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Nei negozi 156 furti al giorno nel 2021, tre su quattro impuniti 

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AGI –  Furti e ‘spaccate‘ continuano a essere un grosso problema per tanti commercianti e altrettanti artigiani. Le situazioni più critiche si verificano al Nord: Milano, Parma, Bologna, Rimini, Imperia, Firenze e Torino sono le province d’Italia dove i negozianti sono i più bersagliati dai malviventi.

A livello nazionale in quasi 3 casi su 4 gli autori di questi furti compiuti ai danni di negozi e botteghe rimangono impuniti. Stiamo ovviamente parlando di reati contro il patrimonio che sono stati denunciati dalle vittime alle forze dell’ordine che, si stima, costino alle attività economiche attorno ai 3 miliardi di euro all’anno.

È quanto emerge da un’analisi dell’Ufficio studi della Cgia, che ha elaborato i dati dell’Istat, che precisa di non voler sollevare alcuna critica nei confronti delle forze dell’ordine. “La difficoltà di consegnare alla giustizia coloro che si sono resi responsabili di questi illeciti sta diventando ormai cronica e, probabilmente, sta condizionando anche le statistiche. Non è da escludere, infatti, che la riduzione del numero delle denunce registrato negli ultimi anni prima dell’avvento del Covid, non sia riconducibile a una ritrovata sicurezza, ma a un atteggiamento di sfiducia delle vittime nei confronti delle istituzioni che li spinge a non denunciare alle autorità giudiziarie il danno subito”. 

Le denunce per furto nel 2021: oltre 55mila 

Nel 2021 (ultimi dati disponibili) ci sono state 56.782 denunce per furto nei negozi presenti in Italia, il 10,8% in più di quante ne sono avvenute nel 2020 (l’anno più critico della crisi pandemica). Praticamente gli operatori commerciali/artigianali nel 2021 hanno subito 156 furti al giorno, 6,5 ogni ora e 1 ogni 9 minuti. Di questi 56.782, nel 72,3% dei casi – praticamente quasi 3 su 4 – l’autore/gli autori del delitto non sono stati catturati dalle forze di polizia entro un anno dall’evento. Le regioni dove i malfattori la fanno franca maggiormente sono Umbria e Marche (entrambe nel 73,8% dei casi), la Campania (79,8%) e, in particolar modo, nel Lazio (81,3%).

Lombardia, Emilia Romagna e Liguria le regioni più martoriate

Se, invece, analizziamo il numero di furti avvenuti ogni 100 mila abitanti, Lombardia (138,8), Emilia Romagna (142,1) e Liguria (144,8) sono le regioni più “martoriate” dai rapinatori. A livello provinciale, infine, i territori più colpiti dalle scorribande di questi malfattori sono Torino con 155,5 furti denunciati ogni 100 mila abitanti, Firenze con 160,3, Imperia con 167,5, Rimini con 186,5, Bologna con 186,9 e Parma con 194,5.

Maglia nera a livello nazionale è Milano con 222,8 furti ogni 100 mila abitanti. Le strategie di difesa apportate dai negozianti sono note ai più: negli ultimi anni per difendersi dalle “razzie” dei malviventi c’è stato un boom di installazioni di saracinesche, inferriate e vetri antisfondamento. I negozi sono diventati dei fortini che, controllati 24 ore su 24 dai sistemi di videosorveglianza, hanno “arginato” queste intrusioni.

Il numero delle assicurazioni è in calo 

Spesso, però, nei palazzi di pregio o negli edifici più recenti montare delle grate non è consentito. Va poi segnalato che il numero di coloro che ricorrono a una assicurazione è in calo. Il premio di una polizza contro i furti ha ormai dimensioni economiche proibitive, soprattutto per alcune tipologie merceologiche, quelle, ovviamente, di maggior pregio. Storicamente le categorie più attenzionate da ladri e rapinatori sono gli orafi/gioiellieri, i pellicciai, i tabaccai, i farmacisti e i benzinai. Le prime due per il valore economico dei loro prodotti, le altre per la disponibilità di contanti che hanno in cassa.

Ora grazie ai pagamenti elettronici, alle telecamere di sorveglianza e alle casseforti a tempo il rischio è sceso, tuttavia rimangono ancora un obbiettivo sensibile per molte bande dedite ai furti. Da qualche anno sono sempre più nel mirino dei criminali anche i negozi di prodotti tecnologici (computer, cellulari, Tv), gli autoriparatori/concessionari auto-moto, i commercianti di bici di pregio, i supermercati/alimentari, la moda/abbigliamento sportivo e i negozi di cosmetici e profumi.

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Sole e caldo nel weekend, piogge sparse sui rilievi

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AGI – Weekend caratterizzato da condizioni meteo per lo più stabili in Italia grazie al progressivo rinforzo dell’anticiclone. Tanto sole ma anche qualche temporale pomeridiano soprattutto sui rilievi. Temperature in aumento ma con valori intorno alla medie del periodo, massime che potrebbero localmente anche avvicinarsi ai 30 gradi. Ultimi aggiornamenti del Centro Meteo Italiano che indicano un incremento dell’instabilità’ pomeridiana per gli ultimi giorni di maggio con acquazzoni e temporali sparsi in Italia. Estate meteorologica al via dal 1 giugno con sole e temporali anche per la Festa della Repubblica.

Previsioni meteo per oggi

Nord

Al mattino addensamenti lungo la Pianura Padana con possibili deboli piogge, asciutto altrove con cieli sereni o poco nuvolosi. Al pomeriggio acquazzoni e temporali in formazione su Alpi e Appennini con sconfinamenti al Nord-Ovest, asciutto altrove con cieli soleggiati. In serata ancora piogge sulle regioni nord-occidentali e sui rilievi Alpini, sereno o poco nuvoloso sulle altre regioni.

Centro

Al mattino tempo stabile con prevalenza di cieli sereni. Al pomeriggio acquazzoni e temporali tra Lazio e Abruzzo, per lo più soleggiato altrove. In serata tempo stabile ovunque con ampie schiarite su tutti i settori.

Sud e Isole

Al mattino tempo stabile con cieli sereni o poco nuvolosi, maggiori addensamenti tra Calabria e Sicilia con possibili piogge isolate. Al pomeriggio instabilità in aumento con acquazzoni e temporali su Cilento, Calabria, Sicilia e zone interne della Sardegna, per lo più soleggiato altrove. In serata fenomeni in esaurimento con ampie schiarite in arrivo. Temperature minime in rialzo; massime in diminuzione al nord, stazionarie o in aumento altrove.

Previsioni meteo per domani

Nord

Nuvolosità irregolare al mattino sulle regioni settentrionali con locali piogge sul Piemonte, più asciutto altrove. Instabilità in aumento al pomeriggio con precipitazioni sparse soprattutto su Alpi, Piemonte e Liguria, variabilità asciutta altrove. Graduale miglioramento dalla serata.

Centro

Giornata all’insegna del tempo stabile sulle regioni del Centro con cieli sereni o poco nuvolosi sia al mattino che al pomeriggio. Da segnalare solo locali temporali sull’Appennino centrale. In serata si rinnovano condizioni di tempo asciutto con ampie schiarite ovunque.

Sud e Isole

Tempo stabile al mattino sulle regioni meridionali con cieli sereni o poco nuvolosi. Instabilità in aumento nel pomeriggio con acquazzoni e temporali sui settori interni Peninsulari e delle Isole Maggiori. Migliora ovunque dalla sera. Temperature minime e massime stazionarie o in generale diminuzione su tutta la Penisola.

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Torna il maltempo. Allerta rossa sull’Emilia Romagna, gialla in 5 regioni

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AGI – Allerta rossa anche oggi per il maltempo su molte zone dell’Emilia-Romagna per temporali e piogge. Allerta gialla invece su Abruzzo, Basilicata, Calabria, Lombardia e Toscana per rischio temporali e idraulico.

Al mattino sono previste piogge sulle pianure friulane, venete, lombarde e dell’Emilia Romagna settentrionale. Isolati temporali possibili anche su alta Toscana, Appennino abruzzese e aree interne e appenniniche del Lazio meridionale. Per quanto riguarda l’Emilia-Romagna, la Protezione civile ha diramato un’allerta al livello più alto per rischio idraulico con temporali forti più probabili sulle zone di pianura.

Sono possibili localizzati incrementi dei livelli idrometrici nei corsi d’acqua del settore centro-orientale, ancora interessati da criticità idrauliche generate dalle piene precedenti. Permangono inoltre condizioni di criticità idraulica rossa nella pianura bolognese, ravennate e forlivese. Nelle zone montane e collinari centro-orientali della regione invece permangono condizioni di saturazione dei suoli favorevoli all’aggravamento dei dissesti

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In arrivo nuove regole per i taxi di Roma

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AGI – “Con l’ordinanza che introduce i cambiamenti nelle turnazioni per i taxi attraverso la cosiddetta seconda guida, la possibilità di far circolare la vettura con un altro guidatore anche alla fine di un turno, si amplia l’offerta del servizio soprattutto nei momenti di picco della domanda. Se l’adesione a questa nuova disciplina fosse simile a quella che c’è stata a Milano, a Roma vorrebbe dire l’equivalente di 1000 nuove licenze.

Questa è una scelta che rientra a pieno nel contesto delle novità contenute nel nuovo Regolamento del servizio e in una strategia generale che punta all’aumento dell’offerta e all’intermodalità per potenziare il trasporto pubblico” ha sottolineato il Sindaco Roberto Gualtieri”. Così il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, che stamattina in Campidoglio ha presentato le nuove norme relative al servizio di taxi e ncc sul territorio di Roma Capitale, insieme all’assessore alla Mobilità, Eugenio Patanè, e al presidente della commissione Mobilità, Giovanni Zannola. 

La seconda guida

La principale novità riguarda l’introduzione delle cosiddette “seconde guide”. Il Sindaco ha firmato un’ordinanza che, dando sostanza ad un articolo contenuto nel regolamento per il trasporto pubblico non di linea, introduce le turnazioni integrative per i taxi da espletare tramite la cosiddetta “seconda guida”, ossia la possibilità di far circolare la stessa macchina, guidata da due diversi autisti, su più turni durante la giornata.

Tale provvedimento permette di introdurre delle turnazioni integrative dei Taxi da inserire nei picchi di domanda, sia a livello stagionale che in determinate fasce orarie. Il turno ordinario sarà di norma di 9 ore, mentre quello integrativo sarà di due ore in meno. Questa misura potrà garantire un significativo aumento dell’offerta di vetture Taxi, andando incontro alle esigenze di cittadini e turisti.

Tutte le novità

La scorsa settimana l’assemblea capitolina aveva approvato all’unanimità il nuovo regolamento, venendo incontro alle richieste delle categorie interessate. E’ previsto un sistema sanzionatorio molto più efficace, incisivo e puntuale: viene eliminato il cosiddetto cumulo di sanzioni ed è sufficiente la prima infrazione per giungere alla sospensione della licenza.

Oltre al nuovo sistema sanzionatorio, nel testo sono state inserite delle norme grazie alle quali sarà possibile definire i turni tramite un’apposita piattaforma web: questo nuovo modello permetterà all’Amministrazione di garantire un numero più consistente di vetture nei momenti di picco della domanda.

Tra le altre novità, un iter più agevole per la trasferibilità delle licenze e la gratuità, per i tassisti, del servizio ‘chiama taxi 060609’ che diventerà un importante strumento per operatori, cittadini e turisti anche perchè sarà integrato con tutte le nuove tecnologie applicate alla mobilità.

“Con questo provvedimento – ha commentato l’assessore alla Mobilità Eugenio Patanè – veniamo incontro alle richieste delle categorie e alle esigenze dei cittadini romani e dei turisti. Molto importante è l’introduzione delle seconde guide che andranno a incidere sull’offerta di vetture Taxi nei momenti più critici, in cui negli anni si sono registrate le principali carenze dal punto di vista del numero di vetture a disposizione. L’ordinanza sulle seconde guide si inserisce all’interno della visione più ampia della mobilità intermodale che ha come obiettivo prioritario la riduzione del traffico veicolare privato a vantaggio del trasporto pubblico”. 

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Quanti sono davvero i morti di Covid

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AGI – “Con la ricerca diffusa oggi sfatiamo il mito delle morti in più da Covid, tanto diffuso negli ultimi anni in Italia”. A dirlo all’AGI è Luisa Frova, dirigente dell’Istat, che ha presentato oggi presso la sede centrale dell’Istituto a Roma i dati definitivi sulle cause dei decessi avvenuti in Italia nell’anno della pandemia.

E’ la prima volta in cui viene diffuso il numero esatto delle morti in cui il Covid è stato la causa scatenante e di quelle in cui, invece, è stato una concausa, distinguendo appunto tra morti per Covid e morti con Covid. “Dai nostri dati emerge, sì, un impatto in termini di mortalità a livello nazionale proprio nel 2020, ma si evidenzia anche come a crescere siano stati anche i decessi legati alle altre patologie” spiega ancora Frova.

Dallo studio dell’Istat emerge come, nel 2020, il numero complessivo dei decessi sia stato di 746.324, 108.496 in più rispetto alla media del quinquennio 2015-19 ( 14,7%). I decessi per Covid-19 ammontano a 78.673, il 56% dei quali ha riguardato la popolazione maschile e il 44% quella femminile.

Il Covid-19 è responsabile del 73% dell’incremento assoluto dei decessi nel 2020. La quota sull’incremento totale dei decessi è più elevata tra i maschi (77%) che tra le femmine (68%). Le morti per Covid-19 hanno rappresentato il 10,5% delle morti complessivamente osservate nell’anno e, anche in questo caso, la quota è risultata leggermente superiore nei maschi (12,2% sul totale) rispetto alle femmine (9%).

Le cause di morte più frequenti

Le cause di morte più frequenti nella popolazione si confermano nel complesso le malattie del sistema circolatorio (227.350 decessi) e i tumori (177.858). Il numero dei decessi per il gruppo delle malattie del sistema circolatorio è rimasto pressoché invariato (-117 casi) mentre per i tumori si è avuta una diminuzione (-1.755 casi). Con riferimento alle altre cause di mortalità più frequenti nella popolazione, nel 2020 si è assistito a una crescita importante dei decessi per malattie del sistema respiratorio, il cui numero complessivo è risultato pari a 57.113, con un incremento di 6.345 morti rispetto alla media 2015-19. 

Anche il numero dei decessi per demenza e malattia di Alzheimer (37.768) è risultato in crescita (3.993 decessi in più), così come il numero dei morti per diabete mellito (25.739, 3.902 decessi in più).

L’incremento nei decessi per il complesso delle restanti cause di morte rispetto al quinquennio precedente (che rappresentano circa il 19% del totale dei decessi nell’anno) è di 17.455 unità. Nel 2020 il tasso di mortalità generale standardizzato per età è pari a 95,3 decessi ogni 10.000 abitanti, superiore del 12% alla media del quinquennio precedente (85,3).

La frequenza

La mortalità per Covid-19 è stata di 10,1 decessi per 10.000 abitanti, inferiore quindi a quella per il complesso dei tumori (23,9 decessi per 10.000 abitanti) ma superiore a quella rilevata per altre importanti cause di morte quali, ad esempio, le malattie ischemiche del cuore (8 per 10.000) oppure le malattie cerebrovascolari (7,1 per 10.000).

Dall’analisi delle variazioni dei tassi di mortalità per le principali cause di morte oltre al Covid-19, si evidenzia quindi quali altre patologie abbiano subito un impatto maggiore in termini di mortalità nel corso del primo anno della pandemia.

Tra le malattie del sistema respiratorio sono stati osservati aumenti importanti per polmoniti e influenza ( 13%) e per il gruppo delle altre malattie del sistema respiratorio ( 24%), quest’ultimo trainato dall’aumento dei decessi per polmonite interstiziale.

L’incremento della mortalità dovuta a polmoniti o altre affezioni respiratorie può essere riconducibile a una sottostima di decessi dovuti al Covid-19 legata principalmente alle difficoltà diagnostiche nella prima ondata della pandemia.

Le altre patologie per le quali è stato osservato un sensibile incremento del tasso di mortalità rispetto al quinquennio precedente sono il diabete ( 12%), le malattie dell’apparato genitourinario ( 11%), la demenza e la malattia di Alzheimer ( 6%) e quelle incluse nel gruppo delle altre malattie del sistema circolatorio ( 8%), il cui aumento è determinato in larga parte dalla crescita dei decessi per cardiopatie ipertensive.

L’aumento della mortalità per cause quali le cardiopatie ipertensive, il diabete e le malattie genitourinarie suggerisce un ruolo indiretto del Covid-19, che potrebbe aver determinato l’accelerazione di processi morbosi già in atto o difficoltà di accesso alle strutture del Sistema Sanitario Nazionale, sovraccariche soprattutto nelle fasi acute della pandemia. Inoltre, è ipotizzabile che parte degli incrementi osservati possa essere dovuta a mancate diagnosi di Covid-19. I dati diffusi oggi dall’Istat sono stati desunti dalle schede individuali per la denuncia delle cause di morte compilate dai medici, sulle quali sono riportate informazioni demografiche, territoriali, sul luogo del decesso e sulle malattie che hanno contribuito alla morte. 

“L’Istat fa chiarezza sui decessi per Covid e altre cause nel 2020 – specifica ancora Frova -. Con la ricerca diffusa oggi, sfatiamo i miti sul Covid in Italia, in particolare sul fatto che tutti i decessi siano stati conteggiati come morti dovute al virus del Covid-19, e facciamo chiarezza sul numero delle morti Covid e su quelli per altre cause”.

I due miti

Ci sono stati due grandi miti, uno sul negazionismo da Covid, secondo il quale il Covid non avrebbe avuto grandi effetti. L’altro, sul fatto che tutte le morti in eccesso sarebbero state registrate come morti da Covid, anche quando erano legate ad altre patologie.

“Con i numeri diffusi oggi – prosegue Frova- e in particolare con l’attestazione che i decessi per Covid costituiscono il 73% dell’incremento complessivo dei decessi in eccesso registrati nel 2020 rispetto alla media dei cinque anni precedenti, sfatiamo finalmente questi miti”. 

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La rara sindrome che ha colpito Celine Dion

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AGI – È una patologia rarissima, invalidante, difficilmente curabile se non con terapie sintomatiche che, evidentemente, non sempre bastano a garantire una vita normale. La sindrome della persona rigida (SPR), di cui soffre la cantante Celine Dion, costretta proprio per l’aggravarsi dei sintomi ad annullare il tour mondiale, è una malattia neurologica rara caratterizzata da rigidità fluttuante del torace e degli arti, spasmi muscolari dolorosi, fobia legata a determinati compiti, tendenza a sussultare in maniera anomala, e anche deformità anchilosanti, come la postura lombare fissa in iperlordosi.

La prevalenza è stimata in un caso ogni milione di persone. Circa il 2/3 dei pazienti sono femmine. L’esordio, si legge nella scheda pubblicata sul portale Orphanet dedicato alle malattie rare e ai farmaci orfani, avviene attorno ai 45 anni e i sintomi si sviluppano nel corso di mesi o degli anni. La rigidità muscolare progressiva immobilizza il torace e le anche, l’andatura diventa rigida e impacciata.

I concomitanti spasmi muscolari dolorosi spontanei o riflesso-indotti possono causare rovinose cadute. La paura di attraversare gli spazi aperti (pseudo-agorafobia) provoca arresti improvvisi dell’andatura, spasmi improvvisi e cadute. Non sono presenti segni neurologici focali. Le varianti cliniche della sindrome comprendono la sindrome dell’arto rigido (SLS), nella quale i sintomi interessano un solo arto, e l’encefalomielite progressiva con rigidita’ e mioclonia (PERM), nella quale la rigidità e gli spasmi mioclonici si associano a segni neurologici focali.

Come si riconoscono i sintomi

Molti pazienti affetti da SPR, SLS o PERM presentano diabete mellito insulino-dipedente (30%), tiroidite autoimmune (10%), gastrite atrofica associata a anemia perniciosa (5%); alcuni pazienti presentano un carcinoma della mammella, dei polmoni o del colon. La presenza di anticorpi contro la decarbossilasi dell’acido glutammico (GADas) in meno del 70% dei casi suggerisce una origine autoimmune. La diagnosi si basa essenzialmente sull’osservazione clinica e viene confermata dalla rilevazione di GADas nel siero e dalle caratteristiche anomalie elettromiografiche.

La tomografia del midollo spinale è utile per escludere altre cause meccaniche, come l’ernia discale o la cisti del midollo spinale. Ma come curarla? Le benzodiazepine e il blacofene vengono di solito utilizzati per il trattamento sintomatico.

Sono state proposte terapie immunomodulanti (corticosteroidi, immunoglobulina intravenosa e plasmaferesi) con risultati variabili. Nella maggior parte dei pazienti affetti da SPR e da SLS, il trattamento permette di controllare i sintomi. La PERM e’ piu’ difficile da controllare e non ha una prognosi buona. 

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Fiera di Francoforte, Levi si dimette dopo le polemiche sul figlio e Rovelli

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AGI – Ricardo Franco Levi, commissario del Governo per la Fiera del Libro di Francoforte del 2024, in cui l’Italia è ospite d’onore, ha inviato una lettera di dimissioni al ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. Franco Levi, già nelle scorse settimane al centro di una polemica sul ritiro dell’invito al fisico divulgatore Carlo Rovelli per le sue parole contro il ministro Guido Crosetto, seguito da scuse e un nuovo invito, è protagonista di un altro caso aperto da un articolo di Libero in cui si sostiene che avrebbe assegnato la comunicazione per l’Italia alla Buchmesse a una società belga, la Ifc Next, in cui lavora il figlio. 

Ritiro e ripensamento

Dopo appena 24 ore dalla lettera con cui ha comunicato a Carlo Rovelli la cancellazione del suo intervento alla cerimonia di apertura della Fiera del Libro di Francoforte, Ricardo Franco Levi era tornato sui suoi passi rinnovando l’invito allo scienziato a partecipare alla kermesse di inaugurazione. In una nota, il commissario straordinario del Governo aveva spiegato anzitutto di avere scritto quella lettera “senza aver ricevuto alcuna pressione o sollecitazione” e di averlo fatto “per adempiere con rigore alla responsabilità istituzionale che mi è stata conferita con un decreto del Presidente della Repubblica”. 

Era stato lo stesso professore a spiegare i motivi della iniziale cancellazione. “L’Italia mi ha chiesto di rappresentarla alla cerimonia di apertura ma siccome ho osato criticare il ministro della Difesa (lo scorso 1 maggio, dal palco del Concertone romano, ndr) il mio intervento è stato cancellato”

La risposta di Sangiuliano

Tecnicamente non può accettare le dimissioni, ma ritiene necessaria una discontinuità. Il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, in una nota conferma di aver ricevuto una lettera da Ricardo Franco Levi “nella quale si dice pronto a mettere a disposizione l’incarico di Commissario Straordinario del governo per l’Italia, ospite d’onore alla Fiera del libro di Francoforte 2024”.

“Preciso di non essere il soggetto istituzionalmente abilitato ad accettare tali dimissioni, pur condividendo la necessità di dare discontinuità a questo incarico dopo le recenti polemiche – aggiunge – informerò il governo per concordare eventualmente la nomina di un nuovo commissario. Ringrazio Levi per la sensibilità dimostrata e il lavoro svolto finora”.

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Dalida, 7 anni, con i soldini del compleanno paga la colazione agli angeli del fango [video]

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AGI – Con i soldini del suo compleanno ha voluto pagare la colazione ai soccorritori che vedeva al lavoro nella strada sotto casa, in via Borse ad Alfonsine nel Ravennate.È la storia di Dalida, 7 anni il 18 maggio scorso, che sembra uscita dal libro Cuore: un compleanno tanto atteso che doveva vedere la sua prima festa con i compagni della prima elementare, ma che l’alluvione – che comunque ha coinvolto solo parte del paese, fortunatamente non la sua casa – ha trasformato in una festicciola in casa con gli zii i cuginetti e i nonni, mentre fuori suonavano le sirene d’allarme, e alla gente si raccomandava di salire ai piani alti.   

La bimba, che compie gli anni un giorno prima della mamma,  però non si è persa d’animo e ha capito al volo la situazione: ai soccorritori sotto casa al lavoro, del Consorzio Bonifica 6 Toscana Sud, ha voluto regalare un disegno, con al centro un grande arcobaleno e al lato due alberi, poi andata nel forno del paese portando i suoi soldini per la colazione. 

I soccorritori si sono commossi e hanno voluto ringraziarla pubblicamente: una storia che non cerca pubblicità, ma che vuole raccontare come può vivere un bambino un vento così tragico.  

“Mi ha detto: ‘Mamma non fa niente per il compleanno’ – racconta all’AGI la mamma Katiuscia Maranini di Alfonsine –  io e la mia bimba abbiamo compiuto gli anni durante l’alluvione, lei il 18 maggio, io il 19, proprio nei giorni culmine; lei ha ricevuto in regalo soldini perché non c’era modo di girare i negozi e nient’altro. La bimba aveva paura per noi e per gli animali, quando l’ho informata che i ‘dadi’ che ci hanno salvato andavano al forno di Michela Fabbri per la colazione, è andata nel cassetto dove ha il suo ‘portafoglino’ e ha detto: ‘Mamma, gliela pago io'”. Ha preso un disegno fatto da lei che le piaceva e ha scritto la frase “Grazie di tutto” Dalida, io ho consegnato tutto al forno”. 

Il comune di Alfonsine, solo in parte allagato, è vicino a Lugo e Sant’Agata sul Santerno, gravemente alluvionati: il cuore del paese è stato salvato dall’alluvione anche grazie al sacrificio dei contadini che hanno consentito che l’acqua fosse dirottata verso i loro campi.

Il lavoro dei volontari ha fatto il resto, ma la paura è stata tanta. L’acqua si è così fermata proprio all’inizio della strada dove abitata Dalida.  “La bimba ha capito l’emergenza, alla sua festa ci teneva tanto, ma ha affrontato la cosa meglio di un adulto, senza fare capricci e senza  pretendere niente – racconta ancora la mamma – vedeva le macchine che passavano  con gli altoparlanti che dicevano di salire ai piani alti, comunque le telefonate che arrivano dal sistema d’allarme messo su dalla bassa Romagna, i vigili e i carabinieri che venivano a suonare per dire di stare attenti e di andare ai piani alti perché avevamo l’argine del Senio veramente alto, grazie a Dio è arrivato al limite ma si è fermato. Quando le ho detto, dobbiamo rimandare la festa, mi ha risposto “Non c’è nessun tipo di problema, è una bimba grande mentalmente, penso che questo suo essere spaventata l’ha spinta ancora di più ad volere mostrare la sua riconoscenza verso queste persone che realmente hanno salvato il centro di Alfonsine”. 

I soccorritori hanno poi chiesto di incontrare la bimba e lei non si è sottratta: “È andata tranquilla e serena – racconta ancora la mamma – ha parlato con loro, ha voluto vedere i campi allagati per rendersi conto di come era stato salvato il paese, le abbiamo chiesto se ricordava la strada per andare dalla bisnonna, che non c’è più. Ha voluto vedere, poi si è messa a mangiare il salame con i volontari che ci hanno aiutato”.

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Il bar della nipote del boss che spacca Buccinasco

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AGI – Elisa Barbaro, 23 anni, incensurata, nipote di Rocco Papalia, apre un bar a Milano, suscitando l’indignazione di Rino Pruiti, sindaco di Buccinasco dove la ‘ndrangheta ha messo radici da decenni attraverso  gli esponenti del clan Papalia-Barbaro come attestato da numerose inchieste e sentenze definitive.

L’insofferenza del primo cittadino, che si è scontrato sui social con la madre della ragazza, Serafina ‘Sara’ (così si fa chiamare) Papalia, è rivolta anche verso i concittadini che hanno espresso sostegno all’iniziativa imprenditoriale.

“Nei giorni scorsi ho appreso da mie fonti che la nipote di Rocco Papalia ha aperto un bar in via Lodovico Il Moro a Milano, a pochi metri dal ‘confine’ con Buccinasco – racconta Pruiti all’AGI – come poi confermato da un post su Facebook attraverso cui  la madre della ragazza annunciava di cercare personale per l’avvio del locale. Ho avvertito il Prefetto e, come consigliere metropolitano, anche il sindaco di Milano, per fare gli accertamenti del caso e capire chi sia titolare del bar. Noi facciamo di tutto per bloccare queste persone e loro aprono tranquillamente un bar che sarà costato centinaia di migliaia di euro.‘Frutto di sacrifici’, ha scritto la madre, ma quali sacrifici può avere fatto una ragazza di 23 anni per mettere da parte così tanti soldi?. Tra l’altro i Papalia continuano a piangere miseria lamentando difficoltà economiche”.

Chi abbia messo i soldi per l’acquisto del bar non è al momento chiaro. Elisa è sposata  ed è figlia di Serafina ‘Sara’ Papalia, figlia del boss Rocco tornato libero dopo avere scontato 30 anni di carcere, e di Salvatore Barbaro, condannato a 9 anni nell’inchiesta ‘Cerberus’.

Il sindaco ha cancellato i messaggi scritti da Serafina ‘Sara’ Papalia sotto al post in cui scriveva che ‘A Buccinasco non abbiano solo mafiosi ma anche insospettabili amici di mafiosi’  e anche quelli di chi era solidale con lei, non ritenendoli degni di apparire nel suo profilo istituzionale. Ha però conservato gli screenshot. “Carissimo, sono Sara Papalia – si legge in uno di questi – Volevo chiarire giusto per voi che parlate a vanvera  come al solito che il bar non è assolutamente dei Papalia come scrive nel post. E poi perché parlare al plurale! Dei! Ognuno di noi ha la propria famiglia! Il bar è di mia figlia, ragazza di 23 anni sposata con la sua di famiglia. Non hanno diritto nemmeno a crearsi un futuro?. Uccideteci tutti…”.

Alcuni concittadini hanno accusato Pruiti di aver diffamato la titolare del bar dandole della mafiosa e di far ricadere le colpe dei padri sui figli. “Queste persone le ho volute incontrare una a una, sono normalissimi cittadini – dice Pruiti -. Qualcuno ha capito, altri sono rimasti innervositi dalla mia definizione di ‘amici’ dei mafiosi. E’ una reazione che mi rattrista anche se la maggior parte dei cittadini condivide le mie perplessità”.
 

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Chi sono i 5 finalisti del Premio Campiello 2023

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AGI – È stata selezionata  la cinquina finalista della 61esima edizione del Premio Campiello. La Giuria dei Letterati ha votato tra gli oltre 90 libri ammessi al concorso dal Comitato Tecnico:

  • Marta Cai con “Centomilioni” (Einaudi) 
  • Tommaso Pincio con “Diario di un’estate marziana” (G. Perrone Editore)
  • Benedetta Tobagi con “La Resistenza delle donne” (Einaudi),
  • Silvia Ballestra con “La Sibilla. Vita di Joyce Lussu” (Laterza)
  • Filippo Tuena con “In cerca di Pan” (Nottetempo).

Durante la selezione la giuria ha inoltre annunciato il vincitore del Premio Campiello Opera Prima, riconoscimento attribuito dal 2004 a un autore al suo esordio letterario. Il premio è stato assegnato a Emiliano Morreale con “L’ultima innocenza” (Sellerio).

È stata inoltre espressa dalla giuria la volontà di assegnare una menzione al libro di Ada D’Adamo “Come d’aria” (Elliot), dell’autrice recentemente scomparsa.

Il vincitore della 61esima edizione del Premio Campiello sarà proclamato sabato 16 settembre al teatro la Fenice di Venezia, selezionato dalla votazione della Giuria dei Trecento Lettori anonimi. I Giurati vengono selezionati su tutto il territorio nazionale in base alle categorie sociali e professionali, cambiano ogni anno e i loro nomi rimangono segreti fino alla serata finale.

La cinquina finalista del #PremioCampiello2023

“La sibilla. Vita di Joyce Lussu” Silvia Ballestra
“Centomilioni” Marta Cai
“Diario di un’estate marziana” Tommaso Pincio
“La resistenza delle donne” Benedetta Tobagi
“In cerca di Pan” Filippo Tuena pic.twitter.com/k4mC2ldHuk

— Premio Campiello (@PremioCampiello)
May 26, 2023

La Giuria dei Letterati è presieduta da Walter Veltroni ed è composta da autorevoli personalità del mondo letterario e accademico quali: Pierluigi Battista, giornalista e scrittore, Federico Bertoni, docente di Critica letteraria e letterature comparate all’Università di Bologna, Daniela Brogi, docente di Letteratura Italiana contemporanea all’Università per Stranieri di Siena, Silvia Calandrelli, direttore di Rai Cultura, Edoardo Camurri, scrittore, autore e conduttore televisivo e radiofonico, Chiara Fenoglio, docente di Letteratura Italiana all’Università di Torino, Daria Galateria, scrittrice, accademica e traduttrice, Lorenzo Tomasin, Docente di Filologia Romanza all’Università di Losanna, Roberto Vecchioni, cantautore, scrittore, docente universitario ed Emanuele Zinato, docente di Letteratura italiana contemporanea all’Università di Padova.

“Sono molto soddisfatto della cinquina selezionata oggi – dichiara Veltroni – in generale, siamo davvero orgogliosi del livello dei libri che sono arrivati quest’anno. In un momento storico in cui siamo travolti dalle cose e in cui quelle importanti tendono a sparire, come l’amore per la pluralità, per la gentilezza e per il senso di comunità, la letteratura resiste. In questi tempi densi di caos e contraddizioni, il racconto diventa la nostra bussola. In tutti i libri che abbiamo letto – aggiunge – grazie alla meravigliosa giuria del Premio, fatta di persone competenti e libere, abbiamo ritrovato diversi elementi comuni: il forte rapporto con la realtà, tante donne scrittrici, l’attenzione verso la storia e la storia delle persone che la abitano, ma anche un’esaltazione della pura immaginazione. In questi momenti di frammentazione e di microfratture, grazie alla letteratura riusciamo a intravedere la luce. Il romanzo è capace di unificare, perché la scrittura è lavoro sartoriale, fatto di trame, ago e filo. Lavoro e creatività infatti sono fratelli – conclude – ed e’ per questo che, nello pieno spirito del Campiello, il premio degli industriali, vogliamo continuare a valorizzare questo rapporto, per portare in alto il lavoro e la cultura, insieme”. 

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