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Migranti senza cibo e acqua. “Prima i soldi”

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AGI – “Spregiudicati delinquenti, criminali che per danaro mettono a rischio vite umane, incuranti anche della presenza di minori e talora di neonati”. Con queste parole il gip di Reggio Calabria Vincenzo Quaranta descrive nell’ordinanza di custodia cautelare visionata dall’AGI i quattro afghani arrestati nell’ambito di un’inchiesta della Dda accusati di far parte di “una rete di più ampio respiro che gestisce una complessa attività diretta a favorire, assicurare, dietro corrispettivo (esiste un vero tariffario) l’ingresso di clandestini in Italia e in altri Paesi europei (in particolare Francia, Germania)”.

Dalle indagini emerge che Mohammad Younos Yawar, ritenuto la figura chiave nel gruppo, “prelevò il 28 ottobre del 2020 dal Comune di Bova Marina ben 12 clandestini, di cui 4 minori, che nei giorni successivi venivano trasferiti dall’indagato in aree del nord Italia, in Lombardia e Piemonte. Le intercettazioni hanno consentito di accertare come alcuni clandestini, nei giorni successivi al 30 ottobre 2020, si trovassero nei pressi del confine italo-francese”.

Le indagini partite da Bova Marina

L’inchiesta è nata nel periodo della pandemia quando i migranti venivano tenuti in isolamento sanitario nel centro di accoglienza di Bova Marina. Un’intercettazione ambientale sul furgone con cui Yawar trasportava le persone datata 31 ottobre appare significativa.

L’indagato parla con un uomo e una donna “non meglio identificati”. “Pronto, senti fratello, loro sono arrivati a una quota. Hanno chiesto a tizio dove si trovano, il tizio gli ha detto che stanno ancora in Italia, non c’è la strada nella vicinanza e per scendere dall’altezza ci mettono cinque ore. Non hanno né cibo né acqua. Dicono venite a prenderci”. “Ma perché non hanno detto prima? Io sono molto lontano”. “Fratello, tu sei in macchina e sei stanco. Immagina loro dalle 6 di mattina che camminano. Non hanno nemmeno acqua, sono affamati”. “Senti fratello, ancora non mi avete dato i soldi”. “Fratello, ma le vite delle persone sono più importanti di soldi?”. “Tu dici che la loro vita e importante per te, e perché non mi dai i soldi?”.

In un’altra occasione, i familiari di un migrante esplicitano il patto con Yawar che avrebbe dovuto portarli in Germania. “Noi ci siamo messi d’accordo per Francoforte, non per l’Italia. Tu li hai distrutti, li hai lasciati sulla montagna, ma sei pazzo? ubriaco? Che cosa sei? E vuoi i soldi”. Lui risponde: “Io ho già speso i soldi, tu manda 1300 euro nel conto di mio cugino adesso”.

Spregiudicati anche con i minori

L’uomo insiste: “Ma loro dicono che non c’è la strada e se scendono magari si fanno male perché è una strada pericolosa, Ma secondo te si devono mettere in pericolo?”. Ma lui resta sulla sua linea: “Io voglio i miei soldi”.

L’aspetto definito “più inquietante” dal gip è che “Yawar ponesse come condizione per portare a termine il viaggio il pagamento di un corrispettivo, incurante che i migranti si trovassero a seri pericoli per la loro incolumità: erano in aree montuose, privi di adeguato equipaggiamento e viveri e hanno dovuto affrontare, anche con minori, impervie zone in inaccettabili e proibitive condizioni climatiche”. Il ‘tariffario prevede una somma vicina ai 1500 euro. 

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Sopralluogo nella casa di Alessandro Impagnatiello e Giulia Tramontano

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AGI – I carabinieri della sezione investigazioni scientifiche sono arrivati in via Novella 14 a Senago (Milano) per il sopralluogo nell’appartamento al primo piano dove Alessandro Impagnatiello ha ucciso la compagna Giulia Tramontano, incinta di 7 mesi.

Per assistere ai rilievi sono giunte anche la procuratrice aggiunta Letizia Mannella e la pm Alessia Menegazzo, titolari dell’inchiesta per omicidio pluriaggravato, soppressione di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale. 

Si cerca il cellulare di Giulia

I carabinieri, con la collaborazione dei vigili del fuoco, sono al lavoro anche nell’area parcheggio del capolinea della linea gialla Comasina alla ricerca del cellulare di Giulia. Come raccontato agli inquirenti Impagnatiello lo avrebbe gettato in uno dei tombini domenica, la mattina dopo l’omicidio della compagna. 

Solo ieri l’avvocato Sebastiano Sartori aveva rinunciato all’incarico di difendere il barman. In mattinata il legale aveva incontrato in carcere San Vittore Impagniatiello. Dal primo colloquio all’ultimo il reo confesso “sta acquisendo sempre maggior consapevolezza”, aveva riferito l’avvocato lasciando l’ufficio di procura. 

“Ho rinunciato al mandato per motivi connessi al rapporto fiduciario e dunque coperti da segreto professionale, null’altro” aveva spiegato all’AGI Sartori.

ricerche a Milano anche su cellulare Giulia

R01 – 12:45:14 06/06/23

(AGI) – Milano, 6 giu. – I carabinieri, con la collaborazione dei vigili del fuoco, sono al lavoro anche nell’area parcheggio del capolinea della linea gialla Comasina alla ricerca del cellulare di Giulia Tramontano. Come raccontato agli inquirenti Alessandro Impagnatiello lo avrebbe gettato in uno dei tombini domenica, la mattina dopo l’omicidio della compagna incinta di 7 mesi. 

 

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Una badante ha incassato la pensione di un’anziana morta da 11 anni

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AGI – Una badante continuava a ritirare la pensione dell’anziana che assisteva, ma morta da dieci anni. Denunciata una donna di Vittoria che, secondo i finanzieri del Comando provinciale di Ragusa, ha prelevato, per oltre un decennio, oltre 150 mila euro accreditati quale pensione sul conto corrente di una signora alla quale aveva prestato assistenza, come badante, sino alla data del decesso avvenuto nel maggio del 2012.

Le indagini svolte dai militari della Compagnia di Vittoria hanno permesso di dimostrare come la donna, in forza della delega a operare sul conto corrente e approfittando della mancata trascrizione del certificato di morte da parte dell’Inps a causa di un mal funzionamento tecnico del sistema informatico, abbia operato periodici prelievi sul conto deposito intestato alla defunta, dal mese di giugno 2012 al mese di maggio 2022, sottraendo all’Erario 154.450 euro relativi alla reversibilità della pensione nonché a ulteriori prestazioni assistenziali per invalidità.

Al termine degli accertamenti, la donna è stata denunciata per il reato di appropriazione indebita e il Tribunale di Ragusa ha disposto il sequestro dei conti correnti e degli immobili alla stessa riconducibili. 

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Torture e violenze in questura, cinque agenti di polizia arrestati a Verona

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AGI – La Polizia di Verona ha dato esecuzione ad una ordinanza di misura cautelare nei confronti di un ispettore e quattro agenti per presunti atti di violenza e tortura perpetrati nel periodo ricompreso tra lo scorso luglio e il marzo 2023.

Gli agenti avrebbero agito nei confronti di persone, soprattutto immigrati, sottoposte alla loro custodia. Le indagini, condotte per otto mesi dalla Squadra Mobile di Verona, su delega della Procura della Repubblica di quel capoluogo, hanno documentato comportamenti sfociati anche in atti gravemente lesivi della dignità delle persone sottoposte ad accertamenti di polizia.

Ai cinque indagati, oltre al reato di tortura sono stati contestati, a diverso titolo, anche i reati di lesioni, falso, omissioni di atti d’ufficio, peculato e abuso d’ufficio.

I destinatari delle misure cautelari erano già stati trasferiti ad altri incarichi all’indomani della chiusura delle attività di indagine e quindi da alcuni mesi. Il questore di Verona ha inoltre disposto la rimozione dagli incarichi di altro personale che, pur non avendo preso parte a episodi di violenza, si presume possa non aver impedito o comunque non aver denunciato i presunti abusi commessi dai colleghi.

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Una mamma sventa il rapimento di sua figlia di 5 mesi

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AGI – Tenta di sottrarre una bimba di 5 mesi nel passeggino alla madre che era entrata in una chiesa. L’episodio è accaduto nel centro di Vercelli. Una mamma ha chiamato la polizia raccontando che una donna aveva cercato più volte di portarle via il passeggino con la sua bimba di 5 mesi, sostenendo che fosse sua figlia.

La mamma, vista l’insistenza della giovane donna, ha opposto resistenza, è riuscita a riprendere il passeggino ed è uscita dalla Chiesa chiedendo poi aiuto ai passanti. La mamma, sebbene molto spaventata è riuscita a descrivere con sufficiente precisione la giovane agli operatori di polizia arrivati rapidamente sul posto.

La ragazza è stata bloccata dopo pochi minuti in una via nei pressi della stessa chiesa. È stata poi portata in Questura e denunciata a piede libero per la tentata sottrazione della neonata. 

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Cani randagi a passeggio tra i reparti dell’ospedale di Lamezia Terme [VIDEO]

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AGI – Cani randagi nelle corsie dell’ospedale di Lamezia Terme (Catanzaro). Questo è quanto emerge da un video pubblicato su Facebook dal consigliere comunale di Lamezia Terme, Mimmo Gianturco, video diventato virale. “Ospedale Civile di Lamezia Terme, cuccioloni randagi passeggiano indisturbati all’interno dei reparti. Che la sanità calabrese abbia molte lacune è un dato di fatto, ma ora si sta veramente superando il limite della sopportazione”, ha scritto Gianturco.

Poi ha aggiunto: “Chiaramente gli animali non c’entrano nulla, il fatto è che risulta evidente lo stato in cui versa il sistema sanitario territoriale del comprensorio lametino. Bisogna reagire a questo totale abbandono”.

Per fare luce sulla vicenda si è immediatamente attivata l’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro. “Il video che da qualche ora sta circolando in rete, nel quale si vedono due cani randagi entrare da una scala all’interno di un reparto vuoto dell’ospedale di Lamezia Terme, mi ha lasciato senza parole”, ha commentato il commissario dell’Asp Antonio Battistini.

“Ovviamente – ha precisato Battistini – i due animali sono stati immediatamente allontanati dal presidio ospedaliero, grazie all’intervento della guardiania e del servizio veterinario aziendale, e io stesso mi sono recato subito presso la struttura per accertarmi personalmente delle responsabilità di quanto accaduto e verificare le possibili dinamiche di una vicenda inaccettabile e surreale. Da primissimi riscontri sembra che i due cani siano entrati da una porta lasciata aperta dal personale che si avvicendava per i turni di notte. Una disattenzione inaccettabile, che non doveva verificarsi”.

“Ma l’evidenza che mi è stata rappresentata con maggiore forza – ha aggiunto il commissario dell’Asp di Catanzaro – è il problema che nell’area verde dell’ospedale, molto vasta, risiede da anni una colonia di randagi, che il Comune di Lamezia Terme – nonostante innumerevoli segnalazioni – non ha mai inteso rimuovere, probabilmente per mancanza di luoghi nei quali collocare i cani”.

“Durante il giro di controllo li abbiamo sentiti abbaiare nell’area retrostante i parcheggi ubicati dietro la struttura principale. Il governo regionale – ha sostenuto Battistini – sta facendo i salti mortali per tentare di rimettere in piedi il sistema sanitario della Calabria, e siamo consapevoli delle enormi difficoltà contro le quali dobbiamo quotidianamente scontrarci. Ma se i Comuni non ci danno una mano, anche in cose basilari come ad esempio la raccolta dei rifiuti o il controllo di colonie di cani randagi, diventa tutto davvero troppo complicato”.

Battistini infine ha riferito di aver “contattato immediatamente il sindaco di Lamezia Terme e rinnovato la richiesta di intervento; oggi lo incontrerò per effettuare subito una ricognizione dei canili privati nei quali collocare i cani catturati, ed ho avviato una verifica dei giri della guardiania, perché le porte di un ospedale non possono restare aperte senza alcun motivo. Il randagismo nel Comune, inoltre, sta diventando anche un problema di sicurezza per i cittadini”. 

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La Regione Lazio revoca il patrocinio al Roma Pride

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AGI – La Regione Lazio ha revocato oggi il patrocinio alla manifestazione Roma Pride 2023. Lo comunica la Regione in una nota, affermando che “la decisione si è resa necessaria e inevitabile a seguito delle affermazioni, dei toni e dei propositi contenuti nel manifesto dell’evento intitolato ‘Queeresistenza’, consultabile pubblicamente sul sito della kermesse. Tali affermazioni – si legge ancora nella nota – violano le condizioni esplicitamente richieste per la concessione del patrocinio precedentemente accordato in buona fede da parte di Regione Lazio”.

In particolare, osserva la Regione Lazio, “il testo viola le condizioni di rispetto esplicitamente richieste nei confronti delle sensibilità dei cittadini del Lazio e rivendica l’imposizione della legalizzazione di azioni illegali e vietate dall’ordinamento italiano. La firma istituzionale della Regione Lazio non può, né potrà mai, essere utilizzata a sostegno di manifestazioni volte a promuovere comportamenti illegali, con specifico riferimento alla pratica del cosiddetto utero in affitto. E ciò anche alla luce di quanto dichiarato da Mario Colamarino, presidente del Circolo Mario Mieli e portavoce del Roma Pride”.

Inoltre, spiega ancora la Regione nella sua nota, “si esprime altresì rammarico per il fatto che il patrocinio, concesso in buona fede da Regione Lazio, sia stato strumentalizzato. Quanto avvenuto rappresenta un’occasione persa per costruire un dialogo maturo e scevro da ogni ideologia, fortemente voluto e sentito da questa Amministrazione, per promuovere una reale inclusione e combattere ogni forma di stigma e discriminazione”.

La Giunta del Lazio, conclude la nota, “ribadisce il proprio impegno sui diritti civili, come dimostra, del resto, l’operato pluriennale del Presidente Francesco Rocca su temi fondamentali che però nulla hanno a che vedere con la maternità surrogata”. 

“Dopo la concessione del patrocino al Roma Pride il neo Governatore della Regione Lazio Francesco Rocca paga il debito elettorale a Pro Vita e ritira il patrocinio concesso con delle motivazioni pretestuose dato che la Regione Lazio conosceva le rivendicazioni e i contenuti politici della manifestazione”. Lo sottolineano gli organizzatori della manifestazione dopo il ritiro del patrocinio annunciato da Rocca.

“Siamo ormai alla farsa ‘Pro Vita ordina e la politica esegue’ – afferma Mario Colamarino portavoce del Roma Pride – Con l’ironia che ci contraddistingue ringraziamo Pro vita per averci offerto un servizio di ufficio stampa gratuito. Grazie a loro siamo certo che sabato 10 giugno alla grande parata che partirà da Piazza della Repubblica alle ore 15.00 ci sarà una folla oceanica che crede nei diritti, nell’uguaglianza e nella laicità. Per quanto riguarda il Governatore Francesco Rocca, lo rassicuriamo che visto che la Regione Lazio è delle cittadine e dei cittadini, quindi anche nostra e non di un manipolo di talebani cattolici, non toglieremo il logo della Regione Lazio dal nostro sito. Il Governatore può tranquillamente rivolgersi a Pro Vita, che viste le affinità sicuramente potrà consigliargli qualche hacker russo, ungherese o polacco per farlo rimuovere. Con la generosità che ci contraddistingue concediamo il patrocinio speciale del Roma Pride, creato apposta per il Governatore. Quello dell’ignavia”. 

“Il Roma Pride è una manifestazione importante per la comunità Lgbt e per tutti i cittadini che combattono le discriminazioni e sostengono i diritti. Per questo Roma Capitale ha assicurato il proprio patrocinio e per questo sabato sarò in piazza per il Pride”. Lo ha scritto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri su Twitter.

“Dopo averlo concesso, oggi Regione Lazio ritira il patrocinio al Roma Pride. Una schizofrenia di odio e discriminazione che la destra vuole diffondere usando le istituzioni”. A dirlo è il deputato Pd Alessandro Zan. “Non permetteremo che continui questa crociata contro la cittadinanza lgbtqia “, aggiunge invitando “tutt al Roma Pride!”.

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A Padova il più grande Festival Lgbt italiano

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AGI – Venerdì 9 giugno i cancelli della Fiera di Padova si apriranno ufficialmente per dare il via al Pride Village Virgo, il più grande (e di fatto l’unico) festival Lgbtq italiano, che giunge quest’anno alla XVI Edizione. Tre mesi di musica, teatro, cultura, divertimento e promozione dei diritti civili che vedranno i due palchi del festival ospitare personalità come Levante, Paola e Chiara, Ornella Muti, Laura Morante, Anna Foglietta Ennio Marchetto, Eva Robin’s e molti altri.

Il tutto in un’area esterna di 10.000 metri quadrati, un palco esterno di oltre 500 metri quadrati e dotato di copertura per scongiurare l’eventuale maltempo, e uno all’interno, climatizzato, che occupa un’area di 4000 metri quadrati. 

“Anche quest’anno il Pride Village Virgo segna l’inizio dell’estate: apriamo questa sedicesima edizione con la consapevolezza della grande aspettativa del pubblico che ogni anno popola e vive questo spazio – dichiara Alessandro Zan, fondatore del Pride Village Virgo – Dal 2008 infatti il Village è cresciuto di anno in anno, fino a diventare il più importante festival Lgbtqia d’Italia, un primato che ci riempie di orgoglio, ma anche di responsabilità. Sappiamo infatti che questo è certamente percepito come uno luogo di intrattenimento e spensieratezza, ma da sempre l’offerta culturale e di approfondimento politico ha reso il Pride un punto di riferimento per la difesa dei diritti di tutte le persone. Anche quest’anno dunque uniremo il divertimento con l’impegno, perché mai come ora si avverte il bisogno di tenere alta la bandiera delle battaglie di civiltà e uguaglianza”.

Per propiziare la propria XVI edizione, il Pride Village Virgo ha voluto invitare come propria madrina d’eccezione Levante, cantautrice e scrittrice, considerata una dei pochi artisti nel panorama italiano attuale in grado di tracciare la nuova strada del pop d’autore. 

 

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Barca degli 007, al via una raccolta fondi per il comandante

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AGI – Una serata per raccogliere fondi per Claudio Carminati, lo skipper della ‘Good..uria’, l’imbarcazione affondata nel lago Maggiore provocando la morte di sua moglie Anna, cittadina russa, di due agenti dell’Aise e di un pensionato del Mossad. A organizzarla è Gianluca Buson nel suo locale dove si svolge una cena benefica “per un caro amico che ha bisogno di noi perché è rimasto senza niente: senza l’amata moglie da appena due mesi, senza la barca che era anche la sua casa, senza il cane”.

Il riscontro di presenze, riferisce, “è grande perché Claudio ha tante persone che gli vogliono bene”. “Sono state scritte tante bugie in questi giorni – spiega all’AGI Buson -. Claudio è una persona perbene, pulita. L’unico suo peccato può essere stato, forse, quello dell’ingenuità. La stagione è appena iniziata, a bordo è salita tanta gente che non conosceva. Ma del resto, come poteva sapere che fossero agenti segreti? È come se io dovessi sapere cosa fa nella vita chi viene al mio ristorante”.

L’intero ricavato dell’apeicena sarà consegnato a Carminati che non sarà presente, “è ancora troppo presto per lui stare in mezzo a cosi’ tanta gente”, spiega l’amico, “al funerale era distrutto”. Anche in quell’occasione numerosi amici del comandante a bordo della quale c’erano agenti dei servizi italiani e del Mossad gli si erano stretti intorno nei momenti più difficili quando, accasciato sulla bara di legno della moglie, si disperava per la tragedia causata da un cielo all’improvviso indemoniato.

Proseguono intanto le operazioni di recupero della ‘Good…uria’. In settimana, spiegano gli inquirenti, dovrebbe essere riportata a galla con una gru e l’aiuto di una piattaforma. Massimo riserbo sull’inchiesta della Procura di Busto Arsizio coordinata dal procuratore Carlo Nocerino e del pm Massimo De Filippo nella quale Carminati e’ indagato per omicidio e naufragio colposi. Un articolo del giornale israeliano ‘Haaretz’ ipotizza che l’ex agente del Mossad annegato si trovasse a Sesto Calende per un’operazione “sulle armi iraniane” assieme agli altri passeggeri.

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