ROMA (ITALPRESS) – Non basta a Detroit una grande prova di Simone Fontecchio per evitare la sconfitta casalinga nella notte italiana della regular-season dell’Nba. Di fronte agli oltre 19mila spettatori della Little Caesars Arena, i Pistons cedono per 112-109 a Orlando Magic nonostante la super serata della 28enne ala piccola pescarese, che termina a referto con 17 punti, 3 rimbalzi e 5 assist in 32 minuti di impiego. Vinta almeno la sfida a distanza con il ‘mancato azzurrò Paolo Banchero, che di punti ne sigla 15 ma che stampa il canestro decisivo quasi sulla sirena; top-scorer l’altro idolo di casa Cade Cunningham, che si ferma a quota 26. Affermazione esterna anche per i Boston Celtics, che si impongono per 116-102 sul parquet dei New York Knicks, che possono consolarsi solo per 34 punti firmati da Brunson; Edwards (29 punti) e Towns (28) trascinano invece i Minnesota Timberwolves al successo interno per 101-86 sui Brooklyn Nets.
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PALERMO (ITALPRESS) – “Tajani ha creato questa figura, modificando lo statuto di Forza Italia, per avermi accanto. Non mi sono voluto candidare alla vicesegreteria, perchè sono presidente di Regione e contrario ai doppi ruoli operativi. Il consiglio nazionale si riunisce non meno di due volte all’anno. Ma comunque il mio sarà un ruolo politico: farò da supporto a tajani tutte le volte in cui avrà bisogno di me, affinchè possa dare una mano al partito, compatibilmente con il mio impegno di presidente. Per me è una soddisfazione, perche Forza Italia e la mia casa, ho vissuto a fianco di Silvio Berlusconi con cui ho condiviso un pezzo di storia del Paese”. Così il Presidente della Regione Siciliana Renato Schifani in una intervista a il “Giornale di Sicilia” parla del nuovo incarico come presidente del Consiglio nazionale di Forza Italia, accanto al neo segretario nazionale, Antonio Tajani.
Schifani, quindi, conferma che porterà a Roma le istanze della Sicilia. “Certamente. Ma guardo al mio ruolo in chiave nazionale, non in una logica regionalistica. Credo che la scelta di Antonio (Tajani) sia caduta sulla mia persona e non perchè sono siciliano. D’altro canto, però, l’idicazione del cordinatore regionale Marcello Caruso tra i sei membri di diritto della segreteria nazionale è un segnale di grande attenzione di Tajani per la Sicilia”.
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MILANO (ITALPRESS) – “Ho parlato con il presidente. Condivido le sue parole come le condividono tutti i poliziotti. Tutti noi auspichiamo sempre che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti. Fondamentale in tale senso è anche la collaborazione degli stessi manifestanti”. Così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi in una intervista a “Il Corriere della Sera” parla di quanto avvenuto a Pisa con le cariche della polizia agli studenti che manifestavano per la Palestina e il richiamo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che ha ben spiegato che “l’uso dei manganelli”, in particolare con i ragazzi, “rappresenta sempre un fallimento”. Piantedosi, poi, smentisce che ormai ogni manifestazione è segnata dalle manganellate. “Io guardo i dati e dico che non è così. Da più di un anno le manifestazioni pubbliche gestite dalle forze dell’ordine sono state oltre 13 mila, e di queste solo una minima parte ha fatto registrare incidenti, peraltro con una prevalenza di feriti tra le forze dell’ordine rispetto ai manifestanti. Dal riacutizzarsi del conflitto israeliano-palestinese l’impegno è notevolmente accresciuto. Dal 7 ottobre scorso sono state più di mille le manifestazioni e soltanto nel 3% dei casi si sono registrati incidenti”. Il ministro, quindi alla domanda se non crede sia necessario intervenire, risponde: “Io posso dire che siamo aperti a ogni analisi, anche autocritica, allorquando anche una sola manifestazione tra le migliaia ci ponesse il problema di verificare se tutto è andato per il verso giusto”. A Pisa e Firenze gli agenti hanno rincorso ragazzini di 15 anni… “Vedere quelle immagini ha contrariato e amareggiato anche me. Quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è in ogni caso doveroso svolgere ogni esame obiettivo su come siano andati i fatti. Ho chiesto di avere una dettagliata relazione sullo svolgimento degli eventi e su quale possibile attività di mediazione sia stata sviluppata per prevenire quegli incidenti che non fanno bene nè ai manifestanti nè agli operatori che erano sul campo. E nemmeno a tutti noi”. Alla domanda se l’Italia è un un Paese autoritario, dice: “Il riferimento ai numeri che ho dato – riguardo all’impegno che viene messo nella gestione delle manifestazioni di ordine pubblico e al fatto che la quasi totalità si svolga senza incidenti – testimonia quanto le nostre forze dell’ordine siano attrezzate per svolgere il proprio compito in linea con le nostre caratteristiche di Paese maturo e democratico. E’ molto importante tenerlo presente ed evitare che singoli incidenti, pur gravi, vengano mai utilizzati da qualcuno per volgari strumentalizzazioni e distorte rappresentazioni della realtà”.
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GENOVA (ITALPRESS) – Una vittoria che dà una spallata alla lotta retrocessione. Il Genoa vince 2-0 contro l’Udinese, le reti di Retegui e Bani regalano tre punti fondamentali ai rossoblù, ora a quota 33 punti e a 13 dalla zona rossa. Nono ko stagionale per i friulani, che non sfruttano le sconfitte di Sassuolo e Verona: la squadra di Cioffi resta a 3 dalla terzultima posizione.
Moduli speculari e un atteggiamento simile: i primi 25 minuti del Ferraris sono trascorsi sul filo dell’equilibrio, il primo pericolo è arrivato dal colpo di testa di Lucca, con l’attaccante friulano fermato soltanto dalla traversa. La risposta da parte del Grifone è stata immediata, un intervento miracoloso da parte di Okoye sul tiro ravvicinato di Vasquez ha evitato il gol da parte dei padroni di casa. Il difensore messicano ci ha riprovato al 32′ quando sugli sviluppi di un corner ha colpito il palo, sempre su colpo di testa. Per invertire la rotta serviva soltanto una giocata da fuoriclasse, ci ha pensato Retegui al 36′ del primo tempo: l’italo-argentino si è inventato una rovesciata sul secondo palo dopo la carambola innescata da Giannetti nella propria area. Nel giro di quattro minuti la squadra di Gilardino trova anche la rete del raddoppio con la zuccata di Bani, servito dal traversone vellutato di Gudmundsson. Nella ripresa gli uomini di Cioffi non sono riusciti a cambiare l’inerzia di una serata da dimenticare, anzi, dopo 4 minuti gli ospiti sono rimasti in dieci a causa del doppio giallo di Kristensen. Il Genoa in superiorità numerica ha cercato a più riprese il gol del 3-0, l’Udinese invece al 28′ ha accorciato le distanze con Lucca, ma la rete dell’attaccante bianconero è stato annullato per un precedente fallo su De Winter. Ottava vittoria per i liguri che nel prossimo turno affronteranno l’Inter capolista, impegnata domani a Lecce e mercoledì nel recupero contro l’Atalanta. I bianconeri invece sfideranno la Salernitana: per evitare spiacevoli sorprese i tre punti diventano praticamente un obbligo.
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ROMA (ITALPRESS) – Non è la prima volta che accadono nel lavoro italiano situazioni drammatiche come quelle di Firenze, e dunque si dovrà agire in modo che si capisca che e’ finita l’ambiguità. Bisogna andare alle cause per debellare i rischi per lavoratori, individuando ciò che li provoca Quando la politica decide di affrontare i rischi che minacciano i cittadini, per dare un segno della loro prontezza inaspriscono le pene. Ma ha ragione da vendere il Ministro Nordio. Questa logica tende solo a placare i cittadini per non cambiare la realtà. Se andiamo ad analizzare i casi vari,notiamo che i reati di lavoro nero, di evasioni contributive, di trasgressioni salariali, di non rispetto delle norme della sicurezza, di corruzione per ottenere appalti e subappalti sono sempre manovrati dagli stessi soggetti, ed accadono in prevalenza in alcuni territori. Si comprende che in questi contesti il fenomeno è spinto da volontà criminali: guadagnare in dispregio delle leggi dello Stato e dell’etica; delle regole di concorrenza; del ricorso alla corruzione quale mezzo per ottenere appalti ed impunità.
Questi soggetti per guadagnare irregolarmente nel mercato degli appalti pubblici e privati, al contrario delle imprese regolari, sono disposti ad ogni rischio pur di potersi muovere nel business degli appalti. Ed allora il tema da porsi è quello di colpirli nel loro vero interesse: la perdita della licenza, la perdita di denaro. Chi persegue fini illeciti con gli appalti facili dannosi per lavoratori ed imprese rispettose delle leggi e contratti, deve perdere i’acquitrino paludoso del malaffare che dominano. Occorre colpire i loro interesse economico e la loro presenza nel mercato. Le imprese non possono ottenere appalti solo perché iscritti all’albo: devono avere attrezzature, operai e tecnici. Non possono distribuire ai subappalti l’intero processo di realizzazione delle opere tipiche delle costruzioni che li fa ritenere idonei dall’albo. I capitolati di appalto questo devono gia a monte precisare. I sub appaltatori dovranno essere coinvolti solo per lavori specialistici al di fuori delle opere centrali in esecuzione. Essi dovranno avere un loro albo che li riconosce capaci di svolgere tali lavorazioni speciali. Le gare al massimo ribasso non dovranno essere più utilizzate.
Negli appalti privati la mancanza delle garanzie dovrà condizionare il rilascio della licenza di costruzione a monte e i certificati di abitabilità a valle da parte dei Comuni. Ecco, se si dovessero rioganizzare in tal modo gli appalti, sarà più difficile usare i lavori pubblici per il malaffare, in dispregio del necessario regime di concorrenza. Cambiata l’aria si potranno ricostruire grandi imprese competitive italiane nei mercati europei e mondiali, distrutte proprio dal demenziale sistema mordi e fuggi. Le imprese delle costruzioni italiane fino a 30 anni fa erano le più forti del mondo, e hanno costruito le opere più imponenti nelle Americhe, in Medio Oriente in africa, poi sono state rovinate dalla ragnatela locale di piccolo cabotaggio e di complicità. Il Paese ha perso civiltà ed economia, i lavoratori ci hanno perso anche la vita.
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ROMA (ITALPRESS) – Durante il Congresso Nazionale di Forza Italia, il segretario nazionale Antonio Tajani – nel dare la parola al presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – ha comunicato la sua decisione di nominarlo Presidente del Consiglio Nazionale. Questo incarico è stato approvato dal Congresso con una modifica allo Statuto. “In questi due giorni stiamo assistendo a un secondo miracolo italiano: Forza Italia c’è ancora dopo che Berlusconi ci ha lasciato. Ognuno di noi ce la sta mettendo tutta, nella consapevolezza che Silvio Berlusconi è con noi in quelle battaglie che sono state le sue. Perché, non dimentichiamolo mai, Forza Italia era Berlusconi e Berlusconi era Forza Italia”, ha detto Schifani intervenendo al congresso di Forza Italia. “Per le prossime elezioni europee direi, con una battuta, che nel partito c’è un derby tra regioni del Sud. Anche la Sicilia si iscrive a questo derby, poi vedremo i numeri. L’importante è lavorare tutti assieme. Un partito unito che ti garantisce, Antonio, lealtà, collaborazione, fraternità ed amicizia”. “A proposito di legalità – aggiunge – se c’è un partito che ha veramente combattuto la criminalità organizzata, l’ha combattuta a viso aperto, quello è Forza Italia. Lo abbiamo fatto attraverso le leggi sul carcere duro e sui sequestri, grazie a Silvio Berlusconi che le ha volute. Altri si sono riempiti la bocca, hanno fatto sfilate e marce, ma noi ci abbiamo messo la faccia, per non dire a volte anche le incolumità”.
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