagamenti delle società di proprietà della famiglia dell’ex presidente del Consiglio  sono stati effettuati attraverso due off-shore le quali hanno rivenduto i diritti con una forte maggiorazione di prezzo a Mediaset allo scopo di aggirare il fisco italiano. La differenza tra il valore reale e quello finale ha consentito di mettere da parte “fondi neri” per 280 milioni di euro. Il 6 marzo 2015 Berlusconi finisce di scontare la sua pena dopo un periodo di affidamento in prova ai servizi sociali alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone coi malati di Alzheimer.  In seguito è lo stesso Tribunale di Milano a concedergli la riabilitazione che cancella gli effetti della condanna  restituendogli la possibilià di candidarsi. 

Il processo Ruby

Il massimo della ‘popolarità’ giudizaria per Berlusconi arriva però col processo Ruby, inchiesta nata nel 2010 dalle dichiarazioni della giovane marocchina che entrò da minorenne per la prima volta in quelle che vennero poi ribattezzate le cene di Arcore.  Viene indagato per concussione e prostituzione minorile. Il quadro disegnato dai magistrati, di nuovo Boccassioni in testa,  è quello di festini osé in cui giovani ospiti ‘ingaggiate’ dall’agente dello spettacolo Lele Mora e dal giornalista Emilio Fede hanno rapporti sessuali a pagamento col Cavaliere.

Gli viene contestata anche la concussione per avere indotto il funzionario della Questura Pietro Ostuni ad affidare la ragazza, in fuga da una comunità per minori,  a Nicole Minetti. La difesa è che Ruby sarebbe stata affiancata dall’ex igienista dentale e poi consigliera regionale perché si pensava fosse la nipote del leader egiziano Mubarak. In primo grado arriva la condanna a sette anni di carcere poi cancellata in appello e Cassazione dove viene evidenziata la non consapevolezza dell’allora premier sulla minore età. Il processo è una kermesse, con inviati dei media di tutto il globo.

Personaggi del mondo dello spettacolo e fascisose donne in fila per testimoniare su dettagli piccanti delle serate a Villa San Martino. Alcuni di loro finiscono nel capitolo Ruby ter, quello che segue al bis con le condanne di Lele Mora ed Emilio Fede. L’ultima coda della saga vede gli imputati, sparsi davanti a diversi tribunali, accusati di avere detto il falso in aula per proteggere Berlusconi in cambio di denaro, carriera e altre utilità. I processi vanno molto a rilento a causa dei continui legittimi impedimenti per le condizioni di salute sempre più compromesse del Cavaliere. Il 16 febbraio 2023 il Tribunale assolve Silvio Berlusconi  ‘perche’ il fatto non sussiste‘assieme a tutti gli altri imputati.  Il suo commento: “Dopo undici anni di fango e danni politici incalcolabili sono stato assolto perché ho avuto la fortuna di incontrare magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti e imparziali”. Finisce così, con un riconoscimento di valore agli avversari di sempre, la lunga storia tra il Cavaliere e la giustizia.
 

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Quarant’anni d’inchieste e processi, una sola condanna

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AGI – Una sola condanna, quella per i fondi neri creati dalle sue aziende, nella lunga e tormentata ‘vita giudiziaria‘ che ha accompagnato i successi prima da imprenditore e poi da politico. Milano è l”arena’ in cui si è celebrato più volte quello che per anni è stato un duello capitale: l’uomo più potente del Paese contro le da lui definite  ‘toghe rosse’ rappresentate perfino nelle cene ad Arcore da una delle ospiti, Marysthelle Polanco, travestita con tanto di parruccca fulva da Ilda Boccassini, una delle sue accusatrici più tenaci.

C’erano settimane in cui il calendario del Palazzo di Giustizia prevedeva fino a quattro-cinque udienze solo per lui. Nella sala stampa del tribunale chiamavano al telefono fisso (in quegli anni c’era ancora) giornalisti da tutti i continenti per avere informazioni sulle tempistiche dei suoi processi.

Il rapporto di Berlusconi con la magistratura ha segnato  per decenni il dibattito sulla giustizia, tra riforme disegnate dai suoi governi, alcune delle quali definite ‘ad personam’ dagli avversari, e liti  tra garantisti e giustizialisti che spesso si sono identificati in contro e pro il Berlusconi politico. L’immagine più intensa di questo scontro è datata 11 marzo del 2013. Udienza del processo Ruby: Berlusconi è ricoverato  al San Raffaele per un problema agli occhi, un’uveite.

I giudici non credono al suo legittimo impedimento a essere in aula e dispongono una visita fiscale ad Arcore. Guidati da Angelino Alfano, un centinaio di parlamentari del Pdl muovono compatti verso il Tribunale intonando l’inno di Mameli sull’imponente scalinata del Palazzo. Boccassini ordina ai carabinieri di chiudere l’aula e non farli entrare. Mai nella storia italiana il conflitto tra politica e giustizia si è manifestato in modo così eclatante.

La prima inchiesta nel 1983

La prima volta del Cavaliere con la giustizia risale al 1983  quando la Guardia di Finanza compì degli accertamenti su un suo presunto coinvolgimento in un traffico di droga con la Sicilia. L’inchiesta venne archiviata. Di sette anni dopo la prima condanna per avere dichiarato il falso sulla sua iscrizione alla lista P2 ma in suo soccorso arriva l’amnistia che estingue il reato. In epoca di ‘Tangentopoli’ si apre la sequela di procedimenti legati alle sue società. Il 12 luglio 1996  Berlusconi, l’ex segretario del Psi Bettino Craxi e l’amministratore delegato di Mediaset Ubaldo Livolsi vengono rinviati a giudizio con altre nove persone per l’ inchiesta sul presunto finanziamento illecito della Fininvest, attraverso la società All Iberian, al Psi.

Il pm Francesco Greco chiede per Berlusconi 5 anni e 6 mesi di reclusione e 12 miliardi di lire di multa poi, dopo lo stralcio del reato di falso in bilancio, riformula la richiesta in due anni e mezzo
 e sempre 12 miliardi di multa. E la condanna arriva nel 1998 a 2 anni e 4 mesi. In appello però, nel 2000, le attenuanti generiche fanno scattare la prescrizione. Stesso epilogo per il presunto pagamento in nero per l’acquisto dell’estroso giocatore del Torino Gianluigi Lentini del Milan di cui è stato a lungo presidente. La prescrizione arriva anche sulla base di una modifica della legge che abolisce il falso in bilancio voluta dal suo esecutivo. 

Il Lodo Mondadori

Un ricco capitolo riguarda i processi nati dalle dichiarazioni rese dalla ‘teste Omega’ Stefania Ariosto’ sulla presunta corruzione dei giudici romani nei casi Imi-Sir, Lodo Mondadori e Sme. Berlusconi ne uscì ‘pulito’ a differenza di altri protagonisti di queste vicende, come l’avvocato e grande amico Cesare Previti, anche ministro della Difesa nel suo primo governo, e Vittorio Metta, il giudice che scrisse la sentenza che nel 1991 mise fine alla cosiddetta ‘guerra di Segrate’, assegnando il controllo della Mondadori a Fininvest ai danni di Carlo De Benedetti. Per i giudici della Cassazione questa decisione venne comprata con 200 milioni di lire. Berlusconi ne uscì con la prescrizione che  per lui scattò prima perché il reato di corruzione ‘semplice’ era più veloce a scadere di quello contestato agli altri, corruzione in atti giudiziari. 

Uno dei momenti più intensi dello scontro tra Berlusconi e le toghe avviene il 22 novembre 1994 quando a Berlusconi viene recapitato un invito a comparire mentre presiedeva il G7 a Napoli. L”evento’ era stato annunciato il giorno prima da uno scoop del Corriere della Sera. Il sollecito a presentarsi in Procura era arrivato dai magistrati di Milano nell’ambito dell’indagine con al centro la proprietà della tv a pagamento Telepiù e la legge Mammì sull’editoria. Berlusconi venne poi assolto in appello dopo una condanna in primo grado. 

L’unica condanna

L’unica condanna a 4 anni di carcere per frode fiscale è quella del processo Mediaset sulla compravendita dei diritti televisivi e cinematografici con società statunitensi per 470 milioni di euro.  E’ il primo agosto del 2013, la sentenza arriva dopo dieci anni di lotte in aula tra il pm Fabio De Pasquale e gli storici avvocati del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo, ai quali nell’ultima fase aggiunge il professor Franco Coppi. 

Il verdetto della Cassazione dice che i pagamenti delle società di proprietà della famiglia dell’ex presidente del Consiglio  sono stati effettuati attraverso due off-shore le quali hanno rivenduto i diritti con una forte maggiorazione di prezzo a Mediaset allo scopo di aggirare il fisco italiano. La differenza tra il valore reale e quello finale ha consentito di mettere da parte “fondi neri” per 280 milioni di euro. Il 6 marzo 2015 Berlusconi finisce di scontare la sua pena dopo un periodo di affidamento in prova ai servizi sociali alla Sacra Famiglia di Cesano Boscone coi malati di Alzheimer.

 In seguito è lo stesso Tribunale di Milano a concedergli la riabilitazione che cancella gli effetti della condanna  restituendogli la possibilià di candidarsi. Il massimo della ‘popolarità’ giudizaria per Berlusconi arriva però col processo Ruby, inchiesta nata nel 2010 dalle dichiarazioni della giovane marocchina che entrò da minorenne per la prima volta in quelle che vennero poi ribattezzate le cene di Arcore.  Viene indagato per concussione e prostituzione minorile. Il quadro disegnato dai magistrati, di nuovo Boccassioni in testa,  è quello di festini osé in cui giovani ospiti ‘ingaggiate’ dall’agente dello spettacolo Lele Mora e dal giornalista Emilio Fede hanno rapporti sessuali a pagamento col Cavaliere.

Il processo per Ruby Rubacuori

Gli viene contestata anche la concussione per avere indotto il funzionario della Questura Pietro Ostuni ad affidare la ragazza, in fuga da una comunità per minori,  a Nicole Minetti. La difesa è che Ruby sarebbe stata affiancata dall’ex igienista dentale e poi consigliera regionale perché si pensava fosse la nipote del leader egiziano Mubarak. In primo grado arriva la condanna a sette anni di carcere poi cancellata in appello e Cassazione dove viene evidenziata la non consapevolezza dell’allora premier sulla minore età.

Il processo è una kermesse, con inviati dei media di tutto il globo. Personaggi del mondo dello spettacolo e fascisose donne in fila per testimoniare su dettagli piccanti delle serate a Villa San Martino. Alcuni di loro finiscono nel capitolo Ruby ter, quello che segue al bis con le condanne di Lele Mora ed Emilio Fede. L’ultima coda della saga vede gli imputati, sparsi davanti a diversi tribunali, accusati di avere detto il falso in aula per proteggere Berlusconi in cambio di denaro, carriera e altre utilità. I processi vanno molto a rilento a causa dei continui legittimi impedimenti per le condizioni di salute sempre più compromesse del Cavaliere.

 Il 16 febbraio 2023 il Tribunale assolve Silvio Berlusconi  ‘perche’ il fatto non sussiste’assieme a tutti gli altri imputati.  Il suo commento: “Dopo undici anni di fango e danni politici incalcolabili sono stato assolto perché ho avuto la fortuna di incontrare magistrati che hanno saputo mantenersi indipendenti e imparziali”. Finisce così, con un riconoscimento di valore agli avversari di sempre, la lunga storia tra il Cavaliere e la giustizia.

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La leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva Berlusconi 

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AGI – Una forma leucemica cronica, non delle più aggressive, che colpisce soprattutto in età avanzata (mediamente l’insorgenza è a 70 anni), si cura quando possibile con il trapianto di cellule staminali, come avvenuto di recente per un altro caso celebre, quello dello scrittore Alessandro Baricco. La leucemia mielomonocitica cronica, di cui ha sofferto Silvio Berlusconi, come comunicato oggi dal San Raffaele, ha un’incidenza annuale stimata in 1,0 ogni 100.000 persone.

Una forma cronica, dunque, che però presenta il rischio concreto che si trasformi in una leucemia mieloide acuta, molto più grave e pericolosa. La strada migliore da intraprendere, come detto, è quella del trapianto di cellule staminali da donatore. Dopo una fase di chemioterapia, cosiddetta di contenimento, occorre cercare un potenziale donatore all’interno della famiglia del paziente stesso o all’esterno. Le cellule possono essere prelevate dal midollo osseo o dal sangue periferico, ma non sempre le condizioni e l’età del paziente consentono il trapianto. 

La malattia, spiega l’Ail (Associazione italiana contro leucemie, linfomi e mieloma) è caratterizzata dall’aumento di una specifica popolazione di globuli bianchi: i monociti. È un tipo di sindrome mielodisplastico-mieloproliferativa, che si colloca “a cavallo” fra le neoplasie mieloproliferative croniche, in quanto presenta spesso una proliferazione eccessive delle cellule del sangue, e le sindromi mielodisplastiche, con cui condivide una maturazione anormale dei precursori del midollo.

Può presentarsi in una forma displastica, in cui prevalgono anemia e neutropenia, oppure in una forma proliferativa, con un numero elevato di globuli bianchi. Vi è sempre un eccesso di monociti nel sangue e nel midollo, e un numero variabile di cellule immature (“blasti”). Il sistema immunitario viene debilitato dalla malattia, il che ovviamente favorisce l’insorgenza di infezioni, anche polmonari come nel caso dell’ex premier. La prognosi, in maniera simile ma non uguale alle sindromi mielodisplastiche, viene stimata da diversi ‘score’, che considerano i valori dell’emocromo, il numero dei blasti, il valore dei globuli bianchi, la citogenetica e, più recentemente, la mutazione in alcuni geni specifici come l’ASXL1.

Nei casi ad alto rischio non candidabili a trapianto può essere impiegata l’azacitidina e, nei casi proliferativi, l’idrossiurea per controllare la conta dei globuli bianchi. Altri farmaci chemioterapici somministrabili oralmente e talora utilizzati allo stesso scopo sono l’etoposide, la 6-mercaptopurina e il busulfano. In caso di anemia, nei pazienti a basso rischio può essere utilizzata l’eritropoietina.
 

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Droga in Comune a Pescara, quattro arresti

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AGI – Droga e tangenti, con la corruzione via d’accesso preferenziale per infiltrarsi nella pubblica amministrazione. Dopo indagini di oltre un anno, la Gdf di Pescara ha contestato numerosi reati, tra cui corruzione, turbata libertà degli incanti, peculato, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, a vario titolo, a diverse persone: il dirigente del Settore “Lavori Pubblici” del Comune di Pescara, un imprenditore edile e due pusher, colpiti oggi da provvedimenti di custodia cautelare in carcere; oltre a due collaboratori di fiducia del dirigente finiti nell’inchiesta.

Le misure cautelari sono state disposte dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pescara, Fabrizio Cingolani, su richiesta della Procura della Repubblica di Pescara e sono state eseguite stamattina all’alba dai militari del Nucleo di Polizia Economico – Finanziaria della Guardia di Finanza, con l’ausilio dei cani anti-droga, dei baschi verdi e con il supporto dei mezzi aerei del reparto operativo aeronavale. 

L’intensa e minuziosa attività investigativa delle Fiamme Gialle pescaresi, dirette dalla Procura della Repubblica del capoluogo adriatico, racconta, anche grazie alle intercettazioni telefoniche, telematiche e ambientali, innanzitutto, di gare turbate, gestite dal dirigente in modo illecito, col vizio dei favoritismi.

Si tratta di procedure di affidamento che hanno per oggetto, principalmente, opere pubbliche e appalti di lavori. Persino cantieri per la manutenzione delle strade della città finanziati dai fondi Pnrr per un valore di 5 milioni di euro.

Nel mentre, suggella l’accordo con la ditta favorita quotidianamente. A pranzo in noti ristoranti o durante incontri, organizzati, sempre durante i turni di lavoro, in locali rinomati o nella “tana delle tigri”, l’immobile che in poco tempo diventa luogo di ritrovo del gruppo.

La fornitura della sostanza stupefacente viene garantita da due spacciatori con precedenti, spesso finiti in manette. L’imprenditore la acquista e poi la condivide con il dirigente e i due funzionari pubblici, che, documentato dalle Fiamme Gialle, sono soliti consumarla con assunzione di alcol, in ufficio o alla guida delle auto personali e comunali, anche in orario di servizio.

È così che il tunnel della droga si unisce al giro di favoritismi. Tra i comportamenti posti in essere dal dirigente in favore dell’imprenditore edile, vi è anche l’interessamento alla gara di appalto, finanziata con fondi del P.N.R.R. (piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) e indetta dal Comune di Pescara, avente ad oggetto l’affidamento dei lavori per la realizzazione del collegamento dell’Asse Attrezzato di Pescara e l’adeguamento dello svincolo della S.S. 714, gara nella quale è risultata prima classificata l’A.T.I. costituita dalla suddetta società e da un’altra società, che venivano successivamente escluse dalla gara per ragioni esclusivamente formali attinenti la documentazione amministrativa presentata. 

Indagato il presidente del Consiglio regionale Sospiri

C’è anche il presidente del Consiglio regionale, Lorenzo Sospiri, tra gli indagati della Procura di Pescara nell’ambito dell’inchiesta riguardante presunti appalti truccati e droga al Comune. Gli arrestati sono Fabrizio Trisi, dirigente del Settore “Lavori Pubblici” del Comune, l’imprenditore Vincenzo De Leonibus, e due pusher.

Sospiri è indagato per un presunto episodio di finanziamento illecito politico elettorale. Nelle elezioni politiche del 2022 era stato candidato al Senato per Forza Italia.

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Pioverà per tutta la settimana

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AGI – La seconda settimana di giugno porterà ancora condizioni meteo instabili e perturbazioni in Italia, con precipitazioni anche intense e localmente accompagnate da grandine e forti raffiche di vento, il tutto con temperature anche di poco al di sotto delle medie. I dati del Centro Meteo Italiano mostrano quindi un progressivo miglioramento con l’arrivo del weekend quando l’instabilità si andrà attenuando. Con l’arrivo della terza decade del mese, infine, possibile arrivo di una prima ondata di caldo della stagione.

Previsioni meteo per oggi:

Al nord – Al mattino addensamenti presenti al Nord-Ovest con piogge tra Piemonte e Liguria. Tra pomeriggio e sera instabilità in aumento con acquazzoni e temporali prima sui rilievi e poi in sconfinamento anche verso le pianure. Possibili fenomeni anche in nottata specie sulle Alpi e pianure adiacenti.

Al centro – Al mattino tempo stabile con cieli sereni o poco nuvolosi. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali nelle zone interne specie in Appennino, soleggiato lungo le coste. Residue precipitazioni in serata nelle zone interne tra Lazio e Abruzzo, asciutto altrove con ampie schiarite.

Al sud e sulle isole – Al mattino locali piogge tra Calabria e Sicilia, asciutto altrove con cieli sereni o poco nuvolosi. Al pomeriggio aumenta l’instabilità con acquazzoni e temporali anche di forte intensità specie sulle zone interne Peninsulari e con sconfinamento sulle regioni tirreniche. Tempo in miglioramento in serata con ampie schiarite, salvo residui fenomeni in Appennino. Temperature minime in aumento al Nord e sulla Sardegna e stazionarie o in lieve calo al Centro-Sud e sulla Sicilia, massime in calo al Nord e stabili o in lieve rialzo sul resto d’Italia.

Previsioni meteo per domani:

Al nord – Al mattino precipitazioni su Piemonte, Liguria e settori Alpini, variabilità asciutta altrove. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali sui rilievi, più asciutto lungo la Pianura Padana. In serata si rinnovano condizioni di maltempo sulle regioni di nord-ovest e sui rilievi di Lombardia e Trentino; asciutto altrove con molte nubi.

Al centro – Al mattino tempo instabile sulle regioni tirreniche con possibilità di piogge sparse, più asciutto altrove. Al pomeriggio instabilità in aumento specie sulle zone interne dove non mancheranno acquazzoni o temporali anche di forte intensità. In serata ancora precipitazioni soprattutto su Toscana, Umbria e Lazio, variabilità asciutta altrove.

Al sud e sulle isole – Al mattino nuvolosità irregolare con piogge sparse sulle regioni Peninsulari, variabilità asciutta altrove. Al pomeriggio ancora fenomeni su Molise, Campania, Basilicata, Calabria e Sicilia, più asciutto altrove. In serata tempo stabile su tutte le regioni con nuvolosità e schiarite. Temperature minime stazionarie o in lieve calo; massime in diminuzione al centro-nord, stabili o in lieve aumento al sud. 

 

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Proseguono senza sosta le ricerche della piccola Kata. Non si esclude nessuna pista

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AGI – Sono proseguite senza sosta le ricerche a Firenze della bimba di 5 anni scomparsa da sabato sera da un ex hotel occupato di via Maragliano, nella zona nord della città.
Nel corso della notte oltre alle forze dell’ordine si sono aggiunti i volontari coordinati dalla protezione civile.

Proprio per non lasciare nessuna pista intentata, le ricerche sono state estese anche lungo il fiume Mugnone che scorre nelle vicinanze ex hotel occupato. I carabinieri hanno impiegato anche i cani molecolari e quelli in grado di fiutare le tracce ematiche. Nei pressi dell’ex hotel molti peruviani fino a tarda notte hanno manifestato solidarietà alla madre di Kata.

Stiamo indagando a 360 gradi“, dice il generale dei carabinieri Gabriele Vitagliano. Dopo un sopralluogo nell’immobile, con l’ausilio dei vigili del fuoco e i cani molecolari, gli inquirenti tendono a escludere che la bimba possa essere ancora lì dentro nonostante dalle immagini di una telecamera posta sull’ingresso del palazzo, non ci sia traccia della sua uscita.

L’appello della prefettura

Domenica pomeriggio la riunione della Cabina di regia convocata dalla Prefettura di Firenze. “La finalità dell’incontro – informa una nota – è stata quella di fare un punto aggiornato di situazione e verificare se vi fosse bisogno di altro rispetto a quanto già messo in campo. Le ricerche fino a ora si sono svolte all’interno dell’immobile e lungo il fiume Mugnone”. 

Com’è vestita la piccola Kata

La piccola si chiama Cataleya Alvarez, conosciuta semplicemente con il soprannome di Kata. Ha i capelli e gli occhi scuri ed è alta 115 cm. Al momento della sparizione indossava una maglietta a maniche corte di colore bianco, pantalone di colore viola e scarpe nere

Sulle tracce della piccola si è messa anche la vasta comunità peruviana e sudamericana di Firenze. Tramite il tam tam su whatsapp e gli altri social network diverse persone sono scese in strada.

La mamma di Denise Pipitone: “Chi ha notizie parli”

Piera Maggio, la mamma di Denise Pipitone, la bimba scomparsa a Mazara del Vallo l’1 settembre 2004, rilancia sui suoi profili social le parole della madre della piccola sparita a Firenze, gli appelli e gli aggiornamenti sulle ricerche. Un modo per stare vicina ai familiari che stanno vivendo il suo medesimo dramma. “Chiunque avesse informazioni utili, serie e comprovate è pregato di mettersi in contatto con le autorià competenti del posto oppure chiamate il (112). Massima attenzione. Grazie”, scrive su Facebook. 

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A fuoco un capannone nel Cosentino, crolla il solaio [VIDEO]

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AGI – Un deposito di mobili è stato distrutto da un violento incendio divampato nella tarda mattinata. Le fiamme hanno avvolto il capannone della frazione Coretto, nel comune di Montalto Uffugo, in provincia di Cosenza. La struttura si estende su una superficie di circa 3000 metri quadri e la presenza di materiali infiammabili ha accelerato la combustione.

Sul posto le squadre dei vigili del fuoco del comando di Cosenza sede centrale e distaccamento di San Giovanni in Fiore, che hanno richiesto il supporto di autobotti per rifornimento idrico e autoscale per spegnere il rogo. Le operazioni sono andate avanti con difficoltà per le fiamme che si sono levate altissime e una nube densa di fumo nero che ha invaso tutta l’area circostante.

Le alte temperature hanno anche danneggiato gravemente la struttura al punto che il tetto è crollato completamente.

Non risultano persone coinvolte ma le operazioni di messa in sicurezza richiederanno del tempo. Bisognerà poi procedere alla bonifica del sito. Tutto il materiale presente all’interno del deposito è andato distrutto e i danni, seppur non ancora quantificati, sono rilevanti. Sul rogo è stata già aperta un’inchiesta per accertarne la natura.

Si attendono i rilievi e i vigili del fuoco per stabilire se vi sia un’origine dolosa o se il focolaio divampato intorno alle 13,30 sia di natura accidentale, ipotesi più accreditata al momento. 

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Berlusconi resta in ospedale, le dimissioni non sono prevedibili

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AGI – Le dimissioni del fondatore di Forza Italia, Silvio Berlusconi, a quanto si apprende, non sono ancora prevedibili. Inoltre, per ora, non è in programma alcun bollettino medico sulle condizioni di salute del leader azzurro 86enne. Proseguono gli accertamenti. Nel frattempo  la famiglia Berlusconi si stringe attorno al patriarca.

Il fratello Paolo è stato il primo ad arrivare questa mattina. L’auto ha varcato la porta carraia di via Olgettina e Paolo Berlusconi è entrato nell’ospedale per raggiungere il reparto di degenza ordinaria dove è sempre pronta una suite per il leader di Forza Italia. Poco dopo l’ha raggiunto la figlia Marina, che già nella giornata di Sabato era stata accanto al padre.

La berlina della presidente del gruppo Arnoldo Mondadori Editore ha guadagnato la porta carraia e Marina Berlusconi ha raggiunto lo zio Paolo per sincerarsi delle condizioni del padre. Si sono trattenuti per circa quattro ore e poi hanno lasciato il San Raffaele. 

La notte è trascorsa tranquilla per l’ex premier che rimarrà il ospedale anche la prossima, in attesa di conosce l’esito degli esami cui viene sottoposto e le decisioni dei medici che lo hanno in cura. 

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