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Energia, uno studio: per modernizzare sistema Ue servono nuove norme

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Energia, uno studio: per modernizzare sistema Ue servono nuove norme

ROMA (ITALPRESS) – Il sistema di distribuzione energetica europea sta affrontando nuove sfide, che impongono una rapida modernizzazione e digitalizzazione della rete. Eurelectric, la federazione dell’industria elettrica europea, ha condotto uno studio per valutare la maturità digitale degli operatori del settore. La digitalizzazione può migliorare notevolmente l’efficienza durante la costruzione e la manutenzione della rete elettrica, ma diversi ostacoli ne limitano il pieno potenziale, sostiene Eurelectric.
abr/gsl

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Tg Economia – 23/5/2024

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Tg Economia - 23/5/2024

ROMA (ITALPRESS) – In questa edizione:
– Energia, uno studio: per modernizzare sistema Ue servono nuove norme
– Sempre più italiani scelgono il turismo esperienziale
– Piano Mattei, cruciale il ruolo dei liberi professionisti
abr/gsl

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Sempre più italiani scelgono il turismo esperienziale

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Sempre più italiani scelgono il turismo esperienziale

ROMA (ITALPRESS) – Viaggi enogastronomici, manifestazioni sportive, itinerari artistici, percorsi religiosi. Sono alcune forme di turismo esperienziale sempre più diffuse in Italia, apprezzate dai giovani e soprattutto capaci di generare significativi flussi turistici, in termini di presenze e spesa. Il 75% dei 35 milioni di Italiani che nel corso di un anno pianificano almeno un viaggio o una vacanza è alla ricerca di esperienze non convenzionali.
abr/gsl

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Procaccini “Eccesso di furia ideologica, questa Europa è un disastro”

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Procaccini

ROMA (ITALPRESS) – “Essendo un parlamentare uscente ho avuto un punto di vista privilegiato nei cinque anni alle spalle, questa Europa è un disastro, c’è stato un eccesso di furia ideologica ma penso che questa sia stata una stagione particolare, una stagione dominata dalle sinistre rosse che hanno imposto una piattaforma programmatica pseudoambientalista ma che a me ha ricordato un’altra ideologia del secolo scorso, gli orfani di quella ideologia che imponeva, vietava, diceva come lavorare, cosa dire”. A dirlo Nicola Procaccini, candidato al collegio Centro di Fratelli d’Italia alle elezioni europee, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica dell’agenzia Italpress “Primo Piano – Elezioni Europee 2024”
fsc/mrv

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Cambiamenti climatici, italiani consapevoli dei rischi per la salute

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ROMA (ITALPRESS) – Il 78,5% degli italiani ha una consapevolezza elevata dei rischi sulla salute che possono essere prodotti dai cambiamenti climatici, quasi uno su due (47%) crede che già ora l’emergenza abbia un impatto sulla salute della popolazione. E’ quanto emerge da un’indagine commissionata da Assosalute, presentata oggi in un webinar organizzato da Federchimica-Assosalute, per valutare la percezione degli italiani sull’argomento. Solo il 7% degli intervistati ritiene che i cambiamenti climatici non abbiano impatto, mentre il 17% ritiene che ne abbiano poco.
“All’aumentare dell’età – spiega Giovanna Hotellier, Data Analyst e Market Research di Human Highway – aumenta anche la consapevolezza delle persone, i giovani ne hanno sentito parlare ma meno degli over64. Allo stesso modo, tra le donne (84,2%, rispetto al 64,4% degli uomini) e le persone più istruite l’argomento è più sentito. Tra i principali disturbi segnalati ci sono stanchezza, malesseri muscolo scheletrici, influenze e allergie fuori stagione”. Il problema è sentito tra gli over 65 (53,5%) e i giovanissimi (50,7%), meno sentito dai 45-54enni (39,6%). “E’ un tema di grande rilievo – conferma Claudio Cricelli, presidente Emerito della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – ormai la percezione sta aumentando ovunque. Non tutto quello che percepiamo deve essere correlato ai cambiamenti climatici, tuttavia è importante che le persone ragionino su quanto questi cambiamenti possono influire sulla loro salute”. Le persone tra i 45 e i 65 anni vengono definite da Cricelli “confuse”: “rappresentano”, afferma, “i responsabili e le vittime delle conseguenze future delle loro decisioni e scelte attuali. Secondo l’esperto, i giovani ne sono colpiti “per ragioni culturali, c’è una crescente preoccupazione perchè reagiscono come i titolari del futuro”, mentre i più anziani ne sono coinvolti “perchè con gli anni si diventa più vulnerabili”. C’è quindi “un’eccellente correlazione tra cosa le persone percepiscono e cosa dicono”. Cricelli cita la grande ondata di caldo del 2003, con una stima di circa 35mila decessi in eccesso: “Noi osserviamo il fenomeno da scienziati, le persone lo subiscono sulla loro pelle”. In aumento le segnalazioni di stress ambientale che minano il sonno, disturbandolo. “E’ quello che vediamo nelle grandi città – ribadisce Cricelli – le persone percepiscono il rumore e questo influisce sul riposo”.
Il medico di famiglia rimane la figura di riferimento per questo tipo di disturbi, il 45,2% degli intervistati si rivolge al camice bianco. Mentre in un caso su 4 si ricorre all’automedicazione. Quindi rimedi naturali, farmacista, notizie apprese sui social, amici e parentele. Tra i principali comportamenti preventivi ci sono la rinuncia a zone inquinate, che vengono evitate. Lo stesso vale per gli ambienti affollati, mentre gli uomini rispondono con la pratica sportiva e le donne sposano la sana alimentazione. Secondo Cricelli, il medico di famiglia “rimane l’interlocutore più sicuro, è colui con cui si parla di tutto”, il passo successivo è “rivedere la strategia farmacologica”. Altra novità è la scelta del luogo di villeggiatura. “Ora – racconta Cricelli – molti ci chiedono se sia meglio andare al mare o alla montagna, credono che i monti siano migliori perchè c’è più fresco mentre altri continuano a preferire la località marina perchè la ritengono comunque più rilassante. La popolazione comunque ora ragiona su questi temi, c’è consapevolezza individuale”.

– foto: screenshot webinar Assosalute –
(ITALPRESS).

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Cambiamenti climatici, italiani consapevoli dei rischi per la salute

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ROMA (ITALPRESS) – Il 78,5% degli italiani ha una consapevolezza elevata dei rischi sulla salute che possono essere prodotti dai cambiamenti climatici, quasi uno su due (47%) crede che già ora l’emergenza abbia un impatto sulla salute della popolazione. E’ quanto emerge da un’indagine commissionata da Assosalute, presentata oggi in un webinar organizzato da Federchimica-Assosalute, per valutare la percezione degli italiani sull’argomento. Solo il 7% degli intervistati ritiene che i cambiamenti climatici non abbiano impatto, mentre il 17% ritiene che ne abbiano poco.
“All’aumentare dell’età – spiega Giovanna Hotellier, Data Analyst e Market Research di Human Highway – aumenta anche la consapevolezza delle persone, i giovani ne hanno sentito parlare ma meno degli over64. Allo stesso modo, tra le donne (84,2%, rispetto al 64,4% degli uomini) e le persone più istruite l’argomento è più sentito. Tra i principali disturbi segnalati ci sono stanchezza, malesseri muscolo scheletrici, influenze e allergie fuori stagione”. Il problema è sentito tra gli over 65 (53,5%) e i giovanissimi (50,7%), meno sentito dai 45-54enni (39,6%). “E’ un tema di grande rilievo – conferma Claudio Cricelli, presidente Emerito della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie – ormai la percezione sta aumentando ovunque. Non tutto quello che percepiamo deve essere correlato ai cambiamenti climatici, tuttavia è importante che le persone ragionino su quanto questi cambiamenti possono influire sulla loro salute”. Le persone tra i 45 e i 65 anni vengono definite da Cricelli “confuse”: “rappresentano”, afferma, “i responsabili e le vittime delle conseguenze future delle loro decisioni e scelte attuali. Secondo l’esperto, i giovani ne sono colpiti “per ragioni culturali, c’è una crescente preoccupazione perchè reagiscono come i titolari del futuro”, mentre i più anziani ne sono coinvolti “perchè con gli anni si diventa più vulnerabili”. C’è quindi “un’eccellente correlazione tra cosa le persone percepiscono e cosa dicono”. Cricelli cita la grande ondata di caldo del 2003, con una stima di circa 35mila decessi in eccesso: “Noi osserviamo il fenomeno da scienziati, le persone lo subiscono sulla loro pelle”. In aumento le segnalazioni di stress ambientale che minano il sonno, disturbandolo. “E’ quello che vediamo nelle grandi città – ribadisce Cricelli – le persone percepiscono il rumore e questo influisce sul riposo”.
Il medico di famiglia rimane la figura di riferimento per questo tipo di disturbi, il 45,2% degli intervistati si rivolge al camice bianco. Mentre in un caso su 4 si ricorre all’automedicazione. Quindi rimedi naturali, farmacista, notizie apprese sui social, amici e parentele. Tra i principali comportamenti preventivi ci sono la rinuncia a zone inquinate, che vengono evitate. Lo stesso vale per gli ambienti affollati, mentre gli uomini rispondono con la pratica sportiva e le donne sposano la sana alimentazione. Secondo Cricelli, il medico di famiglia “rimane l’interlocutore più sicuro, è colui con cui si parla di tutto”, il passo successivo è “rivedere la strategia farmacologica”. Altra novità è la scelta del luogo di villeggiatura. “Ora – racconta Cricelli – molti ci chiedono se sia meglio andare al mare o alla montagna, credono che i monti siano migliori perchè c’è più fresco mentre altri continuano a preferire la località marina perchè la ritengono comunque più rilassante. La popolazione comunque ora ragiona su questi temi, c’è consapevolezza individuale”.

– foto: screenshot webinar Assosalute –
(ITALPRESS).

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La Regione Toscana ricorda i 250 anni della Guardia di Finanza

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FIRENZE (ITALPRESS) – La Regione apre gli spazi della sua sede in piazza Duomo ai due secoli e mezzo di vita della Guardia di Finanza con un convegno intitolato “Nella tradizione il futuro”, la presentazione del volume “La Guardia di Finanza per la Toscana..ieri, oggi è domani” e l’installazione di un percorso espositivo, parte del più ampio programma delle celebrazioni che ricordano l’anniversario della fondazione del Corpo, con testimonianze, documenti e reperti inseriti nella mostra inaugurata a palazzo Strozzi Sacrati.
Tutte le iniziative sono state presentate nel corso di una conferenza stampa presso la sede della Regione a palazzo Strozzi Sacrati alla quale sono intervenuti il presidente della Regione, il generale di Corpo d’Armata della Guardia di Finanza, comandante interregionale dell’Italia centro-settentrionale del Corpo e il presidente della Fondazione Spadolini – Nuova Antologia professor Cosimo Ceccuti.
Il volume, intitolato “La Guardia di Finanza per Toscana…ieri, oggi è domani”, realizzato con il coordinamento editoriale del comandante regionale della Toscana della Guardia di Finanza e il capo ufficio Pianificazione, programmazione e controllo del Corpo, ripercorre, come scrive il presidente della Regione Toscana nella sua prefazione, una storia che riguarda tutti i toscani.
“Siamo partecipi – afferma il presidente della Regione Eugenio Giani – dell’anniversario della fondazione di un Corpo che è oggi presidio di legalità e garantisce il corretto funzionamento dei presidi industriali e produttivi del territorio. Nella storia della Guardia di Finanza c’è uno speciale elemento di orgoglio legato alla Toscana, dove nel 1840 il Granduca Leopoldo II d’Asburgo Lorena istituisce la Real Guardia di Finanza con competenze in materia economica e finanziaria e compiti di controllo, prevenzione e sanzione che vanno oltre il controllo doganale. La legge italiana, nel 1881, farà poi tesoro di questa impostazione granducale del Corpo delineandole il profilo che oggi assume. Il ruolo fondamentale della Guardia di Finanza nella storia italiana, sottolinea il professor Ceccuti, è testimoniato, dal Risorgimento ad oggi, proprio in questa evoluzione del ruolo e dell’importanza del Corpo, che dal semplice controllo di frontiera e sostegno alle Dogane assume un profilo sempre più operativo, combattente e partecipe delle vicende nazionali, da Firenze capitale alla Grande Guerra, fino alla sua attiva presenza ed al suo contributo nelle emergenze toscane degli ultimi anni”. “Oggi- sottolinea il generale di Corpo d’Armata – la Guardia di Finanza è un Corpo di Polizia economico finanziaria fatto di uomini e donne che fa della responsabilità la ragione del suo agire, nella consapevolezza della delicatezza del suo ruolo pubblico e delle conseguenze sulla collettività della sua presenza. A questo si aggiunge una costante competenza nel settore fiscale che si accompagna ad una puntuale attenzione al contesto di riferimento, in continuo mutamento, ed al costante aggiornamento di strumentazioni e mezzi.
Il presente si lega quindi al passato attraverso un patrimonio civico e storico di testimonianze visivamente conservato a Firenze nella caserma ‘Col. Antonio Fontanellì, sede del Comando Interregionale dell’Italia Centro Settentrionale, dove sono custoditi alcuni dei documenti e reperti inseriti nel percorso della mostra inaugurata negli spazi della sede della Regione a palazzo Strozzi Sacrati, visitabile fino al prossimo 24 giugno, con l’esposizione di divise, documenti e cimeli ed uno spazio esterno dedicato all’esposizione di veicoli e mezzi storici”.

– Foto: ufficio stampa Guardia di Finanza –
(ITALPRESS).

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Formazione in Sicilia, Alfieri (CiForma) “Serve un rating degli Enti”

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ROMA (ITALPRESS) – “Nonostante il tentativo da parte del precedente assessore Roberto Lagalla di riavviare la formazione in Sicilia, secondo un modello meritocratico ‘a sportellò che riconosceva le risorse economiche solo agli enti capaci di utilizzarle correttamente, assistiamo a un penoso passo indietro ispirato a logiche superate e certamente non idonee a creare un’offerta formativa di qualità, cui si aggiunge l’assenza pressochè totale di controlli per verificare in modo capillare la correttezza dell’azione di molti enti di formazione destinatari di cospicue risorse pubbliche”. A dirlo è Lucia Alfieri, presidente di CiForma, l’associazione per il coordinamento degli enti di formazione. “Da tempo – aggiunge Alfieri in una nota – abbiamo denunciato l’applicazione dei contratti pirata da parte di molti enti di formazione, compresi alcuni di quelli che fino a oggi hanno detenuto l’oligopolio dell’offerta formativa in Sicilia; l’applicazione di questi contratti ribassa il costo del lavoro, determinando la perdita, da parte degli enti di formazione, delle professionalità di alto livello in grado di erogare formazione di qualità. Come se non bastasse, il ribasso indiscriminato del costo del lavoro produce una ricaduta estremamente negativa sulle casse dell’erario, in quanto consente un inammissibile margine di guadagno agli enti di formazione che rendicontano a UCS (unità di costo standard) un costo del lavoro di fatto non sostenuto”.
“Si ricorda – prosegue il presidente di CiForma – che l’UCS viene calcolato tenendo conto dei costi indicati dai contratti leader. Laddove questi contratti non vengano applicati, ma vengano applicati quelli “pirata”, gli enti percepiscono un importo superiore di circa il 30% rispetto ai costi effettivamente sostenuti per personale e docenti”.
“Il silenzio ingiustificato e l’inerzia del Governo regionale rispetto agli alert ripetutamente lanciati dalla federazione Ciforma e da altre federazioni di categoria hanno prodotto gli effetti temuti: la diffusa e incontrollata applicazione dei contratti pirata da parte degli enti destinatari di ingenti risorse pubbliche, lo sfruttamento dei lavoratori e la qualità estremamente scadente dell’offerta formativa”, denuncia Alfieri.
Alla denuncia segue la richiesta: “Chiediamo ancora una volta un deciso intervento di controllo e monitoraggio dei requisiti che la normativa sull’accreditamento impone agli enti di formazione, primo tra tutti la corretta applicazione del CCNL di settore non pirata. Solo un sistema di rating degli enti di formazione in base a vari parametri, tra cui la qualità dei programmi formativi offerti, l’efficacia nell’inserimento lavorativo dei partecipanti, la trasparenza amministrativa e la conformità al contratto collettivo applicato, potrebbe costituire uno strumento valido a garantire il corretto utilizzo delle risorse pubbliche e un concreto miglioramento della qualità complessiva dell’istruzione e della formazione professionale, incentivando gli enti a migliorare continuamente la loro offerta formativa e a dimostrare un impegno verso l’eccellenza”.
In conclusione, “auspichiamo l’avvio di un serio sistema di monitoraggio e di controllo degli enti di formazione che coinvolga anche l’Ispettorato del Lavoro, affinchè il sistema di violazione e abuso delle norme sino a oggi perpetrato venga finalmente arginato, e la formazione in Sicilia possa definitivamente affrancarsi dall’onta che l’affligge e diventare davvero un volano di crescita e di sviluppo occupazionale” conclude il presidente Alfieri.

– foto ufficio stampa Fonarcom –
(ITALPRESS).

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Camion carico di bovini si ribalta sulla A4 nel vicentino

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Camion carico di bovini si ribalta sulla A4 nel vicentino

VICENZA (ITALPRESS) – Un autoarticolato carico di bovini si è ribaltato su un fianco sull’autostrada A4, tra gli svincoli di Montecchio Maggiore e Vicenza Ovest. Il ribaltamento del mezzo ha provocato pesanti disagi al traffico ma anche agli animali, alcuni sono morti altri (una trentina) si sono incamminati lungo l’autostrada. Sul posto i Vigilid el Fuoco.
pc/r

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Università di Bergamo, con Giro-E nuove frontiere nella mobilità leggera

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MILANO (ITALPRESS) – Sta per concludersi il Giro-E, la straordinaria esperienza in e-bike che accompagna il Giro d’Italia dal 4 al 26 maggio 2024. Organizzata da RCS Sport, questa corsa è riconosciuta a livello mondiale e offre un’opportunità unica di vivere le emozioni del ciclismo in modalità sostenibile. Il Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile finanziato dal MUR è l’Innovation Mobility Partner di questa importante iniziativa, coprendo tutte le 20 tappe del Giro-E con soluzioni all’avanguardia. Grazie alla sensoristica ‘on board’ – tra cui accelerometri, giroscopi, telecamere e sensori ambientali – applicata su due bici Olmo, permette il monitoraggio e il miglioramento delle prestazioni smart-bike. Queste tecnologie consentono il controllo motore, la dinamica del veicolo, l’object detection e il surface monitoring. E’ stata inoltre sviluppata una stazione di ricarica semovente con 8-10 stalli alimentati da pannelli fotovoltaici, caratterizzata da elevata mobilità e interconnessione. A questa si aggiunge un prototipo più leggero e portatile, di circa 20-30 kg, in grado di ricaricare una bici e cellulari. Innovativi componenti in alluminio stampati in 3D per strutture ammortizzanti a rigidità controllata sono stati introdotti per migliorare ulteriormente l’esperienza ciclistica.
Most è presente anche all’interno del Green Fun Village con uno stand interattivo, dove giovani ricercatori e dottorandi presentano gli ultimi sviluppi nella mobilità leggera. I visitatori possono testare una bicicletta da corsa a pedalata assistita su rullo, con la possibilità di visualizzare e simulare virtualmente diversi percorsi del Giro d’Italia e non solo. Un secondo schermo mostra in tempo reale le deformazioni del telaio durante la pedalata, fornendo dati utili per il miglioramento della progettazione delle bici. Sono inoltre disponibili questionari tematici su sostenibilità ambientale e ciclabilità, utili per raccogliere informazioni sui comportamenti e le preferenze dei cittadini in ambito ciclistico. Questa iniziativa nasce da un bando “flagship” interno a Most, guidato dall’Università degli studi di Bergamo con il professor Paolo Malighetti, in collaborazione con la prof.ssa Alessandra Flammini dell’Università degli Studi di Brescia e l’Università degli Studi di Cagliari per la parte ciclabilità in ambito urban mobility. Il progetto si distingue per unicità, innovazione e sostenibilità, con un finanziamento fino a 500.000 euro per iniziative ad alto impatto mediatico. L’obiettivo principale è migliorare le soluzioni di mobilità leggera, in linea con gli obiettivi della dichiarazione Europea sulla ciclabilità (aprile 2024) e del programma di ricerca dello Spoke 5, dedicato ai veicoli leggeri e alla mobilità attiva. Il progetto mira a rispondere alla crescente domanda di mobilità sostenibile, creare nuovi paradigmi di design per veicoli leggeri sicuri, studiare comportamenti di guida per una mobilità multi-modale, analizzare i rischi per utenti vulnerabili come ciclisti e pedoni, e ridurre l’impatto ambientale attraverso soluzioni di ricarica sostenibili e l’integrazione di sensori e sistemi ICT di nuova generazione. Il professor Paolo Malighetti, docente del Dipartimento di Ingegneria Gestionale, dell’Informazione e della Produzione dell’Università degli studi di Bergamo e coordinatore Spoke 5 del Centro Nazionale MOST ha dichiarato “il progetto è un esempio virtuoso che unisce la ricerca applicata a un nuovo modo di comunicare e testare le attività scientifiche su un tema che interessa e coinvolge la quotidianità di molti cittadini ed è centrale per la mobilità sostenibile, dal cicloturismo alla mobilità urbana. Il progetto ha permesso agli studenti e ai giovani dottorandi e ricercatori dell’Università di Bergamo, Brescia e Cagliari di promuovere la ricerca scientifica e interagire direttamente con gli utenti nelle 20 tappe del Giro-E, mostrando dal vivo i prototipi in via di sviluppo e promuovendo attività di coinvolgimento e di raccolta dati mediante le attività allo stand. Entusiasmante è stata la reazione delle aziende che hanno collaborato e contribuito alle attività sperimentali con grande interesse”. “Il Giro-E rappresenta un banco di prova straordinario per le tecnologie che stiamo sviluppando all’interno del Centro,” ha dichiarato Gianmarco Montanari, Direttore Generale di MOST. “Siamo lieti di mostrare come l’innovazione può migliorare l’esperienza ciclistica e promuovere la mobilità sostenibile. Grazie alla sensoristica avanzata e alle soluzioni di ricarica, stiamo aprendo nuove frontiere nella mobilità leggera, rendendo il ciclismo più accessibile e sicuro per tutti. Questa iniziativa dimostra anche quanto sia fondamentale la collaborazione tra istituzioni accademiche, per unire la potenza di fuoco della ricerca e sviluppare soluzioni all’avanguardia. Ringrazio l’Università degli Studi di Bergamo, l’Università degli Studi di Brescia e l’Università di Cagliari, in particolare i professori Paolo Malighetti, Alessandra Flammini e Italo Meloni e tutto il team di ricercatori per il loro duro lavoro e dedizione, che hanno reso possibile il successo di questa iniziativa”.(ITALPRESS).

Foto: Ufficio Stampa Università di Bergamo

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