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Sinner-Sonego agli ottavi nel doppio a Indian Wells

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INDIAN WELLS (USA) (ITALPRESS) – Jannik Sinner e Lorenzo Sonego
si qualificano agli ottavi di finale del BNP Paribas Open, il primo Masters 1000 della stagione in corso all’Indian Wells Garden (duro, Plexipave, montepremi 9.495.555 dollari). Gli azzurri hanno battuti la coppia russa Rublev/Khachanov con il punteggio di 7-5, 6-1 in un’ora e 12′ di gioco. Agli ottavi
Sinner-Sonego sfideranno la forte coppia composta dallo spagnolo Marcel Granollers e l’argentino Horacio Zeballos (numero 5 del seeding), tra i favoriti per la vittoria finale.

Foto: Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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Per l’Europa è giunto il momento di una politica estera comune

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Di Raffaele Bonanni

ROMA (ITALPRESS) – Gli accadimenti di questi ultimi tempi annunciano cambiamenti epocali che chiuderanno definitivamente la lunga stagione iniziata nel dopoguerra. L’Europa, travolta dall’ultimo conflitto mondiale con i suoi profondi solchi fisici e morali, ha rifiutato l’idea dello scontro tra i suoi Stati iniziando il percorso dell’Unione del continente. Ha proceduto concentrandosi su se stessa per concludere definitivamente le antiche rivalità iniziate sostanzialmente dalla caduta dell’impero romano, e si affida allora al nuovo potente alleato statunitense per provvedere alla sua sicurezza in costanza della divisione del blocco occidentale contrapposto a quello sovietico. Da allora, per la prima volta nella storia, i popoli europei non hanno più pensato alla loro difesa: si sono dedicati a ricostruire le loro economie, ridiventate presto floride. Ma ora molte cose sono cambiate; prorompe la potenza cinese, quella russa vuole ritornare ad ogni costo ai fasti imperiali dei secoli scorsi, l’Iran intende affermarsi nello scacchiere mediorientale. Tutti regimi governati da autarchie spregiudicate che annunciano il desiderio di un “nuovo ordine mondiale” ai danni della pace e dei trattati internazionali. E’ significativo che si usi lo stesso annuncio proclamato dall’asse Roma-Tokio-Berlino prima di scatenare infami guerre annunciate in Polonia, Grecia, Pearl Harbor. Gli attuali autocrati sostengono con denari, armi, e mercenari, ogni genere di dittatori e regimi oscurantisti, in Africa ed in medioriente. Conducono da tempo guerre ibride attraverso la disinformazione, prezzolando giornalisti e giornali, con quinte colonne nei partiti e governi, aggregando regimi nemici della democrazia. L’invasione dell’Ucraina non e’ un fatto a se stante. E’ l’azione coerente di verifica delle chance di questa internazionale antidemocratica per sondare la reazione occidentale, ritenuta incapace di reagire nel suo insieme. Ucraina, Africa, Taiwan, Israele, mar Rosso, sono legati all’unico disegno di saggiare la reazione occidentale. E’ dunque giunto il momento per gli europei di un deciso cambiamento: occuparsi di politica internazionale con un unica voce, costruire le basi di una sola difesa compensando peraltro l’allentamento di impegno Usa nel vecchio continente. In questa nuova e straordinaria fase, se si vuole salvaguardare l’autonomia economica e politica, si dovrà porre tali temi fuori dalla normale disputa tra i propri schieramenti partitici. In Italia tale requisito vale il doppio per vincere l’eccessiva rissosità in politica che sinora ha favorito ambiguità ed anche tradimenti. Ricostruire la nostra affidabile partnership con gli alleati e cancellerie europee, serve a noi ed agli altri. Il Presidente Meloni, va detto, su questi temi ha dato il meglio di se stessa, e ciò puo’ agevolare esperienze di condivisione sul da farsi tra forze politiche anche se non alleati nel governo. Sarebbe il più alto segno di amore per la nostra migliore cultura di libertà e autonomia nella democrazia. La vera prova di essere capaci di decisioni straordinarie per necessità straordinarie.(ITALPRESS).

Foto: Agenzia Fotogramma

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Immigrazione, Sea Watch 5 in fermo amministrativo. 135 dispersi in mare

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LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Dopo il salvataggio di 56 migranti in difficoltà in mare in acque internazionali mercoledì scorso, le autorità italiane hanno fermato al porto di Pozzallo la nave Sea-Watch 5 per 20 giorni. Lo ha confermato la ONG tedesca Sea-Watch. In precedenza, un ragazzo di 17 anni era morto a bordo dopo che l’Italia, Malta e la Tunisia hanno rifiutato di evacuarlo. Altre 4 persone in condizioni critiche sono state portate in Italia solo dopo 9 ore. Le restanti 51 persone e il corpo del ragazzo sono stati sbarcati a Pozzallo, in Sicilia, venerdì scorso a seguito di pressioni politiche e dalle medie. Sea-Watch ha aggiunto che le autorità italiane avevano precedentemente assegnato Ravenna, a oltre 1500 chilometri di distanza, come porto sicuro. Mercoledì scorso, durante il salvataggio di 56 persone da una barca di legno sovraffollata, i membri dell’equipaggio hanno scoperto diverse persone sottocoperta, quattro delle quali erano prive di sensi. Un diciassettenne ha subito un arresto cardiaco a bordo della Sea-Watch 5 ed è stato inizialmente rianimato. Nel pomeriggio è stato confermato dai medici che ha perso la vita. In precedenza, l’equipaggio della Sea-Watch aveva esortato le autorità competenti a evacuare il paziente e altre tre persone soccorse dal punto di vista medico. Tutti gli stati costieri sono stati allertati, ma né l’Italia, né Malta, né la Tunisia hanno avviato un’evacuazione o hanno assunto il coordinamento. Sea-Watch ha dichiarato: “Dopo aver sbarcato i rimanenti 51 sopravvissuti, le autorità italiane hanno fermato la Sea-Watch 5 la sera dell’8 marzo. Le ragioni addotte dalle autorità sono false: Sea-Watch non ha disobbedito alle istruzioni della Guardia Costiera libica, ma piuttosto la nave libica Fezzan non ha risposto ripetutamente al contatto radio mentre trasportava a bordo decine di persone provenienti da un altro caso di emergenza per rimorchiarle con la forza in Libia. Le autorità tunisine più volte contattati da Sea-Watch inizialmente non parlavano inglese, poi hanno negato ogni responsabilità per un’evacuazione medica e ci hanno ordinato di contattare l’Italia. L’International Radio Medical Center, che fa capo al Ministero dei Trasporti italiano, ci ha detto di mantenere la rotta verso nord a tutta velocità”. Oliver Kulikowski, portavoce di Sea-Watch, ha dichiarato: “La detenzione della Sea-Watch 5 è una manovra puramente politica. L’Italia sembra utilizzare qualsiasi mezzo per distogliere l’attenzione dalla sua incapacità di fornire assistenza”. Nel frattempo, 85 migranti risultano dispersi nel Mediterraneo centrale. La ONG Alarm Phone ha confermato di aver perso i contatti con il gruppo fuggito dalla Libia. La ONG ha aggiunto che la guardia costiera libica ha affermato di “non essere riusciti a trovarli”. Alarm Phone ha richiesto un’estesa operazione di ricerca e salvataggio in un luogo sicuro. Questo caso segue un altro gruppo di 50 migranti che si trovavano in difficoltà nel Mediterraneo centrale. Erano fuggiti dalla Libia e avevano detto che il loro motore si era rotto a causa del maltempo. Alarm Phone conferma di aver perso i contatti e che la guardia costiera libica, pur essendo stata veloce nell’intercettare, finora non ha trovato i migranti.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio stampa Sea Watch

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Papa “A Gaza guerra tra irresponsabili” e all’Ucraina “bandiera bianca non è resa”

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ROMA (ITALPRESS) – A Gaza è in corso una guerra “tra due irresponsabili”, ed anche in Ucraina è venuto il momento di dire che “la bandiera bianca non è una resa”. E’ quanto dichiara Papa Francesco a Lorenzo Buccella, giornalista della Radio Televisione Svizzera (RSI), che l’emittente elvetica trasmetterà il prossimo 20 marzo.
“Tutti i giorni alle sette del pomeriggio chiamo la parrocchia di Gaza – sottolinea il Pontefice -. Seicento persone vivono lì e raccontano cosa vedono: è una guerra. E la guerra la fanno due, non uno. Gli irresponsabili sono questi due che fanno la guerra. Poi non c’è solo la guerra militare, c’è la ‘guerra-guerriglierà, diciamo così, di Hamas per esempio, un movimento che non è un esercito. E’ una brutta cosa”.
E poi sull’Ucraina, aggiunge: “E’ più forte chi vede la situazione, chi pensa al popolo, chi ha il coraggio della bandiera bianca, di negoziare. E oggi si può negoziare con l’aiuto delle potenze internazionali. La parola negoziare è una parola coraggiosa. Quando vedi che sei sconfitto, che le cose non vanno, occorre avere il coraggio di negoziare. Hai vergogna, ma con quante morti finirà? Negoziare in tempo, cercare qualche Paese che faccia da mediatore. Oggi, per esempio nella guerra in Ucraina, ci sono tanti che vogliono fare da mediatore. La Turchia, si è offerta per questo. E altri. Non abbiate vergogna di negoziare prima che la cosa sia peggiore”.
Dichiarazioni che hanno suscitato immediate reazioni e che hanno indotto il direttore della Sala Stampa vaticana, Matteo Bruni, a intervenire e precisare: “Il Papa con le sue parole sull’Ucraina ha inteso chiedere il cessate il fuoco e rilanciare il coraggio del negoziato”. Il direttore della Sala Stampa vaticana spiega che l’auspicio di Francesco per il Paese, da sempre definito “martoriato”, è tutto racchiuso nelle parole già espresse all’Angelus del 25 febbraio, all’indomani del drammatico doppio anniversario dello scoppio del conflitto, in cui ribadiva il suo “vivissimo affetto” alla popolazione. E cioè di “creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duratura”. “Il Papa – specifica Bruni – usa il termine bandiera bianca, e risponde riprendendo l’immagine proposta dall’intervistatore, per indicare con essa la cessazione delle ostilità, la tregua raggiunta con il coraggio del negoziato. Altrove nell’intervista, parlando di un’altra situazione di conflitto, ma riferendosi a ogni situazione di guerra, il Papa ha affermato chiaramente: ‘Il negoziato non è mai una resà”.
“L’auspicio del Papa – ribadisce infatti il portavoce vaticano – è e resta quello sempre ripetuto in questi anni, e ripetuto recentemente in occasione del secondo anniversario del conflitto: ‘Mentre rinnovo il mio vivissimo affetto al martoriato popolo ucraino e prego per tutti, in particolare per le numerosissime vittime innocenti, supplico che si ritrovi quel pò di umanità che permetta di creare le condizioni di una soluzione diplomatica alla ricerca di una pace giusta e duraturà”.
– foto Agenzia Fotogramma –
(ITALPRESS).

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Isola “Gara lineare a Gedda, fotocopia di Sakhir”

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ROMA (ITALPRESS) – Percorso netto della Red Bull nelle prime due gare della stagione 2024. Dopo la doppietta di Sakhir ne è arrivata un’altra a Gedda, sempre con Max Verstappen davanti al compagno di squadra Sergio Perez. Così come in Bahrain, è stato un pilota della Ferrari a completare il podio: otto giorni fa era toccato a Carlos Sainz salire sul terzo gradino, oggi è stata la volta di Charles Leclerc. E anche il resto della top ten è stato molto simile a quello della prima gara, con l’altra Ferrari, qui guidata dall’esordiente Bearman (7°), due McLaren, due Mercedes e un’Aston Martin: l’unico “intruso” è stato Nico Hulkenberg, autore di una bellissima prestazione che lo ha portato a concludere al decimo posto. “E’ stata una gara molto lineare, sia come risultato finale, praticamente una fotocopia di Sakhir, che come comportamento degli pneumatici – spiega Mario Isola, direttore Motorsport Pirelli – Sapevamo che questa era una corsa dove la strategia più veloce era quella su una sosta: ovviamente la neutralizzazione già dopo sette giri ha anticipato la finestra del pit”. “La C2 ha confermato di essere una mescola molto consistente, sia in termini di prestazione che di degrado: non è un caso che il giro più veloce della corsa sia stato ottenuto proprio nel finale da Leclerc con un set che aveva già percorso 43 giri. Anche la C3 è stata all’altezza della situazione, perchè i quattro piloti che hanno scelto di rimanere fuori al momento della safety-car sono stati in grado di portarla sì al limite dell’usura ma riuscendo anche a gestirne la prestazione in maniera piuttosto competitiva. Rispetto ai long run di venerdì, il graining su questa mescola è stato minore, anche perchè la pista durante il weekend si è progressivamente gommata man mano che veniva utilizzata. Gli stint di Hamilton e Norris sulla C4 hanno inoltre dimostrato che la mescola più morbida portata qui poteva essere un’opzione competitiva anche per la prima parte della gara mentre soltanto due piloti hanno provato a sfruttarla”, ha concluso Isola.
– Foto Ufficio Stampa Pirelli –
(ITALPRESS).

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Sette spadisti azzurri nel tabellone principale a Budapest

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BUDAPEST (UNGHERIA) (ITALPRESS) – Sette azzurri della spada maschile deL ct Dario Chiadò si sono qualificati per il tabellone principale del Grand Prix Fie di Budapest. Erano già ammessi, per diritto di ranking, al tabellone principale da 64 Davide Di Veroli, Federico Vismara e Valerio Cuomo. Dopo un lungo tabellone preliminare, hanno raggiunto la qualificazione anche Fabrizio Di Marco, Andrea Santarelli, Gianpaolo Buzzacchino e Giacomo Paolini. Si è fermata all’ultimo incontro di giornata la corsa di Enrico Piatti. Stop nel tabellone da 128 per Filippo Armaleo e Simone Mencarelli mentre sono stati superati nel turno precedente Giulio Gaetani e Luca Diliberto. Domani la giornata clou di Budapest. In pedana, a partire dalle ore 9 italiane, la spada femminile con 9 azzurre del ct Chiadò, alle 10.30 spazio anche alla competizione maschile con 7 italiani al via.
– Foto Ufficio Stampa Federscherma –
(ITALPRESS).

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