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PNIEC, Assistal-Confindustria “Troppe norme poco chiare”

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ROMA (ITALPRESS) – Nonostante molti aspetti positivi, ci sono troppe norme poco chiare e che, seppure emanate con l’obiettivo di semplificare, creano molta confusione. Questo il fulcro delle osservazioni che Assital, l’Associazione di Confindustria che riunisce le aziende operanti nei servizi di efficientamento energetico e nella manutenzione e gestione di impianti tecnologici, ha fatto pervenire al MASE nell’ambito delle audizioni che il Ministero ha svolto sulla proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC).
A seguito delle osservazioni mosse dall’Europa relativamente al PNIEC presentato dal nostro Paese e giudicato, in alcuni passaggi, poco efficace e ambizioso, l’Italia ha infatti avviato una fase di consultazioni rivolta a istituzioni, privati, associazioni e stakeholder. Secondo Assistal, ad oggi, il numero di politiche e misure per il raggiungimento degli obiettivi è troppo elevato. Inoltre, il Piano pone l’accento sul ‘cosà fare, senza individuare una strategia per la sua realizzazione concreta, ossia il ‘comè.
Apprezzabile, invece, per Assistal, l’approccio olistico del Governo, volto a razionalizzare le future sovrapposizioni e a minimizzare la necessità di riconciliazione normativa ex-post. Tuttavia, a tale scopo, l’associazione di categoria auspica l’adozione di Testi Unici su tematiche di maggiore complessità, come l’edilizia, nonchè la definizione di linee guida a livello nazionale per supportare lo sviluppo armonizzato delle normative regionali. Stesso suggerimento anche per quanto concerne le autorizzazioni degli impianti FER, così da razionalizzare davvero le diverse misure che nel corso degli anni si sono stratificate, rendendo di difficile comprensione e attuazione le relative disposizioni. A tal fine, “si suggerisce altresì di accelerare l’emanazione del decreto sulle aree idonee che dovrebbe facilitare la realizzazione in ambito regionale degli impianti a fonti rinnovabili, in sintonia con gli accordi presi dall’Italia con l’Europa (RED II e RED III)”, spiega Assistal, per la quale “appare dunque fondamentale valorizzare il ruolo degli operatori del settore energetico, quali le Energy Service Company (ESCo), che consentono di velocizzare il percorso di implementazione della transizione energetica minimizzandone i costi attraverso lo strumento del Partenariato Pubblico Privato (PPP). Strumento importantissimo che permette di moltiplicare le risorse a disposizione su progetti integrati e innovativi che creano valore per la società”.
“Gli obiettivi – ha dichiarato Roberto Rossi, presidente di Assistal – prefissati come Sistema-Paese ci impongono una forte accelerazione che deve essere però contraddistinta da regole operative chiare e da rapidità di attuazione delle stesse. Abbiamo necessariamente bisogno di una strategia nazionale concreta e realizzabile, in cui le nostre imprese collaborino sinergicamente con le Istituzioni e siano protagoniste del piano di transizione energetica”.

– Foto ufficio stampa Assistal –

(ITALPRESS).

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PNIEC, Assistal-Confindustria “Troppe norme poco chiare”

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ROMA (ITALPRESS) – Nonostante molti aspetti positivi, ci sono troppe norme poco chiare e che, seppure emanate con l’obiettivo di semplificare, creano molta confusione. Questo il fulcro delle osservazioni che Assital, l’Associazione di Confindustria che riunisce le aziende operanti nei servizi di efficientamento energetico e nella manutenzione e gestione di impianti tecnologici, ha fatto pervenire al MASE nell’ambito delle audizioni che il Ministero ha svolto sulla proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (PNIEC).
A seguito delle osservazioni mosse dall’Europa relativamente al PNIEC presentato dal nostro Paese e giudicato, in alcuni passaggi, poco efficace e ambizioso, l’Italia ha infatti avviato una fase di consultazioni rivolta a istituzioni, privati, associazioni e stakeholder. Secondo Assistal, ad oggi, il numero di politiche e misure per il raggiungimento degli obiettivi è troppo elevato. Inoltre, il Piano pone l’accento sul ‘cosà fare, senza individuare una strategia per la sua realizzazione concreta, ossia il ‘comè.
Apprezzabile, invece, per Assistal, l’approccio olistico del Governo, volto a razionalizzare le future sovrapposizioni e a minimizzare la necessità di riconciliazione normativa ex-post. Tuttavia, a tale scopo, l’associazione di categoria auspica l’adozione di Testi Unici su tematiche di maggiore complessità, come l’edilizia, nonchè la definizione di linee guida a livello nazionale per supportare lo sviluppo armonizzato delle normative regionali. Stesso suggerimento anche per quanto concerne le autorizzazioni degli impianti FER, così da razionalizzare davvero le diverse misure che nel corso degli anni si sono stratificate, rendendo di difficile comprensione e attuazione le relative disposizioni. A tal fine, “si suggerisce altresì di accelerare l’emanazione del decreto sulle aree idonee che dovrebbe facilitare la realizzazione in ambito regionale degli impianti a fonti rinnovabili, in sintonia con gli accordi presi dall’Italia con l’Europa (RED II e RED III)”, spiega Assistal, per la quale “appare dunque fondamentale valorizzare il ruolo degli operatori del settore energetico, quali le Energy Service Company (ESCo), che consentono di velocizzare il percorso di implementazione della transizione energetica minimizzandone i costi attraverso lo strumento del Partenariato Pubblico Privato (PPP). Strumento importantissimo che permette di moltiplicare le risorse a disposizione su progetti integrati e innovativi che creano valore per la società”.
“Gli obiettivi – ha dichiarato Roberto Rossi, presidente di Assistal – prefissati come Sistema-Paese ci impongono una forte accelerazione che deve essere però contraddistinta da regole operative chiare e da rapidità di attuazione delle stesse. Abbiamo necessariamente bisogno di una strategia nazionale concreta e realizzabile, in cui le nostre imprese collaborino sinergicamente con le Istituzioni e siano protagoniste del piano di transizione energetica”.

– Foto ufficio stampa Assistal –

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Cala la propensione al risparmio delle famiglie

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ROMA (ITALPRESS) – Nel corso del 2023 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato del 4,7% ( 5,7% nel 2022), pari ad un incremento di 58,7 miliardi. La consistente crescita dei prezzi ha, tuttavia, determinato una contrazione dello 0,5% del loro potere d’acquisto, ossia il reddito disponibile espresso in termini reali, che ha seguito la flessione dell’1,8% registrata nel 2022. E’ quanto emerge dai dati di un report dell’Istat. La dinamica più sostenuta della spesa per consumi finali delle famiglie ( 6,5%, 74,6 miliardi), rispetto al reddito disponibile, ha determinato nel 2023 una ulteriore riduzione della quota di reddito destinata al risparmio. La propensione al risparmio delle famiglie è passata dal 7,8% del 2022 al 6,3% del 2023, toccando il livello più basso dal 1995. Nel 2023 il reddito primario delle famiglie è aumentato di 75,2 miliardi ( 5,6%), con un apporto positivo generato dai redditi da lavoro dipendente ( 35,7 miliardi, 4,5%), dai redditi derivanti dall’attività imprenditoriale ( 18,6 miliardi, 5,4%), dai redditi imputati per l’utilizzo delle abitazioni di proprietà ( 10,2 miliardi, 6,7%) e dai redditi da capitale finanziario ( 10,7 miliardi, 17,6%). Il saldo degli interventi redistributivi nel 2023 ha sottratto alle famiglie 118,8 miliardi, 16,5 miliardi in più rispetto all’anno precedente. Le imposte correnti pagate dalle famiglie sono aumentate di 24,6 miliardi ( 10,7% rispetto al 2022) per la crescita dell’Irpef ( 10,2%) e delle ritenute sui redditi da capitale e sul risparmio gestito ( 23,0%). Per i contributi sociali versati dalle famiglie, nel complesso cresciuti di 10 miliardi ( 3,3%), si registra un aumento dei contributi sociali effettivi pagati dai lavoratori autonomi ( 7,3%, 2,9 miliardi) e una diminuzione di quelli a carico dei lavoratori dipendenti (-4,3% -2,2 miliardi). Le prestazioni sociali hanno registrato un incremento del 4,3%, pari a 19,1 miliardi ( 2,4% nel 2022, 10,2 miliardi). La dinamica positiva delle prestazioni sociali è dovuta, principalmente, all’aumento delle pensioni e rendite erogate dagli enti di previdenza ( 21,5 miliardi rispetto all’anno precedente) e delle misure relative agli assegni familiari ( 3,0 miliardi), in particolare per il consolidamento dell’erogazione dell’assegno unico e universale per i figli a carico, che hanno compensato la riduzione registrata nei sussidi per l’esclusione sociale (-10,8 miliardi).
Favorita dal prolungamento del sistema di incentivi alle ristrutturazioni, è proseguita nel 2023 la crescita degli investimenti delle famiglie per l’acquisto e la manutenzione straordinaria delle abitazioni ( 3,0%, 3,4 miliardi rispetto al 2022), anche se con ritmi più contenuti rispetto al biennio precedente. Le famiglie hanno beneficiato nell’anno di 78,4 miliardi di incentivi agli investimenti erogati dalle amministrazioni pubbliche ( 21,2 miliardi rispetto al 2022).
Nel 2023 il settore delle famiglie, la cui attività include una componente figurativa generata dall’utilizzo delle abitazioni di proprietà, ha registrato un incremento del valore aggiunto pari al 5,7% ( 3,6% nel 2022), che si è tradotto in un contributo di 1,5 punti percentuali della dinamica nazionale. Le piccole imprese e i lavoratori autonomi, inclusi nel settore delle famiglie, hanno segnato una crescita del valore aggiunto del 5,6%, più sostenuta rispetto all’anno precedente ( 4,8%), spiegando 0,9 punti percentuali della crescita dell’intera economia.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

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تفتيش في ميناء اسكيا والقبض على شاب

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تكثفت عمليات التفتيش على عمليات الإنزال بالموانئ السياحية في اسكيا الإيطالية.

وقد تمكنت قوات الكاربنيري من التعرف على شاب يبلغ من العمر 20 عامًا من سان فيتاليانو بين ركاب قارب محلق معروف بالفعل للشرطة.

وكان لدى الشاب قطعتان من الحشيش تزنان إجماليًا 200 جرام، وكان على الملصق صورة غوريلا ذات تاج ذهبي وسيجار، وفقاً لوكالة إيطاليا برس للأنباء.

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Torna a crescere l’occupazione, a febbraio record al 61,9%

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Torna a crescere l'occupazione, a febbraio record al 61,9%

ROMA (ITALPRESS) – Dopo il calo di gennaio, torna a crescere l’occupazione in Italia, raggiungendo un tasso record pari al 61,9%. E’ quanto emerge dai dati provvisori dell’Istat sul mercato del lavoro a febbraio. L’occupazione sale dello 0,2%, pari a 41mila unità in più, tra gli uomini, i maggiori di 24 anni e i dipendenti permanenti; cala invece tra le donne, i 15-24enni, i dipendenti a termine e gli autonomi. Il numero degli occupati – pari a oltre 23 milioni e 700 mila – è superiore a quello di febbraio 2023 di 351 mila unità.
fsc/gsl

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