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Autopsia sulla poliziotta uccisa a Roma per sciogliere i nodi della vicenda

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AGI – Sarà l’autopsia a dire di più sull’omicidio di Pierpaola Romano, la poliziotta uccisa giovedì a Roma con tre colpi di pistola sparati da un collega con cui aveva avuto una relazione. 

Massimiliano Carpineti, dopo averle sparato nell’androne di un edificio tra le borgate romane di Torraccia e San Basilio, si è poi tolto la vita, sparandosi in auto con la pistola d’ordinanza.

A disporre l’autopsia è stata la pm della procura di Roma, Antonella Giammaria, che ha ordinato l’accertamento anche sulla salma di Carpineti. L’obiettivo è chiarire l’esatta dinamica dell’omicidio-suicidio: non è escluso che nei prossimi giorni i magistrati di piazzale Clodio e gli investigatori della Squadra Mobile della polizia possano sentire nuovamente testimoni e abitanti del palazzo di via Rosario Nicolò dove la donna abitava, per ricostruire nei dettagli i momenti che hanno preceduto l’omicidio. 

Sia Romano che Carpineti lavoravano nell’Ispettorato della Polizia alla Camera dei Deputati.

 

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Nella parata del 2 giugno c’è anche Briciola, la meticcia in divisa [video]

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AGI – C’è una cagnolina che da sempre accompagna il Quarto Reggimento dei Carabinieri a cavallo e che negli anni è diventata la mascotte della parata del 2 Giugno.

Il suo nome è Briciola, ma prima di lei ci sono state Trombetta, Birba e Lady.

Non ha paura di muoversi disinvolta e autorevole come una principessa tra gli imponenti cavalli dei Carabinieri, senza mai farsi intimidire dalla presenza di Capi di Stato e Autorità.

Briciola si è ormai conquistata la simpatia e il rispetto di tutti, in qualità di mascotte del Reggimento, muovendosi spesso sulle note della Fanfara a cavallo del reparto. E con la sua speciale gualdrappa con il fregio dell’Arma prende parte persino al Carosello Storico.

È una vera tradizione quella di una cagnetta come mascotte: si racconta che la prima cagnolina, di razza meticcia, fu regalata al Reggimento da alcuni scugnizzi napoletani negli anni ’80 in occasione di una esibizione che si svolse nel capoluogo partenopeo.

Da quella data la tradizione vuole che la Fanfara, in tutte le sue esibizioni, sia accompagnata da una cagnolina rigorosamente di razza meticcia e regalata.

Ma la presenza del cagnolino al fianco dei Carabinieri già si trova addirittura in alcune stampe antichissime, in tante fotografie antiche e moderne e nella celebre statuetta in bronzo di Stanislao Grimaldi del 1866 che ha ispirato alcuni monumenti successivi.

 

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Fine settimana dominato dal tempo incerto

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AGI – Una festa della Repubblica all’insegna dell’instabilità, con temporali sparsi e sprazzi di sereno.

Al Nord

Al mattino tempo stabile su tutti i settori con nuvolosità irregolare alternata ad ampie schiarite. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali sparsi su Alpi e Appennini con sconfinamenti verso le pianure specie sui settori centro-orientali. In serata ancora piogge e temporali sparsi possibili tra Alpi e Pianura Padana ma in esaurimento. –

Al Centro

Al mattino tempo stabile con nubi sparse e schiarite su tutti i settori. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali sparsi sulle zone interne, piu’ asciutto sui settori costieri. In serata tempo nuovamente asciutto con ampie schiarite, salvo residue piogge sul Lazio. 

Al Sud e sulle Isole

Al mattino tempo stabile con prevalenza di cieli poco o irregolarmente nuvolosi. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali sui settori interni. In serata tempo in miglioramento con cieli sereni o poco nuvolosi, salvo residui fenomeni sulle zone interne Peninsulari.

Condizioni meteo che nel fine settimana non subiranno cambiamenti sostanziali con temperature in media o sopra la media su gran parte del continente europeo. L’anticiclone delle Azzorre continuerà a presenziare tra Islanda e Gran Bretagna manifestando i suoi massimi su questi settori (con valori di pressione fino a 1030 hPa). Qualche disturbo in più sarà possibile nella giornata di Sabato specie al nord Italia, dove infiltrazioni d’aria relativamente più fresca in quota porteranno piogge e temporali tra il mattino ed il pomeriggio. Domenica con l’ipotesi di un cavetto d’onda che potrebbe coinvolgere anche il centro-sud.

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L’alchimia di pop e jazz

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AGI – Un concerto per pianoforte e voce, circondati da centinaia di candele accese a terra, nella meravigliosa scenografia offerta dalle Terme di Caracalla:  Fiorella Mannoia e Danilo Rea, hanno dato il via a “Luce”, uno spettacolo che andrà in tournée toccando diverse località italiane, dal 1 giugno al 2 settembre. Un concerto raffinatissimo, di cui Roma ha avuto il primo assaggio, con la cantante salita sul palcoscenico in abito da sera rosso, tacchi alti dopo poco sfilati per proseguire scalza e stare più comoda, accompagnata da Rea, pianista di indiscutibile talento che ha deliziato il pubblico  venti minuti prima dell’ingresso di Mannoia con un medley di successi cantautorali rivisti in chiave jazz.

In quasi due ore, gli artisti hanno creato un sodalizio straordinario, dando vita ad un live piano-voce che ha permesso a entrambi di esprimere tutto il proprio talento senza il supporto di altri strumenti musicali. Uno spettacolo che sarà una vera “chicca” per questa estate 2023. Un concerto intimo, che suggella l’incontro fra pop e jazz. “Conosco Danilo da oltre 30 anni – ha raccontato la cantante romana –  siamo amici, ci siamo incontrati sui palchi. Abbiamo deciso di unire la nostra alchimia visto che siamo da sempre in sintonia e da qui, è nata l’idea di questo spettacolo”.  

Perché si chiama “Luce”? “Sul palco ci sono le candele, il pianoforte e noi – ha spiegato ancora Mannoia – volevamo creare atmosfera con il minimo indispensabile e abbiamo pensato che togliendo tutto, le candele avrebbero sottolineato questa unicità“. “È un modo per dare un senso onirico a tutto – ha aggiunto Rea- attraverso l’essenzialità di voce e pianoforte. Ci sono generi musicali che hanno bisogno di tanti supporti. Ma una dimensione come la nostra, intima, non aveva bisogno di ulteriori abbellimenti”. Mannoia e Rea hanno interpretato  brani del loro repertorio e pezzi di natura cantautorale a cui sono affezionati.

”Per me –  ha detto Mannoia – una canzone del cuore è ‘Margherita’. Un testo che Cocciante non canta con nessuno. E che invece io ho avuto la fortuna di interpretare una volta con lui. E poi, io l’ho cantata agli inizi della mia carriera, partecipando ad una trasmissione con una gara, ed è partito tutto da li”.  E l’amore che Mannoia ha per questa canzone, è uscito tutto al momento dell’interpretazione: la prima parte l’ha cantata solo in voce, nel silenzio assoluto, per poi proseguire con il supporto del pianoforte.

Voce e  piano anche per “La donna cannone”, per un omaggio a Franco Battiato con “La Cura”, a Lucio Dalla con “Felicità”, a Lucio Battisti e la sua “E penso a te”, Paolo Conte con “Via con me”. E poi classici come “Sulo pè parlà”, “Besame mucho” e “Quizas Quizas”, “Messico e Nuvole”, fino a brani di grande successo per Mannoia come “Quello che le donne non dicono”, “Come si cambia”, “I dubbi dell’amore” e la bella interpretazione che la cantante dà di “Sally”, di Vasco Rossi. 
     

“Noi – ha detto ancora Mannoia – siamo la dimostrazione che il pop e il jazz si possono incontrare. Danilo non ha avuto nessuna spocchia contro il pop e viceversa”. La scaletta è aperta, “ qualche volta cambieremo – hanno spiegato gli artisti –  Non so, magari daremo vita a collaborazioni  man mano che andiamo in varie piazze. Se capita”. “Suoniamo  le canzoni della nostra vita – ha detto Rea – Ogni volta che lo abbiamo fatto siamo entrati in una atmosfera magica,  ricca di emozione, forse perché sappiamo che ogni concerto sarà diverso dall’altro”.

In chiusura della data di Roma c’è spazio anche per “Che sia benedetta”, brano sanremese cantato da Mannoia, scritto dalla cantautrice Amara che è salita sul palco delle terme di Caracalla per interpretarlo insieme. E a proposito di Sanremo, alla domanda di una nuova partecipazione al Festival, Mannoia non si tira indietro ma chiarisce che al momento non ci pensa: “Non è ora nei miei progetti, se viene fuori una bella canzone, quella giusta, allora vediamo”.  

Un nuovo programma Tv? “ Idee ne abbiamo tante, sono disponibile a farne altri certo, se mi lasciano la libertà che abbiamo avuto nel chiamare chi volevo e sui temi che volevo trattare. Allora, in quel caso perché no?”. Spazio anche alle iniziative a tema sociale come “Una, Nessuna, Centomila”:  “Stiamo pensando di tornare a fare qualcosa. Mi sembra evidente che ce ne è bisogno”, ha detto Fiorella Mannoia, “Non vogliamo che quella manifestazione resti un evento sporadico – ha aggiunto la cantante – abbiamo idee e progetti in proposito. Ci saranno novità”.

E sul concerto per l’Emilia Romagna la risposta non lascia spazio a repliche: “Era doveroso farlo. Non potevamo abbandonare i nostri connazionali che hanno subito. Ricordo che con l’iniziativa ‘Una, Nessuna e Centomila a Campo Volo, abbiamo raccolto più di due milioni di euro. Quindi si fa. Sarà una goccia nel mare ma non si può non fare”, ha concluso la cantante.

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Mattarella e Meloni all’Altare della Patria. “Forze armate garantiscono sicurezza e pace”

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AGI – Frecce tricolore e oltre 5.500 invitati tra militari e civili. Tradizionale parata del 2 giugno ai Fori Imperiali oggi a Roma. 

Come da protocollo ad aprire le celebrazioni è stata l’alzabandiera presso l’Altare della Patria, a cui è seguito poi l’omaggio al Milite Ignoto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il sorvolo delle Frecce Tricolore.

Anche Giorgia Meloni, presidente del consiglio, è arrivata a piazza Venezia per assistere alla sfilata del 2 giugno. Accolta dagli applausi della folla assiepata davanti all’Altare della Patria, il premier con il Presidente della Repubblica e le alte cariche dello Stato, partecipa alla deposizione di una corona di alloro sulla tomba del Milite Ignoto. In piazza Venezia sono presenti anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e del Senato, Ignazio La Russa.

Mattarella: “Forze armate garantiscono sicurezza e pace”

“Ai valori della Repubblica e della Costituzione si ispira l’azione delle Forze Armate, che contribuiscono in maniera significativa alla cornice di sicurezza della nostra comunità nazionale e alla causa della pace nel mondo”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone in occasione della festa della Repubblica.

“La comunanza di intenti e la sinergia che esprimono con i contingenti di altri Paesi, nell’ambito delle missioni determinate dalla comunità internazionale sono elementi cruciali per la costruzione di una architettura di sicurezza condivisa, fondamento di stabilità sociale e benessere collettivo” ha proseguito il Presidente, per il quale “l’orizzonte di una difesa europea realmente integrata è la nuova sfida che attende le Forze Armate”.

“I riconoscimenti degli alleati e dei Paesi amici, la stima e l’affetto delle popolazioni che i nostri militari assistono – ha sottolineato – sono prova eloquente della qualità del loro impegno e della credibilità conquistate nelle missioni di pace e di sicurezza al servizio del bene comune”. Mattarella ha assicurato che “ad oltre un anno di distanza, la Repubblica Italiana, insieme alla comunità internazionale, è ancora impegnata a contrastare l’aggressione condotta dalla Federazione Russa al popolo ucraino. L’Italia è fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza, perché non vi sia un futuro nel quale la forza del diritto viene sostituita dal diritto del più forte. Una ordinata comunità internazionale non può che basarsi sul rispetto di questi principi”.

“Nel ricordo di quanti hanno donato la vita per difendere e diffondere questi valori, rivolgo il mio pensiero a tutti i caduti e alle loro famiglie. Il loro esempio ci è di guida e sollecita l’impegno per le giovani generazioni di soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri, per preservare e rafforzare per il futuro, nell’assolvimento del compito cui vengono chiamati dalle libere istituzioni, le condizioni di pace e benessere che abbiamo costruito” ha proseguito.

“In questo giorno di festa formulo a tutti gli appartenenti alle Forze Armate di ogni ordine e grado, con sentimenti di gratitudine per il servizio svolto, il più fervido augurio. Viva le Forze Armate, viva la Repubblica”.

Meloni: “Patria è fare sacrifici insieme”

“Se noi non ricordiamo che quello che abbiamo qualcuno lo ha costruito, anche sacrificandosi per questo, allora non capiamo neanche il senso perché noi dovremmo fare dei sacrifici per chi verrà dopo di noi la comunità nazionale. La patria è questo: una dimensione di sacrifici che si compiono insieme, per chi l’ha fatto prima di noi e per noi che lo facciamo verso gli altri”. Cosi’ il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando coi cronisti all’Altare della patria.

 

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Le antenne 5G non fanno più paura

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AGI – Le paure dei cittadini sul 5G sarebbero ormai marginali. Nonostante sia largamente diffusa l’idea che la popolazione nutra timore per l’inquinamento elettromagnetico e avversione per l’installazione delle “antenne” di quinta generazione, secondo un’analisi condotta da Bytek e I-Com, le ricerche sul web relative al 5G e correlate a un sentimento di paura mostrano un andamento fortemente decrescente: in Italia passano infatti dal 13% del totale nel 2020 al 2,8% del 2022, anno nel quale si sono registrate solo 144,5 ricerche di questo tipo ogni 100.000 abitanti.

Lo studio dal titolo “Il 5G e la percezione dei rischi presso i cittadini” è stato presentato a Roma nel corso di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato anche il presidente di I-Com Stefano da Empoli e al direttore external affairs and sustainability di WindTre Roberto Basso, il senior business advisor di Join Group Enrico Barsotti e la vicepresidente I-Com Silvia Compagnucci. Il paper analizza lo sviluppo delle reti 5G in Italia e nel mondo e fa il punto sulla normativa relativa ai limiti elettromagnetici e alla percezione dei rischi da parte dei cittadini.

Resta largamente diffusa l’idea che la popolazione nutra timore e avversione per l’installazione delle reti di telecomunicazione e lo sviluppo della tecnologia di quinta generazione. L’analisi condotta da Bytek e I-Com per Futur#Lab ha permesso di studiare i timori correlati al 5G in 5 paesi (Italia, Stati Uniti, Francia, Germania e Spagna) attraverso l’osservazione delle keyword utilizzate sul web dagli utenti a livello nazionale nel periodo compreso tra agosto 2019 e marzo 2023: le ricerche sul 5G correlate a un sentimento di paura, al di là del secondo trimestre 2020 – a causa di un forte condizionamento esercitato dalla crisi pandemica e dalle numerose fake news su possibili collegamenti tra 5G e Covid-19 – mostrano un andamento fortemente decrescente e si attestano su numeri marginali.

Prova ne è il fatto – si legge sul rapporto – che in Italia passino dal 13% del totale nel 2020 al 2,8% del 2022, anno nel quale si sono registrate solo 144,5 ricerche di questo tipo ogni 100.000 abitanti. Rispetto alle antenne, emerge un ridotto interesse per l’argomento in generale (solo 9,5 ricerche ogni 100.000 abitanti in Italia nel 2022). Anche il tema dei limiti elettromagnetici, unico argomento non impattato – USA a parte – dalla crisi pandemica, sembra non appassionare particolarmente le ricerche italiane che, seppur superiori a quelle realizzate in Spagna (11,5) e Francia (5,7), si attestano a quota 12,3 ogni 100.000 abitanti nel 2022.

A fronte di una larga maggioranza della popolazione che non nutre particolari preoccupazioni verso il 5G, appare crescente l’interesse delle aziende. Secondo il rapporto internazionale “Reimagining Industry Futures Study”, pubblicato da EY a febbraio 2022, il 17% delle imprese stava già investendo sul 5G nella propria organizzazione, mentre ben il 56% stava programmando un investimento che verrà effettuato in un arco temporale che va da 1 a 3 anni. Solo il 12% crede che il 5G non abbia rilevanza per il proprio settore e per la propria posizione competitiva. In questo contesto, scrivono i ricercatori di I-Com – andrebbe nella giusta direzione l’iniziativa del Governo, ancora in fase di gestazione, di rivedere i limiti vigenti.

In particolare, nella bozza in discussione, si prevede l’innalzamento ad un valore di 24 V/m nel caso di mancato raggiungimento di un’intesa entro 120 gg dall’entrata in vigore della legge. Si tratterebbe di una modifica normativa assolutamente importante, ove effettivamente implementata, attraverso la quale si porrebbe un freno al proliferare di impianti e dunque si ridurrebbe, da un lato, l’impatto ambientale conseguente al maggior consumo di energia, di suolo e di materiali che la disciplina vigente impone; dall’altro, si favorirebbe la competitività delle imprese di TLC non più chiamate a realizzare innumerevoli nuovi siti, delle aziende italiane in generale che potrebbero più rapidamente accedere alla connettività 5G e ai servizi che lo stesso abilita e, in ultima istanza, del Sistema Paese nel suo complesso.

“A oggi – si legge ancora – l’Italia resta l’unico dei grandi paesi comunitari a non aver adottato gli standard consigliati dall’ICNIRP (Commission on Non-Ionizing Radiation Protection). A differenza delle linee guida che fissano un valore limite di 61 V/m, pari a circa 10 W/m2, nella Penisola sussistono limiti più stringenti, con un valore mediato su 24 ore di dieci volte inferiore, pari a 6 V/m. La previsione di tali limiti alle emissioni elettromagnetiche si traducono, secondo un recente studio presentato da ASSTEL nel corso di un’Audizione presso la IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati, in extra-costi di circa 4 miliardi di euro. Di contro, le poche altre nazioni europee che, insieme all’Italia, avevano storicamente limiti stringenti li hanno alzati o stanno considerando di farlo di fronte alle nuove sfide poste dal 5G. La Polonia si è uniformata ai limiti internazionali a partire dal 1 gennaio 2020 mentre nella regione di Bruxelles è iniziato un processo di modifica della disciplina su tali limiti”.

L’evoluzione tecnologica delle telecomunicazioni rappresenta infatti sicuramente un fattore determinante per la trasformazione digitale del Sistema Paese. Basti ricordare che secondo le più recenti stime GSMA, l’impatto positivo sul PIL potrebbe arrivare su base annuale a 950 miliardi di dollari nel 2030. 

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Studentessa morta facendo rafting, dieci indagati

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AGI – Ci sono dieci persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Denise Galatà, la studentessa di 18 anni morta martedì scorso nelle acque del fiume Lao, in provincia di Cosenza. La ragazza era in gita scolastica insieme ai suoi compagni di un istituto di Polistena (Reggio Calabria) e stava praticando rafting quando, per cause in corso d’accertamento, è caduta in acqua.

Il suo corpo è stato recuperato ieri. Fra gli indagati ci sono le guide e il sindaco di Laino Borgo (Cosenza), Comune in cui ricade il tratto di fiume in cui è avvenuta la tragedia. Le indagini dei Carabinieri sono coordinate dalla procura della Repubblica di Castrovillari. Domani dovrebbe essere eseguita l’autopsia sul corpo della ragazza. 

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Morto Ferdinando Carretta, sterminò famiglia nel 1989

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AGI – È stato trovato morto nella sua abitazione di Forlì Ferdinando Carretta, 61 anni, tristemente noto per aver ucciso a colpi d’arma da fuoco il 4 agosto del 1989 a Parma i propri genitori e il fratello minore.

L’uomo, all’epoca dei fatti 27enne, confessò pubblicamente il suo reato in un’intervista televisiva nel 1998 durante una puntata di ‘Chi l’ha visto?’ prima di renderla al pubblico ministero.

Dopo aver vissuto nel Regno Unito, Carretta fu condannato alla detenzione in una struttura psichiatrica per poi passare alla semilibertà nel 2004 e alla libertà completa nel 2015.

L’uomo viveva nella sua casa del quartiere Ronco e il decesso sarebbe avvenuto per cause naturali qualche giorno fa.

Carretta acquistò una pistola semiautomatica in un’armeria di Reggio Emilia e dopo gli omicidi nascose i corpi in bagno. Dopo aver minuziosamente pulito la scena del crimine, si liberò dei tre cadaveri occultandoli in una discarica. I corpi non furono mai ritrovati. 

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Omicidio Sacchi, confermate le condanne per Del Grosso e Anastasiya

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AGI – La Corte di Appello della Capitale ha confermato le condanne emesse in primo grado a carico di due dei quattro imputati nel processo sull’omicidio di Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla nuca nella notte tra il 23 e il 24 ottobre del 2019, nei pressi di un pub in zona Appio, a Roma.

Confermate le condanne a 27 anni per Valerio Del Grosso, esecutore materiale dell’omicidio e a 3 anni per Anastasiya Kylemnyk, accusata di violazione della legge sulla droga. Ridotte invece le pene a carico di Paolo Pirino che passa da 25 anni a 14 anni e 8 mesi e per Marcello De Propris che passa da 25 anni a 14 anni e 8 mesi. Il sostituto procuratore generale Francesco Mollace, lo scorso 7 marzo, aveva chiesto per tutti la conferma delle condanne emesse in primo grado.

La rissa

Rissa nei corridoi della Corte di Appello di Roma tra i familiari di alcuni imputati pochi istanti dopo sentenza del processo per la morte di Luca Sacchi, ucciso con un colpo di pistola alla nuca nella notte tra il 23 e il 24 ottobre del 2019, nei pressi di un pub in zona Appio, a Roma. Dopo la lettura del dispositivo, poco fuori dall’aula al secondo piano del palazzo, ci sono stati momenti di tensione con accuse tra familiari e amici di alcuni imputati che avevano assistito al processo tanto da rendere necessario l’intervento delle forze dell’ordine. Tante le urla e la paura anche tra i cancellieri presenti.

Siamo soddisfatti perché ha retto l’impianto accusatorio per Del Grosso, esecutore materiale dell’omicidio“. Cosi’ i genitori di Luca Sacchi dopo la sentenza di Appello in cui sono state confermate due condanne e ridotte per altri due imputati. “Certo, i familiari ritengono responsabile anche Pirino ma siamo soddisfatti e attendiamo le motivazioni”, commenta l’avvocato Armida Decina, che con il collega Paolo Salice assiste i genitori di Sacchi.

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Blitz, il primo manga che parla di scacchi

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AGI – Arriva in Italia il primo manga a tema scacchistico. Si chiamerà “Blitz”, parola che ricorda una cadenza di gioco molto veloce, e sarà disponibile dal prossimo luglio. La traduzione italiana è stata curata dal maestro internazionale Pierluigi Piscopo ed è il frutto di una collaborazione tra diversi paesi. Coinvolto nel progetto anche Garry Kasparov, ex campione del mondo e figura di primissimo piano della storia del gioco.

La trama

Questa la sintesi proposta dal sito “Le Due Torri”, da cui si può preordinare il manga, e il video-trailer che lo racconta.

Tom va al liceo ed è innamorato della bella Harmony. Quando viene a sapere che lei gioca a scacchi, decide di iscriversi anche lui al circolo di scacchi della scuola. Solo che non conosce neanche le regole! Non ha scelta allora: deve imparare ed allenarsi seriamente. Ben presto scopre Garry Kasparov, il più grande giocatore di scacchi della storia. Dopo mille ricerche, si imbatte in un simulatore di realtà virtuale che gli permetterà di analizzare le partite più famose del Maestro! Ma sarà un avvenimento inatteso a far di Tom un giocatore di altissimo livello, nonostante lui…

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