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Caccia a un 23enne per l’omicidio di un ragazzo di 18 anni a Reggio Emilia

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AGI – È un tunisino di 23 anni il sospettato per l’omicidio di un 18enne avvenuto la notte del 31 Maggio nella Stazione storica di Piazzale Marconi a Reggio Emilia. A individuarlo sono state le indagini svolte dai carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale e dagli Agenti della Squadra Mobile della Questura di Reggio Emilia, coordinati dalla Procura della Repubblica diretta dal Procuratore Calogero Gaetano Paci.

Alle 3 di notte del 31 maggio scorso un cittadino aveva segnalato la presenza di un giovane riverso a terra sulla banchina adiacente i binari della stazione ferroviaria. Giunti sul posto, i carabinieri della sezione Radiomobile di Corso Cairoli hanno constatato insieme al personale sanitario il decesso di Thabet Mohamed Ali.

Sul posto sono stato identificati tre ragazzi, che hanno raccontato quanto era accaduto: un ragazzo extracomunitario che non conoscevano, dopo un litigio con la giovane vittima, aveva estratto un coltello e sferrato un fendente tra il collo e la clavicola del lato destro del corpo del diciottenne, e poi era fuggito.

È cominciata la caccia all’uomo, coordinata dal pm Giulia Galfano, e intanto sono state controllate le immagini riprese dalle telecamere di videosorveglianza nell’area. Testimonianze e immagini hanno permesso di inviduare il sospettato, nei confronti del quale è stato emesso un fermo. La ricerca dell’uomo, affermano gli investigatori, prosegue e “si sta progressivamente stringendo il cerchio attorno al fuggiasco”. 

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Oggi l’autopsia sul corpo della ragazza morta facendo rafting

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AGI – Sarà eseguita nel primo pomeriggio l’autopsia sul corpo di Denise Galatà, la studentessa morta mentre faceva rafting sul fiume Lao. Lo ha disposto la Procura di Castrovillari che ha aperto un fascicolo sulla morte della diciottenne reggina.

Nella giornata di ieri sono stati notificati dieci avvisi di garanzia. Sul registro degli indagati sono finiti il sindaco di Laino Borgo Mariangelina Russo; Giuseppe Cosenza, presidente del Consiglio direttivo “A.S.D. Canoa Club Lao Pollino”; Riccardo D’Onofrio, vicepresidente del Consiglio “A.S.D. Canoa Club Lao Pollino”; le guide Raffaele Cosenza, Luigi Cosenza, Giampiero Bellavita, Gabriel Alacom Correa, Raffaele De Mare, Francesco De Stefano, Camila Andrea Ortegallancafilo.

La Procura ha disposto, inoltre, il sequestro della “Pollino Rafting”, la società che ha organizzato le escursioni. La giovane, che il prossimo ottobre avrebbe compiuto 19 anni, era originaria di Rizziconi, in provincia di Reggio Calabria, e frequentava il liceo di Polistena.

Da alcuni giorni si trovava sul Pollino in gita scolastica e martedì mattina stava facendo rafting sul fiume Lao insieme a una trentina di ragazzi tra i quali i suoi compagni di classe e alcuni professori.

Secondo una prima ricostruzione, il gommone sul quale si trovava la ragazza si è ribaltato e la giovane è caduta in acqua. Da quel momento di lei si sono perse le tracce. Dopo intense ricerche il suo corpo senza vita è stato recuperato il giorno dopo. 

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Ora il fidanzato di Giulia Tramontano minaccia di uccidersi [video]

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AGI – Ha ribadito la sua confessione negando però la premeditazione, Alessandro Impagnatiello, il barman che ha ucciso la sua fidanzata incinta di 7 mesi.

Lo ha confermato il suo avvocato Sebastiano Sartori, al termine dell’interrogatorio di convalida: “Ha confermato tutto quello che ha detto l’altra notte, tranne aggiungere dei particolari che riguardano l’ultima fase” del delitto.  Alla domanda se chiederà di trasferire Impagnatiello in una struttura sanitaria, l’avvocato Sartori ha risposto: “No, può rimanere in carcere”.

Non c’e’ preoccupazione sul fatto che il suo assistito possa rischiare la vita in prigione: “Sono sereno, sono bravi e hanno trovato credo una giusta soluzione”. Infine sulla possibilità di chiedere una consulenza psichiatrica, il legale ha concluso: “Vedremo, io come difensore devo approfondire alcuni aspetti”.

“L’unica forma di pentimento che lui ritiene abbia un senso in questo momento è quella eventualmente di togliersi la vita“, avrebbe inoltre affermato l’omicida secondo quanto riferito dal suo avvocato. Non solo, ma il barman ha inoltre fatto sapere di aver fatto “tutto da solo”, senza quindi l’aiuto di complici. 

Alla domanda se chiedera’ di trasferire Impagnatiello in una struttura sanitaria, l’avvocato Sartori ha risposto: “No, puo’ rimanere in carcere”. Non c’e’ preoccupazione sul fatto che il suo assistito possa rischiare la vita in carcere: “Sono sereno, sono bravi e hanno trovato credo una giusta soluzione”. Infine sulla possibilita’ di chiedere una consulenza psichiatrica, il legale ha concluso: “Vedremo, io come difensore devo approfondire alcuni aspetti”.

Si arricchisce quindi di particolari l’agghiacciante fatto di cronaca che vede vittima Giulia Tramontano,  la 29enne incinta al settimo mese, il cui cadavere è stato ritrovato dopo cinque giorni dalla sua scomparsa.

È stato proprio il fidanzato Alessandro Impagnatiello, a far trovare il corpo della donna indicando agli inquirenti il luogo dove lo aveva nascosto. “L’ho uccisa io“, ha confessato il barman 30enne durante l’interrogatorio alla caserma di Senago. 

Uccisa a coltellate

Secondo un primo esame l’ha prima accoltellata, uccidendola, e dopo ha cercato di bruciare invano il suo cadavere. Per disfarsi della donna, il 30enne ha avvolto il corpo con sacchi di plastica e alcuni teli che aveva in casa.

 

Dall’appartamento lo ha trascinato passando anche sulle scale della palazzina fino alla sua macchina. In seguito ha abbandonato il corpo in un’intercapedine di un box di una palazzina in via Monte Rosa, a circa mezzo chilometro da casa.

La sorella: “Siamo morti anche noi”

 “Noi saremo sempre quel fiore appoggiato alla tua spalla. Vi sorreggeremo entrambi, saremo come nuvole e guarderemo sempre in alto. Io vorrei urlarlo al mondo come mi sento, ma le parole mi muoiono in gola”. Inizia cosi’ il drammatico addio di Chiara Tramontano, sorella di Giulia, la donna 29enne uccisa nel Milanese mentre era incinta al settimo mese, affidato a un post su Instagram.

“Perché – scrive Chiara – io sono morta lentamente in questi cinque giorni. Noi siamo morti. Perché tu non sia mai sola. Siamo venuti con te, per poterlo cullare, abbracciare, toccare. Perché volevo essere la zia più brava di sempre, se me lo avessero concesso. Noi avremmo voluto fare di più per portarti a casa. Ti prego… dimmi: è stato abbastanza? Tu ci hai sentito? Perché noi non sentiamo più nulla”. In un’altra storia la donna ha postato un’immagine della famiglia riunita, ringraziando tutti coloro che hanno partecipato alle ricerche “dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote”.

Crollato dopo l’esame sulle scale del condominio

Quando ha visto gli specialisti della sezione investigazioni scientifiche dei carabinieri analizzare le scale comuni del condominio, Alessandro Impagnatiello è crollato e ha deciso di confessare l’omicidio.

Intorno alle 22, il barman 30enne, accompagnato dai militari, era rincasato brevemente per recuperare alcuni oggetti personali dall’appartamento in via Novella messo sotto sequestro dagli inquirenti.

Forse convinto di aver ripulito le tracce dell’omicidio nella casa, non è stato lo stesso per le aree comuni della palazzina dove nella notte tra sabato e domenica sarebbe passato trascinando il cadavere della fidanzata.

Già nella sua Volkswagen T-Roc nel pomeriggio di ieri le tute bianche dell’Arma avevano repertato alcune macchie di sangue. Nel lungo interrogatorio avvenuto questa notte con la pm Alessia Menegazzo e i carabinieri del nucleo investigativo Impagnatiello ha detto di aver agito da solo senza l’aiuto di complici

Fidanzato trasferito a San Vittore

Alessandro Impagnatiello è stato trasferito dalla caserma dei carabinieri di Senago nel carcere milanese di San Vittore. In corso di notifica il fermo emessa dalla pm Alessia Menegazzo in cui il barman è accusato di omicidio volontario aggravato, soppressione di cadavere e interruzione di gravidanza non consensuale

L’omicidio

Un omicidio d’impeto al culmine di una discussione dopo la 29enne aveva incontrato l’altra fidanzata del compagno. Lo scorso sabato, nonostante nutrisse già dei sospetti da aprile, Giulia ha acconsentito a incontrare quella che a suoi occhi era l’amante del futuro padre del suo bambino. Era stata l’altra donna, una collega statunitense del barman, a chiedere il faccia a faccia anche lei insospettita dai comportamenti del 30enne.

Quest’ultima dopo essere rimasta anche lei incinta di Impagnatiello aveva scelto di interrompere la gravidanza. Nell’incontro chiarificatore le due donne hanno preso coscienza delle innumerevoli bugie raccontate dal 30enne e della doppia vita che l’uomo portava avanti con loro.

 

La stessa sera Chiara sarebbe poi tornata a casa preannunciando il suo arrivo e chiedendo al compagno di “farsi trovare”. Ci sarebbe stato poi un ulteriore confronto tra Tramontato e Impagnatiello che sarebbe degenerato – secondo l’ipotesi accusatoria – nell’omicidio della donna. È stato il ritrovamento di alcune tracce biologiche, verosimilmente sangue, nell’auto di Alessandro Impagnatiello a far decidere agli inquirenti milanesi di indagare l’uomo. 

Impagnatiello provò a incontrare l’amante dopo l’omicido

Alessandro Impagnatiello ha cercato senza riuscire di incontrare la collega americana con cui aveva una relazione parallela dopo aver ucciso la compagna. Per convincerla a incontrarsi l’uomo le avrebbe detto di essere “un uomo libero” e che la 29enne se n’era andata.

Inoltre le avrebbe ribadito, mentendo, che il figlio che Tramontano portava in grembo non era suo. L’incontro non si è concretizzato perché l’americana si è spaventata.

Pm: “l’assassino mandava sms quando era già morta”

Giulia è stata uccisa tra le “19 e le 20.30” di sabato 27 maggio. Ne sono convinti gli inquirenti milanesi. “C’è stato un tentativo di sviamento quando l’indagato manda messaggi all’amica della compagna dal telefono quando la vittima era già certamente morta”, ha dichiarato la pm Alessia Menegazzo.

Giulia – come documentato da una telecamera di sorveglianza che punta sulla via in cui abitava – era ancora viva alle 19.05. 

Pm: “E’ omicidio volontario premeditato”

“L’analisi delle ricerche in rete ci ha consentito di comprendere le modalità con le quali l’indagato ha deciso di uccidere la compagna e di come di disfarsi del cadavere. Le modalità erano state pensate, studiate e organizzate. Per questo è stata contestata la premeditazione”. Lo ha detto in conferenza stampa la pm Alessia Menegazzo, titolare delle indagini dei carabinieri sull’omicidio di Giulia Tramontato

“La vicenda deve insegnare a noi donne che non bisogna mai andare all’incontro di spiegazione. È un momento da non vivere mai perché estremamente pericoloso” ha sottolineato la procuratrice aggiunta Letizia Mannella nella conferenza stampa. 

La ricerca sulla Rete per disfarsi del corpo 

Mentre aspettava che Giulia rincasasse, Impagnatiello cercava su Internet “come disfarsi di un cadavere in una vasca da bagno” e “come ripulire macchie di bruciato”. Armani: non lavorava più per noi

Armani: “Era già stato sospeso dal lavoro”

“Il signor Impagnatiello era stato sospeso dalle sue mansioni di barman presso l’Armani Hotel di Milano” si legge in una nota il Gruppo Armani ed Emaar Properties PJSC, azienda proprietaria di Armani Hotel. “Fatti del genere – ha aggiunto il Gruppo Armani – non sono tollerabili in una società civile. Episodi come questo non possono e non devono verificarsi, mai”.

La sorella Chiara:  “Grazie per aiuto, siamo distrutti”

“Grazie. Grazie di averci dato la speranza di trovarla. Grazie di averci creduto e aiutato. Grazie dal profondo del cuore di una famiglia distrutta, di fratelli che non hanno avuto la possibilità di cullare il proprio nipote. Di genitori che sono stati privati del diritto di essere tali”. Chiara Tramontano, sorella di Giulia, affida a una storia su Instagram i suoi pensieri. “La nostra famiglia sarà per sempre unita come in questa foto”, aggiunge, condividendo un’immagine che ritrae tutti insieme, sorridenti, mamma, papà e figli.

L’amante: “Alessandro mentiva a entrambe”

Con Giulia “ci siamo confidate e abbiamo convenuto che Alessandro ci avesse mentito, a entrambe”, ha detto la 23enne che aveva avuto una relazione con Impagnatiello. A insospettire che qualcosa di strano fosse successo sono stati i messaggi scambiati con Giulia dopo che quest’ultima era tornata casa a Senago. “A mio avviso mi stava scrivendo in maniera diversa”, ha messo a verbale lo scorso lunedì davanti ai carabinieri di Senago.

Quando “ci siamo incontrate” intorno alle 17 di sabato all’Armani Hotel “Giulia era convinta di voler parlare tutti e tre insieme, e di trovare una spiegazione” mentre nei messaggi ricevuti tra le 20.30 e le 21.50 “mi scriveva che lei non era stata sincera con me e di lasciarla in pace e che voleva tornarsene a casa (penso intendesse casa sua a Napoli). Dopodiché Giulia non mi ha più risposto a nessun messaggio in chat”. 

Alla domanda se chiederà di trasferire Impagnatiello in una struttura sanitaria, l’avvocato Sartori ha risposto: “No, pu’ rimanere in carcere”. Non c’e’ preoccupazione sul fatto che il suo assistito possa rischiare la vita in carcere: “Sono sereno, sono bravi e hanno trovato credo una giusta soluzione”. Infine sulla possibilità di chiedere una consulenza psichiatrica, il legale ha concluso: “Vedremo, io come difensore devo approfondire alcuni aspetti”.

 

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Autopsia sulla poliziotta uccisa a Roma per sciogliere i nodi della vicenda

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AGI – Sarà l’autopsia a dire di più sull’omicidio di Pierpaola Romano, la poliziotta uccisa giovedì a Roma con tre colpi di pistola sparati da un collega con cui aveva avuto una relazione. 

Massimiliano Carpineti, dopo averle sparato nell’androne di un edificio tra le borgate romane di Torraccia e San Basilio, si è poi tolto la vita, sparandosi in auto con la pistola d’ordinanza.

A disporre l’autopsia è stata la pm della procura di Roma, Antonella Giammaria, che ha ordinato l’accertamento anche sulla salma di Carpineti. L’obiettivo è chiarire l’esatta dinamica dell’omicidio-suicidio: non è escluso che nei prossimi giorni i magistrati di piazzale Clodio e gli investigatori della Squadra Mobile della polizia possano sentire nuovamente testimoni e abitanti del palazzo di via Rosario Nicolò dove la donna abitava, per ricostruire nei dettagli i momenti che hanno preceduto l’omicidio. 

Sia Romano che Carpineti lavoravano nell’Ispettorato della Polizia alla Camera dei Deputati.

 

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Nella parata del 2 giugno c’è anche Briciola, la meticcia in divisa [video]

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AGI – C’è una cagnolina che da sempre accompagna il Quarto Reggimento dei Carabinieri a cavallo e che negli anni è diventata la mascotte della parata del 2 Giugno.

Il suo nome è Briciola, ma prima di lei ci sono state Trombetta, Birba e Lady.

Non ha paura di muoversi disinvolta e autorevole come una principessa tra gli imponenti cavalli dei Carabinieri, senza mai farsi intimidire dalla presenza di Capi di Stato e Autorità.

Briciola si è ormai conquistata la simpatia e il rispetto di tutti, in qualità di mascotte del Reggimento, muovendosi spesso sulle note della Fanfara a cavallo del reparto. E con la sua speciale gualdrappa con il fregio dell’Arma prende parte persino al Carosello Storico.

È una vera tradizione quella di una cagnetta come mascotte: si racconta che la prima cagnolina, di razza meticcia, fu regalata al Reggimento da alcuni scugnizzi napoletani negli anni ’80 in occasione di una esibizione che si svolse nel capoluogo partenopeo.

Da quella data la tradizione vuole che la Fanfara, in tutte le sue esibizioni, sia accompagnata da una cagnolina rigorosamente di razza meticcia e regalata.

Ma la presenza del cagnolino al fianco dei Carabinieri già si trova addirittura in alcune stampe antichissime, in tante fotografie antiche e moderne e nella celebre statuetta in bronzo di Stanislao Grimaldi del 1866 che ha ispirato alcuni monumenti successivi.

 

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Fine settimana dominato dal tempo incerto

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AGI – Una festa della Repubblica all’insegna dell’instabilità, con temporali sparsi e sprazzi di sereno.

Al Nord

Al mattino tempo stabile su tutti i settori con nuvolosità irregolare alternata ad ampie schiarite. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali sparsi su Alpi e Appennini con sconfinamenti verso le pianure specie sui settori centro-orientali. In serata ancora piogge e temporali sparsi possibili tra Alpi e Pianura Padana ma in esaurimento. –

Al Centro

Al mattino tempo stabile con nubi sparse e schiarite su tutti i settori. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali sparsi sulle zone interne, piu’ asciutto sui settori costieri. In serata tempo nuovamente asciutto con ampie schiarite, salvo residue piogge sul Lazio. 

Al Sud e sulle Isole

Al mattino tempo stabile con prevalenza di cieli poco o irregolarmente nuvolosi. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali sui settori interni. In serata tempo in miglioramento con cieli sereni o poco nuvolosi, salvo residui fenomeni sulle zone interne Peninsulari.

Condizioni meteo che nel fine settimana non subiranno cambiamenti sostanziali con temperature in media o sopra la media su gran parte del continente europeo. L’anticiclone delle Azzorre continuerà a presenziare tra Islanda e Gran Bretagna manifestando i suoi massimi su questi settori (con valori di pressione fino a 1030 hPa). Qualche disturbo in più sarà possibile nella giornata di Sabato specie al nord Italia, dove infiltrazioni d’aria relativamente più fresca in quota porteranno piogge e temporali tra il mattino ed il pomeriggio. Domenica con l’ipotesi di un cavetto d’onda che potrebbe coinvolgere anche il centro-sud.

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L’alchimia di pop e jazz

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AGI – Un concerto per pianoforte e voce, circondati da centinaia di candele accese a terra, nella meravigliosa scenografia offerta dalle Terme di Caracalla:  Fiorella Mannoia e Danilo Rea, hanno dato il via a “Luce”, uno spettacolo che andrà in tournée toccando diverse località italiane, dal 1 giugno al 2 settembre. Un concerto raffinatissimo, di cui Roma ha avuto il primo assaggio, con la cantante salita sul palcoscenico in abito da sera rosso, tacchi alti dopo poco sfilati per proseguire scalza e stare più comoda, accompagnata da Rea, pianista di indiscutibile talento che ha deliziato il pubblico  venti minuti prima dell’ingresso di Mannoia con un medley di successi cantautorali rivisti in chiave jazz.

In quasi due ore, gli artisti hanno creato un sodalizio straordinario, dando vita ad un live piano-voce che ha permesso a entrambi di esprimere tutto il proprio talento senza il supporto di altri strumenti musicali. Uno spettacolo che sarà una vera “chicca” per questa estate 2023. Un concerto intimo, che suggella l’incontro fra pop e jazz. “Conosco Danilo da oltre 30 anni – ha raccontato la cantante romana –  siamo amici, ci siamo incontrati sui palchi. Abbiamo deciso di unire la nostra alchimia visto che siamo da sempre in sintonia e da qui, è nata l’idea di questo spettacolo”.  

Perché si chiama “Luce”? “Sul palco ci sono le candele, il pianoforte e noi – ha spiegato ancora Mannoia – volevamo creare atmosfera con il minimo indispensabile e abbiamo pensato che togliendo tutto, le candele avrebbero sottolineato questa unicità“. “È un modo per dare un senso onirico a tutto – ha aggiunto Rea- attraverso l’essenzialità di voce e pianoforte. Ci sono generi musicali che hanno bisogno di tanti supporti. Ma una dimensione come la nostra, intima, non aveva bisogno di ulteriori abbellimenti”. Mannoia e Rea hanno interpretato  brani del loro repertorio e pezzi di natura cantautorale a cui sono affezionati.

”Per me –  ha detto Mannoia – una canzone del cuore è ‘Margherita’. Un testo che Cocciante non canta con nessuno. E che invece io ho avuto la fortuna di interpretare una volta con lui. E poi, io l’ho cantata agli inizi della mia carriera, partecipando ad una trasmissione con una gara, ed è partito tutto da li”.  E l’amore che Mannoia ha per questa canzone, è uscito tutto al momento dell’interpretazione: la prima parte l’ha cantata solo in voce, nel silenzio assoluto, per poi proseguire con il supporto del pianoforte.

Voce e  piano anche per “La donna cannone”, per un omaggio a Franco Battiato con “La Cura”, a Lucio Dalla con “Felicità”, a Lucio Battisti e la sua “E penso a te”, Paolo Conte con “Via con me”. E poi classici come “Sulo pè parlà”, “Besame mucho” e “Quizas Quizas”, “Messico e Nuvole”, fino a brani di grande successo per Mannoia come “Quello che le donne non dicono”, “Come si cambia”, “I dubbi dell’amore” e la bella interpretazione che la cantante dà di “Sally”, di Vasco Rossi. 
     

“Noi – ha detto ancora Mannoia – siamo la dimostrazione che il pop e il jazz si possono incontrare. Danilo non ha avuto nessuna spocchia contro il pop e viceversa”. La scaletta è aperta, “ qualche volta cambieremo – hanno spiegato gli artisti –  Non so, magari daremo vita a collaborazioni  man mano che andiamo in varie piazze. Se capita”. “Suoniamo  le canzoni della nostra vita – ha detto Rea – Ogni volta che lo abbiamo fatto siamo entrati in una atmosfera magica,  ricca di emozione, forse perché sappiamo che ogni concerto sarà diverso dall’altro”.

In chiusura della data di Roma c’è spazio anche per “Che sia benedetta”, brano sanremese cantato da Mannoia, scritto dalla cantautrice Amara che è salita sul palco delle terme di Caracalla per interpretarlo insieme. E a proposito di Sanremo, alla domanda di una nuova partecipazione al Festival, Mannoia non si tira indietro ma chiarisce che al momento non ci pensa: “Non è ora nei miei progetti, se viene fuori una bella canzone, quella giusta, allora vediamo”.  

Un nuovo programma Tv? “ Idee ne abbiamo tante, sono disponibile a farne altri certo, se mi lasciano la libertà che abbiamo avuto nel chiamare chi volevo e sui temi che volevo trattare. Allora, in quel caso perché no?”. Spazio anche alle iniziative a tema sociale come “Una, Nessuna, Centomila”:  “Stiamo pensando di tornare a fare qualcosa. Mi sembra evidente che ce ne è bisogno”, ha detto Fiorella Mannoia, “Non vogliamo che quella manifestazione resti un evento sporadico – ha aggiunto la cantante – abbiamo idee e progetti in proposito. Ci saranno novità”.

E sul concerto per l’Emilia Romagna la risposta non lascia spazio a repliche: “Era doveroso farlo. Non potevamo abbandonare i nostri connazionali che hanno subito. Ricordo che con l’iniziativa ‘Una, Nessuna e Centomila a Campo Volo, abbiamo raccolto più di due milioni di euro. Quindi si fa. Sarà una goccia nel mare ma non si può non fare”, ha concluso la cantante.

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Mattarella e Meloni all’Altare della Patria. “Forze armate garantiscono sicurezza e pace”

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AGI – Frecce tricolore e oltre 5.500 invitati tra militari e civili. Tradizionale parata del 2 giugno ai Fori Imperiali oggi a Roma. 

Come da protocollo ad aprire le celebrazioni è stata l’alzabandiera presso l’Altare della Patria, a cui è seguito poi l’omaggio al Milite Ignoto del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il sorvolo delle Frecce Tricolore.

Anche Giorgia Meloni, presidente del consiglio, è arrivata a piazza Venezia per assistere alla sfilata del 2 giugno. Accolta dagli applausi della folla assiepata davanti all’Altare della Patria, il premier con il Presidente della Repubblica e le alte cariche dello Stato, partecipa alla deposizione di una corona di alloro sulla tomba del Milite Ignoto. In piazza Venezia sono presenti anche il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e del Senato, Ignazio La Russa.

Mattarella: “Forze armate garantiscono sicurezza e pace”

“Ai valori della Repubblica e della Costituzione si ispira l’azione delle Forze Armate, che contribuiscono in maniera significativa alla cornice di sicurezza della nostra comunità nazionale e alla causa della pace nel mondo”. Lo scrive il presidente della Repubblica Sergio Mattarella in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone in occasione della festa della Repubblica.

“La comunanza di intenti e la sinergia che esprimono con i contingenti di altri Paesi, nell’ambito delle missioni determinate dalla comunità internazionale sono elementi cruciali per la costruzione di una architettura di sicurezza condivisa, fondamento di stabilità sociale e benessere collettivo” ha proseguito il Presidente, per il quale “l’orizzonte di una difesa europea realmente integrata è la nuova sfida che attende le Forze Armate”.

“I riconoscimenti degli alleati e dei Paesi amici, la stima e l’affetto delle popolazioni che i nostri militari assistono – ha sottolineato – sono prova eloquente della qualità del loro impegno e della credibilità conquistate nelle missioni di pace e di sicurezza al servizio del bene comune”. Mattarella ha assicurato che “ad oltre un anno di distanza, la Repubblica Italiana, insieme alla comunità internazionale, è ancora impegnata a contrastare l’aggressione condotta dalla Federazione Russa al popolo ucraino. L’Italia è fermamente schierata per la difesa della sua libertà, integrità territoriale e indipendenza, perché non vi sia un futuro nel quale la forza del diritto viene sostituita dal diritto del più forte. Una ordinata comunità internazionale non può che basarsi sul rispetto di questi principi”.

“Nel ricordo di quanti hanno donato la vita per difendere e diffondere questi valori, rivolgo il mio pensiero a tutti i caduti e alle loro famiglie. Il loro esempio ci è di guida e sollecita l’impegno per le giovani generazioni di soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri, per preservare e rafforzare per il futuro, nell’assolvimento del compito cui vengono chiamati dalle libere istituzioni, le condizioni di pace e benessere che abbiamo costruito” ha proseguito.

“In questo giorno di festa formulo a tutti gli appartenenti alle Forze Armate di ogni ordine e grado, con sentimenti di gratitudine per il servizio svolto, il più fervido augurio. Viva le Forze Armate, viva la Repubblica”.

Meloni: “Patria è fare sacrifici insieme”

“Se noi non ricordiamo che quello che abbiamo qualcuno lo ha costruito, anche sacrificandosi per questo, allora non capiamo neanche il senso perché noi dovremmo fare dei sacrifici per chi verrà dopo di noi la comunità nazionale. La patria è questo: una dimensione di sacrifici che si compiono insieme, per chi l’ha fatto prima di noi e per noi che lo facciamo verso gli altri”. Cosi’ il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, parlando coi cronisti all’Altare della patria.

 

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Le antenne 5G non fanno più paura

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AGI – Le paure dei cittadini sul 5G sarebbero ormai marginali. Nonostante sia largamente diffusa l’idea che la popolazione nutra timore per l’inquinamento elettromagnetico e avversione per l’installazione delle “antenne” di quinta generazione, secondo un’analisi condotta da Bytek e I-Com, le ricerche sul web relative al 5G e correlate a un sentimento di paura mostrano un andamento fortemente decrescente: in Italia passano infatti dal 13% del totale nel 2020 al 2,8% del 2022, anno nel quale si sono registrate solo 144,5 ricerche di questo tipo ogni 100.000 abitanti.

Lo studio dal titolo “Il 5G e la percezione dei rischi presso i cittadini” è stato presentato a Roma nel corso di una tavola rotonda alla quale hanno partecipato anche il presidente di I-Com Stefano da Empoli e al direttore external affairs and sustainability di WindTre Roberto Basso, il senior business advisor di Join Group Enrico Barsotti e la vicepresidente I-Com Silvia Compagnucci. Il paper analizza lo sviluppo delle reti 5G in Italia e nel mondo e fa il punto sulla normativa relativa ai limiti elettromagnetici e alla percezione dei rischi da parte dei cittadini.

Resta largamente diffusa l’idea che la popolazione nutra timore e avversione per l’installazione delle reti di telecomunicazione e lo sviluppo della tecnologia di quinta generazione. L’analisi condotta da Bytek e I-Com per Futur#Lab ha permesso di studiare i timori correlati al 5G in 5 paesi (Italia, Stati Uniti, Francia, Germania e Spagna) attraverso l’osservazione delle keyword utilizzate sul web dagli utenti a livello nazionale nel periodo compreso tra agosto 2019 e marzo 2023: le ricerche sul 5G correlate a un sentimento di paura, al di là del secondo trimestre 2020 – a causa di un forte condizionamento esercitato dalla crisi pandemica e dalle numerose fake news su possibili collegamenti tra 5G e Covid-19 – mostrano un andamento fortemente decrescente e si attestano su numeri marginali.

Prova ne è il fatto – si legge sul rapporto – che in Italia passino dal 13% del totale nel 2020 al 2,8% del 2022, anno nel quale si sono registrate solo 144,5 ricerche di questo tipo ogni 100.000 abitanti. Rispetto alle antenne, emerge un ridotto interesse per l’argomento in generale (solo 9,5 ricerche ogni 100.000 abitanti in Italia nel 2022). Anche il tema dei limiti elettromagnetici, unico argomento non impattato – USA a parte – dalla crisi pandemica, sembra non appassionare particolarmente le ricerche italiane che, seppur superiori a quelle realizzate in Spagna (11,5) e Francia (5,7), si attestano a quota 12,3 ogni 100.000 abitanti nel 2022.

A fronte di una larga maggioranza della popolazione che non nutre particolari preoccupazioni verso il 5G, appare crescente l’interesse delle aziende. Secondo il rapporto internazionale “Reimagining Industry Futures Study”, pubblicato da EY a febbraio 2022, il 17% delle imprese stava già investendo sul 5G nella propria organizzazione, mentre ben il 56% stava programmando un investimento che verrà effettuato in un arco temporale che va da 1 a 3 anni. Solo il 12% crede che il 5G non abbia rilevanza per il proprio settore e per la propria posizione competitiva. In questo contesto, scrivono i ricercatori di I-Com – andrebbe nella giusta direzione l’iniziativa del Governo, ancora in fase di gestazione, di rivedere i limiti vigenti.

In particolare, nella bozza in discussione, si prevede l’innalzamento ad un valore di 24 V/m nel caso di mancato raggiungimento di un’intesa entro 120 gg dall’entrata in vigore della legge. Si tratterebbe di una modifica normativa assolutamente importante, ove effettivamente implementata, attraverso la quale si porrebbe un freno al proliferare di impianti e dunque si ridurrebbe, da un lato, l’impatto ambientale conseguente al maggior consumo di energia, di suolo e di materiali che la disciplina vigente impone; dall’altro, si favorirebbe la competitività delle imprese di TLC non più chiamate a realizzare innumerevoli nuovi siti, delle aziende italiane in generale che potrebbero più rapidamente accedere alla connettività 5G e ai servizi che lo stesso abilita e, in ultima istanza, del Sistema Paese nel suo complesso.

“A oggi – si legge ancora – l’Italia resta l’unico dei grandi paesi comunitari a non aver adottato gli standard consigliati dall’ICNIRP (Commission on Non-Ionizing Radiation Protection). A differenza delle linee guida che fissano un valore limite di 61 V/m, pari a circa 10 W/m2, nella Penisola sussistono limiti più stringenti, con un valore mediato su 24 ore di dieci volte inferiore, pari a 6 V/m. La previsione di tali limiti alle emissioni elettromagnetiche si traducono, secondo un recente studio presentato da ASSTEL nel corso di un’Audizione presso la IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati, in extra-costi di circa 4 miliardi di euro. Di contro, le poche altre nazioni europee che, insieme all’Italia, avevano storicamente limiti stringenti li hanno alzati o stanno considerando di farlo di fronte alle nuove sfide poste dal 5G. La Polonia si è uniformata ai limiti internazionali a partire dal 1 gennaio 2020 mentre nella regione di Bruxelles è iniziato un processo di modifica della disciplina su tali limiti”.

L’evoluzione tecnologica delle telecomunicazioni rappresenta infatti sicuramente un fattore determinante per la trasformazione digitale del Sistema Paese. Basti ricordare che secondo le più recenti stime GSMA, l’impatto positivo sul PIL potrebbe arrivare su base annuale a 950 miliardi di dollari nel 2030. 

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Studentessa morta facendo rafting, dieci indagati

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AGI – Ci sono dieci persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Denise Galatà, la studentessa di 18 anni morta martedì scorso nelle acque del fiume Lao, in provincia di Cosenza. La ragazza era in gita scolastica insieme ai suoi compagni di un istituto di Polistena (Reggio Calabria) e stava praticando rafting quando, per cause in corso d’accertamento, è caduta in acqua.

Il suo corpo è stato recuperato ieri. Fra gli indagati ci sono le guide e il sindaco di Laino Borgo (Cosenza), Comune in cui ricade il tratto di fiume in cui è avvenuta la tragedia. Le indagini dei Carabinieri sono coordinate dalla procura della Repubblica di Castrovillari. Domani dovrebbe essere eseguita l’autopsia sul corpo della ragazza. 

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