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Dal 1998 ci sono stati in Italia 11 casi di bambini morti perché dimenticati in auto

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AGI – La piccola trovata morta in un’auto nella zona romana della Cecchignola potrebbe essere l’undicesima vittima in 25 anni della cosiddetta “Sindrome del bambino dimenticato” (‘Forgotten baby syndrome’).

Una tragica Spoon River iniziata nel luglio 1998 a Catania, con la morte di Andrea, 2 anni, e proseguita poi nel tempo a Merate (Lecco), Teramo, Passignano sul Trasimeno (Perugia), Piacenza, Vicenza, Firenze, Arezzo, Pisa, San Piero a Grado (Pisa) e ancora Catania, nel settembre del 2019.

Elena, Jacopo, Luca, Gioia, Tamara, Giorgia, età compresa tra gli 11 mesi e i due anni, vittime di ‘abbandoni’ involontari di mamme o papà andati al lavoro o tornati a casa convinti di averli invece portati all’asilo, dai nonni, dalla baby sitter.

In effetti, tragedie come questa non dovrebbero più accadere da quando, nel novembre 2019, è entrata in vigore in Italia la legge 157, ribattezzata dai media legge “salvabebè” – la proposta originaria portava la firma di Giorgia Meloni – che ha fissato al 6 marzo 2020 l’obbligo per i conducenti dei veicoli che trasportano bambini di età inferiore a 4 anni di dotarsi di appositi seggiolini antiabbandono, rispondenti a precise caratteristiche tecniche definite dal ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti: l’utilizzo di dispositivi non conformi o non funzionanti è vietato dal Codice della strada, che prevede l’applicazione di una sanzione pecuniaria e un taglio di 5 punti per la patente.

Una legge sostenuta da una grande campagna promozionale (“Bimbi in auto mai più da soli”) curata su tutta la rete autostradale dall’Asaps, l’Associazione sostenitori e amici polizia stradale, e prima nel suo genere a livello internazionale: secondo alcune stime dal 2008 a oggi nel mondo hanno perso la vita in auto più di 1.000 bambini. 

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L’intervento su Papa Francesco è riuscito

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AGI – È terminato l’intervento chirurgico per laparocele incarcerato al quale è stato sottoposto Papa Francesco. Lo rende noto la Santa sede. L’operazione, in anestesia generale, è durata tre ore e non ci sono state complicazioni. L’intervento, resosi necessario per un’ernia sviluppatasi sulla cicatrice di un precedente intervento, che avrebbe potuto costituire il rischio di un’occupazione intestinale, è stato eseguito dall’equipe del dottor Sergio Alfieri.

Bergoglio è “sveglio e già al lavoro”, fa sapere l’equipe medica. La degenza, segnalano dalla sala stampa vaticana, durerà alcuni giorni, durante i quali il Pontefice porterà avanti il suo lavoro dal Policlinico. Le udienze sono infatti state sospese almeno fino al 18 di giugno. 

Il dottor Alfieri: “Mi ha già preso in giro”

“Quando facciamo la terza operazione?”. Alle 19.30 il professor Alfieri ha annunciato ai giornalisti riuniti nell’atrio del policlinico Gemelli gli esiti dell’intervento cui è stato sottoposto Francesco. “Il Santo Padre – ha esordito Alfieri – sta bene: questa è la notizia che aspettavate, è sveglio ed è vigile ha già fatto la prima battuta. Mi ha già preso in giro dieci minuti fa: mi ha chiesto quando facciamo un terzo intervento”.

Questo il primo segnale di ripresa dato dal Pontefice al medico che ha guidato l’equipe che ha eseguito l’intervento di chirurgia addominale. “Intervento chirurgico – ha spiegato il dottore – programmato per un laparocene incarcerato in corrispondenza di cicatrici risalenti a un intervento che era stato eseguito tempo fa in Argentina. Tale laparocene aveva causato sindromi dolorose che, condividendo con lui, abbiamo deciso di operare”.

Il quadro clinico non desta preoccupazioni

Il chirurgo si è premurato di rassicurare la platea dei giornalisti: “non si è trattato – ha detto – di un intervento urgente. Se fosse stato urgente lo avremmo fatto ieri, quando il Papa è venuto al Gemelli per fare una tac. Lo abbiamo deciso anche in base alla sua agenda: è lui che decide”. Quanto al quadro clinico, non desta preoccupazioni, per quanto si tratti comunque del quadro clinico di “un uomo di ottantasei anni che ha già subito quattro interventi e recentemente ha anche avuto un’infezione polmonare: per dire con esattezza quanti saranno i giorni di degenza dovete darci tempo. Saranno comunque necessari tra i cinque e i sette giorni. Sono state riscontrate tenaci aderenze tra alcune anse intestinali e il peritoneo parietale: era questo che gli causava i sintomi. Si è proceduto alla liberazione e si è effettuata una riparazione plastica di una parete addominale”.

L’intervento, ha aggiunto il medico, è stato privo di complicazioni, così come l’esito dell’anestesia generale. “L’intervento chirurgico – ha concluso il dottor Alfieri – che ha subito il Papa in precedenza (l’operazione eseguita proprio dal dottor Alfieri nel 2021, ndr.) era per una patologia benigna ed è completamente guarito, come benigna è quella di oggi. Non ha altre malattie”. Appena sveglio, Francesco non ha mancato di sorridere. “Gli ho raccomandato di non fare sforzi e sollevare pesi, lui mi ha guardato come per dire ‘sono il papa ti pare che sollevo pesi?”.

“Vigile e cosciente”. Il comunicato del Vaticano

Papa Francesco è vigile e cosciente dopo l’intervento di ogg, fa sapere la Santa Sede in un comunicato. “Il Santo Padre”, si legge, ” ricoverato presso il Policlinico A. Gemelli, è stato sottoposto all’intervento chirurgico programmato ed eseguito nelle prime ore pomeridiane dal Prof. Sergio Alfieri, Direttore del Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche Addominali ed Endocrino Metaboliche, assistito dal Dott. Valerio Papa, dalla dott.ssa Roberta Menghi dal dott. Antonio Tortorelli e dal dott. Giuseppe Quero; l’intervento è stato condotto in anestesia generale dal Prof. Massimo Antonelli, Direttore del Dipartimento di Scienze dell’emergenza, anestesiologiche e della rianimazione, coadiuvato dalla dott.ssa Teresa Sacco, dalla dott.ssa Paola Aceto e dal dott. Maurizio Soave e la dott.ssa Giuseppina Annetta per il posizionamento dell’accesso vascolare centrale. Erano altresi presenti in Sala Operatoria il Prof. Giovanni Battista Doglietto, Direttore del Fondo di Assistenza Sanitaria, ed il dott. Luigi Carbone, Medico della Direzione di Sanità ed Igiene dello Stato della Citta’ del Vaticano”.

“Questo pomeriggio, presso il Policlinico Gemelli, il Santo Padre è stato sottoposto all’intervento chirurgico programmato per un laparocele incarcerato in corrispondenza della cicatrice delle pregresse operazioni chirurgiche laparotomiche effettuate negli anni passati”, prosegue la nota, “tale laparocele causava al Santo Padre, da alcuni mesi, una sindrome subocclusiva intestinale dolorosa ingravescente. Nel corso dell’intervento chirurgico sono state riscontrate delle tenaci aderenze tra alcune anse intestinali medio-tenuali parzialmente conglobate ed il peritoneo parietale che causavano la sintomatologia sopra menzionata. Si è proceduto pertanto alla liberazione delle aderenze (cicatrici interne) con sbrigliamento completo di tutta la matassa tenuale. È stata quindi eseguita la riparazione del difetto erniario mediante una plastica della parete addominale con l’ausilio di una rete protesica”.

“L’intervento chirurgico e l’anestesia generale si sono svolte senza complicazioni. Il Santo Padre ha reagito bene all’intervento chirurgico”, conclude il comunicato, “è vigile e cosciente e ringrazia per i numerosi messaggi di vicinanza e di preghiera che lo hanno da subito raggiunto”.

I ricoveri precedenti

Non si tratta del primo ricovero per Jorge Mario Bergoglio, giunto questa mattina alle 11.30 al Policlinico Gemelli. Nel luglio del 2021 il Pontefice aveva infatti subito un intervento per una stenosi diverticolare sintomatica del colon, operazione eseguita appunto dal dottor Alfieri.

Più di recente, nel marzo di quest’anno, il Pontefice era stato ricoverato per una bronchite infettiva che gli aveva dato problemi respiratori; mentre più su base cronica si registrano gli acciacchi alle articolazioni, in particolare alle ginocchia, che spesso danno all’ottantaseienne Pontefice difficoltà nel muoversi, e che spesso lo costringono a tenere da seduto i suoi discorsi.

Prima di entrare in ospedale, il Papa ha diramato un messaggio su Twitter, ricordando il 150 anniversario della nascita di Santa Teresa di Gesù Bambino.

Il cardinale Zuppi esprime “vicinanza” e “riconoscenza”

“Tanta vicinanza” e “tanta riconoscenza” a Papa Francesco. È quanto esprime il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, tornato ieri dall’Ucraina, inviato dal Pontefice. “Il Papa ripete spesso ‘Pregate per me’ e a maggior ragione in questo momento – ha detto Zuppi a margine della presentazione del libro “Il senso religioso” presso il Centro Internazionale di Comunione e Liberazione a Roma – pur previsto ma difficile, in quanto comunque è un intervento. Preghiamo tanto per lui e manifestiamo come sempre tanta riconoscenza perché continua ad aiutarci, a guardare al futuro, a vivere serenamente il Vangelo, a commuoverci e a spenderci per la pace: questo è importante perché ci coinvolge tutti quanti a non accettare mai la violenza e la guerra”.

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Bambina di un anno trovata morta in auto a Roma

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AGI – Una drammatica fatalità. Sarebbe questa la pista più accreditata nella tragedia avvenuta questo pomeriggio alla Cecchignola, a Roma, dove una bimba è morta dimenticata in auto dai genitori in via dei Fucilieri.

Secondo quanto si apprende, il papà, un carabiniere che lavora presso una struttura alla Cecchignola, avrebbe accompagnato la figlia fino all’asilo, riservato ai dipendenti della struttura. La mamma si è presentata intorno alle 14 per riprendere la bimba, ma le avrebbero detto che la figlia non era mai arrivata a scuola. Sarebbe uscita e l’avrebbe vista nell’auto. Sono arrivati i soccorsi ma non c’è stato nulla da fare. 

L’autovettura è stata sequestrata dai carabinieri. A chiamare i soccorsi un passante che avrebbe visto la bambina nel veicolo. Il 118, intervenuto sul posto, avrebbe poi tentato di rianimarla, ma non ci sarebbe stato nulla da fare

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Mattarella, Macron e il rebus della Gioconda: restauro sì o no

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AGI – Restaurare o no il quadro più famoso al mondo. Sergio Mattarella ed Emmanuel Macron visitano insieme la mostra del Louvre Napoli a Parigi sui capolavori di Capodimonte e si concedono una foto ricordo davanti alla Gioconda. La moglie del presidente francese Brigitte ricorda allora che da decenni i maggiori storici dell’arte discutono della possibilità di restaurare il capolavoro di Leonardo con molti pareri favorevoli e altrettanti contrari.

“Il restauro potrebbe far emergere che il vero sfondo della Gioconda è simile a quello di un’altra opera leonardesca, Sant’Anna con la Vergine e il Bambino”, che di recente è stata ripulita con tecnologie all’avanguardia sotto il coordinamento di Vincent Dieulevin. “È una decisione difficile” ha concordato Sergio Mattarella. “Solo il presidente può prendere questa decisione” ha ammesso il commissario Sebastien Allard direttore del dipartimento pittura del Louvre che ha fatto da Cicerone alla visita.

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New York fa causa a Hyundai e Kia, le auto “troppo facili da rubare”

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AGI – New York City ha citato in giudizio Hyundai Motor Co e Kia Corp, accusando le case automobilistiche sudcoreane di negligenza e di creare problemi pubblici vendendo veicoli troppo facili da rubare.

La città più popolosa degli Stati Uniti si è unita a diverse altre grandi città che hanno citato in giudizio Hyundai e Kia per i furti, tra cui Baltimora, Cleveland, Milwaukee, San Diego e Seattle. New York ha denunciato l’incapacità delle case automobilistiche dal 2011 al 2022 di installare dispositivi antifurto chiamati immobilizzatori sulla maggior parte delle loro auto, che, a suo dire, “ha aperto le porte a furti di veicoli, episodi di criminalità, guida spericolata e danni pubblici” .

La città ha affermato che il numero di Hyundai e Kias rubate è raddoppiato lo scorso anno, seguito da una “esplosione virtuale di furti” nei primi quattro mesi del 2023 con 977 furti denunciati, rispetto ai 148 dello stesso periodo del 2022. Negli ultimi quattro mesi del 2022, invece, i furti di Hyundai sono passati da 12 a 104 a New York, mentre quelli di Kia sono balzati da 10 a 99 nello stesso periodo, sempre secondo il Dipartimento di Legge di New York.

In pratica alcuni modelli Hyundai e Kia sono vulnerabili ai furti in quanto utilizzano chiavi meccaniche invece di un portachiavi e non dispongono degli immobilizzatori presenti in altri veicoli. Un immobilizzatore ha un transponder nel portachiavi dell’auto che trasmette un codice quando l’auto viene avviata. L’auto non si avvia se non ha il codice giusto.

La città ha dichiarato in un comunicato che “intende ritenere le due società responsabili per essersi rifiutate di dotare alcuni modelli di entrambe le auto di misure antifurto standard a seguito di un’impennata dei furti di auto”, aggiungendo che la mancanza di tali dispositivi nelle auto Hyundai e Kia è “quasi unica” tra i produttori.

Sempre secondo i legali, i ladri hanno imparato a rompere i coperchi di accensione dei veicoli Hyundai e Kia e sono ora  in grado di bypassare la sequenza di accensione utilizzando qualsiasi dispositivo esterno a forma di USB.

Dal canto loro, Hyundai ha ammesso questi problemi con alcuni dei suoi modelli, ma ha sottolineato che i suoi veicoli sono pienamente conformi ai requisiti federali statunitensi. L’azienda ha dichiarato di aver adottato misure “complete” per assistere i propri clienti e che gli immobilizzatori sono di serie su tutti i veicoli prodotti dal novembre 2021 Ha inoltre fornito un aggiornamento del software a tutti i circa 4 milioni di veicoli sprovvisti di immobilizzatore per prevenire il popolare metodo di furto. Inoltre, sta fornendo gratuitamente i bloccasterzo ai proprietari dei veicoli interessati. Anche Kia sta adottando misure simili per oltre 3 milioni di proprietari di veicoli e ha dichiarato che le cause intentate dalle città statunitensi contro l’azienda sono “prive di fondamento”.

Il mese scorso le due case automobilistiche hanno raggiunto un accordo per un’azione collettiva da 200 milioni di dollari per i furti, che hanno coinvolto circa 9 milioni di proprietari di veicoli negli Stati Uniti.

Gli analisti, come riporta il Financial Times, hanno notato che i furti di auto continuano nonostante gli aggiornamenti del software e che Hyundai e Kia potrebbero vedersi intentare altre cause da altre città statunitensi.

“Il problema influirà negativamente sull’immagine del marchio delle case automobilistiche, facendo sì che alcuni clienti evitino le auto Hyundai e Kia”, ha dichiarato a FT Lee Hang-koo, consulente del Korea Automotive Technology Institute. “L’aumento delle spese legali e dei risarcimenti inciderà anche sulle loro finanze”.

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La denuncia dell’atronoma della Mission Juice: “I nostri salari sono i più bassi d’Europa”

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AGI – Giovanna Rinaldi, astronoma impegnata nella missione spaziale Juice che in 7 anni ha l’obbiettivo di raggiungere le lune di Giove, scrive una lettera aperta al ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo, diffusa dal sindacato Usb, in cui mette in luce il tema dell’ineguaglianza salariale tra i ricercatori italiani e quelli degli altri Paesi. Il suo stipendio, scrive, è inferiore di un terzo rispetto ai colleghi francesi e il 70% in meno rispetto a quelli inglesi.

“Caro Paolo – inizia la missiva con Rinaldi che chiama per nome il ministro ‘perché l’ambiente della ricerca è molto friendly’ – sono laureata in Astronomia, ho un dottorato da 20 anno, lavoro in Inaf, l’Istituto nazionale di Astrofisica conosciuto a livello internazionale per l’elevato livello scientifico e tecnologico che porta avanti da decenni. Il lavoro che faccio è figo…anzi strafigo!. Tu hai detto che i giovani cercano il lavoro figo e sarebbero interessati alla retribuzione. Allora analizziamola…”.

La ricercatrice mette in evidenza che i salari dei colleghi di tutto il mondo con cui collabora “non sono alla pari, nemmeno considerando il diverso costo della vita nel Paesi dove lavoriamo. Il mio è di un terzo rispetto al collega francese, la metà di quello tedesco, il 70% in meno di quello inglese. Tutti dati provengono da una ricerca fatta dall’Università della Califoria a Berkley”.

Spiega poi che lei ha lavorato 14 anni come precaria e che, quando finalmente è stata assunta, nella retribuzione non se n’è tenuto conto. Aggiunge che “il 40% per cento della strumentazione a bordo della missione Juice, il satellite dell’Agenzia Spaziale Europea che andrà a visitare Giove e i suoi satelliti ghiacciati, è italiana”.

“La scienza e la tecnologia italiana spaziale italiana stanno molto bene (…). Il tuo compito, caro Paolo, è avere una visione a lungo termine che scaturisca dal capire cos’è la ricerca e cosa ne fa eccellenza. È la valorizzazione di tutto il personale della ricerca pubblica e della ricerca stessa aumentando i finanziamenti pubblici, garantendo il diritto alla studio, all’abitazione, favorendo le assunzioni e le carriere di tutto il personale”. 

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Cos’è l’intervento a cui si sottoporrà il Papa

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AGI – Laparocele incarcerato. E’ questo il motivo per cui Papa Francesco verrà sottoposto a un intervento chirurgico oggi pomeriggio presso il Policlinico Gemelli di Roma. Il laparocele è un’ernia che si forma su una cicatrice dopo un intervento di chirurgia addominale. È uno dei possibili inconvenienti della chirurgia laparotomica, quella tradizionale in cui il chirurgo esegue un’incisione sull’addome di alcuni centimetri. In circa il 10% delle incisioni chirurgiche praticate sull’addome, infatti, nel corso del tempolaparocele, ernia post-operatoria che colpisce addomelaparocele, ernia post-operatoria che colpisce addome si può verificare un cedimento della parete muscolo-fasciale attraverso il quale fuoriesce il peritoneo, un sottile foglietto ripiegato su se stesso che separa gli organi interni dalla parete addominale.

Questa condizione si manifesta con un gonfiore che compare in corrispondenza della cicatrice chirurgica.

Altre cause possono essere infezioni della ferite, traumi che non hanno provocato un taglio della cute, la lassità delle strutture muscolari. Può essere causata anche dalle broncopneumopatie croniche ostruttive per i frequenti e violenti colpi di tosse che si riflettono sui muscoli della pancia.

Papa Francesco ricoverato al Gemelli, sarà operato all’addome

Il laparocele si definisce “incarcerato”, come appunto nel caso di Papa Francesco, quando l’apporto di sangue alla parte erniata è insufficiente a portare ossigeno, con gravi conseguenze per l’intestino. Il disturbo può essere asintomatico, ma in genere causa fastidio o dolore, soprattutto in caso di affaticamento, esercizio fisico, lunghe camminate, il mantenimento di una posizione eretta prolungata oppure sforzi addominali intensi, come con la tosse e gli starnuti. Nei casi più gravi può verificarsi un’occlusione intestinale con possibile sofferenza vascolare (ischemia) dell’intestino fuoriuscito.

Il chirurgo può, con degli interventi manuali, riportare in sede il contenuto presente nel laparocele; quando questo non è possibile e sopraggiungono complicanze è necessario intervenire d’urgenza. Il laparocele può essere trattato solo con un intervento chirurgico. Quando possibile, si prende in considerazione la chirurgia laparoscopica, che con tre piccole incisioni permette l’accesso di una telecamera e degli strumenti di lavoro, controllabili dall’esterno. Nei casi in cui il laparocele sia di notevoli dimensioni può essere necessario un intervento in laparotomia, con un’incisione ampia nell’addome.

Sia l’intervento in laparoscopia che quello in laparotomia vengono eseguiti in anestesia generale, con una durata dell’operazione compresa tra le 2 e le 3 ore. Per la convalescenza è necessario un ricovero di due giorni. Una volta dimesso, il paziente dovrà evitare sforzi fisici per almeno 15 giorni ed indossare una fascia elastica contenitiva, pancera addominale, per almeno un mese

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L’annuncio di Gualtieri: Roma avrà un termovalorizzatore “tra i più avanzati del mondo”

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AGI – “Sul termovalorizzatore ho potuto, secondo i tempi e le procedure, ricevere la relazione preparata dai tecnici che hanno esaminato la proposta di Acea. La relazione è positiva: dal punto di vista tecnico sarà un impianto all’avanguardia, oltre i migliori livelli esistenti, forse l’impianto più avanzato del mondo“. Lo ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri intervistato dal TgCom24. “Ora la gara dovremmo farla ad agosto – ha aggiunto – Roma avrà il suo impianto per trasformare i rifiuti in energia e non mandarli in giro per l’Europa”.

Sulla raccolta dei rifiuti, ha detto ancora, “si sta lavorando, con alti e bassi. Ma spesso questi bassi sono legati proprio agli sforzi di modernizzazione dell’azienda, che richiedono di trasformare metodi e procedure. Il miglioramento del servizio è stato registrato, sebbene sia al di sotto di quello che vogliamo”.

“Negli ultimi giorni – ha ammesso Gualtieri – ci sono state criticità superiori a quanto ci aspettavamo, e stiamo lavorando con l’azienda per capire il perché: una prima risposta è legata alla manutenzione dei mezzi. Dove c’e’ la modernizzazione della catena, il cambiamento produce criticità. Dunque in questi giorni c’e’ stato un peggioramento, ma all’interno di un ciclo, in un trend di miglioramento. Siamo consapevoli che c’è tantissimo da fare”. 

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Il sesso dei disabili. Un cortometraggio sfata molti tabù

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AGI – “È stata un’esperienza meravigliosa. L’obiettivo è quello di abbattere alcuni tabù”. Così Davide Carpino spiega ad AGI la mission del cortometraggio ispirato alla sua storia dal titolo “Esisto ma non vivo” che parla del rapporto tra disabilità e amore. Il corto, diretto dal regista Marco Martire e dall’attore Davide Carpino, sarà proiettato ad Acri, nel Cosentino, nel corso di una serata dedicata anche alla beneficenza. Il cortometraggio punta i riflettori su come le persone disabili vivono la sessualità e si ispira alla storia di Davide Carpino affetto da disabilità.

“Non è vero – aggiunge Carpino – che una persona disabile sia impotente. Noi portatori di handicap abbiamo bisogno di amore e non siamo disabili, ma abilmente diversi. Di questo aspetto della disabilità non parla mai nessuno”. La serata, organizzata dalla Pro Loco, rientra nel programma di eventi promossi da “Cineincontriamoci” finalizzati alla raccolta fondi per il reparto di Oncologia pediatrica dell’ospedale di Cosenza in collaborazione con l’Ail.

“Siamo contenti – racconta il direttore di “Cineincontriamoci” Mattia Scaramuzzo – di continuare a realizzare eventi culturali con una mission fondamentale che è quello della raccolta fondi per l’Oncologia pediatrica”. 

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Papa Francesco ricoverato al Gemelli, oggi sarà operato

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AGI – Francesco si trova all’ospedale Gemelli di Roma dove è stato ricoverato.

Ieri era stato sottoposto ad alcuni accertamenti presso il nosocomio romano. 

Secondo quanto si apprende, dopo l’udienza generale, si è recato al Policlinico dove nel pomeriggio sarà sottoposto in anestesia generale ad un intervento chirurgico di laparotomia e plastica della parete addominale con protesi. 

L’operazione, concertata nei giorni scorsi dall’equipe medica che assiste il Santo Padre, sì è resa necessaria a causa di un laparocele incarcerato che sta causando sindromi sub occlusive ricorrenti, dolorose e ingravescenti.

La degenza presso la struttura sanitaria durerà diversi giorni per permettere il normale decorso post operatorio e la piena ripresa funzionale.”

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