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Al Policlinico di Palermo il 90% interventi ginecologia in laparoscopia

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PALERMO (ITALPRESS) – Le tecniche più avanzate di chirurgia laparoscopia per la cura di svariate patologie femminili. Presso l’unità operativa di Ginecologia e Ostetricia del Policlinico “Paolo Giaccone” il 90% degli interventi effettuati nell’ultimo trimestre sono stati eseguiti con tecniche endoscopiche, garantendo alle pazienti un ridotto rischio di complicanze, una migliore ripresa post-operatoria e una degenza di pochi giorni.
Emblematico il caso di Anna (nome di fantasia), giovane paziente a cui è stato asportato l’utero. Dopo le diverse valutazioni di altri specialisti a cui si era rivolta, tutti concordi nel ritenere necessario un intervento di chirurgia tradizionale per rimuovere l’utero, che presentava molti fibromi di grosse dimensioni e aderenze con la vescica, Anna si è rivolta agli specialisti del Policlinico, dove è stata operata in laparoscopia dall’equipe coordinata dal Professore Renato Venezia, direttore dell’unità operativa, di cui fa parte il professore Antonio Simone Laganà, specializzato nelle tecniche di chirurgia ginecologica mini-invasiva. Lo stupore e la felicità sono visibili sul volto di Anna, quando, dopo 48 ore dall’intervento, può tornare a casa in completo benessere: “Non mi sarei mai aspettata – dice – di poter fare questo intervento con piccolissime incisioni in una struttura pubblica e in maniera completamente gratuita, e di poter tornare così rapidamente alle mia vita normale, senza più dolori”.
Venezia commenta: “L’arrivo del Professore Laganà nell’equipe da me diretta completa un progetto mirato ad elevare l’eccellenza come standard di cura per tutte le pazienti della Sicilia, confermando il Policlinico di Palermo come centro di riferimento pubblico per la ginecologia e ostetricia”.
La chirurgia laparoscopica permette di effettuare la maggior parte degli interventi ginecologici mediante l’utilizzo di una piccola telecamera, inserita a livello ombelicale, e di strumenti miniaturizzati. Questo permette una migliore ripresa post-operatoria, ridotto rischio di sanguinamento e complicanze, e un minimo danno estetico rispetto alla chirurgia “tradizionale” in cui, per accedere all’organo da trattare, bisogna effettuare un’incisione sull’addome, come per un taglio cesareo.
Laganà spiega: “Le nostre pazienti, anche in caso di interventi di chirurgia maggiore come l’isterectomia, la miomectomia o l’eradicazione di endometriosi, possono iniziare ad alimentarsi la sera stessa dell’intervento, rimuovono il catetere vescicale quasi subito, non hanno drenaggi e già il giorno dopo possono iniziare a camminare. La maggiore parte di loro può essere dimessa già dopo 24-28 ore dall’intervento, con ripresa delle normali attività quotidiane e lavorative dopo circa un paio di giorni, e questo permette di evitare ricoveri prolungati e di abbattere le liste di attesa e la migrazione sanitaria verso altre Regioni”.

– Foto: ufficio stampa Policlinico –

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Salutequità “Regioni ancora indietro con le reti oncoematologiche”

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ROMA (ITALPRESS) – Neoplasie ematologiche: sono il 10 per cento di tutti i tumori. Oggi oltre 300.000 persone vivono con diverse forme di leucemia o dopo una diagnosi di linfoma di hodgkin o non hodgkin e nel 2023 si sono registrate 24.000 nuove diagnosi solo per leucemie e linfoma non hodgkin (I numeri del cancro, 2023).
L’ultimo Piano oncologico nazionale (2023-2027) dichiara che “Il cancro è la patologia cronica potenzialmente più prevenibile e oggi anche più “curabile”, dedica un paragrafo ai tumori onco-ematologici sottolineando che rivestono un ruolo di primo piano nel SSN. In ambito onco-ematologico esistono neoplasie come la leucemia linfatica cronica o la leucemia mieloide cronica in cui il concetto di cronicità è già esplicitamente espresso con il “nome della patologia”. Sono anche tra le neoplasie ematologiche in cui i traguardi scientifici raggiunti, grazie alla ricerca, hanno modificato radicalmente i percorsi di cura, l’aspettativa di vita (che nella maggioranza dei casi può raggiungere quella della popolazione non malata) e le esigenze di presa in carico.
Prendendo ad esempio la Leucemia Linfatica Cronica, forma di leucemia più frequente negli adulti in occidente e tipica dell’età più avanzata, il 40% delle diagnosi è effettuato oltre i 75 anni. Ma l’Istituto Superiore di Sanità sottolinea come possa ‘essere molto difficile affrontare una diagnosi di leucemia linfatica cronica, sia dal punto di vista pratico che emotivo e che la malattia generalmente ha una progressione molto lenta e può essere curata e mantenuta efficacemente sotto controllo molto a lungò.
Il Piano Oncologico Nazionale individua la risposta alla complessità nelle reti cliniche e come indicatore di monitoraggio specifico per l’oncoematologia la “Presenza formale di reti oncoematologiche regionali”.
Tuttavia, se in onco-ematologia si prospetta lo stesso percorso sviluppato per quelle oncologiche, tempi e risultati possono essere lunghi e non scontati ed è necessario tener conto che debbano essere progettate come nodi di un’unica rete (almeno) nazionale per assicurare l’omogeneità sia nell’approccio diagnostico che nell’erogazione delle terapie e nel monitoraggio della patologia, mantenendo basso l’impatto logistico ed il costo (attraverso, ad esempio, l’impiego di strutture di riferimento interregionali laddove non sia necessario replicarne oltre un certo numero per assicurare efficienza e qualità).
I servizi presenti, i costi e l’approccio multidisciplinare A prendersi cura delle persone con neoplasie ematologiche sono oltre 100 centri ematologici (la Fondazione GIMEMA – Gruppo Italiano Malattie EMatologiche dell’Adulto che promuove, gestisce e coordina protocolli di ricerca clinica indipendente sulle malattie del sangue – ne annovera poco meno di 150), diffusi sul territorio nazionale con una lieve maggiore concentrazione in alcune regioni del nord insieme a Lazio e Sicilia. Il Piano Oncologico sottolinea che “eterogenea è la situazione relativa alle strutture e ai servizi con compiti di supporto diagnostico e terapeutico ai centri clinici ematologici sul piano della distribuzione territoriale, della dotazione strumentale e dei livelli qualitativi delle prestazioni, dei reparti di radiodiagnostica, radioterapia, laboratori di citometria, citogenetica e biologia molecolare”.
Un recente studio di Altems, l’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sull’approccio multidisciplinare in alcune neoplasie ematologiche croniche come Macroglobulinemia di Waldenstrom e dalla Leucemia linfatica cronica ha dimostrato che il team multidisciplinare si è dimostrato cruciale per seguire il paziente in modo più completo durante il percorso di cura e per assistere l’ematologo nella gestione delle comorbidità.
Il peso economico totale stimato da EEHTA-CEIS, -Facoltà di Economia Università degli studi di Roma Tor Vergata, per le due patologie è pari ad oltre 317,5 milioni di euro annui, circa 256 milioni annui dovuti alla LLC e circa 62 alla Waldenstrom. In altre parole, una media per paziente di oltre 41mila euro. L’82% è riferito a costi diretti; il 18% a quelli indiretti (prestazioni previdenziali e assistenziali erogate ai pazienti, anche attraverso indennità di accompagno e invalidità o giorni di lavoro persi di paziente o caregiver).
La necessità di istituire le reti oncoematologiche è più recente rispetto a quelle oncologiche, previste in uno specifico documento del 2014 “Linee guida per l’implementazione delle reti oncologiche” e del più recente aggiornamento nel 2019 che spiega come la “Formazione di Rete rappresenta un obiettivo prioritario, con particolare riferimento alle modalità di lavoro multi-professionale e multidisciplinare, all’integrazione ospedale-territorio, alle azioni di supervisione e tutoraggio dei nuovi assunti e all’utilizzo di audit clinico e training strutturati”. E” opportuno sottolineare che da oltre 40 anni sono operative in Italia reti ematologiche nazionali, attraverso l’implementazione delle cosiddette “reti di professionisti”: GIMEMA, per tutte le leucemie acute e croniche dell’adulto (operante dal 1982), AIEOP (per tutte le neoplasie pediatriche), FIL (per tutti i linfomi dell’adulto), GITMO (per il trapianto di cellule staminali), per assicurare omogeneità di percorsi diagnostici e terapeutici in Italia, secondo gli approcci più innovativi su scala mondiale.
La situazione delle reti oncologiche e oncoematologiche nelle Regioni Stando però al monitoraggio Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ancora in sette Regioni nel 2022 non è stato formalizzato con atto regionale il coordinamento funzionale della rete tumori rari (tumori oncoematologici rari, pediatrici, solidi dell’adulto) con la Rete oncologica regionale: Basilicata, Calabria, Lazio, Lombardia, Molise, Sicilia, Umbria.
Secondo Agenas, le reti oncologiche regionali (ROR) possono contare su un piano economico-finanziario per assicurare la continuità operativa della rete in sole cinque regioni (Campania, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto); integra le sue attività con la rete territoriale come da DM 77 in sole 13 Regioni (manca in Basilicata, FVG, Marche, Molise, PA Bolzano, Puglia, Sicilia, Umbria); quota parte del tempo dei professionisti per le specifiche attività di rete è formalmente dedicata all’aggiornamento professionale e/o collaborazione con centri ad alta specializzazione solo in 9 Regioni (Campania, Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta e Veneto) e solo in 7 di queste partecipano alle attività di equipe itineranti (Campania e Lombardia non lo prevedono); in 13 regioni il coordinamento della ROR non ha definito indicatori e strumenti per misurare il raggiungimento degli obiettivi (monitoraggio).
A oggi lo stato dell’arte in Italia, ricostruito dall’Osservatorio Salutequità, mostra che le reti ematologiche/oncoematologiche formalizzate sono presenti in nove Regioni: Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Abruzzo, Puglia, Calabria, Sicilia.
‘Tra i principali problemi da affrontare – spiega Tonino Aceti, presidente di Salutequità (nella foto) – c’è la gestione delle neoplasie ematologiche, soprattutto nell’anziano, e la presenza di comorbidità, fragilità e necessità di personalizzazione delle scelte terapeutiche che sono condizionate da valutazioni logistiche e che richiedono una forte collaborazione tra i diversi professionisti, non solo per specialità, ma anche ospedale-territorio, così come socio-sanitarià.
‘E’ necessario poi – aggiunge Marco Vignetti, Presidente Fondazione GIMEMA Franco Mandelli onlus – lavorare sulla necessità di garantire e mantenere un equo accesso ai centri di eccellenza nelle strutture e servizi con compiti di supporto diagnostico e terapeutico ai centri clinici ematologici, necessari per diagnosi e controllo di molte patologie, attraverso l’investimento e l’istituzionalizzatone delle reti ematologiche sia diagnostiche (quali Labnet, che permette da oltre 10 anni di offrire a tutti i pazienti lo stesso percorso di diagnosi e di monitoraggio molecolare) che terapeutiche, in coordinamento con l’attuazione delle reti ematologiche regionali, che non devono diventare un percorso destinato a cancellare l’eccellenza esistente, ma anzi devono rappresentare l’occasione per “sfruttarla” e per valorizzarlà.
‘Soprattutto però – conclude Aceti – il Piano Nazionale della Cronicità deve iniziare ad occuparsi anche di neoplasie ematologiche croniche, disegnando un modello di presa in carico della dimensione di cronicità che le caratterizza e descrivendo obiettivi e indicatori di misurazione. A oggi nè il Piano oncologico nazionale, nè quello delle cronicità prevedono indicatori specifici per la capacità di presa in carico di tali patologie, nonostante la cronicità in oncologia sia prioritaria e diversa dalla lungo sopravvivenza. E sappiamo già che ci troveremo a fare i conti con carenze specialistiche, se non si invertirà la tendenza registrata quest’anno con il 37% di non immatricolati nella scuola di specializzazione in ematologià.

– foto Ipa Agency –

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La Regione Calabria assumerà 50 nuovi funzionari a tempo indeterminato

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PALERMO (ITALPRESS) – Su proposta congiunta della vice presidente, Giusi Princi, e dell’assessore al Personale, Filippo Pietropaolo, aderendo ai contenuti dell’avviso pubblico del Dipartimento politiche di coesione della presidenza del Consiglio dei ministri, la Giunta guidata dal presidente Roberto Occhiuto ha approvato, nei giorni scorsi, una manifestazione di interesse per l’assunzione del nuovo personale nell’ambito della propria dotazione organica e nel rispetto del piano regionale dei fabbisogni. Si tratta di profili specifici profili professionali: 25 unità di funzionario esperto in programmazione, gestione, rendicontazione e vigilanza dei fondi comunitari o in aiuti di Stato; 20 di funzionario tecnico-ingegnere; 2 di funzionario per la cooperazione europea e 3 per la transizione energetica.
“La Regione Calabria – spiega l’assessore Pietropaolo – ha deciso di aderire al Programma nazionale Capacità per la Coesione 2021-2027, che prevede di realizzare assunzioni a tempo indeterminato di nuovo personale da specializzare e utilizzare esclusivamente sull’attuazione dei progetti europei per la coesione, attraverso un concorso nazionale finalizzato al rafforzamento degli organici dei principali protagonisti ed attuatori dei fondi europei. E’ auspicabile che la stessa opportunità venga sfruttata dai comuni calabresi, che aderendo al programma potranno arricchire i propri organici di profili professionali necessari a realizzare una programmazione coerente con l’attuazione della politica di coesione europea. Il Dipartimento organizzazione e personale della Regione Calabria è a disposizione delle amministrazioni comunali interessate per supportarle nelle procedure di adesione all’Avviso pubblico e nella predisposizione delle manifestazioni di interesse”.

– Foto: ufficio stampa Regione Calabria –

(ITALPRESS).

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Piazza Affari avvio in rialzo, mercati attendisti

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MILANO (ITALPRESS) – Avvio di seduta in rialzo questa mattina a Piazza Affari, dopo i primi scambi. L’indice Ftse Mib, alla prima rilevazione, segna un 0,17% a quota 30.210 punti, mentre l’Ftse All Share guadagna lo 0,13% a 32.372 punti. Stabile invece l’Ftse Star con un -0,01% a quota 47.381 punti. I mercati sembrano attendiste, all’indomani delle parole della presidente della Bce, Christine Lagarde, apparsa più accomodante sui futuri tagli del costo del denaro. Gli Usa mostrano un’economia ancora solida con l’inflazione in rallentamento, mentre si guarda all’economia cinese. Per quanto riguarda le materie prime, arretra il prezzo del petrolio con il Brent che scambia a quota 81,9 dollari al barile, mentre il Wti si porta a 76,7 dollari. Ancora in ribasso il prezzo del gas naturale, che sulla piazza di Amsterdam si porta poco sotto i 27 euro al Mwh (26,9). Per quanto riguarda lo spread fra Btp e Bund tedeschi apre a quota 156 punti, con il rendimento del decennale al 3,78%. Le altre piazze finanziarie europee aprono con segni misti dopo la chiusura in ribasso per Tokyo, gravata soprattutto dall’andamento del settore dei semiconduttori e dalle prese di beneficio degli investitori dopo la partenza in pompa magna del mercato giapponese all’inizio dell’anno. L’indice Nikkei cede nfatti l’1,34%. Tra le altre Borse europee, Parigi apre a 1,46%, Francoforte cede lo 0,23%, mentre Londra avanza dello 0,84%.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Crosetto “Pronti per il comando della missione nel Mar Rosso”

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ROMA (ITALPRESS) – “Se ci chiederanno di averlo lo prenderemo, ne abbiamo le capacità, se lo vogliono i francesi va benissimo, il problema è avere presto una missione efficace per tutelare la sicurezza delle navi commerciali e le nostre economie, oltre al diritto internazionale”. Così, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro della Difesa Guido Crosetto, sulla ossibilità che l’Italia guidi la missione europea nel Mar Rosso.
Sulla situazione a Gaza e l’atteggiamento dell’Ue, secondo Crosetto “l’Europa al momento è fatta così, è un dato di fatto: esistono 27 politiche estere diverse, ogni Paese ha una sua agenda non solo a Gaza, ma anche in Libano, in Niger, nel Nord Africa, in Kosovo. Per questo non abbiamo un ruolo rilevante nel mondo”. Quanto agli stanziamenti e se i possa applicare all’Ucraina o al Mar Rosso una mentalità ragionieristica, osserva: “Assolutamente no, lo dico dal giorno in cui mi sono insediato, ma non tutti lo capiscono, a cominciare dalla Ue”.
Infine, sulla proposta dela Lega di frenare sugli aiuti a Kiev, poi ritirata, Crosetto taglia corto: “Non vedo spaccature nella maggioranza, sono polemiche inventate. La mozione Romeo è stata riformulata e approvata dall’intera maggioranza. Se poi mi chiede se si è stufi della guerra le rispondo che sono stufi tutti, ma fino a quando non si stufa Putin purtroppo per tutti noi continuerà e rischia di peggiorare”.
(ITALPRESS).
– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Grandi quantità di acqua fossile rinvenute nella Sicilia Sud orientale

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LA VALLETTA (MALTA) (ITALPRESS/MNA) – Grandi quantità di acqua fossile sono state scoperte nelle profondità sotto i Monti Iblei, nel sud-est della Sicilia. La mancanza di pioggia, la terra secca e un clima più caldo stanno causando stress alle fonti di acqua dolce in tutta la regione del Mediterraneo.
Lo studio scientifico è stato pubblicato sulla rivista Communications Earth and Environment di Nature Portfolio. Secondo lo studio condotto dai ricercatori dell’Università di Malta, dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) e dell’Università di Roma Tre, il volume della sorgente freatica è stimato in 17,3 chilometri cubi e si conserva a profondità comprese tra 800 m e 2.100 metri.
“Le risorse di acque sotterranee profonde in tutto il mondo possono rappresentare un’importante fonte non convenzionale di acqua potabile in grado di soddisfare le crescenti esigenze, legate anche alla crescita della popolazione globale”, ha affermato Lorenzo Lipparini, il ricercatore capo dello studio.
Il professor Aaron Micallef dell’Università di Malta, ha utilizzato tecniche di analisi dei pozzi petroliferi profondi combinate con la modellazione 3D avanzata per documentare l’esistenza di un vasto corpo idrico sotterraneo dolce o salmastro in Sicilia. Lo studio rivela la presenza di risorse idriche sotterranee senza precedenti nella Formazione Gela, una piattaforma carbonatica del Triassico nel sottosuolo della Sicilia meridionale.
I ricercatori hanno affermato che il corpo d’acqua dolce si è formato probabilmente circa sei milioni di anni fa, quando il livello del mare nel bacino del Mediterraneo orientale è sceso a 2.400 metri sotto l’attuale livello del mare.
“Abbiamo ricostruito che questo abbassamento del livello del mare, avvenuto circa 6 milioni di anni fa, ha raggiunto i 2.400 metri sotto l’attuale livello del mare, creando condizioni favorevoli all’infiltrazione delle acque meteoriche e all’accumulo e alla conservazione di questa preziosa risorsa idrica nel sottosuolo,” ha detto Lipparini. Secondo lui, queste acque dolci e salmastre potrebbero avere usi diversificati, dai sistemi potabili ad altri usi nell’industria e nell’agricoltura. “Questo approccio innovativo potrebbe, infatti, essere esteso ad altre aree del Mediterraneo caratterizzate da scarsità d’acqua e condizioni geologiche simili”, ha aggiunto Lipparini.
“Abbiamo utilizzato l’esperienza del team, sviluppata in particolare nel campo dell’esplorazione petrolifera, per cercare, questa volta, potenziali e preziose risorse delle acque sotterranee profonde per sostenere lo sviluppo sostenibile, che consentirà anche di affrontare le sfide della sicurezza idrica”, ha affermato ha detto il gruppo di ricerca. Gli altri ricercatori del team erano Damiano Chiacchieri, dottorando dell’Università Roma Tre e Roberto Bencini, collaboratore dell’Università di Bologna.
Il progetto è stato elencato come “azione” alla Conferenza delle Nazioni Unite sull’acqua del marzo 2023 e il finanziamento è stato fornito attraverso un progetto Marie Curie Grant con l’Università di Malta, il supporto dell’Università Roma Tre e dell’INGV. I risultati consentiranno ulteriori studi per identificare possibili nuovi corpi idrici fossili a Malta, Cipro, Tunisia, Marocco, Egitto, Libano e Turchia.

– Foto: Ipa Agency –

(ITALPRESS).

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